martedì 21 aprile 2009

EDITORIALE La pietra del sepolcro

Tracce N.4, Aprile 2009
Si corre un rischio, davanti alle ultime polemiche che hanno coinvolto Benedetto XVI, dal “caso lefevbriani” all’Aids in Africa, passando per gli articoli sulla presunta “solitudine del Papa”: l’assuefazione. Il pensare che, in fondo, siano cose già viste e quasi scontate, da incastrare nelle solite caselle: pro e contro, guelfi e ghibellini. Da una parte i “papisti”, dall’altra i “laici”, in mezzo una platea di cattolici adulti e atei teocon, a mischiare un po’ le carte. È un rischio grave. Perché impedisce di cogliere fino in fondo la natura decisiva di quello che c’è in gioco. Non permette di accorgersi, per esempio, che nell’attacco alla ragionevolezza con cui la Chiesa affronta i problemi quotidiani dell’uomo - si tratti dell’Aids o della crisi economica - sta la negazione dell’evidenza più potente che viviamo: riconoscere Cristo fa conoscere il reale, la fede allarga la ragione. Mentre nello scandalo davanti alla misericordia con cui il Papa abbraccia chi sbaglia - «gesto inequivocabile del divino» e quindi la «sfida più grande» davanti alla quale ci si possa trovare, come ha scritto don Julián Carrón su Avvenire - sta un rifiuto ostinato e terribile del fatto stesso che Cristo ha portato nel mondo: la salvezza. Ostinato, perché frutto di una ragione testardamente asfittica. E terribile, perché tenta di strappare dalla nostra esperienza la speranza. Che cosa sarebbe la vita, senza la Sua misericordia? Come faremmo ad affrontare la malattia, o i nostri errori, o la durezza della crisi? Cosa sarebbe la realtà, senza di Lui? Un peso insopportabile. Come la pietra di un sepolcro. È in quel sepolcro che irrompe la Pasqua. È quella pietra tombale che viene spazzata via per sempre dalla Resurrezione. Perché Lui c’è. Qui e ora. Contemporaneo a noi. E basta seguirlo, perché - come dice proprio Benedetto XVI in un passaggio bellissimo di un suo discorso recente - «nel mistero dell’Incarnazione sta sia il contenuto che il metodo dell’annuncio cristiano». ........

Invito alla Pasqua dello Studente Universitario

Mercoledì 22 aprile alle h. 12,00 al piano terra della Biblioteca centralizzata della Facoltà di Scienze, a Papardo, si terrà la "Pasqua dello Studente" per gli tutti studenti universitari e per tutto il personale ed amici.

domenica 12 aprile 2009

BUONA PASQUA 2009



La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche il presente più faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino. La presenza di Cristo non è soltanto una realtà attesa, ma una vera presenza.
Benedetto XVI

Noi diciamo quello che dovrebbe essere o quello che non va e non “si parte dall’affermazione che Cristo ha vinto”. Che Cristo ha vinto, che Cristo è risorto, significa che il senso della mia vita e del mondo è presente, è già presente, e il tempo è l’operazione profonda e misteriosa del suo manifestarsi.
Luigi Giussani

venerdì 10 aprile 2009

TERREMOTO IN ABRUZZO volantino di CL

Passione dell’uomo, passione di Cristo
Ancora una volta siamo stati feriti nell’intimo del nostro essere da un evento sconvolgente. Così sconvolgente che è difficile sottrarsi alla domanda circa il suo significato, talmente supera la nostra capacità di comprensione. La questione è tanto radicale quanto scomoda. Non possiamo cercare di chiuderla in fretta, desiderando di voltare pagina quanto prima per dimenticare.
Non è ragionevole restare prigionieri di una emotività che ci soffoca, tanto meno spostare l’attenzione su eventuali responsabili. La carità sterminata, che si è documentata in questi giorni come moto spontaneo e che sarà necessaria soprattutto nei prossimi mesi quando ci sarà più bisogno di aiuto, indica che la dimenticanza non è l’unica strada.
Eppure neanche questa mossa è in grado di esaurire l’urgenza della domanda, suscitata dall’esperienza della nostra impotenza di fronte al terremoto.
Eventi come questo ci mettono davanti al mistero dell’esistenza, provocando la nostra ragione e la nostra libertà di uomini. Sprecare l’occasione di guardarlo in faccia ci lascerebbe ancora più smarriti e scettici. Ma per stare davanti al mistero dell’esistenza abbiamo bisogno di qualcosa di più della nostra pur giusta solidarietà. Da soli non possiamo.
La compagnia di Cristo - che è all’origine dell’amore all’uomo proprio del nostro popolo - si rivela ancora una volta decisiva nella nostra storia: una compagnia che dà senso alla vita e alla morte, alle vittime, ai sopravvissuti e a noi stessi, e sostiene la speranza.
L’imminenza della Pasqua acquista, allora, una nuova luce. «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?» (Rm 8,32).
Comunione e Liberazione
Aprile 2009.

giovedì 9 aprile 2009

EMERGENZA TERREMOTO ABRUZZO

Come aiutare la popolazione: l'iniziativa del Banco Alimentare
Comunicato 06/04/2009
"Al grido doloroso della popolazione d'Abruzzo, colpita dal terremoto, la Fondazione Banco Alimentare Onlus vuole rispondere immediatamente raccogliendo e distribuendo generi alimentari per aiutare chi è stato colpito da un così grave evento - ha spiegato Monsignor Mauro Inzoli, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus - In questo momento, in cui le necessità principali sono il pane e la casa, la Fondazione Banco Alimentare Onlus vuole essere in prima linea a condividere il dolore di questo popolo, consapevole che dalla gratuita condivisione del bisogno nasce sempre un germoglio di speranza, ora più che mai indispensabile per affrontare la fatica del vivere".
Per sostenere la Fondazione Banco Alimentare Onlus ad aiutare le popolazioni colpite dal terremoto: i privati possono fare una donazione in denaro, non sarà possibile accettare donazioni di alimenti; le aziende alimentari potranno invece donare direttamente anche cibo.
COME OFFRIRE AIUTO
CONTO CORRENTE POSTALE N° 28748200
Intestato a: Fondazione Banco Alimentare Onlus
Causale: emergenza terremoto Abruzzo
CONTO CORRENTE BANCARIO Banca Prossima IBAN IT52L0335901600100000003514
Intestato a: Fondazione Banco Alimentare Onlus
Causale: emergenza terremoto Abruzzo
DONA ONLINE (con carta di credito) http://www.bancoalimentare.org/donazioni
Causale: emergenza terremoto Abruzzo
PER CONTATTARCI
02-89.65.84.63 - Per aiuti da privati (solo donazioni in denaro) 02-89.65.84.58 - Per aiuti da aziende (donazioni e alimenti)
per info e segnalazioni: mailto:terremotoabruzzo@bancoalimentare.it

domenica 5 aprile 2009

Fino al fondo del reale

Nei giorni scorsi è uscito su Avvenire, il quotidiano cattolico italiano, un editoriale firmato dal cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia. È un testo che vale la pena di leggere a fondo, e lo troverete anche all’interno del giornale. Tra le due tentazioni sempre presenti nel fare i conti con la fede (la riduzione del cristianesimo a «religione civile, mero cemento etico» e la «criptodiaspora» di chi «annuncia la pura e nuda croce» fuggendo dalle battaglie della storia), Scola indica un altro modo - forse l’unico modo - di vivere il cristianesimo: «Proporre l’avvenimento di Gesù Cristo in tutta la sua interezza irriducibile ad ogni umano schieramento», mostrando «la bellezza e la fecondità della fede per la vita di tutti i giorni». La speranza, quindi. Altro che «egemonia mondana». Sono temi da approfondire, non certo in poche righe ma nel lavoro delle prossime settimane. Tanto più che si innestano con una sintonia sorprendente - e commovente - nel percorso educativo in cui siamo condotti in questi mesi. Qui ne riprendiamo solo uno spunto, un tratto di matita utile a far emergere il filo rosso che trovate sotteso a molti argomenti affrontati da questo Tracce: dall’Europa dei “nuovi diritti” alla legge sul “fine vita”, alle varie testimonianze. Quell’editoriale sottolinea la natura del cristianesimo e la dinamica della fede: l’Avvenimento, un Fatto presente, «Qualcosa che viene prima», per usare l’espressione di don Giussani che ci sta lentamente tornando familiare. E la testimonianza, l’«instancabile racconto» che «offre a tutti la speranza». Ma che cosa significa testimoniare Cristo? E che cosa vuol dire farlo oggi, in una realtà che sembra letteralmente impazzita, incapace di usare appieno la ragione? Questa è la sfida a cui siamo chiamati. Per affermare dei valori si possono sguainare e brandire argomenti giustissimi, buttandosi nella mischia armati di una dottrina corretta da contrapporre alla follia di chi, ormai, nega anche le evidenze più immediate. Si può, e lo vediamo accadere spesso in questi giorni. È una tentazione sempre viva, per tutti noi. Ma questo non è il cristianesimo. Non è quell’Avvenimento che accade, e che irrompe nella nostra vita attraverso testimoni che ci fanno capire di più cos’è la vita. Non è quel Fatto che ha una portata conoscitiva senza paragoni, perché ci accompagna fino al fondo del reale e lo fa nel modo più semplice: facendoci incontrare persone che vivono in maniera diversa, che accolgono la sofferenza in maniera diversa, che mettono su famiglia in maniera diversa. E che in quel “diverso” così carico di ragioni e di attrattiva, perché corrisponde al nostro cuore, offrono al mondo una speranza senza fine: la Sua Presenza. Senza di Lui, quella diversità non si spiegherebbe. Quella capacità di vivere il reale sarebbe impossibile. E invece, c’è. «Per difendere la vita, don Giussani ci ha fatto pulsare il sangue di una febbre di vita», ricordava tempo fa don Julián Carrón a un gruppo di responsabili di Cl. Testimone, appunto. È una sfida da brividi. Ma è l’unica che valga la pena di accettare davvero.
Tracce N.3, Marzo 2009 EDITORIALE
per leggere l'editoriale firmato dal cardinale Angelo Scola
http://www.avvenire.it/Commenti/Altro+che+egemonia+mondana+Offerta+di+una+speranza+da+investire+quaggi.htm