lunedì 31 agosto 2009

Comunicato conclusivo del XXX Meeting per l’amicizia fra i popoli

Il XXX Meeting di Rimini si è svolto nel segno della sfida contenuta nel messaggio di Benedetto XVI: «non il distacco e l’assenza di coinvolgimento sono l’ideale da rincorrere, peraltro invano, nella ricerca di una conoscenza “obiettiva”, bensì un coinvolgimento adeguato con l’oggetto».Tutti - relatori, ospiti e noi per primi - sono stati conquistati innanzitutto dallo spettacolo di quasi 4.000 volontari, che hanno pagato vitto e alloggio per potere lavorare al Meeting, segno di un desiderio di fare un’esperienza, cioè di vivere ciò che fa crescere, e di condividerla con chiunque. È un autentico “miracolo” che si ripete da trent’anni e che - a detta di tanti - è impossibile trovare altrove, frutto di un’educazione a vivere la gratuità come dimensione di ogni rapporto.Con le quasi 800.000 presenze - sempre più alto è il numero di coloro che giungono dall’estero - i padiglioni del Meeting sono stati letteralmente saturati da tanti che hanno potuto incontrare personalità internazionali e protagonisti della vita italiana, visitare le mostre e partecipare agli spettacoli in programma. Particolarmente significativi la messa in scena del Miguel Manara di Milosz, uno dei testi più cari al popolo del Meeting, e il concerto di Enzo Jannacci, genio musicale e umano.I quasi 300 relatori che hanno parlato durante la settimana hanno contribuito al realizzarsi di una conoscenza nuova della realtà e in alcuni momenti sono arrivati fino a comunicare il significato ultimo delle cose. A cominciare da don Julián Carrón: in un Meeting che ha messo a tema la conoscenza difficilmente avremmo potuto trovare un testimone migliore di San Paolo per documentare la verità del titolo scelto. Dall’altra parte, Carmine Di Martino ha mostrato la portata del tema dentro il percorso della modernità.Per sette giorni le persone hanno potuto vedere che il percorso della conoscenza non è ridestato da discorsi o spiegazioni astratte, ma dall’incontro con persone che conoscono il reale in un modo nuovo e attraente, perché carico di una promessa di verità e di bene.La settimana riminese è stata un susseguirsi di testimoni, nuovi o noti: Amparito dell’Ecuador, gli amici del Rione Sanità di Napoli e Josè Berdini di Corridonia, padre Aldo Trento del Paraguay, Marcos e Cleuza Zerbini di San Paolo del Brasile, Rose e Vicky di Kampala, i carcerati di Padova.E ancora, abbiamo ascoltato personalità del mondo culturale come Mary Ann Glendon, che ha introdotto il tema della “esperienza elementare” come radice dei diritti umani. Filosofi come Remi Brague e Fabrice Hadjadj, e premi Nobel e scienziati come John Mather, Charles Townes e Yves Coppens hanno mostrato che cosa significhi “allargare la ragione”.Il Meeting dei trent’anni si è aperto con un evento internazionale eccezionale, favorito dal ministro Frattini: l’incontro di quattro leader di altrettanti Paesi africani, che hanno dialogato di pace e sviluppo. Assolutamente imprevista è stata la testimonianza umana e politica di Tony Blair, che è arrivata fino alla confessione pubblica delle ragioni della sua conversione al cattolicesimo: la scoperta del carattere universale della Chiesa.Inoltre responsabili delle istituzioni, del governo italiano e dell’opposizione, hanno accettato di confrontarsi coi temi reali della vita di un popolo, dall’educazione al lavoro, dall’economia alla giustizia. È stato il caso di Renato Schifani, Mario Draghi e Giulio Tremonti, di Angelino Alfano, Maurizio Sacconi, Claudio Scajola, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Roberto Calderoli e Luca Zaia, di Pierluigi Bersani ed Enrico Letta. Allo stesso modo si sono confrontati esponenti dell’economia e della finanza come Corrado Passera, James Murdoch, Fabio Conti e Raffaele Bonanni.Fedele alla sua tradizione, il Meeting ha proposto momenti di ecumenismo reale con esponenti delle tradizioni ebraica, ortodossa e musulmana, animati da una sincera volontà di dialogo in vista di una convivenza pacifica nella verità e nella diversità. Particolarmente apprezzato l’intervento del cardinale di Madrid sul contributo della Chiesa alla vita sociale e quello del cardinale Caffarra sulla ragionevolezza della fede.Nell’ultimo libro di don Giussani, Qui e ora, presentato a conclusione del Meeting, si legge che «l’uomo, che agisca con un minimo di autocoscienza, agisce avendo un motivo ultimo».Per questo, il titolo del Meeting 2010, che si svolgerà a Rimini dal 22 al 28 agosto, è: «Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore».Rimini, 29 agosto 2009

mercoledì 12 agosto 2009

COMUNICATO STAMPA SULLA PILLOLA RU486

Il Vescovo di San Marino-Montefeltro Mons. Luigi Negri esprime la più viva condanna per la decisione assunta dall’Agenzia Italiana del Farmaco, AIFA, di consentire l’uso della pillola abortiva nelle strutture sanitarie del paese. Nel contempo, esprime la propria gratitudine a Sua Eccellenza Mons. Elio Sgreccia e a Sua Eccellenza il Senatore Francesco Cossiga, per i loro puntuali, rigorosi ed efficaci interventi. Questa decisione ci mostra, in modo incontrovertibile - scrive il Vescovo di San Marino-Montefeltro - quale sia la moralità “pubblica” della mentalità laicista, anticattolica e consumista, che caratterizza le “elites” ideologiche e politiche che pretendono di dominare il nostro paese. Questa, della pillola abortiva, è la moralità teorizzata e praticata da coloro che, in questi ultimi mesi, ci hanno riempito di chiacchiere sulla rilevanza pubblica di certi comportamenti privati. Secondo la più autentica tradizione della Chiesa – continua Mons. Negri - vorremmo ricordare a questi signori che mille incoerenze etiche non distruggono né il benessere, né la libertà del popolo: invece un attacco violento contro la sacralità della vita, questo sì è un evento che devasta la nostra vita sociale. Questa sciagurata decisione rende ancora più facile liberarsi da una gravidanza scomoda, come di una inutile zavorra: e questo abbassa la nostra società sotto il livello della giungla. A tutti il Vescovo ricorda la terribile e drammatica definizione che il più grande genetista del ventesimo secolo Lejeune utilizzò nei confronti della pillola abortiva: “Si tratta di un autentico pesticida umano”. Se questa è – come è – l’ora delle tenebre allora i cristiani sappiano viverla con la serena ed incrollabile fiducia che solo Cristo, che ha vinto il male dell’uomo e del mondo, può aprire di fronte all’uomo di oggi scenari di verità, di libertà e di giustizia.
Pennabilli, 1 agosto 2009 Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali Diocesi di San Marino-Montefeltro

lunedì 3 agosto 2009

LA CONOSCENZA E' SEMPRE UN AVVENIMENTO

«La conoscenza è sempre un avvenimento»: questo il tema che darà il titolo alla trentesima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, il più grande evento europeo, da domenica 23 agosto 2009 a sabato 29 agosto 2009 a Rimini. Lungi dal voler proporre un inaccessibile discorso per addetti ai lavori, si parlerà innanzitutto dell’uomo e del suo rapporto con il mondo. In un clima generale di preoccupante incertezza e diffusa sfiducia verso il futuro, si avverte l’urgenza di riporre al centro del dibattito la dinamica attraverso cui l’uomo conosce il reale. Per fare questo occorre capire se la conoscenza sia riducibile ad un’interpretazione arbitraria, ad una “costruzione” del soggetto, se debba essere intesa nell’esclusivo senso della – presunta “obbiettiva” – conoscenza scientifica, oppure se essa non sia piuttosto «un incontro tra una energia umana e una presenza» e dunque sempre un avvenimento, che accade in modalità e figure diverse tra loro e comporta costitutivamente un elemento irriducibile di alterità. Alain Finkielkraut afferma: «Un avvenimento è qualcosa che irrompe dall’esterno. Un qualcosa di imprevisto. È questo il metodo supremo della conoscenza. Bisogna ridare all’avvenimento la sua dimensione ontologica di nuovo inizio. È un’irruzione del nuovo che rompe gli ingranaggi, che mette in moto un processo». Alla base di ogni percorso di conoscenza, anche o soprattutto scientifica, vi è l’imbattersi in qualcosa di nuovo, che prima non era entrato nel raggio dell’esperienza o semplicemente non veniva considerato. Ciò fa sì che la conoscenza sia sempre in movimento e quindi sempre perfettibile. Ma il nuovo che irrompe e innesca o rilancia la dinamica del conoscere non è solo qualcosa, è anche – e necessariamente – qualcuno: è ciò che chiamiamo testimone. Senza la mediazione di testimoni non vi sarebbe sviluppo della conoscenza e non vi sarebbero civiltà e cultura, non vi sarebbe storia. Più radicalmente: è la testimonianza dell’altro, quando si tratta di un’umanità diversa, pienamente corrispondente alle attese costitutive dell’uomo, che rende evidente, “conoscibile”, il senso del vivere. Ragione e affettività sono profondamente unite nella dinamica della conoscenza: senza affezione, cioè senza un moto di adesione sincera e interessata verso il reale, la ragione non può conoscere. Come afferma Jean-Luc Marion, «l’amore è una parte centrale della razionalità». Gli appuntamenti del Meeting saranno l’occasione per incontrare testimoni per i quali la vita continua ad essere l’avventura di una conoscenza sempre nuova proprio perchè avvenimento.
http://www.meetingrimini.org/