mercoledì 22 dicembre 2010
giovedì 16 dicembre 2010
Campagna Tende AVSI 2010-11
La campagna tende 2010-11 cade in un anno in cui, nella complessità della crisi globale è successo il terremoto di Haiti. Migliala di persone - commosse dai racconti di Fiammetta Cappellini - hanno preso miriadi di iniziative personali e non, per sostenere concretamente il lavoro in corso ad Haiti. La grande occasione della prossima campagna è che ogni persona che "ha fatto la differenza" in contesti diversi, possa riproporre la carità come condizione necessaria della vita.
La proposta
Le ultime tre campagne hanno avuto come titoli:
• 2007: "Vicky, storie dell'altro mondo in questo mondo"
• 2008: "Lo Sviluppo ha un volto"
• 2009: "Crisi e sviluppo: la persona fa la differenza"
Tre anni fa è stato messo al centro della campagna il soggetto: Vicky, cioè un volto preciso, poi - due anni fa - è stato specificato che "lo sviluppo ha un volto", lo scorso anno è stato sottolineato che se il soggetto è animato da un incontro può fare la differenza, in qualsiasi contesto o situazione.
Titolo 2010: Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo
Cos'è questo sguardo? Dove la persona si può ritrovare? La persona ritrova se stessa imbattendosi in una presenza che sprigiona un'attrattiva, che provoca e "sconvolge" per una corrispondenza alla vita secondo la totalità delle sue dimensioni.
Vedi anche J.Carron "L'attrattiva vincente" (Rimini, 26 marzo 2005)
I Progetti del 2010:
1. America Latina - Caraibi - Haiti: Avvio di un centro educativo.
2. America Latina - Cile: Scuola Santa Teresa de Los Andes.
3. Africa - Kenya: Sostegno alla Scuola Secondaria Cardinal Maurice Otunga.
4. Africa - Sud Sudan: La St. Mary University di Juba.
5. Medio Oriente - Libano: Riqualificazione del sistema irriguo della Piana di Marjayoun.
6. Sostegno a distanza: Investire su una generazione, scuola secondaria e professionale (Uganda e Kenya).
AVSI - http://www.avsi.org/
Per donazioni e versamenti
Conto corrente intestato ad AVSI - Banca Popolare di Milano
Agenzia 026 - Piazza Duca D'Aosta, 8/2 - Milano
IBAN IT 61 C0558401626000000019000
La proposta
Le ultime tre campagne hanno avuto come titoli:
• 2007: "Vicky, storie dell'altro mondo in questo mondo"
• 2008: "Lo Sviluppo ha un volto"
• 2009: "Crisi e sviluppo: la persona fa la differenza"
Tre anni fa è stato messo al centro della campagna il soggetto: Vicky, cioè un volto preciso, poi - due anni fa - è stato specificato che "lo sviluppo ha un volto", lo scorso anno è stato sottolineato che se il soggetto è animato da un incontro può fare la differenza, in qualsiasi contesto o situazione.
Titolo 2010: Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo
Cos'è questo sguardo? Dove la persona si può ritrovare? La persona ritrova se stessa imbattendosi in una presenza che sprigiona un'attrattiva, che provoca e "sconvolge" per una corrispondenza alla vita secondo la totalità delle sue dimensioni.
Vedi anche J.Carron "L'attrattiva vincente" (Rimini, 26 marzo 2005)
I Progetti del 2010:
1. America Latina - Caraibi - Haiti: Avvio di un centro educativo.
2. America Latina - Cile: Scuola Santa Teresa de Los Andes.
3. Africa - Kenya: Sostegno alla Scuola Secondaria Cardinal Maurice Otunga.
4. Africa - Sud Sudan: La St. Mary University di Juba.
5. Medio Oriente - Libano: Riqualificazione del sistema irriguo della Piana di Marjayoun.
6. Sostegno a distanza: Investire su una generazione, scuola secondaria e professionale (Uganda e Kenya).
AVSI - http://www.avsi.org/
Per donazioni e versamenti
Conto corrente intestato ad AVSI - Banca Popolare di Milano
Agenzia 026 - Piazza Duca D'Aosta, 8/2 - Milano
IBAN IT 61 C0558401626000000019000
La nostra Origine
Ogni anno sosteniamo due gesti di carità che sono di grande portata:
• la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, che si è tenuta sabato 27 novembre, organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare;
• la Campagna Tende di Avsi, che quest'anno avrà come titolo "Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo" a sostegno di progetti, soprattutto educativi, di aiuto in America Latina (Haiti e Cile), Africa (Kenya, Sud Sudan e Uganda) e Libano.
Sono due occasioni stupende per testimoniare quello che abbiamo di più caro, condividendo il bisogno di tanta gente.
Sono molte le persone che incontriamo che rispondono spontaneamente a questo gesto e che si coinvolgono con noi per un impeto di generosità e di gratuità.
Stando insieme durante la Giornata della Colletta o durante le iniziative della Campagna Tende possiamo testimoniare l'Origine, la ragione profonda di questi gesti che ci educano alla carità molto più di mille discorsi.
Senza la consapevolezza dell'Origine, con quello che abbiamo visto nella Scuola di comunità sulla carità, questi gesti perdono tutta la loro portata, cioè comunicare lo sguardo che serve per vivere.
Non si tratta di appiccicare una etichetta al gesto, di appiccicare Gesù: nel modo con cui noi viviamo questi gestì possiamo testimoniare l'Origine e aiutare gli altri a cogliere l'Origine di quello che facciamo.
Noi non vogliamo fare qualcosa che non lasci traccia, ma che possa servire alla persona che lo fa per un di più, perché sappiamo che la persona ha bisogno di qualcosa di più di un atto di generosità (che pure è prezioso).
Attraverso la Colletta e le Tende possiamo introdurre a qualcosa d'altro: che il bisogno è più grande e che noi siamo lì per la gratitudine di aver trovato la risposta a questo bisogno.
Noi saremo lì per questo, non per riempire il vuoto con un gesto generoso, ma per gratitudine per quello che abbiamo incontrato.
• la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, che si è tenuta sabato 27 novembre, organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare;
• la Campagna Tende di Avsi, che quest'anno avrà come titolo "Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo" a sostegno di progetti, soprattutto educativi, di aiuto in America Latina (Haiti e Cile), Africa (Kenya, Sud Sudan e Uganda) e Libano.
Sono due occasioni stupende per testimoniare quello che abbiamo di più caro, condividendo il bisogno di tanta gente.
Sono molte le persone che incontriamo che rispondono spontaneamente a questo gesto e che si coinvolgono con noi per un impeto di generosità e di gratuità.
Stando insieme durante la Giornata della Colletta o durante le iniziative della Campagna Tende possiamo testimoniare l'Origine, la ragione profonda di questi gesti che ci educano alla carità molto più di mille discorsi.
Senza la consapevolezza dell'Origine, con quello che abbiamo visto nella Scuola di comunità sulla carità, questi gesti perdono tutta la loro portata, cioè comunicare lo sguardo che serve per vivere.
Non si tratta di appiccicare una etichetta al gesto, di appiccicare Gesù: nel modo con cui noi viviamo questi gestì possiamo testimoniare l'Origine e aiutare gli altri a cogliere l'Origine di quello che facciamo.
Noi non vogliamo fare qualcosa che non lasci traccia, ma che possa servire alla persona che lo fa per un di più, perché sappiamo che la persona ha bisogno di qualcosa di più di un atto di generosità (che pure è prezioso).
Attraverso la Colletta e le Tende possiamo introdurre a qualcosa d'altro: che il bisogno è più grande e che noi siamo lì per la gratitudine di aver trovato la risposta a questo bisogno.
Noi saremo lì per questo, non per riempire il vuoto con un gesto generoso, ma per gratitudine per quello che abbiamo incontrato.
domenica 12 dicembre 2010
Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo
Crisi sociale, economica e politica. Alla fine di questo 2010 tutti siamo presi dallo sconcerto. Come ha detto di recente il cardinale Bagnasco, «siamo angustiati per l’Italia che scorgiamo come inceppata nei suoi meccanismi decisionali, mentre il Paese appare attonito e guarda disorientato». Perché questa crisi ci trova così disarmati, al punto che non riusciamo neanche a metterci d’accordo per affrontarla, pur sentendone l’urgenza come non mai?
A sorpresa il Rapporto Censis 2010 ha individuato la natura della crisi in un «calo del desiderio» che si manifesta in ogni aspetto della vita. Abbiamo meno voglia di costruire, di crescere, di cercare la felicità. A questo fatto andrebbe attribuita la responsabilità delle «evidenti manifestazioni di fragilità sia personali sia di massa, comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattivi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e di futuro». Come mai, se siamo stati in grado di raggiungere importanti obiettivi nel passato (casa, lavoro, sviluppo...), adesso «siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto» e a un ciclo storico pieno di interesse e voglia di fare ne segue un altro segnato dal suo annullamento?
Tutto questo ci mostra che la crisi è sì sociale, economica e politica, ma è soprattutto antropologica perché riguarda la concezione stessa della persona, della natura del suo desiderio, del suo rapporto con la realtà. Ci eravamo illusi che il desiderio si sarebbe mantenuto in vita da solo o addirittura che sarebbe stato più vivo nella nuova situazione di benessere raggiunto. L’esperienza ci mostra, invece, che il desiderio può appiattirsi se non trova un oggetto all’altezza delle sue esigenze. Ci ritroviamo così tutti «sazi e disperati». «Nell’appiattimento del desiderio ha origine lo smarrimento dei giovani e il cinismo degli adulti; e nella astenia generale l’alternativa qual è? Un volontarismo senza respiro e senza orizzonte, senza genialità e senza spazio, e un moralismo d’appoggio allo Stato come ultima fonte di consistenza per il flusso umano», come disse don Giussani ad Assago nel 1987. Venticinque anni dopo vediamo che entrambe queste risposte - volontarismo individualista e speranza statalista - non sono state in grado di darci la consistenza auspicata e ci troviamo ad affrontare la crisi più disarmati, più fragili che in passato. Paradossalmente, i nostri nonni e genitori erano umanamente meglio attrezzati per affrontare simili sfide.
Il Censis centra di nuovo il bersaglio quando identifica la vera urgenza di questo momento storico: «Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare una società troppo appagata e appiattita». Ma chi o che cosa può ridestare il desiderio? È questo il problema culturale della nostra epoca. Con esso sono costretti a misurarsi tutti coloro che hanno qualcosa da dire per uscire dalla crisi: partiti, associazioni, sindacati, insegnanti. Non basterà più una risposta ideologica, perché di tutti i progetti abbiamo visto il fallimento. Saremo perciò costretti a testimoniare un’esperienza.
Anche la Chiesa, il cui contributo non potrà limitarsi a offrire un riparo assistenziale per le mancanze altrui, dovrà mostrare l’autenticità della sua pretesa di avere qualcosa in più da offrire. Come ha ricordato Benedetto XVI, «il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà». Dovrà mostrare che Cristo è così presente da essere in grado di ridestare la persona - e quindi tutto il suo desiderio - fino al punto di non farla dipendere totalmente dalle congiunture storiche. Come? Attraverso la presenza di persone che documentano un’umanità diversa in tutti i campi della vita sociale: scuola e università, lavoro e imprenditoria, fino alla politica e all’impegno nelle istituzioni. Persone che non si sentono condannate alla delusione e allo sconcerto, ma vivono all’altezza dei loro desideri perché riconoscono presente la risposta.
Possiamo sperare di uscire dalla drammatica situazione attuale se tutti - compresi i governanti che oggi hanno la difficile responsabilità di guidare il Paese attraverso questa profonda crisi - decidiamo di essere veramente ragionevoli sottomettendo la ragione all’esperienza, se cioè, liberandoci da ogni presunzione ideologica, siamo disponibili a riconoscere qualcosa che nella realtà già funziona. Sostenere chi, nella vita sociale e politica, non si è rassegnato a una misura ridotta del proprio desiderio e per questo lavora e costruisce mosso da una passione per l’uomo, è il primo contributo che possiamo dare al bene di tutti.
Comunione e Liberazione, 10 dicembre 2010
A sorpresa il Rapporto Censis 2010 ha individuato la natura della crisi in un «calo del desiderio» che si manifesta in ogni aspetto della vita. Abbiamo meno voglia di costruire, di crescere, di cercare la felicità. A questo fatto andrebbe attribuita la responsabilità delle «evidenti manifestazioni di fragilità sia personali sia di massa, comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattivi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e di futuro». Come mai, se siamo stati in grado di raggiungere importanti obiettivi nel passato (casa, lavoro, sviluppo...), adesso «siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto» e a un ciclo storico pieno di interesse e voglia di fare ne segue un altro segnato dal suo annullamento?
Tutto questo ci mostra che la crisi è sì sociale, economica e politica, ma è soprattutto antropologica perché riguarda la concezione stessa della persona, della natura del suo desiderio, del suo rapporto con la realtà. Ci eravamo illusi che il desiderio si sarebbe mantenuto in vita da solo o addirittura che sarebbe stato più vivo nella nuova situazione di benessere raggiunto. L’esperienza ci mostra, invece, che il desiderio può appiattirsi se non trova un oggetto all’altezza delle sue esigenze. Ci ritroviamo così tutti «sazi e disperati». «Nell’appiattimento del desiderio ha origine lo smarrimento dei giovani e il cinismo degli adulti; e nella astenia generale l’alternativa qual è? Un volontarismo senza respiro e senza orizzonte, senza genialità e senza spazio, e un moralismo d’appoggio allo Stato come ultima fonte di consistenza per il flusso umano», come disse don Giussani ad Assago nel 1987. Venticinque anni dopo vediamo che entrambe queste risposte - volontarismo individualista e speranza statalista - non sono state in grado di darci la consistenza auspicata e ci troviamo ad affrontare la crisi più disarmati, più fragili che in passato. Paradossalmente, i nostri nonni e genitori erano umanamente meglio attrezzati per affrontare simili sfide.
Il Censis centra di nuovo il bersaglio quando identifica la vera urgenza di questo momento storico: «Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare una società troppo appagata e appiattita». Ma chi o che cosa può ridestare il desiderio? È questo il problema culturale della nostra epoca. Con esso sono costretti a misurarsi tutti coloro che hanno qualcosa da dire per uscire dalla crisi: partiti, associazioni, sindacati, insegnanti. Non basterà più una risposta ideologica, perché di tutti i progetti abbiamo visto il fallimento. Saremo perciò costretti a testimoniare un’esperienza.
Anche la Chiesa, il cui contributo non potrà limitarsi a offrire un riparo assistenziale per le mancanze altrui, dovrà mostrare l’autenticità della sua pretesa di avere qualcosa in più da offrire. Come ha ricordato Benedetto XVI, «il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà». Dovrà mostrare che Cristo è così presente da essere in grado di ridestare la persona - e quindi tutto il suo desiderio - fino al punto di non farla dipendere totalmente dalle congiunture storiche. Come? Attraverso la presenza di persone che documentano un’umanità diversa in tutti i campi della vita sociale: scuola e università, lavoro e imprenditoria, fino alla politica e all’impegno nelle istituzioni. Persone che non si sentono condannate alla delusione e allo sconcerto, ma vivono all’altezza dei loro desideri perché riconoscono presente la risposta.
Possiamo sperare di uscire dalla drammatica situazione attuale se tutti - compresi i governanti che oggi hanno la difficile responsabilità di guidare il Paese attraverso questa profonda crisi - decidiamo di essere veramente ragionevoli sottomettendo la ragione all’esperienza, se cioè, liberandoci da ogni presunzione ideologica, siamo disponibili a riconoscere qualcosa che nella realtà già funziona. Sostenere chi, nella vita sociale e politica, non si è rassegnato a una misura ridotta del proprio desiderio e per questo lavora e costruisce mosso da una passione per l’uomo, è il primo contributo che possiamo dare al bene di tutti.
Comunione e Liberazione, 10 dicembre 2010
Rapporto Censis 2010
Le «Considerazioni generali» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010
Abbiamo resistito. Abbiamo resistito ai mesi più drammatici della crisi, seppure con una «evidente fatica del vivere e dolorose emarginazioni occupazionali». Al di là dei fenomeni congiunturali economici e politico-istituzionali dell’anno, adesso occorre una verifica di cosa è diventata la società italiana nelle sue fibre più intime. Perché sorge il dubbio che, anche se ripartisse la marcia dello sviluppo, la nostra società non avrebbe lo spessore e il vigore adeguati alle sfide che dovremo affrontare.
Una società appiattita. Sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali che di massa: comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattativi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e futuro. Si sono appiattiti i nostri riferimenti alti e nobili (l’eredità risorgimentale, il laico primato dello Stato, la cultura del riformismo, la fede in uno sviluppo continuato e progressivo), soppiantati dalla delusione per gli esiti del primato del mercato, della verticalizzazione e personalizzazione del potere, del decisionismo di chi governa. E una società appiattita fa franare verso il basso anche il vigore dei soggetti presenti in essa. «Una società ad alta soggettività, che aveva costruito una sua cinquantennale storia sulla vitalità, sulla grinta, sul vigore dei soggetti, si ritrova a dover fare i conti proprio con il declino della soggettività, che non basta più quando bisogna giocare su processi che hanno radici e motori fuori della realtà italiana».
Un’onda di pulsioni sregolate. Non riusciamo più a individuare un dispositivo di fondo (centrale o periferico, morale o giuridico) che disciplini comportamenti, atteggiamenti, valori. Si afferma così una «diffusa e inquietante sregolazione pulsionale», con comportamenti individuali all’impronta di un «egoismo autoreferenziale e narcisistico»: negli episodi di violenza familiare, nel bullismo gratuito, nel gusto apatico di compiere delitti comuni, nella tendenza a facili godimenti sessuali, nella ricerca di un eccesso di stimolazione esterna che supplisca al vuoto interiore del soggetto, nel ricambio febbrile degli oggetti da acquisire e godere, nella ricerca demenziale di esperienze che sfidano la morte (come il balconing). «Siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto, visto che ad un ciclo storico pieno di interessi e di conflitti sociali, si va sostituendo un ciclo segnato dall’annullamento e dalla nirvanizzazione degli interessi e dei conflitti».
Il declino parallelo della legge e del desiderio nell’inconscio collettivo. Bisogna scendere più a fondo nella personalità dei singoli e nella soggettività collettiva per verificare come funziona l’inconscio. Qui si confrontano la legge (l’autorità esterna o interiorizzata) e il desiderio (che esprime il bisogno e la volontà di superare il vuoto acquisendo oggetti e relazioni). Ogni giorno di più il desiderio diventa esangue, indebolito dall’appagamento derivante dalla soddisfazione di desideri covati per decenni (dalla casa di proprietà alle vacanze) o indebolito dal primato dell’offerta di oggetti in realtà mai desiderati (con bambini obbligati a godere giocattoli mai chiesti e adulti al sesto tipo di telefono cellulare). «La strategia del rinforzo continuato dell’offerta è uno strumento invincibile nel non dare spazio ai desideri». Così, all’inconscio manca oggi la materia prima su cui lavorare, cioè il desiderio. Al tempo stesso, la desublimazione di archetipi, ideali, figure di riferimento rende labili i riferimenti alla legge (del padre, del dettato religioso, della stessa coscienza). «Si vive senza norma, quasi senza individuabili confini della normalità, per cui tutto nella mente dei singoli è aleatorio vagabondaggio, non capace di riferirsi ad un solido basamento».
Tornare a desiderare. Di fronte ai duri problemi attuali e all’urgenza di adeguate politiche per rilanciare lo sviluppo, viene meno la fiducia nelle lunghe derive su cui evolve spontaneamente la nostra società. Ancora più improbabile è che si possa contare sulle responsabilità della classe dirigente, sulle leadership partitiche o su un rinnovato impegno degli apparati pubblici. La tematica rigore-ripresa è ferma alle parole, la riflessione sullo sviluppo europeo è flebile, i tanti richiami ai temi all’ordine del giorno (la scuola, l’occupazione, le infrastrutture, la legalità, il Mezzogiorno) sono solo enunciati seriali. La complessità italiana è essenzialmente complessità culturale. Nella crisi che stiamo attraversando c’è quindi bisogno di messaggi che facciano autocoscienza di massa. Non esistono attualmente in Italia sedi di auctoritas che potrebbero ridare forza alla «legge». Più utile è il richiamo a un rilancio del desiderio, individuale e collettivo, per andare oltre la soggettività autoreferenziale, per vincere il nichilismo dell’indifferenza generalizzata. «Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita». Attualmente tre sono i processi in cui sono ravvisabili germi di desiderio: la crescita di comportamenti «apolidi» legati al primato della competitività internazionale (gli imprenditori e i giovani che lavorano e studiano all’estero), i nuovi reticoli di rappresentanza nel mondo delle imprese e il lento formarsi di un tessuto federalista, la propensione a fare comunità in luoghi a misura d’uomo (borghi, paesi o piccole città).
Roma, 3 dicembre 2010
Un inconscio collettivo senza più legge, né desiderio
La società slitta sotto un’onda di pulsioni sregolate. Viene meno la fiducia nelle lunghe derive e nell’efficacia delle classi dirigenti. Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare le dinamiche socialiAbbiamo resistito. Abbiamo resistito ai mesi più drammatici della crisi, seppure con una «evidente fatica del vivere e dolorose emarginazioni occupazionali». Al di là dei fenomeni congiunturali economici e politico-istituzionali dell’anno, adesso occorre una verifica di cosa è diventata la società italiana nelle sue fibre più intime. Perché sorge il dubbio che, anche se ripartisse la marcia dello sviluppo, la nostra società non avrebbe lo spessore e il vigore adeguati alle sfide che dovremo affrontare.
Una società appiattita. Sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali che di massa: comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattativi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e futuro. Si sono appiattiti i nostri riferimenti alti e nobili (l’eredità risorgimentale, il laico primato dello Stato, la cultura del riformismo, la fede in uno sviluppo continuato e progressivo), soppiantati dalla delusione per gli esiti del primato del mercato, della verticalizzazione e personalizzazione del potere, del decisionismo di chi governa. E una società appiattita fa franare verso il basso anche il vigore dei soggetti presenti in essa. «Una società ad alta soggettività, che aveva costruito una sua cinquantennale storia sulla vitalità, sulla grinta, sul vigore dei soggetti, si ritrova a dover fare i conti proprio con il declino della soggettività, che non basta più quando bisogna giocare su processi che hanno radici e motori fuori della realtà italiana».
Un’onda di pulsioni sregolate. Non riusciamo più a individuare un dispositivo di fondo (centrale o periferico, morale o giuridico) che disciplini comportamenti, atteggiamenti, valori. Si afferma così una «diffusa e inquietante sregolazione pulsionale», con comportamenti individuali all’impronta di un «egoismo autoreferenziale e narcisistico»: negli episodi di violenza familiare, nel bullismo gratuito, nel gusto apatico di compiere delitti comuni, nella tendenza a facili godimenti sessuali, nella ricerca di un eccesso di stimolazione esterna che supplisca al vuoto interiore del soggetto, nel ricambio febbrile degli oggetti da acquisire e godere, nella ricerca demenziale di esperienze che sfidano la morte (come il balconing). «Siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto, visto che ad un ciclo storico pieno di interessi e di conflitti sociali, si va sostituendo un ciclo segnato dall’annullamento e dalla nirvanizzazione degli interessi e dei conflitti».
Il declino parallelo della legge e del desiderio nell’inconscio collettivo. Bisogna scendere più a fondo nella personalità dei singoli e nella soggettività collettiva per verificare come funziona l’inconscio. Qui si confrontano la legge (l’autorità esterna o interiorizzata) e il desiderio (che esprime il bisogno e la volontà di superare il vuoto acquisendo oggetti e relazioni). Ogni giorno di più il desiderio diventa esangue, indebolito dall’appagamento derivante dalla soddisfazione di desideri covati per decenni (dalla casa di proprietà alle vacanze) o indebolito dal primato dell’offerta di oggetti in realtà mai desiderati (con bambini obbligati a godere giocattoli mai chiesti e adulti al sesto tipo di telefono cellulare). «La strategia del rinforzo continuato dell’offerta è uno strumento invincibile nel non dare spazio ai desideri». Così, all’inconscio manca oggi la materia prima su cui lavorare, cioè il desiderio. Al tempo stesso, la desublimazione di archetipi, ideali, figure di riferimento rende labili i riferimenti alla legge (del padre, del dettato religioso, della stessa coscienza). «Si vive senza norma, quasi senza individuabili confini della normalità, per cui tutto nella mente dei singoli è aleatorio vagabondaggio, non capace di riferirsi ad un solido basamento».
Tornare a desiderare. Di fronte ai duri problemi attuali e all’urgenza di adeguate politiche per rilanciare lo sviluppo, viene meno la fiducia nelle lunghe derive su cui evolve spontaneamente la nostra società. Ancora più improbabile è che si possa contare sulle responsabilità della classe dirigente, sulle leadership partitiche o su un rinnovato impegno degli apparati pubblici. La tematica rigore-ripresa è ferma alle parole, la riflessione sullo sviluppo europeo è flebile, i tanti richiami ai temi all’ordine del giorno (la scuola, l’occupazione, le infrastrutture, la legalità, il Mezzogiorno) sono solo enunciati seriali. La complessità italiana è essenzialmente complessità culturale. Nella crisi che stiamo attraversando c’è quindi bisogno di messaggi che facciano autocoscienza di massa. Non esistono attualmente in Italia sedi di auctoritas che potrebbero ridare forza alla «legge». Più utile è il richiamo a un rilancio del desiderio, individuale e collettivo, per andare oltre la soggettività autoreferenziale, per vincere il nichilismo dell’indifferenza generalizzata. «Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita». Attualmente tre sono i processi in cui sono ravvisabili germi di desiderio: la crescita di comportamenti «apolidi» legati al primato della competitività internazionale (gli imprenditori e i giovani che lavorano e studiano all’estero), i nuovi reticoli di rappresentanza nel mondo delle imprese e il lento formarsi di un tessuto federalista, la propensione a fare comunità in luoghi a misura d’uomo (borghi, paesi o piccole città).
Roma, 3 dicembre 2010
lunedì 29 novembre 2010
Invito alla S. Messa di Ringraziamento
Celebrazione Eucaristica di ringraziamento per la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare 2010
Mons. Calogero La Piana Arcivescovo di Messina
Celebra la SS.Messa per il Popolo del Cantiere della CaritàSabato 4 Dicembre 2010 - Ore 17.30 Cattedrale di Messina
Fondazione Banco Alimentare Onlus
Dal 1989 contro lo spreco, contro la fame
http://www.bancoalimentare.it/
“La carità è più forte della crisi”
GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE: + 9%, RACCOLTE 9400 TONNELLATE DI CIBO.
AIUTA LA RETE BANCO ALIMENTARE A DISTRIBUIRE IL CIBO RACCOLTO CON UN SMS AL 45.503
Milano, 29 novembre 2010
La XIV edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, svoltasi sabato in più di 8100 supermercati, è stato un successo che è andato al di là delle più rosee aspettative. Grazie all'aiuto di più di 110.000 volontari sono state raccolte 9.400 tonnellate di prodotti alimentari, il 9% in più rispetto all'edizione 2009. Il cibo raccolto sarà ora distribuito alle oltre 8.000 strutture caritative convenzionate con la Rete Banco Alimentare che assistono 1,5 milioni di persone ogni giorno. Per aiutarci in quest'operazione si possono donare 2 euro inviando un sms al numero 45503 (rete mobile Tim, Vodafone, Wind, 3, CoopVoce, AMobile) oppure 2 o 5 euro chiamando allo stesso numero da rete fissa (Telecom Italia, Fastweb e TeleTu).
"Siamo cambiati noi. La Colletta Alimentare è la stessa, ma noi no. Abbiamo partecipato, commossi, allo spettacolo della condivisione gratuita del destino dei nostri fratelli uomini. Il cuore di milioni di persone, piccoli e grandi, lavoratori e pensionati, imprenditori e carcerati - molti dei quali provati dalla crisi economica, e da calamità naturali - è stato mosso dalla carità a una nuova responsabilità personale e sociale, desiderosa di costruire un bene per tutti", ha commentato Mons. Mauro Inzoli, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus
Si ringraziano: la Compagnia delle Opere – Opere Sociali, l’Associazione Nazionale Alpini, la Società San Vincenzo de Paoli e Comunione e Liberazione per il cospicuo contributo di volontari offerto durante la “Colletta Alimentare”, le catene dei supermercati per la loro disponibilità, la Presidenza della Repubblica, il Segretariato Sociale RAI per la sensibilizzazione;
gli sponsor: Intesa Sanpaolo-Banca Prossima, Fastweb, Sky, Comieco, Poste Italiane, AGSM e FNM
Ufficio Stampa: Francesco Lovati 334.64.08.185 ufficiostampa@bancoalimentare.it
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=130222
AIUTA LA RETE BANCO ALIMENTARE A DISTRIBUIRE IL CIBO RACCOLTO CON UN SMS AL 45.503
Milano, 29 novembre 2010
La XIV edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, svoltasi sabato in più di 8100 supermercati, è stato un successo che è andato al di là delle più rosee aspettative. Grazie all'aiuto di più di 110.000 volontari sono state raccolte 9.400 tonnellate di prodotti alimentari, il 9% in più rispetto all'edizione 2009. Il cibo raccolto sarà ora distribuito alle oltre 8.000 strutture caritative convenzionate con la Rete Banco Alimentare che assistono 1,5 milioni di persone ogni giorno. Per aiutarci in quest'operazione si possono donare 2 euro inviando un sms al numero 45503 (rete mobile Tim, Vodafone, Wind, 3, CoopVoce, AMobile) oppure 2 o 5 euro chiamando allo stesso numero da rete fissa (Telecom Italia, Fastweb e TeleTu).
"Siamo cambiati noi. La Colletta Alimentare è la stessa, ma noi no. Abbiamo partecipato, commossi, allo spettacolo della condivisione gratuita del destino dei nostri fratelli uomini. Il cuore di milioni di persone, piccoli e grandi, lavoratori e pensionati, imprenditori e carcerati - molti dei quali provati dalla crisi economica, e da calamità naturali - è stato mosso dalla carità a una nuova responsabilità personale e sociale, desiderosa di costruire un bene per tutti", ha commentato Mons. Mauro Inzoli, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus
Si ringraziano: la Compagnia delle Opere – Opere Sociali, l’Associazione Nazionale Alpini, la Società San Vincenzo de Paoli e Comunione e Liberazione per il cospicuo contributo di volontari offerto durante la “Colletta Alimentare”, le catene dei supermercati per la loro disponibilità, la Presidenza della Repubblica, il Segretariato Sociale RAI per la sensibilizzazione;
gli sponsor: Intesa Sanpaolo-Banca Prossima, Fastweb, Sky, Comieco, Poste Italiane, AGSM e FNM
Ufficio Stampa: Francesco Lovati 334.64.08.185 ufficiostampa@bancoalimentare.it
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=130222
domenica 28 novembre 2010
Comunicato dati finali Colletta Alimentare Messina 2010
14a GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE
Sabato 27 novembre 2010
“Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”
Spett.le Redazione
Oggi si è svolta a Messina, come in tutta Italia, la 14ª edizione della Colletta Alimentare. In un momento in cui confusione, incertezza e smarrimento, sembrano diventati lo stato d’animo più diffuso tra la gente, l’uomo appare sempre più solo. Incontrare persone pronte a condividere gratuitamente questo dramma, risveglia il vero desiderio che è nel cuore di ciascuno: essere amato.
“La Carità è il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini …perché è amore ricevuto e amore donato (Caritas in Veritate)”.
Avere fatto la spesa per chi è più povero è stata quindi occasione di un immediato e positivo cambiamento per sé e per la società.
Nonostante il grave periodo di crisi economica, si è registrato un significativo aumento delle donazioni di generi alimentari.
Sono stati donati, nella nostra provincia, 70.013 Kg. di alimenti, ben 8.950 Kg in più del 2009.
In città sono stati 33.055 i kg raccolti: 2842 Kg in più dell’anno precedente.
Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita dell’iniziativa: le catene dei supermercati che hanno ospitato la Colletta Alimentare, i 1500 volontari appartenenti per la maggior parte ad Enti Caritativi locali (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, movimenti, aggregazioni religiose) e le imprese commerciali che hanno messo a disposizione uomini e mezzi.
Un ringraziamento particolare va al Comando della Polizia Municipale di Messina e a Poste Italiane, che hanno offerto un rilevante supporto logistico.
Un grazie infine a tutti coloro che, facendo la spesa, ne hanno donato una consistente parte ai più bisognosi.
Fiduciosi della Vs. preziosa collaborazione anche per future iniziative del Banco Alimentare, porgiamo ancora i nostri più sentiti ringraziamenti.
Messina, 28 Novembre 2010
Sebastiano Catalano
Responsabile provinciale della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
Sabato 27 novembre 2010
“Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”
Spett.le Redazione
Oggi si è svolta a Messina, come in tutta Italia, la 14ª edizione della Colletta Alimentare. In un momento in cui confusione, incertezza e smarrimento, sembrano diventati lo stato d’animo più diffuso tra la gente, l’uomo appare sempre più solo. Incontrare persone pronte a condividere gratuitamente questo dramma, risveglia il vero desiderio che è nel cuore di ciascuno: essere amato.
“La Carità è il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini …perché è amore ricevuto e amore donato (Caritas in Veritate)”.
Avere fatto la spesa per chi è più povero è stata quindi occasione di un immediato e positivo cambiamento per sé e per la società.
Nonostante il grave periodo di crisi economica, si è registrato un significativo aumento delle donazioni di generi alimentari.
Sono stati donati, nella nostra provincia, 70.013 Kg. di alimenti, ben 8.950 Kg in più del 2009.
In città sono stati 33.055 i kg raccolti: 2842 Kg in più dell’anno precedente.
Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita dell’iniziativa: le catene dei supermercati che hanno ospitato la Colletta Alimentare, i 1500 volontari appartenenti per la maggior parte ad Enti Caritativi locali (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, movimenti, aggregazioni religiose) e le imprese commerciali che hanno messo a disposizione uomini e mezzi.
Un ringraziamento particolare va al Comando della Polizia Municipale di Messina e a Poste Italiane, che hanno offerto un rilevante supporto logistico.
Un grazie infine a tutti coloro che, facendo la spesa, ne hanno donato una consistente parte ai più bisognosi.
Fiduciosi della Vs. preziosa collaborazione anche per future iniziative del Banco Alimentare, porgiamo ancora i nostri più sentiti ringraziamenti.
Messina, 28 Novembre 2010
Sebastiano Catalano
Responsabile provinciale della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
lunedì 22 novembre 2010
Comunicato Stampa Colletta Alimentare 2010
Messina, ottobre 2010
la Fondazione Banco Alimentare Onlus festeggia quest’anno i primi 20 anni di attività in Italia. La sua mission è la valorizzazione sociale delle eccedenze alimentari. Attraverso i 21 Banchi Alimentari, che operano quotidianamente in tutta Italia, questi prodotti vengono distribuiti gratuitamente a più di 8.000 Enti benefici convenzionati. Solo nel 2009 sono state raccolte e distribuite 80.000 (l’equivalente di 6.200 tir) tonnellate di alimenti che hanno raggiunto circa 1.300.000 bisognosi su tutto il territorio italiano.
Accanto a questa attività, il Banco Alimentare promuove ogni anno la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. L’anno scorso in oltre 8.100 supermercati sono state donate 8.600 tonnellate di generi alimentari, e questo grazie al generoso impegno di oltre 100.000 volontari, all’adesione delle più importanti catene della distribuzione e a 5.000.000 di italiani che, durante la giornata di sabato, hanno deciso di fare la spesa per i più poveri del nostro paese.
Nella provincia di Messina, l’anno scorso, sono stati 61.063 i kg di generi alimentari raccolti in 87 supermercati che sono stati distribuiti, fra l’altro, anche alle popolazioni colpite dall’alluvione del I° ottobre.
Quest’anno, nonostante la crisi metta a dura prova le famiglie italiane, contiamo di mantenere i risultati dell’anno scorso, saranno infatti 88 i supermercati presidiati con l’impiego di circa 1400 volontari provenienti da esperienze diverse: enti caritativi, movimenti, associazioni, parrocchie, imprenditori, studenti e normali cittadini, tutti desiderosi di partecipare a questo grande gesto di carità.
Nella Nostra provincia entro Natale saranno circa 15.000 le persone bisognose che, attraverso i 115 Enti caritativi convenzionati con il Banco Alimentare, avranno qualcosa in più da mangiare e il conforto di un volto amico.
Ecco perché anche quest’anno proponiamo il gesto della
I nostri Volontari, muniti di un pettorale riconoscibile, saranno coordinati da un capo equipe, e distribuiranno materiale promozionale agli ingressi dei punti vendita.
Come di consueto, una importante campagna pubblicitaria supporterà l’iniziativa e indirizzerà i consumatori verso i supermercati aderenti.
I prodotti così raccolti, confezionati in scatole secondo la tipologia, verranno successivamente consegnati alle Associazioni caritative convenzionate, che a loro volta, li faranno pervenire ai propri assistiti.
Per introdurre al significato della Colletta Alimentare, viene proposta una frase che sottolinea il valore educativo dell’iniziativa:
A Messina per approfondire il significato della Colletta Alimentare e presentare l’edizione 2010 si svolgerà Mercoledì 24 Novembre alle ore 18,30 presso il Salone degli Specchi della Provincia Regionale, Piazza Antonello, un incontro - testimonianza.
Introduce l’Ing. Salvatore Rigaglia
Responsabile della Compagnia delle Opere della provincia di Messina
Interviene il Dott. Federico Bassi
Responsabile Nazionale Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
All’incontro saranno presentate le testimonianze di alcune Opere Beneficiarie del Banco Alimentare
A questo momento di preparazione seguirà, il sabato successivo alla Colletta Alimentare 4 dicembre alle ore 17,30, un momento di ringraziamento nella Basilica Cattedrale con la celebrazione della S. Messa presieduta da Sua Ecc. Mons. Calogero La Piana.
Sebastiano Catalano
Responsabile Giornata Nazionale Colletta Alimentare per la provincia di Messina
la Fondazione Banco Alimentare Onlus festeggia quest’anno i primi 20 anni di attività in Italia. La sua mission è la valorizzazione sociale delle eccedenze alimentari. Attraverso i 21 Banchi Alimentari, che operano quotidianamente in tutta Italia, questi prodotti vengono distribuiti gratuitamente a più di 8.000 Enti benefici convenzionati. Solo nel 2009 sono state raccolte e distribuite 80.000 (l’equivalente di 6.200 tir) tonnellate di alimenti che hanno raggiunto circa 1.300.000 bisognosi su tutto il territorio italiano.
Accanto a questa attività, il Banco Alimentare promuove ogni anno la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. L’anno scorso in oltre 8.100 supermercati sono state donate 8.600 tonnellate di generi alimentari, e questo grazie al generoso impegno di oltre 100.000 volontari, all’adesione delle più importanti catene della distribuzione e a 5.000.000 di italiani che, durante la giornata di sabato, hanno deciso di fare la spesa per i più poveri del nostro paese.
Nella provincia di Messina, l’anno scorso, sono stati 61.063 i kg di generi alimentari raccolti in 87 supermercati che sono stati distribuiti, fra l’altro, anche alle popolazioni colpite dall’alluvione del I° ottobre.
Quest’anno, nonostante la crisi metta a dura prova le famiglie italiane, contiamo di mantenere i risultati dell’anno scorso, saranno infatti 88 i supermercati presidiati con l’impiego di circa 1400 volontari provenienti da esperienze diverse: enti caritativi, movimenti, associazioni, parrocchie, imprenditori, studenti e normali cittadini, tutti desiderosi di partecipare a questo grande gesto di carità.
Nella Nostra provincia entro Natale saranno circa 15.000 le persone bisognose che, attraverso i 115 Enti caritativi convenzionati con il Banco Alimentare, avranno qualcosa in più da mangiare e il conforto di un volto amico.
Ecco perché anche quest’anno proponiamo il gesto della
14 ^ Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
sabato 27 novembre 2010
La Colletta Alimentare si svolgerà secondo modalità oramai collaudate: a tutti coloro che faranno la spesa sabato 27 novembre, verrà distribuito un sacchetto speciale contrassegnato dal logo della manifestazione.I nostri Volontari, muniti di un pettorale riconoscibile, saranno coordinati da un capo equipe, e distribuiranno materiale promozionale agli ingressi dei punti vendita.
Come di consueto, una importante campagna pubblicitaria supporterà l’iniziativa e indirizzerà i consumatori verso i supermercati aderenti.
I prodotti così raccolti, confezionati in scatole secondo la tipologia, verranno successivamente consegnati alle Associazioni caritative convenzionate, che a loro volta, li faranno pervenire ai propri assistiti.
Per introdurre al significato della Colletta Alimentare, viene proposta una frase che sottolinea il valore educativo dell’iniziativa:
Il povero è un uomo solo.
Condividere gratuitamente questo dramma risveglia il vero desiderio che è nel cuore di ciascuno: essere amato.
“La Carità è il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini …perché è amore ricevuto e amore donato (Caritas in Veritate)”.
Per questo invitiamo tutti a partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, perché anche fare la spesa e donarla a chi è più povero è occasione di un immediato e positivo cambiamento per sé e quindi per la società.
Speriamo di fare sempre meglio, grazie anche al Vostro aiuto.A Messina per approfondire il significato della Colletta Alimentare e presentare l’edizione 2010 si svolgerà Mercoledì 24 Novembre alle ore 18,30 presso il Salone degli Specchi della Provincia Regionale, Piazza Antonello, un incontro - testimonianza.
Introduce l’Ing. Salvatore Rigaglia
Responsabile della Compagnia delle Opere della provincia di Messina
Interviene il Dott. Federico Bassi
Responsabile Nazionale Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
All’incontro saranno presentate le testimonianze di alcune Opere Beneficiarie del Banco Alimentare
A questo momento di preparazione seguirà, il sabato successivo alla Colletta Alimentare 4 dicembre alle ore 17,30, un momento di ringraziamento nella Basilica Cattedrale con la celebrazione della S. Messa presieduta da Sua Ecc. Mons. Calogero La Piana.
Sebastiano Catalano
Responsabile Giornata Nazionale Colletta Alimentare per la provincia di Messina
domenica 21 novembre 2010
A proposito di "Vieni via con me"
A distanza di quasi una settimana sono ancora stranito da ciò che ho visto e, soprattutto, sentito nella trasmissione di Fazio e Saviano “Vieni via con me” – titolo che è tutto un programma - in onda lunedì sera su RAITRE.
E questi sarebbero i “campioni” della democrazia, i portabandiera della libertà di parola e di opinione?
Trasmissione a senso unico, il loro, laicista dei più biechi.
Nessun contraddittorio! Hanno pontificato, anche se con un certo sussiego e cercando di strappare la lacrimuccia al telespettatore.
Saviano ha si parlato di mafie, ma per arrivare ad affermare che c’è collusione tra queste/a e un partito politico: se la vedano tra di loro e con i giudici corretti!
Forse avrebbe dovuto parlare della mentalità mafiosa che pervade moltissimi e che consente alle mafie organizzate di prosperare.
Forse dovrebbe abbandonare il suo malcelato livore contro la Chiesa e richiamare ad una educazione, soprattutto dei giovani, che passi dagli oratori di un tempo, magari da riscoprire e riammodernare.
Questa educazione a riscoprire Cristo e la bellezza delle vita vissuta in Lui può scardinare le mafie con l’arma dell’amore, tanto è vero che hanno ammazzato don Puglisi (indifeso…) perché proprio quello faceva e, evidentemente, con successo.
E gli elenchi di valori di Bersani e di Fini? Chissà da dove li hanno presi: forse dalla cultura cristiana, magari senza farci caso, tanto presente nel DNA loro e nostro. Peccato che quei valori sono difficilmente praticabili senza l’Autore: lo mostra la realtà quotidiana, in cui ci dibattiamo, a conferma di quanto Egli stesso dice e, cioè, che “senza di Lui non possiamo fare nulla”.
E poi Englaro a ripetere le sue convinzioni di sempre, senza il benché minimo ripensamento. E la Welby…
Senza contraddittorio…ovviamente!
Comunque mi spiace per Fazio e Saviano e tutti i loro collaboratori, invitati e convitati: non sanno cosa si perdono a rifiutare Cristo e la Sua Chiesa!
Una cosa è certa:
- Sono stufo di tutti questi guru televisivi e mediatici che si ritengono depositari di verità incontestabili.
- Sono stufo di subire il lavaggio del cervello a proposito di eutanasia, di sperimentazioni con cellule staminali embrionali (vedi trasmissione “E se domani” in onda sabato sera su RAI3).
- Sono stufo delle fiction in cui non manca mai l’omosessuale di turno: adesso si baciano pure…
- Sono amaramente stufo di una certa televisione (purtroppo straripante rispetto a quella buona), di fronte alla quale genitori indaffaratissimi e incoscienti piazzano i loro figlioletti-spugna, apparentemente per nulla preoccupati del marciume che si insinua nella loro testolina ancora candida.
Ha detto il Papa ai comunicatori cattolici, ma vale per tutti: "Oggi, ad esempio, nella comunicazione ha un peso sempre maggiore il mondo dell’immagine con lo sviluppo di sempre nuove tecnologie; ma se da una parte tutto ciò comporta indubbi aspetti positivi, dall’altra l’immagine può anche diventare indipendente dal reale, può dare vita ad un mondo virtuale, con varie conseguenze, la prima delle quali è il rischio dell’indifferenza nei confronti del vero. Infatti, le nuove tecnologie, assieme ai progressi che portano, possono rendere interscambiabili il vero e il falso, possono indurre a confondere il reale con il virtuale. Inoltre, la ripresa di un evento, lieto o triste, può essere consumata come spettacolo e non come occasione di riflessione. La ricerca delle vie per un’autentica promozione dell’uomo passa allora in secondo piano, perché l’evento viene presentato principalmente per suscitare emozioni. Questi aspetti suonano come campanello d’allarme: invitano a considerare il pericolo che il virtuale allontani dalla realtà e non stimoli alla ricerca del vero, della verità".
Dopo una “perla” sentita in TV, primo pomeriggio: I figli non sono dei genitori, non sono loro proprietà (mi faccio attento e speranzoso). I figli sono di se stessi (rimango attonito e con il labbro inferiore pendulo).
L’affermazione è di una psicologa “illuminata” (da chi?), che spessissimo si pronuncia in televisione con modi garbati, quasi mistici.
Mi coglie un pensiero: siamo tutti figli o lo siamo stati, dunque siamo “nostri”! E come mai, se sono mio, non riesco ad evitarmi dolori e sofferenze e non riuscirò a non morire?
Signore io lo so che sono Tu che mi fai, ma come lo dico e/o lo testimonio agli altri? Dammi una mano! Grazie!
Enzo Castellaneta
E questi sarebbero i “campioni” della democrazia, i portabandiera della libertà di parola e di opinione?
Trasmissione a senso unico, il loro, laicista dei più biechi.
Nessun contraddittorio! Hanno pontificato, anche se con un certo sussiego e cercando di strappare la lacrimuccia al telespettatore.
Saviano ha si parlato di mafie, ma per arrivare ad affermare che c’è collusione tra queste/a e un partito politico: se la vedano tra di loro e con i giudici corretti!
Forse avrebbe dovuto parlare della mentalità mafiosa che pervade moltissimi e che consente alle mafie organizzate di prosperare.
Forse dovrebbe abbandonare il suo malcelato livore contro la Chiesa e richiamare ad una educazione, soprattutto dei giovani, che passi dagli oratori di un tempo, magari da riscoprire e riammodernare.
Questa educazione a riscoprire Cristo e la bellezza delle vita vissuta in Lui può scardinare le mafie con l’arma dell’amore, tanto è vero che hanno ammazzato don Puglisi (indifeso…) perché proprio quello faceva e, evidentemente, con successo.
E gli elenchi di valori di Bersani e di Fini? Chissà da dove li hanno presi: forse dalla cultura cristiana, magari senza farci caso, tanto presente nel DNA loro e nostro. Peccato che quei valori sono difficilmente praticabili senza l’Autore: lo mostra la realtà quotidiana, in cui ci dibattiamo, a conferma di quanto Egli stesso dice e, cioè, che “senza di Lui non possiamo fare nulla”.
E poi Englaro a ripetere le sue convinzioni di sempre, senza il benché minimo ripensamento. E la Welby…
Senza contraddittorio…ovviamente!
Comunque mi spiace per Fazio e Saviano e tutti i loro collaboratori, invitati e convitati: non sanno cosa si perdono a rifiutare Cristo e la Sua Chiesa!
Una cosa è certa:
- Sono stufo di tutti questi guru televisivi e mediatici che si ritengono depositari di verità incontestabili.
- Sono stufo di subire il lavaggio del cervello a proposito di eutanasia, di sperimentazioni con cellule staminali embrionali (vedi trasmissione “E se domani” in onda sabato sera su RAI3).
- Sono stufo delle fiction in cui non manca mai l’omosessuale di turno: adesso si baciano pure…
- Sono amaramente stufo di una certa televisione (purtroppo straripante rispetto a quella buona), di fronte alla quale genitori indaffaratissimi e incoscienti piazzano i loro figlioletti-spugna, apparentemente per nulla preoccupati del marciume che si insinua nella loro testolina ancora candida.
Ha detto il Papa ai comunicatori cattolici, ma vale per tutti: "Oggi, ad esempio, nella comunicazione ha un peso sempre maggiore il mondo dell’immagine con lo sviluppo di sempre nuove tecnologie; ma se da una parte tutto ciò comporta indubbi aspetti positivi, dall’altra l’immagine può anche diventare indipendente dal reale, può dare vita ad un mondo virtuale, con varie conseguenze, la prima delle quali è il rischio dell’indifferenza nei confronti del vero. Infatti, le nuove tecnologie, assieme ai progressi che portano, possono rendere interscambiabili il vero e il falso, possono indurre a confondere il reale con il virtuale. Inoltre, la ripresa di un evento, lieto o triste, può essere consumata come spettacolo e non come occasione di riflessione. La ricerca delle vie per un’autentica promozione dell’uomo passa allora in secondo piano, perché l’evento viene presentato principalmente per suscitare emozioni. Questi aspetti suonano come campanello d’allarme: invitano a considerare il pericolo che il virtuale allontani dalla realtà e non stimoli alla ricerca del vero, della verità".
Dopo una “perla” sentita in TV, primo pomeriggio: I figli non sono dei genitori, non sono loro proprietà (mi faccio attento e speranzoso). I figli sono di se stessi (rimango attonito e con il labbro inferiore pendulo).
L’affermazione è di una psicologa “illuminata” (da chi?), che spessissimo si pronuncia in televisione con modi garbati, quasi mistici.
Mi coglie un pensiero: siamo tutti figli o lo siamo stati, dunque siamo “nostri”! E come mai, se sono mio, non riesco ad evitarmi dolori e sofferenze e non riuscirò a non morire?
Signore io lo so che sono Tu che mi fai, ma come lo dico e/o lo testimonio agli altri? Dammi una mano! Grazie!
Enzo Castellaneta
domenica 7 novembre 2010
La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare 2010
http://www.bancoalimentare.it/it/giornata-nazionale-colletta-alimentare-2010
Mercoledì 24 Novembre alle ore 18,30, si terrà al Salone degli Specchi della Provincia l'incontro pubblico di presentazione della Colletta Alimentare.
domenica 24 ottobre 2010
PRESENTAZIONE LIBRO DI DON ANTONIO MELI
Venerdì 5 novembre 2010 alle ore 17,30 presso il Salone degli Specchi della Provincia,
si terrà un convegno, organizzato dall’Ass. Culturale Don Giuseppe Riggi,
per la presentazione del libro di don Antonio Meli dal titolo
“L’evento cristiano. Un percorso”.
Relatore sarà il prof. Giuseppe Savagnone, filosofo.
Interverrà S.E. Mons. Calogero La Piana Arcivescovo di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela
si terrà un convegno, organizzato dall’Ass. Culturale Don Giuseppe Riggi,
per la presentazione del libro di don Antonio Meli dal titolo
“L’evento cristiano. Un percorso”.
Relatore sarà il prof. Giuseppe Savagnone, filosofo.
Interverrà S.E. Mons. Calogero La Piana Arcivescovo di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela
sabato 23 ottobre 2010
Il weekend che rilancia la città
Il 16 e 17 ottobre s'è tenuto l'Happening di Messina. Due giorni di incontri, testimonianze e concerti per prendere sul serio la provocazione di un amico. E rimboccarsi le maniche...
Tra le città del Sud, Messina è sicuramente una di quelle che possono “vantare” maggiori problemi. Vive un presente difficile, che forse, giorno dopo giorno, sta uccidendo la speranza di un futuro diverso. Ma poi capita che negli occhi di qualcuno vediamo balenare una possibilità che non avevamo considerato e, anche in queste circostanze, può accadere qualcosa d’inaspettato, qualcosa che faccia rifiorire improvvisamente il desiderio di cambiamento. «Un imprevisto è la sola speranza», scriveva Montale. Aveva proprio ragione, se guardiamo a cosa è accaduto lo scorso fine settimana.
Stiamo parlando dell’Happening, il 16 e 17 ottobre alla Fiera Campionaria. Un appuntamento che mancava da dieci anni. Degli strani manifesti, sparsi per tutta la città, avevano questo curioso titolo: «La vittoria sulla confusione è una esperienza». Esperienza? Che razza di parola... A chiedere spiegazione agli organizzatori si rischiava di sentirsi dire: «Esperienza significa maturare un giudizio chiaro su tutto quanto accade quotidianamente».
Cosa significassero queste parole s’è visto in due giorni di musica e incontri. Dalla solidarietà al turismo come business al servizio del cuore dell’uomo, dalla passione di Walter Gatti per il rock (in un incontro supportato dalla band messinese Zua) al concerto unplugged di Alfredo Minucci.
Ma, soprattutto, s’è visto nella testimonianza degli amici di Napoli, Salvatore e Maria Assunta, che hanno messo in evidenza come il cambiamento intervenuto nelle loro vite non è stato frutto di discorsi, ma è scaturito da una provocazione che è divenuta lavoro su di sé. Nel 2006, in visita a Napoli, don Julián Carrón aveva preso spunto da una lettera di san Paolo: «La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che nessun dono di grazia più vi manca: che noi, quando ci alziamo, quando andiamo a lavorare, quando andiamo a spasso per Napoli, vedendo tutte le contraddizioni, possiamo avere nella testa e nel cuore questa frase». Da allora, Napoli non è cambiata, ma una novità ha fatto irruzione, uno sguardo, un rapporto, una trama di amicizie che ha portato con sé un modo nuovo di guardare la città.
E anche a Messina qualcosa, dopo le parole degli amici di Napoli, comincia a non essere più come prima. Si inizia a guardare la propria storia, se stessi con altri occhi. Quella provocazione può essere presa sul serio anche qui, e la sfida adesso è che questi due giorni non rimangano un nostalgico ricordo, ma abbiano un riverbero continuo per tutto il resto dell’anno. Non è scontato, ma l’entusiasmo comincia a insinuarsi fra le pieghe della lamentela. Senza essere ingenui o peccare di presunzione, può accadere anche a Messina qualcosa che è l’inizio di una novità. Questa novità è un cuore cambiato, ridestato alla speranza, che comincia ad operare nel reale in modo da introdurre un seme di cambiamento anche nella società. È un esempio concreto di sussidiarietà, di gente che, senza attendere il cambiamento solo dalle istituzioni, si mette insieme tentando di incidere nella realtà con la propria creatività, quella stessa creatività che ha mosso alcuni amici a dar vita all’Happening.
Per due giorni a Messina si è smesso di guardare solo ai problemi. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire.
da Nicola Currò http://www.tracce.it/
Tra le città del Sud, Messina è sicuramente una di quelle che possono “vantare” maggiori problemi. Vive un presente difficile, che forse, giorno dopo giorno, sta uccidendo la speranza di un futuro diverso. Ma poi capita che negli occhi di qualcuno vediamo balenare una possibilità che non avevamo considerato e, anche in queste circostanze, può accadere qualcosa d’inaspettato, qualcosa che faccia rifiorire improvvisamente il desiderio di cambiamento. «Un imprevisto è la sola speranza», scriveva Montale. Aveva proprio ragione, se guardiamo a cosa è accaduto lo scorso fine settimana.
Stiamo parlando dell’Happening, il 16 e 17 ottobre alla Fiera Campionaria. Un appuntamento che mancava da dieci anni. Degli strani manifesti, sparsi per tutta la città, avevano questo curioso titolo: «La vittoria sulla confusione è una esperienza». Esperienza? Che razza di parola... A chiedere spiegazione agli organizzatori si rischiava di sentirsi dire: «Esperienza significa maturare un giudizio chiaro su tutto quanto accade quotidianamente».
Cosa significassero queste parole s’è visto in due giorni di musica e incontri. Dalla solidarietà al turismo come business al servizio del cuore dell’uomo, dalla passione di Walter Gatti per il rock (in un incontro supportato dalla band messinese Zua) al concerto unplugged di Alfredo Minucci.
Ma, soprattutto, s’è visto nella testimonianza degli amici di Napoli, Salvatore e Maria Assunta, che hanno messo in evidenza come il cambiamento intervenuto nelle loro vite non è stato frutto di discorsi, ma è scaturito da una provocazione che è divenuta lavoro su di sé. Nel 2006, in visita a Napoli, don Julián Carrón aveva preso spunto da una lettera di san Paolo: «La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che nessun dono di grazia più vi manca: che noi, quando ci alziamo, quando andiamo a lavorare, quando andiamo a spasso per Napoli, vedendo tutte le contraddizioni, possiamo avere nella testa e nel cuore questa frase». Da allora, Napoli non è cambiata, ma una novità ha fatto irruzione, uno sguardo, un rapporto, una trama di amicizie che ha portato con sé un modo nuovo di guardare la città.
E anche a Messina qualcosa, dopo le parole degli amici di Napoli, comincia a non essere più come prima. Si inizia a guardare la propria storia, se stessi con altri occhi. Quella provocazione può essere presa sul serio anche qui, e la sfida adesso è che questi due giorni non rimangano un nostalgico ricordo, ma abbiano un riverbero continuo per tutto il resto dell’anno. Non è scontato, ma l’entusiasmo comincia a insinuarsi fra le pieghe della lamentela. Senza essere ingenui o peccare di presunzione, può accadere anche a Messina qualcosa che è l’inizio di una novità. Questa novità è un cuore cambiato, ridestato alla speranza, che comincia ad operare nel reale in modo da introdurre un seme di cambiamento anche nella società. È un esempio concreto di sussidiarietà, di gente che, senza attendere il cambiamento solo dalle istituzioni, si mette insieme tentando di incidere nella realtà con la propria creatività, quella stessa creatività che ha mosso alcuni amici a dar vita all’Happening.
Per due giorni a Messina si è smesso di guardare solo ai problemi. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire.
da Nicola Currò http://www.tracce.it/
HELP! CHE CONCERTO A MESSINA
Città: Messina. Luogo: la Fiera. Occasione: l’Happening dei giovani, che ruotava attorno all’Esperienza come antidoto alla confusione. Città particolare, giornate di sole stupendo, gente caldissima, tanti giovanissimi (e pure molti pensionati….). Qui Massimo, Beppe e i loro tanti amici hanno messo in piedi una festa bella e intensissima, con due notevoli serate di musica: la prima su HELP! IL GRIDO DEL ROCK e la seconda con l’ALFREDO MINUCCI in concerto.
La serata HELP! è stata magnifica e ben applaudita soprattutto perché…. c’era una vera band a suonare. E quando la musica è vera, calda, frizzante, allora è tutta un’altra storia. Gli ZUA (Alessio e Antonio alle chitarre, Pietro al basso, Carmelo alla batteria e Giuseppe alla voce e chitarre acustiche) hanno fatto faville. Ecco la scaletta: Help (Beatles), Soulshine (Allman Borhters), Come as you are (Nirvana), Whish you were here (Pink Floyd), You’ve got a friend (Carole King), Forever Young (Dylan), Here comes the rainbow again (K.Kristofferson), Comfortably numb (Pink Floyd), Holy Mother (E.Clapton), I shall be released (Dylan).
Abbiamo poi concluso con il video (da brividi) di Jesus blood never failed me yet (Gavin Bryars). Bellissima atmosfera, bella gente. Consiglio tutti di fare un salto a Messina: è stata una sorpresa.
Walter Gatti http://www.risonanza.net/
La serata HELP! è stata magnifica e ben applaudita soprattutto perché…. c’era una vera band a suonare. E quando la musica è vera, calda, frizzante, allora è tutta un’altra storia. Gli ZUA (Alessio e Antonio alle chitarre, Pietro al basso, Carmelo alla batteria e Giuseppe alla voce e chitarre acustiche) hanno fatto faville. Ecco la scaletta: Help (Beatles), Soulshine (Allman Borhters), Come as you are (Nirvana), Whish you were here (Pink Floyd), You’ve got a friend (Carole King), Forever Young (Dylan), Here comes the rainbow again (K.Kristofferson), Comfortably numb (Pink Floyd), Holy Mother (E.Clapton), I shall be released (Dylan).
Abbiamo poi concluso con il video (da brividi) di Jesus blood never failed me yet (Gavin Bryars). Bellissima atmosfera, bella gente. Consiglio tutti di fare un salto a Messina: è stata una sorpresa.
Walter Gatti http://www.risonanza.net/
domenica 17 ottobre 2010
LA VITTORIA SULLA CONFUSIONE E’ UN’ESPERIENZA
HAPPENING MESSINA 2010
SABATO 16 OTTOBRE
16,30 Inaugurazione Happening
17,30 Incontro “La solidarietà ha un Volto”
Salvatore Strano
Membro Direttivo della Cooperativa Rione Sanità
Maria Assunta Principe
Responsabile educativo Centro di Solidarietà Napoli
Dario Caroniti
Assessore per le politiche della famiglia del Comune di Messina
20,00 “Un panino in compagnia”
21,00 Incontro‐spettacolo “Help! Il grido del Rock” condotto da
Walter Gatti giornalista di musica e multimedia con la partecipazione della Band Messinese Zua
DOMENICA 17 OTTOBRE
11,00 S.Messa
15,30 Walter Gatti incontra gli studenti “Viaggio dentro la musica”
18,00 Tavola Rotonda “Il Turismo religioso: un business al servizio del cuore dell’uomo”con Don Lirio De Marco e Milena Romeo
20,00 “Spizzicando ….”
21,00 Spettacolo musicale “Storie e racconti di un’amicizia Senza Tempo” con Alfredo Minucci cantautore napoletano
Si ringraziano l’Ente Fiera di Messina, la Provincia di Messina, Bruno-Euronics, la Banca Agricola Popolare di Ragusa
SABATO 16 OTTOBRE
16,30 Inaugurazione Happening
17,30 Incontro “La solidarietà ha un Volto”
Salvatore Strano
Membro Direttivo della Cooperativa Rione Sanità
Maria Assunta Principe
Responsabile educativo Centro di Solidarietà Napoli
Dario Caroniti
Assessore per le politiche della famiglia del Comune di Messina
20,00 “Un panino in compagnia”
21,00 Incontro‐spettacolo “Help! Il grido del Rock” condotto da
Walter Gatti giornalista di musica e multimedia con la partecipazione della Band Messinese Zua
DOMENICA 17 OTTOBRE
11,00 S.Messa
15,30 Walter Gatti incontra gli studenti “Viaggio dentro la musica”
18,00 Tavola Rotonda “Il Turismo religioso: un business al servizio del cuore dell’uomo”con Don Lirio De Marco e Milena Romeo
20,00 “Spizzicando ….”
21,00 Spettacolo musicale “Storie e racconti di un’amicizia Senza Tempo” con Alfredo Minucci cantautore napoletano
Si ringraziano l’Ente Fiera di Messina, la Provincia di Messina, Bruno-Euronics, la Banca Agricola Popolare di Ragusa
sabato 9 ottobre 2010
Presentazione libro
Presidente della Cooperativa Sociale "L'Imprevisto"di Pesaro
Presentazione del Libro "Torniamo a casa" (ed. ITACA) che racconta l'esperienza educativa e caritativa di Silvio e delle sue Opere.12 Ottobre 2010 - ingresso alle ore 18,00 Palazzo D'Amico, Marina Garibaldi - Milazzo
Introduce: Giusi Camillò (Presidente del Centro di Solidarietà di Milazzo)
Interviene: Carmelo Pino (Sindaco del Comune di Milazzo)
con il patrocinio del Comune di Milazzo Ass. per la Famiglia e le Politiche Sociali e Ass. per le Politiche Educative e Scolastiche
Centro di Solidarietà di Milazzo
Sede Operativa: Via Umberto I n.128 - Milazzo
sito: cds-milazzo.blogspot.com
mail:cds.milazzo@gmail.com
mercoledì 6 ottobre 2010
HAPPENING MESSINA 2010
LA VITTORIA SULLA CONFUSIONE E’ UN’ESPERIENZA
Vi è capitato mai di vivere un’esperienza talmente vera e bella per voi stessi da avere la necessità di comunicarla a tutti gli amici e al mondo intero?
L’origine di questa proposta consiste proprio nell’esperienza di vita condivisa tra un gruppo di amici: “Abbiamo la consapevolezza di essere dentro un’esperienza che è un bene per tutti essendo innanzitutto un bene per la nostra vita”.
Quello proposto è quindi un “avvenimento”, non una manifestazione.
Ma per capire veramente di cosa si tratta bisogna riconoscere qual è la vera questione, qual è il punto di partenza.
Viviamo nell’epoca della confusione, nella quale l’esperienza è intesa come il riverbero sentimentale che le cose ci provocano.
Invece la vittoria sulla confusione è un’esperienza ed è il giudizio che rende esperienza ciò che si fa!
Ma, a noi uomini, costituiti da un desiderio di felicità, di speranza, di giustizia, seri fino in fondo con noi stessi, non può bastare subire la realtà che ci viene incontro. “Se si vuole diventare adulti senza essere ingannati, alienati, schiavi di altri, strumentalizzati”, dobbiamo abituarci “a paragonare tutto con l’esperienza elementare”, con quell’insieme di esigenze che costituisco il nostro io.
“Il male non è che i sapienti non vedano la risposta, ma che non vedono l’enigma”. G.K.Chesterton
Qual è il senso ultimo della vita fino in fondo? In fondo di cosa è fatta la realtà? Per che cosa vale veramente la pena che io sia, che la realtà sia?
La cosa più grande accaduta a ognuno di noi è l’incontro con una presenza che è la risposta a questa domanda di significato che ci portiamo dentro e che dentro la quotidianità ci consegna una certezza che non muore mai.
Vogliamo condividere quest’avvenimento augurando a tutti quelli che ne parteciperanno il riaccadere di quello che a noi è accaduto ed è all’origine di questo gesto: l’incontro con una Bellezza in grado di spiegare la vita.
Vi è capitato mai di vivere un’esperienza talmente vera e bella per voi stessi da avere la necessità di comunicarla a tutti gli amici e al mondo intero?
L’origine di questa proposta consiste proprio nell’esperienza di vita condivisa tra un gruppo di amici: “Abbiamo la consapevolezza di essere dentro un’esperienza che è un bene per tutti essendo innanzitutto un bene per la nostra vita”.
Quello proposto è quindi un “avvenimento”, non una manifestazione.
Ma per capire veramente di cosa si tratta bisogna riconoscere qual è la vera questione, qual è il punto di partenza.
Viviamo nell’epoca della confusione, nella quale l’esperienza è intesa come il riverbero sentimentale che le cose ci provocano.
Invece la vittoria sulla confusione è un’esperienza ed è il giudizio che rende esperienza ciò che si fa!
Ma, a noi uomini, costituiti da un desiderio di felicità, di speranza, di giustizia, seri fino in fondo con noi stessi, non può bastare subire la realtà che ci viene incontro. “Se si vuole diventare adulti senza essere ingannati, alienati, schiavi di altri, strumentalizzati”, dobbiamo abituarci “a paragonare tutto con l’esperienza elementare”, con quell’insieme di esigenze che costituisco il nostro io.
“Il male non è che i sapienti non vedano la risposta, ma che non vedono l’enigma”. G.K.Chesterton
Qual è il senso ultimo della vita fino in fondo? In fondo di cosa è fatta la realtà? Per che cosa vale veramente la pena che io sia, che la realtà sia?
La cosa più grande accaduta a ognuno di noi è l’incontro con una presenza che è la risposta a questa domanda di significato che ci portiamo dentro e che dentro la quotidianità ci consegna una certezza che non muore mai.
Vogliamo condividere quest’avvenimento augurando a tutti quelli che ne parteciperanno il riaccadere di quello che a noi è accaduto ed è all’origine di questo gesto: l’incontro con una Bellezza in grado di spiegare la vita.
domenica 26 settembre 2010
L'ATTESA DI UN INCONTRO
Benedetto XVI a Palermo
In queste settimane stiamo assistendo al ripetersi di polemiche, ampiamente riprese dai media, sui costi pubblici della prossima visita di Benedetto XVI a Palermo, città in cui non mancano certamente povertà e disagi verso i quali, è stato detto, non si è soliti usare altrettanta sollecitudine e tempestività.
E' vero che le ferite e le tante incognite prodotte in Sicilia da una crisi economica e sociale, di fronte alla quale le stesse Istituzioni stentano a trovare credibili vie d'uscita, portano a chiedersi: quale aiuto reale e concreto potrà venire dalla presenza del Papa?
Mentre alcuni hanno creduto opportuno rispondere riducendo, già in anticipo, il senso e la portata dell'evento a letture ideologiche o di stampo politico altri non hanno rinunciato a formulare, attraverso la stampa, proposte e suggerimenti su ciò di cui il Papa dovrebbe parlarci.
Insomma, ognuno vorrebbe sentire dal Pontefice ciò che crede già di sapere su se stesso e sul mondo.
Eppure proprio il rapporto quotidiano con una realtà come la nostra, se vissuto senza censure o scorciatoie, è decisivo per risvegliare domande che il pensiero dominante normalmente banalizza o elude, confinandole comunque ad una rilevanza meramente individuale.
Sono le domande sul senso della nostra vita, dei nostri rapporti e sulla possibilità di trovare risposta alle urgenze di verità, di bene e di giustizia proprie del cuore di ogni uomo.
Queste domande, il cui oggetto viene normalmente catalogato tra le utopie, non ammettono soluzioni teoriche, così come non bastano i riferimenti ad una vaga religiosità.
Solo l'attrattiva e la commozione destate da un incontro, nel quale il bene che ciascuno desidera si mostra già operante e persuasivo nell'umanità dell'altro, sono l'inizio di una risposta, del primo manifestarsi di un vero cambiamento, che ha conseguenze anche di carattere sociale.
Attendiamo, perciò, la venuta del successore di Pietro come l'occasione data a tutti i siciliani per il rinnovarsi di un tale incontro.
Attraverso la testimonianza che Benedetto XVI offre al mondo intero è Gesù stesso, vivo e presente nell'umanità ferita e redenta della Chiesa, a farsi compagno di ciascuno di noi.
Palermo, 25 settembre 2010
Comunione e Liberazione
In queste settimane stiamo assistendo al ripetersi di polemiche, ampiamente riprese dai media, sui costi pubblici della prossima visita di Benedetto XVI a Palermo, città in cui non mancano certamente povertà e disagi verso i quali, è stato detto, non si è soliti usare altrettanta sollecitudine e tempestività.
E' vero che le ferite e le tante incognite prodotte in Sicilia da una crisi economica e sociale, di fronte alla quale le stesse Istituzioni stentano a trovare credibili vie d'uscita, portano a chiedersi: quale aiuto reale e concreto potrà venire dalla presenza del Papa?
Mentre alcuni hanno creduto opportuno rispondere riducendo, già in anticipo, il senso e la portata dell'evento a letture ideologiche o di stampo politico altri non hanno rinunciato a formulare, attraverso la stampa, proposte e suggerimenti su ciò di cui il Papa dovrebbe parlarci.
Insomma, ognuno vorrebbe sentire dal Pontefice ciò che crede già di sapere su se stesso e sul mondo.
Eppure proprio il rapporto quotidiano con una realtà come la nostra, se vissuto senza censure o scorciatoie, è decisivo per risvegliare domande che il pensiero dominante normalmente banalizza o elude, confinandole comunque ad una rilevanza meramente individuale.
Sono le domande sul senso della nostra vita, dei nostri rapporti e sulla possibilità di trovare risposta alle urgenze di verità, di bene e di giustizia proprie del cuore di ogni uomo.
Queste domande, il cui oggetto viene normalmente catalogato tra le utopie, non ammettono soluzioni teoriche, così come non bastano i riferimenti ad una vaga religiosità.
Solo l'attrattiva e la commozione destate da un incontro, nel quale il bene che ciascuno desidera si mostra già operante e persuasivo nell'umanità dell'altro, sono l'inizio di una risposta, del primo manifestarsi di un vero cambiamento, che ha conseguenze anche di carattere sociale.
Attendiamo, perciò, la venuta del successore di Pietro come l'occasione data a tutti i siciliani per il rinnovarsi di un tale incontro.
Attraverso la testimonianza che Benedetto XVI offre al mondo intero è Gesù stesso, vivo e presente nell'umanità ferita e redenta della Chiesa, a farsi compagno di ciascuno di noi.
Palermo, 25 settembre 2010
Comunione e Liberazione
GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2010
"Turismo e biodiversità"
Lunedì 27 settembre 2010
Sede: Centro Vacanze Ctg "Santa Maria del Cammino"
Località: Pizzo Chiarino - monti Peloritani (mt. 865), MESSINA
PROGRAMMA
Ore 9,30: raduno dei partecipanti, saluto di benvenuto e presentazione dei lavori prof. Piero CHILLÈ, responsabile del Centro Vacanze Ctg "Santa Maria del Cammino"
Ore 10,00: presentazione del tema 'Turismo e biodiversità" proposto dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT)
Relatore: prof. Josè GAMBINO,Università Studi di Messina;
a seguire: Tavola rotonda, con interventi di esperti, invitati ad offrire il proprio contributo al Tema: 2010, "Anno Internazionale della biodiversità", dichiarato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite;
Interventi:
dott. Roberto MAZZAGATTI, "Turismo sostenibile";
dott. Giuseppe GIAIMI/'Turismo Ambientale";
mons. prof. Michele GIACOPPO, "Turismo religioso"
Coordina: dott. Francesco BONARDELLI, giornalista, in rappresentanza della FBP di Messina;
Ore 11,30: dibattito
Ore 12,30: approvazione documento propositivo: "misure concrete per invertire la perdita di biodiversità" e conclusioni.
Temi proposti:
- Necessità di un turismo sostenibile come unica forma possibile affinchè il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà.
- Il turismo deve essere rispettoso dell'ambiente, e cercare di raggiungere una perfetta armonia con il creato, di modo che, garantendo la sostenibilità delle risorse da cui dipende, non dia origine a trasformazioni ecologiche irreversibili.
- Il contatto con la natura è importante. Pertanto il turismo si deve sforzare di rispettare e valorizzare la bellezza del creato, nella convinzione "che tanti trovano tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti quando sono a stretto contatto con la bellezza e l'armonia della natura. Vi è pertanto una sorta di reciprocità: nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi ".
Centro Turistico Giovanile
Associazione Socio Culturale "Città di Messina"
Fondazione Bonino Pulejo - Messina
Comitato Cittadino "100MESSINESI per MESSINA2MILA8"
Lunedì 27 settembre 2010
Sede: Centro Vacanze Ctg "Santa Maria del Cammino"
Località: Pizzo Chiarino - monti Peloritani (mt. 865), MESSINA
PROGRAMMA
Ore 9,30: raduno dei partecipanti, saluto di benvenuto e presentazione dei lavori prof. Piero CHILLÈ, responsabile del Centro Vacanze Ctg "Santa Maria del Cammino"
Ore 10,00: presentazione del tema 'Turismo e biodiversità" proposto dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT)
Relatore: prof. Josè GAMBINO,Università Studi di Messina;
a seguire: Tavola rotonda, con interventi di esperti, invitati ad offrire il proprio contributo al Tema: 2010, "Anno Internazionale della biodiversità", dichiarato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite;
Interventi:
dott. Roberto MAZZAGATTI, "Turismo sostenibile";
dott. Giuseppe GIAIMI/'Turismo Ambientale";
mons. prof. Michele GIACOPPO, "Turismo religioso"
Coordina: dott. Francesco BONARDELLI, giornalista, in rappresentanza della FBP di Messina;
Ore 11,30: dibattito
Ore 12,30: approvazione documento propositivo: "misure concrete per invertire la perdita di biodiversità" e conclusioni.
Temi proposti:
- Necessità di un turismo sostenibile come unica forma possibile affinchè il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà.
- Il turismo deve essere rispettoso dell'ambiente, e cercare di raggiungere una perfetta armonia con il creato, di modo che, garantendo la sostenibilità delle risorse da cui dipende, non dia origine a trasformazioni ecologiche irreversibili.
- Il contatto con la natura è importante. Pertanto il turismo si deve sforzare di rispettare e valorizzare la bellezza del creato, nella convinzione "che tanti trovano tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti quando sono a stretto contatto con la bellezza e l'armonia della natura. Vi è pertanto una sorta di reciprocità: nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi ".
Centro Turistico Giovanile
Associazione Socio Culturale "Città di Messina"
Fondazione Bonino Pulejo - Messina
Comitato Cittadino "100MESSINESI per MESSINA2MILA8"
sabato 18 settembre 2010
giovedì 2 settembre 2010
BUONI VACANZA STATALI PER LE FAMIGLIE PIÙ POVERE
NEL SOSTANZIALE DESERTO DI CONVENZIONI DELLE PRINCIPALI STRUTTURE LOCALI SONO STATI PENALIZZATI I FLUSSI TURISTICI MESSINESI IN INGRESSO ED IN USCITA
E’ passata sotto silenzio o, forse, subito dimenticata, la notizia che il Ministero del Turismo offre la possibilità, alle famiglie più povere, di viaggiare nei confini nazionali a costi ridotti (dal 20 al 45 % in meno), grazie ai c.d. “Buoni Vacanza Italia”. Si tratta di titoli di pagamento immediatamente spendibili nelle aziende turistiche o di servizio al turismo (tutti possono aderirvi) che abbiano stipulato un contratto di convenzione. Certo: è curioso e criticabile che in tempi di crisi il Governo si preoccupi di inserire in bilancio capitoli di spesa superflui ed abbandoni le famiglie, per il resto, ai drammi di tutti i giorni; è altrettanto curioso pensar che una famiglia povera spenderà i suoi pochi redditi in spese voluttuarie. Ma il provvedimento c’è, ed una volta che esiste, quantomeno si dovrebbero accogliere le reali opportunità di trarne vantaggio.
Per conoscere le strutture convenzionate basta consultare la guida sul sito http://www.buonivacanze.it/ . E consultandola, la disarmante scoperta: selezionando Messina e le voci “Hotel, Tour Operator nazionali, Agenzie di viaggio, Stabilimenti balneari, Musei, mostre, monumenti, ristoranti, parchi naturali e dimore storiche”, dei 39 risultati frutto di questa ricerca, solo una struttura (Cutugno Viaggi, in via Consolare Pompea), si trova nel perimetro urbano, le altre 38 essendo in provincia. Ma non si è sempre detto che bisogna potenziare la vocazione turistica di Messina? Se nessuno dei principali operatori del settore ha raccolto l’opportunità, da un lato, di stimolare il turismo locale e, dall’altro, di consentire ai cittadini di prenotare viaggi verso altri lidi italici godendo del bonus, si chiede l’Associazione PrimaVera Peloritana, con chi – se non sé stessi – se la dovrebbero prendere i messinesi? Ed allora, rimbocchiamoci le maniche: il bonus è stato prorogato al giugno 2011. Il tempo, insomma, c’è. Una chiosa finale: possibile che nessuno se ne fosse accorto? O la notizia non interessa a nessuno? E la Confcommercio, ad esempio, dov’era?
Il Presidente Associazione PrimaVera Peloritana
avv. Alessandro Ripepi
E’ passata sotto silenzio o, forse, subito dimenticata, la notizia che il Ministero del Turismo offre la possibilità, alle famiglie più povere, di viaggiare nei confini nazionali a costi ridotti (dal 20 al 45 % in meno), grazie ai c.d. “Buoni Vacanza Italia”. Si tratta di titoli di pagamento immediatamente spendibili nelle aziende turistiche o di servizio al turismo (tutti possono aderirvi) che abbiano stipulato un contratto di convenzione. Certo: è curioso e criticabile che in tempi di crisi il Governo si preoccupi di inserire in bilancio capitoli di spesa superflui ed abbandoni le famiglie, per il resto, ai drammi di tutti i giorni; è altrettanto curioso pensar che una famiglia povera spenderà i suoi pochi redditi in spese voluttuarie. Ma il provvedimento c’è, ed una volta che esiste, quantomeno si dovrebbero accogliere le reali opportunità di trarne vantaggio.
Per conoscere le strutture convenzionate basta consultare la guida sul sito http://www.buonivacanze.it/ . E consultandola, la disarmante scoperta: selezionando Messina e le voci “Hotel, Tour Operator nazionali, Agenzie di viaggio, Stabilimenti balneari, Musei, mostre, monumenti, ristoranti, parchi naturali e dimore storiche”, dei 39 risultati frutto di questa ricerca, solo una struttura (Cutugno Viaggi, in via Consolare Pompea), si trova nel perimetro urbano, le altre 38 essendo in provincia. Ma non si è sempre detto che bisogna potenziare la vocazione turistica di Messina? Se nessuno dei principali operatori del settore ha raccolto l’opportunità, da un lato, di stimolare il turismo locale e, dall’altro, di consentire ai cittadini di prenotare viaggi verso altri lidi italici godendo del bonus, si chiede l’Associazione PrimaVera Peloritana, con chi – se non sé stessi – se la dovrebbero prendere i messinesi? Ed allora, rimbocchiamoci le maniche: il bonus è stato prorogato al giugno 2011. Il tempo, insomma, c’è. Una chiosa finale: possibile che nessuno se ne fosse accorto? O la notizia non interessa a nessuno? E la Confcommercio, ad esempio, dov’era?
Il Presidente Associazione PrimaVera Peloritana
avv. Alessandro Ripepi
mercoledì 1 settembre 2010
Desiderare cose grandi: testimonianze dal meeting di Rimini
Uno speciale di Rete 4 in onda sabato 4 settembre alle ore 17.45
Fiammetta Cappellini da Haiti, Silvio Cattarina, fondatore dell’Imprevisto a Pesaro, la vedova Coletta, la mostra sulla crisi economica e quella dedicata al Buongoverno di Siena, Maria Teresa Landi dall’America e Mireille Yoga dal Camerun, l’incredibile storia di Maria Judina, la pianista che commosse Stalin.
Questo e molto altro andrà in onda il 4 settembre alle ore 17.45 su Rete 4 nello speciale dedicato alla XXXI edizione del Meeting. Volti, facce, storie per ripercorre alcuni dei momenti significativi di questa edizione, attraverso le testimonianze di uomini che in circostanze, culture e paesi diversi hanno iniziato a vivere desiderando cose grandi.
http://www.meetingrimini.it/
http://www.meetingrimini.tv/
www.youtube.com/meetingdirimini
http://www.ilsussidiario.net/
Fiammetta Cappellini da Haiti, Silvio Cattarina, fondatore dell’Imprevisto a Pesaro, la vedova Coletta, la mostra sulla crisi economica e quella dedicata al Buongoverno di Siena, Maria Teresa Landi dall’America e Mireille Yoga dal Camerun, l’incredibile storia di Maria Judina, la pianista che commosse Stalin.
Questo e molto altro andrà in onda il 4 settembre alle ore 17.45 su Rete 4 nello speciale dedicato alla XXXI edizione del Meeting. Volti, facce, storie per ripercorre alcuni dei momenti significativi di questa edizione, attraverso le testimonianze di uomini che in circostanze, culture e paesi diversi hanno iniziato a vivere desiderando cose grandi.
http://www.meetingrimini.it/
http://www.meetingrimini.tv/
www.youtube.com/meetingdirimini
http://www.ilsussidiario.net/
domenica 22 agosto 2010
AVSI AL MEETING DI RIMINI
Anche quest’anno la presenza di AVSI al Meeting di Rimini da domenica 22 a sabato 28 agosto sarà l’occasione per condividere con voi l’esperienza da cui nasce e si alimenta AVSI, attraverso la proposta di questa edizione: “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”.
Punto di incontro lo stand di AVSI, presso il padiglione C1 della CDO, che ruoterà intorno alla presenza delle donne del Meeting Point International di Kampala, ormai famose per le loro collane e ancor più per l’esperienza che stanno vivendo.
Proprio dal cuore dell’esperienza nascono gli incontri che vi proporremo quest’anno, splendida occasione per sentire raccontata l’opera che AVSI svolge nel mondo a sostegno di coloro che vivono in contesti difficili, da chi in questi contesti vive e opera quotidianamente.
Inoltre, sarà possibile seguire online, attraverso Meeting TV, i seguenti incontri:
AL CUORE DELL’ESPERIENZA: RINATI IN UN INCONTRO con Rose Busingye del Meeting Point International in Uganda e alcuni ragazzi africani,
domenica 22 agosto, h. 15
AL CUORE DELL’ESPERIENZA: LA SPERANZA RICOSTRUISCE con Fiammetta Cappellini di AVSI in Haiti, martedì 24 agosto, h. 15
QUELLA NATURA CHE CI SPINGE A DESIDERARE COSE GRANDI È IL CUORE con Stefano Alberto, docente di Introduzione alla Teologia all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Introduce Marco Bona Castellotti, Docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università Cattolica Sacro Cuore di Brescia, martedì 24 agosto, h.17
Punto di incontro lo stand di AVSI, presso il padiglione C1 della CDO, che ruoterà intorno alla presenza delle donne del Meeting Point International di Kampala, ormai famose per le loro collane e ancor più per l’esperienza che stanno vivendo.
Proprio dal cuore dell’esperienza nascono gli incontri che vi proporremo quest’anno, splendida occasione per sentire raccontata l’opera che AVSI svolge nel mondo a sostegno di coloro che vivono in contesti difficili, da chi in questi contesti vive e opera quotidianamente.
Inoltre, sarà possibile seguire online, attraverso Meeting TV, i seguenti incontri:
AL CUORE DELL’ESPERIENZA: RINATI IN UN INCONTRO con Rose Busingye del Meeting Point International in Uganda e alcuni ragazzi africani,
domenica 22 agosto, h. 15
AL CUORE DELL’ESPERIENZA: LA SPERANZA RICOSTRUISCE con Fiammetta Cappellini di AVSI in Haiti, martedì 24 agosto, h. 15
QUELLA NATURA CHE CI SPINGE A DESIDERARE COSE GRANDI È IL CUORE con Stefano Alberto, docente di Introduzione alla Teologia all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Introduce Marco Bona Castellotti, Docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università Cattolica Sacro Cuore di Brescia, martedì 24 agosto, h.17
martedì 3 agosto 2010
INVITO "Scopriamo i Nostri Monti"
Centro Turistico Giovanile – Messina
Centro Vacanze Ctg “Santa Maria del Cammino”
“PELORITANI IN FESTA“
“verdiamoci sui colli”
AGOSTO MESSINESE 2010
Regalati …”una MONTAGNA di VERDE e uno scenario INCOMPARABILE”
Pizzo Chiarino - mt. 865 - appena 4 Km e 100 mt. (monti PELORITANI), sulla strada provinciale Colle San Rizzo - Dinnammare.
La struttura è completa di salone, foresteria e servizi indispensabili.
PIANO BAR, live music e Karaoke - “pani cunsatu” … e “stuzzichini” al forno
Inizio Ore 18,00 – presentazione “progetto culturale” e ospiti
sabato 7 agosto
“TRAMONTO SUL TIRRENO” e “FESTA DELL’ACQUA”
sabato 14
“LUNA E STELLE TRA SOSPIRI E DESIDERI” e “FESTA DELLA BIRRA”
sabato 28 e domenica 29
“POESIA E LIRICA…ASPETTANDO L’ALBA” e “FESTA DEL VINO”
(portarsi sacco a pelo) – premio… per chi resiste: brioche e granita
Quota singola (compreso tessera Ctg assicurativa) € 10,00, a sera;
abbonamento (3 serate) € 25,00.
Per adesioni e info: pierochille@virgilio.it – tel e fax 090.710625 / 340.9868569.
Patrocinio gratuito: Provincia Regionale di Messina – Comune di Messina
Centro Vacanze Ctg “Santa Maria del Cammino”
“PELORITANI IN FESTA“
“verdiamoci sui colli”
AGOSTO MESSINESE 2010
Regalati …”una MONTAGNA di VERDE e uno scenario INCOMPARABILE”
Pizzo Chiarino - mt. 865 - appena 4 Km e 100 mt. (monti PELORITANI), sulla strada provinciale Colle San Rizzo - Dinnammare.
La struttura è completa di salone, foresteria e servizi indispensabili.
PIANO BAR, live music e Karaoke - “pani cunsatu” … e “stuzzichini” al forno
Inizio Ore 18,00 – presentazione “progetto culturale” e ospiti
sabato 7 agosto
“TRAMONTO SUL TIRRENO” e “FESTA DELL’ACQUA”
sabato 14
“LUNA E STELLE TRA SOSPIRI E DESIDERI” e “FESTA DELLA BIRRA”
sabato 28 e domenica 29
“POESIA E LIRICA…ASPETTANDO L’ALBA” e “FESTA DEL VINO”
(portarsi sacco a pelo) – premio… per chi resiste: brioche e granita
Quota singola (compreso tessera Ctg assicurativa) € 10,00, a sera;
abbonamento (3 serate) € 25,00.
Per adesioni e info: pierochille@virgilio.it – tel e fax 090.710625 / 340.9868569.
Patrocinio gratuito: Provincia Regionale di Messina – Comune di Messina
sabato 24 luglio 2010
150° DELLA SPEDIZIONE DI GARIBALDI
Martedì 27 luglio a Forte San Salvatore, alle 19.00, si svolgerà un approfondimento sui temi della spedizione garibaldina in Sicilia a cura del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche e Politiche dell’Università di Messina. Interverranno i professori Rosario Battaglia, Dario Caroniti, Vincenzo Caruso, Luciana Caminiti, Michela D’Angelo, Andrea Romano. Alle 22.00 si terrà la premiazione di alcuni giovani ricercatori.
Infine mercoledì 28 luglio a Capo Peloro, Torre Faro, alle 19.00 esposizione del cannone d’epoca restaurato, ed alle 20.30 proiezione del film “Viva l’Italia” di Roberto Rossellini anno 1960, nel quale viene narrata la conquista del Regno delle due Sicilie ad opera dei Mille condotti da Garibaldi.
Infine mercoledì 28 luglio a Capo Peloro, Torre Faro, alle 19.00 esposizione del cannone d’epoca restaurato, ed alle 20.30 proiezione del film “Viva l’Italia” di Roberto Rossellini anno 1960, nel quale viene narrata la conquista del Regno delle due Sicilie ad opera dei Mille condotti da Garibaldi.
3° Appuntamento di CulturalEstate
Il terzo e ultimo appuntamento di CulturalEstate si svolgerà venerdì prossimo, 23 luglio 2010, alle ore 20.30 a Forte Ogliastri. All'incontro proposto dal CDS "Dama Bianca" che ha per titolo: “Paion traversie e invece sono opportunità” interverranno il dott. Enzo Sinatra, presidente del CdS di Siracusa, e il nostro amico Gianni Restuccia, responsabile del Banco di Solidarietà di Messina.
Il primo testimonierà la sua esperienza di condivisione e accoglienza del bisogno delle persone che quotidianamente incontra nella sua città; il secondo - ripercorrendo la storia del Banco di Solidarietà messinese - racconterà come la fedeltà a un gesto concreto, quale quello della distribuzione degli alimenti alle persone bisognose, genera una mentalità nuova tra le persone che si assistono e ancor di più tra i volontari che settimanalmente si recano ad incontrarli e a consegnargli il "pacco". L'incontro, che vedrà il saluto iniziale dell’assessore alla Famiglia del Comune di Messina prof. Dario Caroniti, sarà inoltre un momento di confronto utile sull’esperienza di “Famiglie solidali”, già in atto in altre città della nostra Regione e d’Italia, che il CDS “Dama Bianca” intende avviare anche in riva allo Stretto.
CulturalEstate nasce dal desiderio di aiutarsi a capire e ad approfondire, attraverso dei momenti culturali, l’essenza dell’uomo, di cosa è fatto l’uomo e cosa significa vivere le circostanze quotidiane come un’opportunità per sé e non come un ostacolo alla propria felicità. Perché - come più volte ci è stato detto – l’attuale crisi economica, l’alluvione dello scorso anno, il vedere crollare un mondo davanti ai nostri occhi con leggi che non sanno più difendere il bene della vita o della famiglia, il trovarsi sempre di più a dover vivere la nostra vita “senza patria”, le situazioni drammatiche personali e sociali che ognuno di noi vive - diceva don Giussani - sono «fattore essenziale e non secondario della nostra vocazione, della missione a cui Dio ci chiama. Sono parte della modalità con cui il Mistero ci chiama, ci sfida, ci educa».
Il primo testimonierà la sua esperienza di condivisione e accoglienza del bisogno delle persone che quotidianamente incontra nella sua città; il secondo - ripercorrendo la storia del Banco di Solidarietà messinese - racconterà come la fedeltà a un gesto concreto, quale quello della distribuzione degli alimenti alle persone bisognose, genera una mentalità nuova tra le persone che si assistono e ancor di più tra i volontari che settimanalmente si recano ad incontrarli e a consegnargli il "pacco". L'incontro, che vedrà il saluto iniziale dell’assessore alla Famiglia del Comune di Messina prof. Dario Caroniti, sarà inoltre un momento di confronto utile sull’esperienza di “Famiglie solidali”, già in atto in altre città della nostra Regione e d’Italia, che il CDS “Dama Bianca” intende avviare anche in riva allo Stretto.
CulturalEstate nasce dal desiderio di aiutarsi a capire e ad approfondire, attraverso dei momenti culturali, l’essenza dell’uomo, di cosa è fatto l’uomo e cosa significa vivere le circostanze quotidiane come un’opportunità per sé e non come un ostacolo alla propria felicità. Perché - come più volte ci è stato detto – l’attuale crisi economica, l’alluvione dello scorso anno, il vedere crollare un mondo davanti ai nostri occhi con leggi che non sanno più difendere il bene della vita o della famiglia, il trovarsi sempre di più a dover vivere la nostra vita “senza patria”, le situazioni drammatiche personali e sociali che ognuno di noi vive - diceva don Giussani - sono «fattore essenziale e non secondario della nostra vocazione, della missione a cui Dio ci chiama. Sono parte della modalità con cui il Mistero ci chiama, ci sfida, ci educa».
domenica 4 luglio 2010
MEETING RIMINI 2010
Meeting di Rimini dal 22 Agosto al 28 Agosto 2010
“Quella Natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”
Il titolo suggerisce che il prossimo Meeting di Rimini sarà un Meeting che vorrà riflettere a tutti i livelli sul concetto di persona. Occorre tenere in considerazione il contesto storico in cui viviamo: la parola protagonista é molto usata nella nostra società.
Chi é il protagonista per la mentalità comune? Un soggetto che deve necessariamente riuscire, schiavo dell'esito. Altrimenti si parla di un signor nessuno, di una nullità, di qualcuno che non é padrone di nulla.
Essere protagonista, secondo questa accezione, significa dunque omologazione, seguire in tutto e per tutto la moda dominante; senza essere socialmente riconoscibili non si esiste. Una passività umana che nasce da una illusoria autonomia, da cui si genera il formalismo, che é l'espressione più evidente della cultura dominante.
Protagonista é dunque il moderno o contemporaneo concetto di divo (cfr. La coscienza religiosa dell'uomo moderno, paragrafo L'uomo come divo) ovvero dell'uomo, in altre parole, che si erge a Dio, dimenticando il legame fondamentale con l'Essere che lo costituisce. Così l'uomo nel tentativo di essere libero, di essere slegato da tutto e da tutti per poter essere padrone di tutto, non dipendendo da nessuno, é invece schiavo di tutto, delle circostanze, delle situazioni, della sua riuscita.
Il significato che si vuole esprimere con la parola protagonista é, invece colui che sa ed è consapevole del fatto che dipende da un essere superiore e che la felicità e la riuscita nella vita dipende soprattutto da quello. Ecco il concetto che si vuole evidenziare.
http://www.meetingrimini.org/
• Associazione Meeting per l'amicizia fra i popoli
Via Flaminia 18, 47900 Rimini, Italia
Tel. (+39) 0541 783100 fax (+39) 0541 786422
meeting@meetingrimini.org
“Quella Natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”
Il titolo suggerisce che il prossimo Meeting di Rimini sarà un Meeting che vorrà riflettere a tutti i livelli sul concetto di persona. Occorre tenere in considerazione il contesto storico in cui viviamo: la parola protagonista é molto usata nella nostra società.
Chi é il protagonista per la mentalità comune? Un soggetto che deve necessariamente riuscire, schiavo dell'esito. Altrimenti si parla di un signor nessuno, di una nullità, di qualcuno che non é padrone di nulla.
Essere protagonista, secondo questa accezione, significa dunque omologazione, seguire in tutto e per tutto la moda dominante; senza essere socialmente riconoscibili non si esiste. Una passività umana che nasce da una illusoria autonomia, da cui si genera il formalismo, che é l'espressione più evidente della cultura dominante.
Protagonista é dunque il moderno o contemporaneo concetto di divo (cfr. La coscienza religiosa dell'uomo moderno, paragrafo L'uomo come divo) ovvero dell'uomo, in altre parole, che si erge a Dio, dimenticando il legame fondamentale con l'Essere che lo costituisce. Così l'uomo nel tentativo di essere libero, di essere slegato da tutto e da tutti per poter essere padrone di tutto, non dipendendo da nessuno, é invece schiavo di tutto, delle circostanze, delle situazioni, della sua riuscita.
Il significato che si vuole esprimere con la parola protagonista é, invece colui che sa ed è consapevole del fatto che dipende da un essere superiore e che la felicità e la riuscita nella vita dipende soprattutto da quello. Ecco il concetto che si vuole evidenziare.
http://www.meetingrimini.org/
• Associazione Meeting per l'amicizia fra i popoli
Via Flaminia 18, 47900 Rimini, Italia
Tel. (+39) 0541 783100 fax (+39) 0541 786422
meeting@meetingrimini.org
domenica 20 giugno 2010
Il crocifisso, un simbolo che appartiene a tutti
La Presidenza della Conferenza episcopale italiana, riunitasi il 16 giugno 2010, ha approvato la seguente dichiarazione sulla questione dell'esposizione di simboli religiosi cristiani nelle scuole, in vista dell'imminente decisione della Corte europea dei diritti umani sulla sentenza n. 30814/06 Lautsi contro Italia:
In vista dell'imminente decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo, intendiamo richiamare l'attenzione sull'importanza che la questione dell'esposizione del crocifisso nelle scuole pubbliche assume in relazione ai sentimenti religiosi delle popolazioni e alle tradizioni delle Nazioni d'Europa.
La presenza dei simboli religiosi e in particolare della croce, che riflette il sentimento religioso dei cristiani di qualsiasi denominazione, non si traduce in un'imposizione e non ha valore di esclusione, ma esprime una tradizione che tutti conoscono e riconoscono nel suo alto valore spirituale, e come segno di un'identità aperta al dialogo con ogni uomo di buona volontà, di sostegno a favore dei bisognosi e dei sofferenti, senza distinzione di fede, etnia o nazionalità.
Auspichiamo che nell'esame di una questione così delicata si tenga conto dei sentimenti religiosi della popolazione e di questi valori, come pure del fatto che in tutti i Paesi europei si è affermato e si va sviluppando sempre più positivamente il diritto di libertà religiosa, di cui l'esposizione dei simboli religiosi rappresenta un'importante espressione. Le Chiese cristiane favoriscono ovunque il dialogo con altre Chiese e religioni e agiscono come parte integrante delle rispettive realtà nazionali, che in materia di simboli religiosi conoscono normative diverse e un'autonoma evoluzione sociale e giuridica. Una scelta non penalizzante per la simbologia religiosa risulterebbe in linea con il principio di sussidiarietà che presiede al rapporto tra Stati e istituzioni europee, nel rispetto delle tradizioni millenarie di ciascun popolo e di ciascuna Nazione.
L'Osservatore Romano - 18 giugno 2010
In vista dell'imminente decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo, intendiamo richiamare l'attenzione sull'importanza che la questione dell'esposizione del crocifisso nelle scuole pubbliche assume in relazione ai sentimenti religiosi delle popolazioni e alle tradizioni delle Nazioni d'Europa.
La presenza dei simboli religiosi e in particolare della croce, che riflette il sentimento religioso dei cristiani di qualsiasi denominazione, non si traduce in un'imposizione e non ha valore di esclusione, ma esprime una tradizione che tutti conoscono e riconoscono nel suo alto valore spirituale, e come segno di un'identità aperta al dialogo con ogni uomo di buona volontà, di sostegno a favore dei bisognosi e dei sofferenti, senza distinzione di fede, etnia o nazionalità.
Auspichiamo che nell'esame di una questione così delicata si tenga conto dei sentimenti religiosi della popolazione e di questi valori, come pure del fatto che in tutti i Paesi europei si è affermato e si va sviluppando sempre più positivamente il diritto di libertà religiosa, di cui l'esposizione dei simboli religiosi rappresenta un'importante espressione. Le Chiese cristiane favoriscono ovunque il dialogo con altre Chiese e religioni e agiscono come parte integrante delle rispettive realtà nazionali, che in materia di simboli religiosi conoscono normative diverse e un'autonoma evoluzione sociale e giuridica. Una scelta non penalizzante per la simbologia religiosa risulterebbe in linea con il principio di sussidiarietà che presiede al rapporto tra Stati e istituzioni europee, nel rispetto delle tradizioni millenarie di ciascun popolo e di ciascuna Nazione.
L'Osservatore Romano - 18 giugno 2010
giovedì 17 giugno 2010
Università di Messina COMUNICATO STAMPA
Università di Messina
COMUNICATO STAMPA n°283 DEL 14/06/2010
Sabato 19 giugno 2010 alle 10,30, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina, dopo i saluti introduttivi del Rettore, Prof. Francesco Tomasello, e del Direttore del Museo Regionale, Dott. Gioacchino Barbera, Ferdinando Bologna, Professore Emerito di storia dell’arte medievale e moderna dell’Università Tor Vergata di Roma, già docente nel nostro Ateneo, storico dell’arte tra i più noti e autorevoli ed insigne studioso del Caravaggio, terrà una Lectio Magistralis dal titolo Il Caravaggio a Messina.
Nella stessa giornata, alle ore 18,00, al Museo Regionale, alla presenza delle autorità, verrà presentata al pubblico L’Adorazione dei pastori restaurata.
Grazie a Valeria
COMUNICATO STAMPA n°283 DEL 14/06/2010
Sabato 19 giugno 2010 alle 10,30, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina, dopo i saluti introduttivi del Rettore, Prof. Francesco Tomasello, e del Direttore del Museo Regionale, Dott. Gioacchino Barbera, Ferdinando Bologna, Professore Emerito di storia dell’arte medievale e moderna dell’Università Tor Vergata di Roma, già docente nel nostro Ateneo, storico dell’arte tra i più noti e autorevoli ed insigne studioso del Caravaggio, terrà una Lectio Magistralis dal titolo Il Caravaggio a Messina.
Nella stessa giornata, alle ore 18,00, al Museo Regionale, alla presenza delle autorità, verrà presentata al pubblico L’Adorazione dei pastori restaurata.
Grazie a Valeria
giovedì 13 maggio 2010
Testimoni digitali
Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela
Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali
Comunicato Stampa
"Testimoni digitali: sm cns cn Xt? (siamo connessi con Cristo?)"
Giovedì 13 maggio alle ore 11,30, presso la Cappella S. Maria all'Arcivescovado (Curia Arcivescovile - ingresso via I Settembre), si terrà una CONFERENZA STAMPA durante la quale verrà presentato l'evento "Testimoni digitali: sm cns cn Xt? (siamo connessi con Cristo?)": Saranno presenti SE Mons. Calogero La Piana (Arcivescovo di Messina Lipari S. Lucia del Mela), Mons. Domenico Pompili (Direttore nazionale dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali e Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana), la Prof.sa Marianna Gensabella (Coordinatrice del CdL Triennale in "Scienze della Comunicazione: editoria e giornalismo") e don Giuseppe Lonia (Direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali).
Gli incontri proposti nascono in continuità con il Convegno Nazionale promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana "Testimoni digitali: volti e linguaggi nell'era crossmediale" celebratosi a Roma dal 22 al 24 aprile scorso, e vogliono essere un'ulteriore sviluppo di questa riflessione nell'ambito della nostra chiesa locale.
Il primo di questi appuntamenti sarà giovedì 13 maggio ore 17,30, presso il Seminario Arcivescovile S. Pio X di Messina, e tratterà gli "Scenari mediatici" attraverso l'intervento di Mons. Domenico Pompili e del Prof. Marco Centorrino, Docente di Sociologia della Comunicazione, Facoltà di Lettere e Filosofia - Università di Messina.
Gli altri appuntamenti fanno riferimento all'incontro con il mondo delle famiglie (Domenica 16 maggio, giornata mondiale per le Comunicazioni Sociali) e con il mondo dei giovani e degi universitari (martedì 18 maggio).
L'ultimo momento previsto sarà una "tavola rotonda" che mette insieme diverse testimonianze del mondo mediatico e digitale (mercoledì 26 maggio).
Sul nostro sito diocesano (http://www.diocesimessina.net/) abbiamo creato una pagina apposita che raccoglie tutte le notizie utili sull'evento, con il rimando anche ad un gruppo di discussione su "facebook" attraverso cui vorremo prolungare nel web il confronto a largo raggio.
Cordiali saluti
don Giuseppe Lonia
direttore Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali
vicario episcopale per l'Area "Cultura-Educazione"
Messina, 11 maggio 2010
Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali
Comunicato Stampa
"Testimoni digitali: sm cns cn Xt? (siamo connessi con Cristo?)"
Giovedì 13 maggio alle ore 11,30, presso la Cappella S. Maria all'Arcivescovado (Curia Arcivescovile - ingresso via I Settembre), si terrà una CONFERENZA STAMPA durante la quale verrà presentato l'evento "Testimoni digitali: sm cns cn Xt? (siamo connessi con Cristo?)": Saranno presenti SE Mons. Calogero La Piana (Arcivescovo di Messina Lipari S. Lucia del Mela), Mons. Domenico Pompili (Direttore nazionale dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali e Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana), la Prof.sa Marianna Gensabella (Coordinatrice del CdL Triennale in "Scienze della Comunicazione: editoria e giornalismo") e don Giuseppe Lonia (Direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali).
Gli incontri proposti nascono in continuità con il Convegno Nazionale promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana "Testimoni digitali: volti e linguaggi nell'era crossmediale" celebratosi a Roma dal 22 al 24 aprile scorso, e vogliono essere un'ulteriore sviluppo di questa riflessione nell'ambito della nostra chiesa locale.
Il primo di questi appuntamenti sarà giovedì 13 maggio ore 17,30, presso il Seminario Arcivescovile S. Pio X di Messina, e tratterà gli "Scenari mediatici" attraverso l'intervento di Mons. Domenico Pompili e del Prof. Marco Centorrino, Docente di Sociologia della Comunicazione, Facoltà di Lettere e Filosofia - Università di Messina.
Gli altri appuntamenti fanno riferimento all'incontro con il mondo delle famiglie (Domenica 16 maggio, giornata mondiale per le Comunicazioni Sociali) e con il mondo dei giovani e degi universitari (martedì 18 maggio).
L'ultimo momento previsto sarà una "tavola rotonda" che mette insieme diverse testimonianze del mondo mediatico e digitale (mercoledì 26 maggio).
Sul nostro sito diocesano (http://www.diocesimessina.net/) abbiamo creato una pagina apposita che raccoglie tutte le notizie utili sull'evento, con il rimando anche ad un gruppo di discussione su "facebook" attraverso cui vorremo prolungare nel web il confronto a largo raggio.
Cordiali saluti
don Giuseppe Lonia
direttore Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali
vicario episcopale per l'Area "Cultura-Educazione"
Messina, 11 maggio 2010
martedì 11 maggio 2010
INVITO presentazione libro
Arancia meccanica o nuova opportunità? La sfida educativa.
"L' emergenza educativa ci chiama in causa tutti perché il tema principale, per noi, in tutti i nostri discorsi, è l'educazione: come educarci, in che cosa consiste e come si svolge l'educazione, un'educazione che sia vera, cioè corrispondente all'umano."
"VIVERE INTENSAMENTE IL REALE" Scritti sull'educazione.
Presentazione del libro di don Luigi Giussani
Giovedì 27 maggio 2010 ore 18.00 Chiesa di S. Maria Alemanna - Messina
Saluto introduttivo Ass. Dario Caroniti, Interviene Prof.ssa Paola Bignardi
Testimonianze di Prof.ssa Laura Aliberti, Presidente di “Porto Franco” - Messina
Prof.ssa Palma Milazzo, Prof.ssa Liceo Maurolico - Messina
Modera Prof. Pietro Donato
In collaborazione con le associazioni: DIESSE - Messina e PORTO FRANCO - Messina
Comune di Messina, Assessorato alle Politiche della Famiglia ai Rapporti con le Chiese e alle Politiche per la Sicurezza
"L' emergenza educativa ci chiama in causa tutti perché il tema principale, per noi, in tutti i nostri discorsi, è l'educazione: come educarci, in che cosa consiste e come si svolge l'educazione, un'educazione che sia vera, cioè corrispondente all'umano."
"VIVERE INTENSAMENTE IL REALE" Scritti sull'educazione.
Presentazione del libro di don Luigi Giussani
Giovedì 27 maggio 2010 ore 18.00 Chiesa di S. Maria Alemanna - Messina
Saluto introduttivo Ass. Dario Caroniti, Interviene Prof.ssa Paola Bignardi
Testimonianze di Prof.ssa Laura Aliberti, Presidente di “Porto Franco” - Messina
Prof.ssa Palma Milazzo, Prof.ssa Liceo Maurolico - Messina
Modera Prof. Pietro Donato
In collaborazione con le associazioni: DIESSE - Messina e PORTO FRANCO - Messina
Comune di Messina, Assessorato alle Politiche della Famiglia ai Rapporti con le Chiese e alle Politiche per la Sicurezza
lunedì 10 maggio 2010
PELLEGRINAGGIO MARIANO
Martedì 11 maggio con partenza alle ore 16.30 da Piazza Duomo si svolgerà il Pellegrinaggio Mariano dalla Basilica Cattedrale al Santuario di Montalto, a cura della Consulta per la Vita Consacrata con la partecipazione della Pastorale Giovanile Diocesana e della Consulta per l'Apostolato dei Laici.
Il Pellegrinaggio si concluderà presso il Santuario di Montalto con i vespri e l'Eucarestia presieduta da S.E. L'Arcivescovo Mons. Calogero La Piana.
Il Pellegrinaggio si concluderà presso il Santuario di Montalto con i vespri e l'Eucarestia presieduta da S.E. L'Arcivescovo Mons. Calogero La Piana.
venerdì 30 aprile 2010
Presentazione Libro
Su iniziativa del Dipartimento di Storia e scienze umane dell’Università di Messina, venerdì 30 aprile, alle ore 18, presso la libreria “Circolo Pickwick”, via Ghibellina 32 Messina, sarà presentato il libro di Elina Gugliuzzo In veste devota. Le confraternite di Malta in età moderna (Rubbettino editore).
La storia delle confraternite maltesi in età moderna come processo di lunga durata, una linea interpretativa dalle medievali corporazioni al sindacato contemporaneo. La ricerca si cala in materiali indagati per la prima volta nei diversi archivi maltesi; se ne ha una descrizione densa. Si apre un profondo spaccato di storia sociale. In molti casi le ‘fratellanzi’ sono le prime forme associative in cui si sperimenta una “democrazia di base”. Si rintraccia così il preconscio politico della successiva nascita delle trade unions e un modello comparativo per il sistema confraternale siciliano e meridionale.
Presenteranno il volume i professori Maria Ghazali, Université de Nice, Simon Mercieca, University of Malta, Angelo Sindoni, Università di Messina.
Sarà presente l’autrice.
La storia delle confraternite maltesi in età moderna come processo di lunga durata, una linea interpretativa dalle medievali corporazioni al sindacato contemporaneo. La ricerca si cala in materiali indagati per la prima volta nei diversi archivi maltesi; se ne ha una descrizione densa. Si apre un profondo spaccato di storia sociale. In molti casi le ‘fratellanzi’ sono le prime forme associative in cui si sperimenta una “democrazia di base”. Si rintraccia così il preconscio politico della successiva nascita delle trade unions e un modello comparativo per il sistema confraternale siciliano e meridionale.
Presenteranno il volume i professori Maria Ghazali, Université de Nice, Simon Mercieca, University of Malta, Angelo Sindoni, Università di Messina.
Sarà presente l’autrice.
giovedì 29 aprile 2010
INSIEME AL PAPA
Il 16 maggio
in Piazza San Pietro
per il Regina Coeli
Domenica 16 maggio 2010 vogliamo stringerci visibilmente intorno a Benedetto XVI come figli col padre, desiderosi di portare un poco del peso che la situazione attuale carica sulle sue spalle.Vogliamo pregare con lui e pregare per lui. È il gesto più semplice e più vero che possiamo compiere per esprimere la vicinanza al Santo Padre, alla Chiesa, a chi ha sofferto per il male subito.
Vogliamo testimoniare, nella penitenza e nell’unità con il Papa, che l’esperienza cristiana è esperienza di bellezza, di pienezza, di misericordia capace di abbracciare tutti gli uomini.
Il desiderio della giustizia, ferita dal male dell’uomo, incontra Cristo crocifisso e risorto, speranza più forte della morte.
INVITIAMO TUTTI
ad aderire alla proposta della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali, partecipando in Piazza San Pietro, alle ore 12 del 16 maggio, alla preghiera di tutto il popolo cristiano.
Comunione e Liberazione
domenica 18 aprile 2010
COMUNICATO CEI
Lunedì 19 aprile ricorre il quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI al pontificato.
La Presidenza della CEI invita tutte le comunità ecclesiali a stringersi in quel giorno nella preghiera intorno a lui, centro di unità e segno visibile di comunione. In tale occasione, si individueranno a livello locale le forme più adatte (quali, per esempio, l’Eucaristia, la liturgia della Parola, veglie di preghiera, l’adorazione eucaristica e la recita del rosario) per rendere grazie a Dio per il magistero illuminato e la cristallina testimonianza del Papa.
Nello stesso tempo, in quest’ora di prova, la Chiesa in Italia non viene meno al dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali odiosi crimini. Confidando nella Sua parola, implora dal Signore energie nuove, perché ne rafforzi la passione educativa, sorretta dalla dedizione e dal generoso impegno di tanti sacerdoti che, insieme ai religiosi, alle religiose e ai laici, ogni giorno si spendono soprattutto nelle situazioni più difficili.
Roma, 12 aprile 2010
La Presidenza
della Conferenza Episcopale Italiana
La Presidenza della CEI invita tutte le comunità ecclesiali a stringersi in quel giorno nella preghiera intorno a lui, centro di unità e segno visibile di comunione. In tale occasione, si individueranno a livello locale le forme più adatte (quali, per esempio, l’Eucaristia, la liturgia della Parola, veglie di preghiera, l’adorazione eucaristica e la recita del rosario) per rendere grazie a Dio per il magistero illuminato e la cristallina testimonianza del Papa.
Nello stesso tempo, in quest’ora di prova, la Chiesa in Italia non viene meno al dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali odiosi crimini. Confidando nella Sua parola, implora dal Signore energie nuove, perché ne rafforzi la passione educativa, sorretta dalla dedizione e dal generoso impegno di tanti sacerdoti che, insieme ai religiosi, alle religiose e ai laici, ogni giorno si spendono soprattutto nelle situazioni più difficili.
Roma, 12 aprile 2010
La Presidenza
della Conferenza Episcopale Italiana
venerdì 2 aprile 2010
AUGURI DI PASQUA 2010
"L’annuncio cristiano risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo. Quale è dunque la giustizia di Cristo? E’ anzitutto la giustizia che viene dalla grazia, dove non è l’uomo che ripara, guarisce se stesso e gli altri. Convertirsi a Cristo significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza, esigenza del suo perdono e della sua amicizia."
"Ecco dunque il punto: Dio si è commosso per il nostro niente. Non solo: Dio si è commosso per il nostro tradimento, per la nostra povertà rozza, dimentica e traditrice, per la nostra meschinità, come un padre e una madre che piangono di commozione, di un pianto totalmente determinato dal desiderio del bene del figlio, del destino del figlio. È una compassione, una pietà, una passione. Ha avuto pietà per me."
Benedetto XVI
"Ecco dunque il punto: Dio si è commosso per il nostro niente. Non solo: Dio si è commosso per il nostro tradimento, per la nostra povertà rozza, dimentica e traditrice, per la nostra meschinità, come un padre e una madre che piangono di commozione, di un pianto totalmente determinato dal desiderio del bene del figlio, del destino del figlio. È una compassione, una pietà, una passione. Ha avuto pietà per me."
Luigi Giussani
venerdì 26 marzo 2010
Giornata di Primavera
XVIII edizione della Giornata FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Primavera, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
La manifestazione si svolgerà sabato 27 e domenica 28 marzo e vedrà in Sicilia l’apertura di 30 beni in 15 città.
In particolare a Messina nell’ambito del percorso Tra Terra e Mare luoghi suggestivi della Riviera Nord sarà possibile visitare la Chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio al Ringo, la Villa Pace (Università degli Studi di Messina) e i Laghi di Ganzirri.
La manifestazione si svolgerà sabato 27 e domenica 28 marzo e vedrà in Sicilia l’apertura di 30 beni in 15 città.
In particolare a Messina nell’ambito del percorso Tra Terra e Mare luoghi suggestivi della Riviera Nord sarà possibile visitare la Chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio al Ringo, la Villa Pace (Università degli Studi di Messina) e i Laghi di Ganzirri.
Più grande del peccato
Ci sarebbe da discutere a lungo, sulle vicende che hanno portato Benedetto XVI a scrivere la sua Lettera ai cattolici d’Irlanda. E si potrebbe farlo partendo dai fatti, da numeri e dati che - letti bene - dicono di una realtà molto meno imponente di quanto possa sembrare dalla campagna feroce dei media. Oppure dalle contraddizioni di chi, sugli stessi giornali, accusa - a ragione - certe nefandezze, ma poche pagine più in là giustifica tutto e tutti, specie in materia di sesso. Si potrebbe, e forse aiuterebbe a capire meglio il contesto di una Chiesa davvero sotto attacco, ben al di là dei suoi errori. Solo che il gesto umile e coraggioso del Papa ha spostato tutto più in là. Verso il cuore della questione.
Chiaro, la ferita c’è. Ed è gravissima. Di quella specie che ha fatto dire parole di fuoco a Cristo («Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi…») e ai suoi vicari.
C’è la sporcizia, nella Chiesa. Lo disse chiaro e forte lo stesso Joseph Ratzinger nella Via Crucis di cinque anni fa, poco prima di diventare Papa, e non ha smesso mai di ricordarlo dopo, con realismo. C’è il peccato, anche grave. C’è il male e l’abisso di dolore che il male si porta dietro. E c’è l’esigenza di fare tutto il possibile - pure con durezza - per arginare quel male e riparare a quel dolore. Il Papa lo sta già facendo, e la sua Lettera lo ribadisce con forza, quando chiede ai colpevoli di risponderne «davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali».
Ma proprio per questi motivi il vero cuore della questione, il focus dimenticato, sta altrove. Accanto a tutti i limiti e dentro l’umanità ferita della Chiesa c’è o no qualcosa di più grande del peccato? Di radicalmente più grande del peccato? C’è qualcosa che può spaccare la misura inesorabile del nostro male? Qualcosa che, come scrive il Pontefice, «ha il potere di perdonare persino il più grave dei peccati e di trarre il bene anche dal più terribile dei mali»?
«Ecco dunque il punto: Dio si è commosso per il nostro niente», ricordava don Giussani in una frase usata da Cl per il Volantone di Pasqua: «Non solo: Dio si è commosso per il nostro tradimento, per la nostra povertà rozza, dimentica e traditrice, per la nostra meschinità. È una compassione, una pietà, una passione. Ha avuto pietà per me».
È questo che porta la Chiesa nel mondo, e non certo per merito, bravura o tantomeno coerenza dei suoi: la commozione di Dio per la nostra meschinità. Qualcosa di più grande dei nostri limiti. L’unica cosa infinitamente più grande dei nostri limiti. Se non si parte da lì, non si capisce nulla. Impazzisce tutto, letteralmente.
È capitato - capita - anche a noi di schivare quella commozione, di sfuggirla. A volte è nella Chiesa stessa che si riduce la fede a un’etica e la moralità a un’impossibile rincorsa solitaria alle leggi, quasi che aver bisogno di quell’abbraccio fosse una cosa di cui doversi vergognare. Ma se si dimentica Cristo, se si fa fuori la misura totalmente diversa che Lui introduce nel mondo ora, attraverso la Chiesa, non si hanno più i termini per capire e giudicare la Chiesa stessa.
Allora diventa facile confondere l’attenzione per le vittime e il riguardo per la loro storia con un silenzio connivente, e la prudenza verso i colpevoli veri o presunti – accusati, magari, sulla base di voci affiorate dopo decenni – con la voglia di «insabbiare» (che pure a volte, evidentemente, c’è stata). Diventa quasi inevitabile straparlare di celibato senza sfiorare nemmeno il valore reale della verginità. E diventa impossibile capire perché la Chiesa può essere dura e materna insieme, con i suoi sacerdoti che sbagliano. Può punirli con severità e chiedere loro di scontare la pena e riparare al male (lo ha già fatto, non da oggi; e lo farà, sempre), ma senza spezzare - se possibile - il filo di un legame, perché è l’unica cosa che può redimerli. Può chiedere ai suoi figli «siate perfetti come è perfetto il Padre vostro» non per domandare un’impossibile irreprensibilità, ma per richiamare una tensione a vivere la stessa misericordia con cui ci abbraccia Dio («siate misericordiosi come è misericordioso il Padre che è nei cieli»).
È proprio per questo che la Chiesa può educare. Che, in fondo, è la vera questione messa in discussione da chi la sta accusando («vedete che sbagliano anche i preti, e di brutto? Come facciamo ad affidargli i nostri bambini?»), come se il suo essere maestra dipendesse tutto dalla coerenza dei suoi figli, e non da Lui. Da Cristo. Dalla Presenza che – tra tutti gli errori e gli orrori commessi - rende possibile nel mondo un abbraccio come quello del Figliol prodigo ritratto da Chagall nello stesso Volantone. Lì, accanto alla frase di Giussani, ce n’è un’altra, di Benedetto XVI: «Convertirsi a Cristo significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza, esigenza del suo perdono».
Ecco, l’abbraccio di Cristo, dentro la nostra umanità ferita e indigente e al di là del male che possiamo compiere. Se la Chiesa – con tutti i suoi limiti - non avesse questo da offrire al mondo, persino alle vittime di quelle barbarie, allora sì che saremmo perduti. Tutti. Perché il male ci sarebbe sempre. Ma sarebbe impossibile vincerlo.
da Tracce.it del 23/03/2010
Chiaro, la ferita c’è. Ed è gravissima. Di quella specie che ha fatto dire parole di fuoco a Cristo («Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi…») e ai suoi vicari.
C’è la sporcizia, nella Chiesa. Lo disse chiaro e forte lo stesso Joseph Ratzinger nella Via Crucis di cinque anni fa, poco prima di diventare Papa, e non ha smesso mai di ricordarlo dopo, con realismo. C’è il peccato, anche grave. C’è il male e l’abisso di dolore che il male si porta dietro. E c’è l’esigenza di fare tutto il possibile - pure con durezza - per arginare quel male e riparare a quel dolore. Il Papa lo sta già facendo, e la sua Lettera lo ribadisce con forza, quando chiede ai colpevoli di risponderne «davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali».
Ma proprio per questi motivi il vero cuore della questione, il focus dimenticato, sta altrove. Accanto a tutti i limiti e dentro l’umanità ferita della Chiesa c’è o no qualcosa di più grande del peccato? Di radicalmente più grande del peccato? C’è qualcosa che può spaccare la misura inesorabile del nostro male? Qualcosa che, come scrive il Pontefice, «ha il potere di perdonare persino il più grave dei peccati e di trarre il bene anche dal più terribile dei mali»?
«Ecco dunque il punto: Dio si è commosso per il nostro niente», ricordava don Giussani in una frase usata da Cl per il Volantone di Pasqua: «Non solo: Dio si è commosso per il nostro tradimento, per la nostra povertà rozza, dimentica e traditrice, per la nostra meschinità. È una compassione, una pietà, una passione. Ha avuto pietà per me».
È questo che porta la Chiesa nel mondo, e non certo per merito, bravura o tantomeno coerenza dei suoi: la commozione di Dio per la nostra meschinità. Qualcosa di più grande dei nostri limiti. L’unica cosa infinitamente più grande dei nostri limiti. Se non si parte da lì, non si capisce nulla. Impazzisce tutto, letteralmente.
È capitato - capita - anche a noi di schivare quella commozione, di sfuggirla. A volte è nella Chiesa stessa che si riduce la fede a un’etica e la moralità a un’impossibile rincorsa solitaria alle leggi, quasi che aver bisogno di quell’abbraccio fosse una cosa di cui doversi vergognare. Ma se si dimentica Cristo, se si fa fuori la misura totalmente diversa che Lui introduce nel mondo ora, attraverso la Chiesa, non si hanno più i termini per capire e giudicare la Chiesa stessa.
Allora diventa facile confondere l’attenzione per le vittime e il riguardo per la loro storia con un silenzio connivente, e la prudenza verso i colpevoli veri o presunti – accusati, magari, sulla base di voci affiorate dopo decenni – con la voglia di «insabbiare» (che pure a volte, evidentemente, c’è stata). Diventa quasi inevitabile straparlare di celibato senza sfiorare nemmeno il valore reale della verginità. E diventa impossibile capire perché la Chiesa può essere dura e materna insieme, con i suoi sacerdoti che sbagliano. Può punirli con severità e chiedere loro di scontare la pena e riparare al male (lo ha già fatto, non da oggi; e lo farà, sempre), ma senza spezzare - se possibile - il filo di un legame, perché è l’unica cosa che può redimerli. Può chiedere ai suoi figli «siate perfetti come è perfetto il Padre vostro» non per domandare un’impossibile irreprensibilità, ma per richiamare una tensione a vivere la stessa misericordia con cui ci abbraccia Dio («siate misericordiosi come è misericordioso il Padre che è nei cieli»).
È proprio per questo che la Chiesa può educare. Che, in fondo, è la vera questione messa in discussione da chi la sta accusando («vedete che sbagliano anche i preti, e di brutto? Come facciamo ad affidargli i nostri bambini?»), come se il suo essere maestra dipendesse tutto dalla coerenza dei suoi figli, e non da Lui. Da Cristo. Dalla Presenza che – tra tutti gli errori e gli orrori commessi - rende possibile nel mondo un abbraccio come quello del Figliol prodigo ritratto da Chagall nello stesso Volantone. Lì, accanto alla frase di Giussani, ce n’è un’altra, di Benedetto XVI: «Convertirsi a Cristo significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza, esigenza del suo perdono».
Ecco, l’abbraccio di Cristo, dentro la nostra umanità ferita e indigente e al di là del male che possiamo compiere. Se la Chiesa – con tutti i suoi limiti - non avesse questo da offrire al mondo, persino alle vittime di quelle barbarie, allora sì che saremmo perduti. Tutti. Perché il male ci sarebbe sempre. Ma sarebbe impossibile vincerlo.
da Tracce.it del 23/03/2010
giovedì 11 marzo 2010
mercoledì 3 marzo 2010
Appuntamento Culturale
Intervista all’autore del libro:
Pietro Barcellona
a partire dal suo ultimo libro edito:
"L'oracolo di Delfi e l'isola delle capre"
a cura di
Maria Campana
Psicologa
L’Assessore alla Cultura
prof. Francesco Alesci
porge i Saluti dell’Amministrazione e reagisce alla lettura del libro
L'incontro si terrà a Milazzo Palazzo D'amico (Marina Garibaldi) il 5 marzo alle ore 18.00.
Pietro Barcellona (n. Catania, 1936), nel quadro dei pensatori italiani appartiene a quegli "onesti" che, dopo aver tentato diverse "vie" nella propria vita, adesso sta tentando di rintracciare e percorrere la "Via" che in qualche modo un "amico" gli ha prospettato, provando a prendere sul serio quella che la tradizione e la cultura del nostro popolo suggerisce. Sentire un uomo così è entusiasmante!Egli è docente di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Catania. È stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura e in seguito deputato nelle file del P.C.I. e membro della Commissione giustizia della Camera. È autore di molte pubblicazioni, ha scritto con don Ciccio Ventorino "L'ineludibile questione di Dio".
Associazione “Centro di Solidarietà della Compagnia delle Opere di Milazzo” – Via Umberto, 128 - 98057 Milazzo, C.F. 92021500837 – e.mail: cds.milazzo@gmail.com – blog: www.blogspot.cds.milazzo.com
Patrocinio Comune di Milazzo in Collaborazione Assessorato alla Cultura di Milazzo
domenica 28 febbraio 2010
Messa di suffragio per don Giussani
Santa Messa in occasione del V anniversario della morte di don Luigi Giussani e nel XXVIII del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione
Messina, sabato 27 Febbraio 2010
«Il Signore aiuti la Fraternità di CL a realizzare il proprio scopo: mostrare a tutti, secondo il carisma di don Giussani, la pertinenza della fede alle esigenze della vita».
In un recente intervento, don Julián Carrón, successore di don Giussani alla guida di CL, ha detto:
«Don Giussani ci dice che “l’uomo non è capace di essere se stesso, di rimanere uomo, se non con l’aiuto di Cristo. Senza l’aiuto di Cristo l’uomo non capisce di essere domanda, non capisce che la sua natura è di essere desiderio, perciò si scandalizza che il suo desiderio non sia soddisfatto. Ma l’uomo da solo è talmente poco capace di essere se stesso che, senza Cristo, non sarebbe più neanche uomo. E, infatti, dimenticherebbe di essere desiderio di felicità”. Uno sguardo come quello che ci testimonia don Giussani sull’umano noi non ce lo possiamo nemmeno sognare. E non è perché don Giussani aveva un temperamento particolare: quello sguardo che don Giussani ci testimonia – occorrerebbe cancellare più della metà di quello che ha detto per cancellare quello sguardo – è il segno più potente della contemporaneità di Cristo per noi, ora; è il segno che il carisma è un dono dello Spirito, che l’abbiamo visto vibrare in quello sguardo».
Messina, sabato 27 Febbraio 2010
«Il Signore aiuti la Fraternità di CL a realizzare il proprio scopo: mostrare a tutti, secondo il carisma di don Giussani, la pertinenza della fede alle esigenze della vita».
In un recente intervento, don Julián Carrón, successore di don Giussani alla guida di CL, ha detto:
«Don Giussani ci dice che “l’uomo non è capace di essere se stesso, di rimanere uomo, se non con l’aiuto di Cristo. Senza l’aiuto di Cristo l’uomo non capisce di essere domanda, non capisce che la sua natura è di essere desiderio, perciò si scandalizza che il suo desiderio non sia soddisfatto. Ma l’uomo da solo è talmente poco capace di essere se stesso che, senza Cristo, non sarebbe più neanche uomo. E, infatti, dimenticherebbe di essere desiderio di felicità”. Uno sguardo come quello che ci testimonia don Giussani sull’umano noi non ce lo possiamo nemmeno sognare. E non è perché don Giussani aveva un temperamento particolare: quello sguardo che don Giussani ci testimonia – occorrerebbe cancellare più della metà di quello che ha detto per cancellare quello sguardo – è il segno più potente della contemporaneità di Cristo per noi, ora; è il segno che il carisma è un dono dello Spirito, che l’abbiamo visto vibrare in quello sguardo».
sabato 20 febbraio 2010
Appuntamento Culturale
20 febbraio 2010 - ore 18.00 - Milazzo, Sala di Rappresentanza di Palazzo D'Amico - Marina Garibaldi
Incontro con ANDREA TORNIELLI (amico di CL di Chioggia - vaticanista - Scrittore - scrive su "Avvenire" e su "Il Giornale")
Presentazione del suo libro: "PAOLO VI - l'audacia di un Papa" nell’ambito dell’iniziativa “L’autore e l’opera” promossa dall’assessore alla Cultura, Francesco Alesci.
Dopo i saluti del sindaco, interverranno lo stesso assessore Alesci, il prof. Filippo Russo, docente di Italiano e storia all’Itis Majorana di Milazzo e l’arciprete mons. Santino Colosi. Coordina Carmelo Coppolino Billè.
Incontro con ANDREA TORNIELLI (amico di CL di Chioggia - vaticanista - Scrittore - scrive su "Avvenire" e su "Il Giornale")
Presentazione del suo libro: "PAOLO VI - l'audacia di un Papa" nell’ambito dell’iniziativa “L’autore e l’opera” promossa dall’assessore alla Cultura, Francesco Alesci.
Dopo i saluti del sindaco, interverranno lo stesso assessore Alesci, il prof. Filippo Russo, docente di Italiano e storia all’Itis Majorana di Milazzo e l’arciprete mons. Santino Colosi. Coordina Carmelo Coppolino Billè.
martedì 2 febbraio 2010
‘Dona un farmaco a chi ne ha bisogno’
‘Dona un farmaco a chi ne ha bisogno’
X Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco
Sabato 13 febbraio 2010
La carità ti cambia la vita
Sabato 13 febbraio, in tutta Italia, in Sicilia Lunedì 15 febbraio ad eccezione di quelle farmacie che sono di turno.
Recandosi nelle farmacie che espongono la locandina del Banco Farmaceutico, si potrà acquistare e donare un farmaco da banco a chi oggi vive ai limiti della sussistenza (8 milioni 78 mila persone, dati ISTAT relativi al 2008).
La Fondazione Banco Farmaceutico Onlus in collaborazione con la Compagnia delle Opere – Opere Sociali, organizza, il prossimo 13 Febbraio, la X Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco. L'iniziativa si terrà in oltre 3000 farmacie distribuite in 82 province e in più di 1.200 comuni.
Sabato 13 febbraio, nelle farmacie che esporranno la locandina della raccolta, circa 10.000 volontari spiegheranno l’iniziativa ai cittadini. Gli stessi farmacisti, rispetto alla domanda degli enti assistiti, consiglieranno il tipo di farmaco da banco (cioè quelli senza prescrizione medica) di cui è maggiormente avvertita la necessità. A beneficiare dell’iniziativa saranno le oltre 420.000 persone che quotidianamente vengono assistite dai 1.250 enti caritatevoli convenzionati con il Banco Farmaceutico in tutta Italia.
In 9 anni sono stati raccolti oltre 1.700.000 di medicinali per un valore di circa 10,8 milioni di euro.
In questo momento di crisi e di confusione generale c'è il rischio di ripiegarsi su se stessi, di arrendersi alle difficoltà e di farsi tentare dall'individualismo. Questo rischio vale per tutti noi. Cosa vince questo rischio? E' solo l'esperienza di positività e di sovrabbondanza della Carità cristiana di cui siamo oggetto che ci permette di fare (e di proporre a tutti) il gesto della Giornata di Raccolta del Farmaco. Un gesto di gratuità e condivisione che aiuta i più poveri e che ridesta chi vi partecipa, generando un soggetto nuovo.
La Fondazione Banco Farmaceutico Onlus ha lo scopo di aiutare le persone indigenti rispondendo al loro bisogno farmaceutico, attraverso la collaborazione con le realtà assistenziali che operano localmente, al fine di educare l’uomo alla condivisione e alla gratuità.
La Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco si svolge con l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio del Segretariato Sociale della RAI e della Fondazione Pubblicità Progresso.
Si ringraziano i farmacisti per il sostegno economico all’iniziativa e L’ANIFA (Associazione nazionale delle industrie farmaceutiche dell’automedicazione) che ogni anno contribuisce al successo dell’iniziativa con importanti donazioni.
Si ringraziano inoltre: i testimonial Paolo Cevoli e Claudia Penoni, Mediafriends, Sky e IGPDecaux.
Per maggiori informazioni
Ufficio Stampa Fondazione Banco Farmaceutico: Francesco Lovati 334/6408185 ufficiostampa@bancofarmaceutico.org
Delegato provinciale di Messina, Giuseppe Di Benedetto 3922690038
X Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco
Sabato 13 febbraio 2010
La carità ti cambia la vita
Sabato 13 febbraio, in tutta Italia, in Sicilia Lunedì 15 febbraio ad eccezione di quelle farmacie che sono di turno.
Recandosi nelle farmacie che espongono la locandina del Banco Farmaceutico, si potrà acquistare e donare un farmaco da banco a chi oggi vive ai limiti della sussistenza (8 milioni 78 mila persone, dati ISTAT relativi al 2008).
La Fondazione Banco Farmaceutico Onlus in collaborazione con la Compagnia delle Opere – Opere Sociali, organizza, il prossimo 13 Febbraio, la X Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco. L'iniziativa si terrà in oltre 3000 farmacie distribuite in 82 province e in più di 1.200 comuni.
Sabato 13 febbraio, nelle farmacie che esporranno la locandina della raccolta, circa 10.000 volontari spiegheranno l’iniziativa ai cittadini. Gli stessi farmacisti, rispetto alla domanda degli enti assistiti, consiglieranno il tipo di farmaco da banco (cioè quelli senza prescrizione medica) di cui è maggiormente avvertita la necessità. A beneficiare dell’iniziativa saranno le oltre 420.000 persone che quotidianamente vengono assistite dai 1.250 enti caritatevoli convenzionati con il Banco Farmaceutico in tutta Italia.
In 9 anni sono stati raccolti oltre 1.700.000 di medicinali per un valore di circa 10,8 milioni di euro.
In questo momento di crisi e di confusione generale c'è il rischio di ripiegarsi su se stessi, di arrendersi alle difficoltà e di farsi tentare dall'individualismo. Questo rischio vale per tutti noi. Cosa vince questo rischio? E' solo l'esperienza di positività e di sovrabbondanza della Carità cristiana di cui siamo oggetto che ci permette di fare (e di proporre a tutti) il gesto della Giornata di Raccolta del Farmaco. Un gesto di gratuità e condivisione che aiuta i più poveri e che ridesta chi vi partecipa, generando un soggetto nuovo.
La Fondazione Banco Farmaceutico Onlus ha lo scopo di aiutare le persone indigenti rispondendo al loro bisogno farmaceutico, attraverso la collaborazione con le realtà assistenziali che operano localmente, al fine di educare l’uomo alla condivisione e alla gratuità.
La Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco si svolge con l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio del Segretariato Sociale della RAI e della Fondazione Pubblicità Progresso.
Si ringraziano i farmacisti per il sostegno economico all’iniziativa e L’ANIFA (Associazione nazionale delle industrie farmaceutiche dell’automedicazione) che ogni anno contribuisce al successo dell’iniziativa con importanti donazioni.
Si ringraziano inoltre: i testimonial Paolo Cevoli e Claudia Penoni, Mediafriends, Sky e IGPDecaux.
Per maggiori informazioni
Ufficio Stampa Fondazione Banco Farmaceutico: Francesco Lovati 334/6408185 ufficiostampa@bancofarmaceutico.org
Delegato provinciale di Messina, Giuseppe Di Benedetto 3922690038
giovedì 21 gennaio 2010
La nostra vita appartiene a un Altro
Dal volantino di giudizio di Comunione e Liberazione sul terremoto del 12 gennaio 2010 ad Haiti
«La nostra vita appartiene a qualcosa d’Altro. L’inevitabilità [di ciò che accade] è come il sinonimo più chiarificatore di questa non appartenenza a noi della cosa, e soprattutto non appartiene a noi ciò da cui tutto deriva: la nostra vita appartiene a un Altro.
In questo senso si capisce perché la vita dell’uomo è drammatica: se non appartenesse a un Altro sarebbe tragica. La tragedia è quando una costruzione frana e tutti i sassi e i pezzi di marmo e i pezzi di muro, crollano. E tutto nella vita diventa niente, è destinato a diventar niente, perché di ciò che abbiamo vissuto nel passato, di ciò che abbiamo vissuto fino a un’ora fa, fino a cinque minuti fa, non esiste più niente di formato, di costruito non esiste più niente. E questo è tragico. La tragedia è il nulla come traguardo, il niente, il niente di ciò che c’è.
Mentre se tutto appartiene a un Altro, a qualcosa d’Altro, allora la vita dell’uomo è drammatica, non tragica. Riconosco che ti appartengo, riconosco che il tempo non è stato mio, non mi apparteneva, come il tempo fino ad oggi non mi appartiene, non mi appartiene. Prendi pure la mia vita, accetto che non mi appartenga, riconosco che non mi appartiene, accetto che non mi appartenga. Ciò che possiede il nostro tempo è morto per noi, si presenta ai nostri occhi e al nostro cuore come il luogo dove è amato il nostro destino, dove è amata la nostra felicità, tanto che Colui che possiede il tempo muore per il nostro tempo. Il Signore, Colui a cui appartiene il tempo, è buono».
(L. Giussani, Si può vivere così?)
Vedi il volantino di CL
http://www.tracce.it/default.asp?id=411&id_n=14031
«La nostra vita appartiene a qualcosa d’Altro. L’inevitabilità [di ciò che accade] è come il sinonimo più chiarificatore di questa non appartenenza a noi della cosa, e soprattutto non appartiene a noi ciò da cui tutto deriva: la nostra vita appartiene a un Altro.
In questo senso si capisce perché la vita dell’uomo è drammatica: se non appartenesse a un Altro sarebbe tragica. La tragedia è quando una costruzione frana e tutti i sassi e i pezzi di marmo e i pezzi di muro, crollano. E tutto nella vita diventa niente, è destinato a diventar niente, perché di ciò che abbiamo vissuto nel passato, di ciò che abbiamo vissuto fino a un’ora fa, fino a cinque minuti fa, non esiste più niente di formato, di costruito non esiste più niente. E questo è tragico. La tragedia è il nulla come traguardo, il niente, il niente di ciò che c’è.
Mentre se tutto appartiene a un Altro, a qualcosa d’Altro, allora la vita dell’uomo è drammatica, non tragica. Riconosco che ti appartengo, riconosco che il tempo non è stato mio, non mi apparteneva, come il tempo fino ad oggi non mi appartiene, non mi appartiene. Prendi pure la mia vita, accetto che non mi appartenga, riconosco che non mi appartiene, accetto che non mi appartenga. Ciò che possiede il nostro tempo è morto per noi, si presenta ai nostri occhi e al nostro cuore come il luogo dove è amato il nostro destino, dove è amata la nostra felicità, tanto che Colui che possiede il tempo muore per il nostro tempo. Il Signore, Colui a cui appartiene il tempo, è buono».
(L. Giussani, Si può vivere così?)
Vedi il volantino di CL
http://www.tracce.it/default.asp?id=411&id_n=14031
giovedì 14 gennaio 2010
TERREMOTO in HAITI
EMERGENZA UMANITARIA
Da Port au Prince la cronaca di Fiammetta Cappellini,
responsabile di AVSI
Una catastrofe. Mai un terremoto di tale portata aveva devastato Haiti, anche se per ora è impossibile valutare appieno le conseguenze del sisma che martedì 12 gennaio 2010, le 16.53 ora locale, quasi le 23 in Italia, ha colpito l’isola di Haiti e in particolare la capitale, Port-au-Prince, dove AVSI lavora dal 1999 con tanti progetti e attività. Si teme che i morti siano centinaia e centinaia. L’ennesima catastrofe che ha nuovamente messo in ginocchio la popolazione, quella sopravvissuta, già stremata dalla povertà.
La buona notizia per AVSI è che tutti i 6 espatriati (5 italiani e 1 francese) sono fortunatamente vivi. Mentre stiamo cercando di rintracciare anche tutti i 100 collaboratori nazionali. Difficile anche avere notizie in breve tempo di tutte le famiglie che AVSI sostiene in Haiti attraverso i vari progetti, come il sostegno a distanza. “Chiediamo a tutti gli amici che ci hanno aiutato di continuare a farlo per questa emergenza, di avere tanta pazienza e di pregare.”
Per chi volesse fare una donazione – indicando nella causale “terremoto Haiti”:
Credito Artigiano - Sede Milano Stelline, Corso Magenta 59
IBAN IT 68 Z0351201614000000005000
Per bonifici dall'estero:
IBAN IT 68 Z0351201614000000005000
BIC (Swift code) ARTIITM2
Conto corrente postale n° 522474, intestato AVSI
vedi anche http://www.avsi.org/
Da Port au Prince la cronaca di Fiammetta Cappellini,
responsabile di AVSI
Una catastrofe. Mai un terremoto di tale portata aveva devastato Haiti, anche se per ora è impossibile valutare appieno le conseguenze del sisma che martedì 12 gennaio 2010, le 16.53 ora locale, quasi le 23 in Italia, ha colpito l’isola di Haiti e in particolare la capitale, Port-au-Prince, dove AVSI lavora dal 1999 con tanti progetti e attività. Si teme che i morti siano centinaia e centinaia. L’ennesima catastrofe che ha nuovamente messo in ginocchio la popolazione, quella sopravvissuta, già stremata dalla povertà.
La buona notizia per AVSI è che tutti i 6 espatriati (5 italiani e 1 francese) sono fortunatamente vivi. Mentre stiamo cercando di rintracciare anche tutti i 100 collaboratori nazionali. Difficile anche avere notizie in breve tempo di tutte le famiglie che AVSI sostiene in Haiti attraverso i vari progetti, come il sostegno a distanza. “Chiediamo a tutti gli amici che ci hanno aiutato di continuare a farlo per questa emergenza, di avere tanta pazienza e di pregare.”
Per chi volesse fare una donazione – indicando nella causale “terremoto Haiti”:
Credito Artigiano - Sede Milano Stelline, Corso Magenta 59
IBAN IT 68 Z0351201614000000005000
Per bonifici dall'estero:
IBAN IT 68 Z0351201614000000005000
BIC (Swift code) ARTIITM2
Conto corrente postale n° 522474, intestato AVSI
vedi anche http://www.avsi.org/
Quella nostalgia verso l'infinito
Caro Direttore,
c’è una frase di Dostoevskij che mi accompagna in questi tempi, dovendo parlare del cristianesimo alle persone più diverse in Italia e all’estero: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?». Questa domanda suona come una sfida a ciascuno di noi. È precisamente dalla risposta ad essa che dipende la possibilità di successo della fede oggi. In un discorso del 1996, l’allora cardinale Ratzinger rispose che la fede può sperare questo «perché essa trova corrispondenza nella natura dell’uomo. Nell’uomo vi è un’inestinguibile aspirazione nostalgica verso l’infinito». E con ciò indicava anche la condizione necessaria: che il cristianesimo ha bisogno di trovare l’uomo che vibra in ciascuno di noi per mostrare tutta la portata della sua pretesa.
Eppure in quante occasioni siamo tentati di guardare l’umanità concreta che ci troviamo addosso - per esempio, il disagio, l’insoddisfazione, la tristezza, la noia - come un ostacolo, una complicazione, un intralcio alla realizzazione di ciò che desideriamo. E così ci arrabbiamo con noi stessi e con la realtà, soccombendo sotto il peso delle circostanze, nell’illusione di andare avanti tagliando via qualche pezzo di noi. Ma disagio, insoddisfazione, tristezza, noia non sono sintomi di una malattia su cui intervenire coi farmaci, come accade sempre più spesso in una società che confonde l’inquietudine del cuore col panico e con l’ansia. Sono piuttosto segni di quale sia la natura dell’io. Il nostro desiderio è più grande di tutto l’universo. La percezione del vuoto in noi e attorno a noi di cui parla Leopardi («mancamento e voto») e la noia di cui parla Heidegger sono la prova dell’inesorabilità del nostro cuore, del carattere smisurato del nostro desiderio - niente è in grado di darci soddisfazione e pace -; possiamo dimenticarlo, tradirlo, ingannarlo, ma non possiamo togliercelo di dosso.
Per questo il vero ostacolo al cammino non è la nostra concreta umanità, ma la trascuratezza di essa. Tutto in noi grida l’esigenza di qualcosa che riempia il vuoto. Lo intuiva perfino Nietzsche, che non poté evitare di rivolgersi al “dio ignoto” che fa tutte le cose: «Rimasto solo, levo le mie mani/ (…) “Al dio ignoto”:/ (…) Conoscerti io voglio - te, l’Ignoto,/ Che a fondo mi penetri nell’anima,/ Come tempesta squassi la mia vita,/ Inafferrabile eppure a me affine!» (1864).
Il Natale è l’annuncio che questo ignoto Mistero è diventato una presenza familiare, senza la quale nessuno di noi potrebbe rimanere uomo a lungo, finirebbe travolto dalla confusione, vedendo decomporsi il proprio volto, perché «solo il divino può “salvare” l’uomo, cioè le dimensioni vere ed essenziali dell’umana figura e del suo destino» (don Giussani).
Il segno più persuasivo che Cristo è Dio, il miracolo più grande da cui tutti rimanevano colpiti - più ancora che le gambe raddrizzate e la cecità guarita - era uno sguardo senza paragoni. Il segno che Cristo non è una teoria o un insieme di regole è quello sguardo, di cui è pieno il Vangelo: il Suo modo di trattare l’umano, di entrare in rapporto con coloro che trovava sulla sua strada. Pensiamo a Zaccheo e alla Maddalena: non ha chiesto loro di cambiare, li ha abbracciati così com’erano, nella loro umanità ferita, sanguinante, bisognosa in tutto. E la loro vita, abbracciata, si ridestava in quel momento in tutta la sua profondità originale.
Chi non desidererebbe essere raggiunto da un simile sguardo ora? Infatti «non si può rimanere nell’amore a se stessi senza che Cristo sia una presenza come è una presenza una madre per il bambino. Senza che Cristo sia presenza ora – ora! –, io non posso amarmi ora e non posso amare te ora» (don Giussani). Sarebbe l’unica modalità per rispondere da uomini del nostro tempo, ragionevolmente e criticamente, alla domanda di Dostoevskij.
Ma come sappiamo che Cristo è vivo ora? Perché il Suo sguardo non è un fatto del passato. Continua nel mondo tale e quale: dal giorno della Sua resurrezione la Chiesa esiste solo per rendere esperienza l’affezione di Dio, attraverso persone che sono il Suo corpo misterioso, testimoni nell’oggi della storia di quello sguardo capace di abbracciare tutto l’umano.
Grazie.
Julián Carrón, Corriere della Sera, 24 dicembre 2009
c’è una frase di Dostoevskij che mi accompagna in questi tempi, dovendo parlare del cristianesimo alle persone più diverse in Italia e all’estero: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?». Questa domanda suona come una sfida a ciascuno di noi. È precisamente dalla risposta ad essa che dipende la possibilità di successo della fede oggi. In un discorso del 1996, l’allora cardinale Ratzinger rispose che la fede può sperare questo «perché essa trova corrispondenza nella natura dell’uomo. Nell’uomo vi è un’inestinguibile aspirazione nostalgica verso l’infinito». E con ciò indicava anche la condizione necessaria: che il cristianesimo ha bisogno di trovare l’uomo che vibra in ciascuno di noi per mostrare tutta la portata della sua pretesa.
Eppure in quante occasioni siamo tentati di guardare l’umanità concreta che ci troviamo addosso - per esempio, il disagio, l’insoddisfazione, la tristezza, la noia - come un ostacolo, una complicazione, un intralcio alla realizzazione di ciò che desideriamo. E così ci arrabbiamo con noi stessi e con la realtà, soccombendo sotto il peso delle circostanze, nell’illusione di andare avanti tagliando via qualche pezzo di noi. Ma disagio, insoddisfazione, tristezza, noia non sono sintomi di una malattia su cui intervenire coi farmaci, come accade sempre più spesso in una società che confonde l’inquietudine del cuore col panico e con l’ansia. Sono piuttosto segni di quale sia la natura dell’io. Il nostro desiderio è più grande di tutto l’universo. La percezione del vuoto in noi e attorno a noi di cui parla Leopardi («mancamento e voto») e la noia di cui parla Heidegger sono la prova dell’inesorabilità del nostro cuore, del carattere smisurato del nostro desiderio - niente è in grado di darci soddisfazione e pace -; possiamo dimenticarlo, tradirlo, ingannarlo, ma non possiamo togliercelo di dosso.
Per questo il vero ostacolo al cammino non è la nostra concreta umanità, ma la trascuratezza di essa. Tutto in noi grida l’esigenza di qualcosa che riempia il vuoto. Lo intuiva perfino Nietzsche, che non poté evitare di rivolgersi al “dio ignoto” che fa tutte le cose: «Rimasto solo, levo le mie mani/ (…) “Al dio ignoto”:/ (…) Conoscerti io voglio - te, l’Ignoto,/ Che a fondo mi penetri nell’anima,/ Come tempesta squassi la mia vita,/ Inafferrabile eppure a me affine!» (1864).
Il Natale è l’annuncio che questo ignoto Mistero è diventato una presenza familiare, senza la quale nessuno di noi potrebbe rimanere uomo a lungo, finirebbe travolto dalla confusione, vedendo decomporsi il proprio volto, perché «solo il divino può “salvare” l’uomo, cioè le dimensioni vere ed essenziali dell’umana figura e del suo destino» (don Giussani).
Il segno più persuasivo che Cristo è Dio, il miracolo più grande da cui tutti rimanevano colpiti - più ancora che le gambe raddrizzate e la cecità guarita - era uno sguardo senza paragoni. Il segno che Cristo non è una teoria o un insieme di regole è quello sguardo, di cui è pieno il Vangelo: il Suo modo di trattare l’umano, di entrare in rapporto con coloro che trovava sulla sua strada. Pensiamo a Zaccheo e alla Maddalena: non ha chiesto loro di cambiare, li ha abbracciati così com’erano, nella loro umanità ferita, sanguinante, bisognosa in tutto. E la loro vita, abbracciata, si ridestava in quel momento in tutta la sua profondità originale.
Chi non desidererebbe essere raggiunto da un simile sguardo ora? Infatti «non si può rimanere nell’amore a se stessi senza che Cristo sia una presenza come è una presenza una madre per il bambino. Senza che Cristo sia presenza ora – ora! –, io non posso amarmi ora e non posso amare te ora» (don Giussani). Sarebbe l’unica modalità per rispondere da uomini del nostro tempo, ragionevolmente e criticamente, alla domanda di Dostoevskij.
Ma come sappiamo che Cristo è vivo ora? Perché il Suo sguardo non è un fatto del passato. Continua nel mondo tale e quale: dal giorno della Sua resurrezione la Chiesa esiste solo per rendere esperienza l’affezione di Dio, attraverso persone che sono il Suo corpo misterioso, testimoni nell’oggi della storia di quello sguardo capace di abbracciare tutto l’umano.
Grazie.
Julián Carrón, Corriere della Sera, 24 dicembre 2009
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