domenica 23 dicembre 2012

BUON NATALE 2012

Nessuno può dire: ho la verità – questa è l’obiezione che si muove – e, giustamente, nessuno può avere la verità. È la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi possessori, bensì siamo afferrati da lei. Dio ci è diventato così vicino che Egli stesso è un uomo: questo ci deve sconcertare e sorprendere sempre di nuovo! Egli è così vicino che è uno di noi. Conosce l’essere umano, lo conosce dal di dentro, lo ha provato con le sue gioie e le sue sofferenze. Come uomo, mi è vicino, vicino «a portata di voce».
(Benedetto XVI)

Il miracolo più grande, da cui i discepoli erano colpiti tutti i giorni, non era quello delle gambe raddrizzate, della pelle mondata, della vista riacquistata. Il miracolo più grande era uno sguardo rivelatore dell’umano cui non ci si poteva sottrarre. Non c’è nulla che convinca l’uomo come uno sguardo che afferri e riconosca ciò che esso è, che scopra l’uomo a se stesso. Gesù vedeva dentro l’uomo, nessuno poteva nascondersi davanti a lui, di fronte a lui la profondità della coscienza non aveva segreti.
(Luigi Giussani)


sabato 8 dicembre 2012

IX Assemblea Banchi di Solidarietà


IX Assemblea Banchi di Solidarietà
Domenica 9 DICEMBRE 2012 – ore 10.30 Milano
A Messina in diretta streaming presso la sede dell’Associazione “Amici di CL” sita in via Porto Salvo, 2/A,

Cari amici,
l’Assemblea Nazionale, come è nostra tradizione, sarà l’occasione di un paragone e di una testimonianza sull’esperienza di carità che ciascuno di noi vive e sull’utilità che ne trae per la propria vita.
Per prepararci a questo momento, che sarà guidato da don Eugenio Nembrini, ti invitiamo a lavorare, sia personalmente che con gli amici con cui condividi l’esperienza dei Banchi di Solidarietà, sul testo della giornata di inizio anno, La vita come vocazione, più precisamente:
Dio non permette mai che accada qualche cosa, se non per una nostra maturità, per una nostra maturazione.
Anzi [ecco il test che Giussani propone per verificare se stiamo diventando più maturi], è proprio dalla capacità che ognuno di noi e che ogni realtà ecclesiale ha (famiglia, comunità, parrocchia, Chiesa in genere) di valorizzare come strada maturante ciò che appare come obiezione, persecuzione, o comunque come difficoltà, è dalla capacità di rendere strumento e momento di maturazione questo, che si dimostra la verità della fede. In che cosa consiste, dunque, la nostra maturazione?
È la maturazione della nostra autocoscienza, è la generazione di un soggetto in grado di avere consistenza in mezzo a tutte le vicende della vita. Perché le circostanze introducono una lotta: allora, è la lotta che ci tiene svegli, e questa lotta è la trama normale della vita: ci tiene svegli, cioè ci matura la consapevolezza di ciò che è la nostra consistenza o la nostra dignità, che è un Altro. Le circostanze, perciò, ci sono date perché maturi in noi la consapevolezza di ciò che è la nostra consistenza, affinché noi prendiamo veramente coscienza che la nostra consistenza è un Altro”.
J.Carron; La vita come vocazione; pag.VI

giovedì 29 novembre 2012

PRESENTAZIONE CAMPAGNA TENDE 2012-2013

Anche quest’anno è al via la Campagna delle Tende di AVSI. Il titolo sarà “Costruendo un bene per tutti”. In Sicilia il lancio della Campagna si terrà, per la Sicilia Orientale, Venerdì 30 Novembre alle ore 20,00 a Siracusa, presso il salone Sant’Angela Merici, via Ada Meli 1.

La Campagna delle Tende intende sostenere la presenza cristiana nel mondo.
I progetti che vengono individuati e proposti non sono definiti in primo luogo dal bisogno che esprimono, ma descrivono esperienze in corso di una presenza cristiana, spesso in ambiti difficili e disagiati. Difendere questo tipo di opportunità nel mondo è allora l'occasione di un'esperienza personale per tutti quelli che aderiscono alle tantissime iniziative della Campagna delle Tende.  
 COSTRUENDO UN BENE PER TUTTI
Le persone che costruivano le cattedrali, davano una parte di sé per l’edificazione di una cosa grande che non era una loro proprietà. Quegli uomini davano tempo, denaro, materiali, c’è chi dava anche solo un bottone, o davano l’intero proprio capitale come donazione che permettesse la costruzione della cattedrale; proprio come le persone che sostengono AVSI facendo iniziative per la campagna delle tende o facendo una donazione. Certo erano – e sono - uomini che vivono la dimensione del bisogno di dare qualcosa di sé gratis e di costruire, di partecipare alla costruzione di una cosa grandiosa, come necessaria alla propria vita.
I progetti
ECUADOR: all’asilo in famiglia sulle Ande - Sostegno agli asili familiari e centri educativi
UGANDA: la scuola Giussani a Kampala - Ultimazione della scuola secondaria Luigi Giussani
ETIOPIA: l’università cattolica di Addis Abeba
SIRIA: per le famiglie in fuga dalla guerra - Sostegno alle attività della Custodia di Terra Santa a favore dei rifugiati
www.avsi.org

domenica 25 novembre 2012

COMUNICATO STAMPA DATI COLLETTA ALIMENTARE MESSINA

COMUNICATO STAMPA
Messina, 25 Novembre 2012

16ª GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE
Sabato 24 novembre 2012

Ieri si è svolta a Messina, come in tutta Italia, la 16ª Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus, con l’impiego di oltre 1500 volontari che si sono alternati nei 118 supermercati della provincia di cui 50 in città.
Nella nostra provincia, nonostante l’attuale grande crisi economica, sono stati donati Kg. 72.683 di alimenti, di cui nella sola città di Messina Kg. 35.400, con un incremento sensibile delle quantità rispetto all’anno scorso, segno che nemmeno la crisi riesce a cancellare il desiderio di bene che abita il cuore di ogni uomo.
Il Banco Alimentare della Sicilia Onlus nei prossimi giorni distribuirà il cibo raccolto alle 92 strutture caritative della provincia di Messina convenzionate, che assistono complessivamente circa 18.000 persone.
Questo grande evento di gratuità, che ha potuto godere dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, é stato reso possibile grazie anche alla collaborazione di Esercito Italiano, Poste Italiane, Comando Polizia Municipale di Messina e alla partecipazione di migliaia di volontari appartenenti a movimenti, associazioni, parrocchie, realtà caritative di vario genere, e a tutti quelli che hanno accolto l’invito di fare la spesa per chi è più povero.
Un ringraziamento particolare va alla Presidenza della Provincia Regionale di Messina per la concessione in comodato gratuito di un locale che, già da questa occasione, ha cominciato a funzionare come magazzino di stoccaggio e successiva distribuzione degli alimenti.
A tutti il grazie del Banco Alimentare, a nome dei tanti nostri fratelli bisognosi, che, già prima delle festività natalizie, potranno beneficiare del dono per essi ricevuto.

Sebastiano Catalano
responsabile provinciale GNCA
tel.328-8114140
catalanosebastiano@libero.it

martedì 6 novembre 2012

2a Festa Di San Martino - Sapori di Autunno

Dopo il grande successo della 1a edizione della festa di San Martino,
l'AVSI è lieta di invitarti alla 2a Festa Di San Martino - Sapori di Autunno che si terrà:
Sabato 10 novembre 2012, ore 20,30 Istituto Sordomuti di Messina

Con degustazione di: Vino novello, Panini con salsiccia, Caldarroste, Dolci
La serata sara allietata da tanta buona musica.
Evento a favore della Fondazione AVSI, organizzazione non governativa, ONLUS, nata nel 1972 e impegnata con oltre 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 37 paesi del mondo raggiungendo più di 4.000.000 beneficiari diretti

domenica 30 settembre 2012

Messaggio del Papa al Meeting 2012

Al Venerato Fratello
Monsignor FRANCESCO LAMBIASI
Vescovo di Rimini

Desidero rivolgere il mio cordiale saluto a Lei, agli organizzatori e a tutti i partecipanti al Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, giunto ormai alla XXXIII edizione. Il tema scelto quest’anno - «La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito» - risulta particolarmente significativo in vista dell’ormai imminente inizio dell’«Anno della fede», che ho voluto indire in occasione del Cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Parlare dell’uomo e del suo anelito all’infinito significa innanzitutto riconoscere il suo rapporto costitutivo con il Creatore. L’uomo è una creatura di Dio. Oggi questa parola – creatura – sembra quasi passata di moda: si preferisce pensare all’uomo come ad un essere compiuto in se stesso e artefice assoluto del proprio destino. La considerazione dell’uomo come creatura appare «scomoda» poiché implica un riferimento essenziale a qualcosa d’altro o meglio, a Qualcun altro – non gestibile dall’uomo – che entra a definire in modo essenziale la sua identità; un’identità relazionale, il cui primo dato è la dipendenza originaria e ontologica da Colui che ci ha voluti e ci ha creati. Eppure questa dipendenza, da cui l’uomo moderno e contemporaneo tenta di affrancarsi, non solo non nasconde o diminuisce, ma rivela in modo luminoso la grandezza e la dignità suprema dell’uomo, chiamato alla vita per entrare in rapporto con la Vita stessa, con Dio.

Dire che «la natura dell’uomo è rapporto con l’infinito» significa allora dire che ogni persona è stata creata perché possa entrare in dialogo con Dio, con l’Infinito. All’inizio della storia del mondo, Adamo ed Eva sono frutto di un atto di amore di Dio, fatti a sua immagine e somiglianza, e la loro vita e il loro rapporto con il Creatore coincidevano: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gen, 1,27). E il peccato originale ha la sua radice ultima proprio nel sottrarsi dei nostri progenitori a questo rapporto costitutivo, nel voler mettersi al posto di Dio, nel credere di poter fare senza di Lui. Anche dopo il peccato, però, rimane nell’uomo il desiderio struggente di questo dialogo, quasi una firma impressa col fuoco nella sua anima e nella sua carne dal Creatore stesso. Il Salmo 63 [62] ci aiuta a entrare nel cuore di questo discorso: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne, in terra arida, assetata, senz’acqua» (v. 2). Non solo la mia anima, ma ogni fibra della mia carne è fatta per trovare la sua pace, la sua realizzazione in Dio. E questa tensione è incancellabile nel cuore dell’uomo: anche quando si rifiuta o si nega Dio, non scompare la sete di infinito che abita l’uomo. Inizia invece una ricerca affannosa e sterile, di «falsi infiniti» che possano soddisfare almeno per un momento. La sete dell’anima e l’anelito della carne di cui parla il Salmista non si possono eliminare, così l’uomo, senza saperlo, si protende alla ricerca dell’Infinito, ma in direzioni sbagliate: nella droga, in una sessualità vissuta in modo disordinato, nelle tecnologie totalizzanti, nel successo ad ogni costo, persino in forme ingannatrici di religiosità. Anche le cose buone, che Dio ha creato come strade che conducono a Lui, non di rado corrono il rischio di essere assolutizzate e divenire così idoli che si sostituiscono al Creatore.

Riconoscere di essere fatti per l’infinito significa percorrere un cammino di purificazione da quelli che abbiamo chiamato «falsi infiniti», un cammino di conversione del cuore e della mente. Occorre sradicare tutte le false promesse di infinito che seducono l’uomo e lo rendono schiavo. Per ritrovare veramente se stesso e la propria identità, per vivere all’altezza del proprio essere, l’uomo deve tornare a riconoscersi creatura, dipendente da Dio. Al riconoscimento di questa dipendenza – che nel profondo è la gioiosa scoperta di essere figli di Dio – è legata la possibilità di una vita veramente libera e piena. È interessante notare come san Paolo, nella Lettera ai Romani, veda il contrario della schiavitù non tanto nella libertà, ma nella figliolanza, nell’aver ricevuto lo Spirito Santo che rende figli adottivi e che ci permette di gridare a Dio: «Abbà! Padre!» (cfr 8,15). L’Apostolo delle genti parla di una schiavitù «cattiva»: quella del peccato, della legge, delle passioni della carne. A questa, però, non contrappone l’autonomia, ma la «schiavitù di Cristo» (cfr 6,16-22), anzi egli stesso si definisce: «Paolo, servo di Cristo Gesù» (1,1). Il punto fondamentale, quindi, non è eliminare la dipendenza, che è costitutiva dell’uomo, ma indirizzarla verso Colui che solo può rendere veramente liberi.

A questo punto però sorge una domanda. Non è forse strutturalmente impossibile all’uomo vivere all’altezza della propria natura? E non è forse una condanna questo anelito verso l’infinito che egli avverte senza mai poterlo soddisfare totalmente? Questo interrogativo ci porta direttamente al cuore del cristianesimo. L’Infinito stesso, infatti, per farsi risposta che l’uomo possa sperimentare, ha assunto una forma finita. Dall’Incarnazione, dal momento in cui in Verbo si è fatto carne, è cancellata l’incolmabile distanza tra finito e infinito: il Dio eterno e infinito ha lasciato il suo Cielo ed è entrato nel tempo, si è immerso nella finitezza umana. Nulla allora è banale o insignificante nel cammino della vita e del mondo. L’uomo è fatto per un Dio infinito che è diventato carne, che ha assunto la nostra umanità per attirarla alle altezze del suo essere divino.

Scopriamo così la dimensione più vera dell’esistenza umana, quella a cui il Servo di Dio Luigi Giussani continuamente richiamava: la vita come vocazione. Ogni cosa, ogni rapporto, ogni gioia, come anche ogni difficoltà, trova la sua ragione ultima nell’essere occasione di rapporto con l’Infinito, voce di Dio che continuamente ci chiama e ci invita ad alzare lo sguardo, a scoprire nell’adesione a Lui la realizzazione piena della nostra umanità. «Ci hai fatti per te – scriveva Agostino – e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te» (Confessioni I, 1,1).
Non dobbiamo avere paura di quello che Dio ci chiede attraverso le circostanze della vita, fosse anche la dedizione di tutto noi stessi in una forma particolare di seguire e imitare Cristo nel sacerdozio o nella vita religiosa. Il Signore, chiamando alcuni a vivere totalmente di Lui, richiama tutti a riconoscere l’essenza della propria natura di essere umani: fatti per l’infinito. E Dio ha a cuore la nostra felicità, la nostra piena realizzazione umana. Chiediamo, allora, di entrare e rimanere nello sguardo della fede che ha caratterizzato i Santi, per poter scoprire i semi di bene che il Signore sparge lungo il cammino della nostra vita e aderire con gioia alla nostra vocazione.

Nell’auspicare che questi brevi pensieri possano essere di aiuto per coloro che prendono parte al Meeting, assicuro la mia vicinanza nella preghiera ed auguro che la riflessione di questi giorni possa introdurre tutti nella certezza e nella gioia della fede.

A Lei, Venerato Fratello, ai responsabili e agli organizzatori della manifestazione, come pure a tutti i presenti, ben volentieri imparto una particolare Benedizione Apostolica.
Da Castel Gandolfo, 10 agosto 2012

domenica 8 luglio 2012

La natura dell'uomo è rapporto con l'infinito

Domenica 19 agosto 2012 - Sabato 25 agosto 2012
La frase che dà il titolo alla XXXIII edizione del Meeting è tratta dal primo capitolo de Il senso religioso di don Giussani: «La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito».
Nell’esperienza quotidiana, infatti, l’uomo si scopre costituito da esigenze (di verità, di giustizia, di felicità e amore) che non sono appagate da risposte parziali. Come Benedetto XVI ha ricordato recentemente, in occasione del viaggio apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba: «L’uomo ha bisogno dell’infinito».
Il Meeting intende documentare l’esperienza di tale rapporto imprescindibile attraverso incontri, mostre e spettacoli.
Tante sono oggi le problematiche che il titolo del Meeting vuole illuminare: dal tema del diritto in tutte le sue varie accezioni alle questioni poste dalla ricerca scientifica, fino alla sfida del cambiamento imposta dalla crisi alla vita della gente e delle nazioni.
Se l’uomo è rapporto con l’infinito, solo tale rapporto può fondare adeguatamente i diritti di ogni persona e di ogni popolo, ponendo i termini di una organizzazione sociale e civile libera e dignitosa. Così come ogni indagine scientifica sull’uomo, sulla sua struttura biologica e neurologica, non potrà prescindere dal riconoscimento di un rapporto ultimo e misterioso da cui l’uomo è definito e che lo rende “indisponibile” a qualunque manipolazione.
La questione del rapporto con l’infinito è questione antropologica, definisce appunto l’uomo in quanto tale, ne individua la natura religiosa come tensione continua verso un “oltre” che sottende ogni movimento umano.
Proprio tale natura, unità profonda di cuore e ragione - come ancora Benedetto XVI affermava nel viaggio messicano -, essendo comune a tutti gli uomini, consente l’esperienza dell’incontro tra persone di fede e cultura diverse, come anche quest’anno il Meeting desidera documentare.
Solo l’esperienza vissuta di tale rapporto, infatti, crea uomini certi della propria identità e liberi nel riconoscere quella altrui, capaci di costruire insieme e di prendere iniziativa nella cultura, nell’economia e nella politica per un bene comune.
C’è un’attesa che vorremmo condividere con tutti coloro che già stanno collaborando alla realizzazione del Meeting e con tutti coloro che vi parteciperanno: che possa essere per ciascuno l’occasione per incontrare persone ed esperienze capaci di risuscitare il desiderio e la consapevolezza del proprio rapporto con l’infinito.

sabato 9 giugno 2012

Famiglie per l’Accoglienza di Messina

Famiglie per l’Accoglienza di Messina propone
per Sabato 9 giugno alle ore 20,30
presso la sede dell’Associazione “Amici di CL” sita in via Porto Salvo, 2/A,
la proiezione di un filmato realizzato con testimonianze di alcune famiglie che vivono già l’esperienza dell’accoglienza.
http://www.famiglieperaccoglienza.it/

domenica 3 giugno 2012

La grande sfida dell’educazione VI appuntamento

L'Associazione Hic et Nunc propone il VI appuntamento del ciclo
"La grande sfida dell'educazione. Il desiderio, il maestro, l'avventura"
che si terrà Venerdì 8 Giugno 2012 alle ore 20.30
nella Chiesa Santa Maria Alemanna di Messina
con la proiezione del film "Non uno di meno" di Zhang Yimou
Il film ha ottenuto il Leone d'oro alla 56ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
L’avventura di una giovanissima maestra sarà coronata da un imprevedibile successo

giovedì 31 maggio 2012

IL DONO PREZIOSO DELLA FEDE


Brani dal discorso all’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana
Roma, 24 maggio 2012
Davanti alla drammatica e confusa situazione attuale, Benedetto XVI ha rivolto ai Vescovi italiani una parola che ci dà un’indicazione chiara sul percorso che ciascuno di noi può fare per vivere ogni circostanza senza cedere allo smarrimento e alla paura.
Per questo accogliamo e seguiamo il Papa pellegrino a Milano, disponibili a riconoscere che il suo magistero non è un’opinione tra le tante, ma il punto oggettivo attraverso cui la verità di Cristo ci raggiunge, ci libera, salva la nostra ragione e la nostra libertà.

Ascoltare il Concilio e farne nostre le autorevoli indicazioni, costituisce la strada per individuare le modalità con cui la Chiesa può offrire una risposta significativa alle grandi trasformazioni sociali e culturali del nostro tempo, che hanno conseguenze visibili anche sulla dimensione religiosa.
La razionalità scientifica e la cultura tecnica, infatti, non soltanto tendono ad uniformare il mondo, ma spesso travalicano i rispettivi ambiti specifici, nella pretesa di delineare il perimetro delle certezze di ragione unicamente con il criterio empirico delle proprie conquiste.
Così il potere delle capacità umane finisce per ritenersi la misura dell’agire, svincolato da ogni norma morale. Proprio in tale contesto non manca di riemergere, a volte in maniera confusa, una singolare e crescente domanda di spiritualità e di soprannaturale, segno di un’inquietudine che alberga nel cuore dell’uomo che non si apre all’orizzonte trascendente di Dio.
Questa situazione di secolarismo caratterizza soprattutto le società di antica tradizione cristiana ed erode quel tessuto culturale che, fino a un recente passato, era un riferimento unificante, capace di abbracciare l’intera esistenza umana e di scandirne i momenti più significativi, dalla nascita al passaggio alla vita eterna.
Il patrimonio spirituale e morale in cui l’Occidente affonda le sue radici e che costituisce la sua linfa vitale, oggi non è più compreso nel suo valore profondo, al punto che più non se ne coglie l’istanza di verità. Anche una terra feconda rischia così di diventare deserto inospitale e il buon seme di venire soffocato, calpestato e perduto.
Ne è un segno la diminuzione della pratica religiosa, visibile nella partecipazione alla Liturgia eucaristica e, ancora di più, al Sacramento della Penitenza. Tanti battezzati hanno smarrito identità e appartenenza: non conoscono i contenuti essenziali della fede o pensano di poterla coltivare prescindendo dalla mediazione ecclesiale. E mentre molti guardano dubbiosi alle verità insegnate dalla Chiesa, altri riducono il Regno di Dio ad alcuni grandi valori, che hanno certamente a che vedere con il Vangelo, ma che non riguardano ancora il nucleo centrale della fede cristiana.
Il Regno di Dio è dono che ci trascende. Come affermava il beato Giovanni Paolo II, «il regno non è un concetto, una dottrina, un programma soggetto a libera elaborazione, ma è innanzi tutto una persona che ha il volto e il nome di Gesù di Nazareth, immagine del Dio invisibile» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio [7 dicembre 1990], 18).
Purtroppo, è proprio Dio a restare escluso dall’orizzonte di tante persone; e quando non incontra indifferenza, chiusura o rifiuto, il discorso su Dio lo si vuole comunque relegato nell’ambito soggettivo, ridotto a un fatto intimo e privato, marginalizzato dalla coscienza pubblica.
Passa da questo abbandono, da questa mancata apertura al Trascendente, il cuore della crisi che ferisce l’Europa, che è crisi spirituale e morale: l’uomo pretende di avere un’identità compiuta semplicemente in se stesso.
In questo contesto, come possiamo corrispondere alla responsabilità che ci è stata affidata dal Signore?
Come possiamo seminare con fiducia la Parola di Dio, perché ognuno possa trovare la verità di se stesso, la propria autenticità e speranza?
Siamo consapevoli che non bastano nuovi metodi di annuncio evangelico o di azione pastorale a far sì che la proposta cristiana possa incontrare maggiore accoglienza e condivisione.
Nella preparazione del Vaticano II, l’interrogativo prevalente e a cui l’Assise conciliare intendeva dare risposta era: «Chiesa, che dici di te stessa?». Approfondendo tale domanda, i Padri conciliari furono, per così dire, ricondotti al cuore della risposta: si trattava di ripartire da Dio, celebrato, professato e testimoniato.
Esteriormente a caso, ma fondamentalmente non a caso, infatti, la prima Costituzione approvata fu quella sulla Sacra Liturgia: il culto divino orienta l’uomo verso la Città futura e restituisce a Dio il suo primato, plasma la Chiesa, incessantemente convocata dalla Parola, e mostra al mondo la fecondità dell’incontro con Dio.
A nostra volta, mentre dobbiamo coltivare uno sguardo riconoscente per la crescita del grano buono
anche in un terreno che si presenta spesso arido, avvertiamo che la nostra situazione richiede un rinnovato impulso, che punti a ciò che è essenziale della fede e della vita cristiana. In un tempo nel quale Dio è diventato per molti il grande Sconosciuto e Gesù semplicemente un grande personaggio del passato, non ci sarà rilancio dell’azione missionaria senza il rinnovamento della qualità della nostra fede e della nostra preghiera; non saremo in grado di offrire risposte adeguate senza una nuova accoglienza del dono della Grazia; non sapremo conquistare gli uomini al Vangelo se non tornando noi stessi per primi a una profonda esperienza di Dio.
Cari Fratelli, il nostro primo, vero e unico compito rimane quello di impegnare la vita per ciò che vale e permane, per ciò che è realmente affidabile, necessario e ultimo. Gli uomini vivono di Dio, di Colui che spesso inconsapevolmente o solo a tentoni ricercano per dare pieno significato all’esistenza: noi abbiamo il compito di annunciarlo, di mostrarlo, di guidare all’incontro con Lui. Ma è sempre importante ricordarci che la prima condizione per parlare di Dio è parlare con Dio, diventare sempre più uomini di Dio, nutriti da un’intensa vita di preghiera e plasmati dalla sua Grazia.
Sant’Agostino, dopo un cammino di affannosa, ma sincera ricerca della Verità era finalmente giunto a trovarla in Dio. Allora si rese conto di un aspetto singolare che riempì di stupore e di gioia il suo cuore: capì che lungo tutto il suo cammino era la Verità che lo stava cercando e che l’aveva trovato. Vorrei dire a ciascuno: lasciamoci trovare e afferrare da Dio, per aiutare ogni persona che incontriamo ad essere raggiunta dalla Verità.
È dalla relazione con Lui che nasce la nostra comunione e viene generata la comunità ecclesiale, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi per costituire l’unico Popolo di Dio.
Per questo ho voluto indire un Anno della Fede, che inizierà l’11 ottobre prossimo, per riscoprire e riaccogliere questo dono prezioso che è la fede, per conoscere in modo più profondo le verità che sono la linfa della nostra vita, per condurre l’uomo d’oggi, spesso distratto, ad un rinnovato incontro con Gesù Cristo «via, vita e verità».
In mezzo a trasformazioni che interessavano ampi strati dell’umanità, il Servo di Dio Paolo VI indicava chiaramente quale compito della Chiesa quello di «raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell’umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e col disegno della salvezza» (Esort. Ap. Evangelii nuntiandi [8 dicembre 1975], 19). (…)
Cari Confratelli, la missione antica e nuova che ci sta innanzi è quella di introdurre gli uomini e le donne del nostro tempo alla relazione con Dio, aiutarli ad aprire la mente e il cuore a quel Dio che li cerca e vuole farsi loro vicino, guidarli a comprendere che compiere la sua volontà non è un limite alla libertà, ma è essere veramente liberi, realizzare il vero bene della vita. Dio è il garante, non il concorrente, della nostra felicità, e dove entra il Vangelo – e quindi l’amicizia di Cristo – l’uomo sperimenta di essere oggetto di un amore che purifica, riscalda e rinnova, e rende capaci di amare e di servire l’uomo con amore divino.
Come evidenzia opportunamente il tema principale di questa vostra Assemblea, la nuova evangelizzazione necessita di adulti che siano «maturi nella fede e testimoni di umanità». L’attenzione al mondo degli adulti manifesta la vostra consapevolezza del ruolo decisivo di quanti sono chiamati, nei diversi ambiti di vita, ad assumere una responsabilità educativa nei confronti delle nuove generazioni. Vegliate e operate perché la comunità cristiana sappia formare persone adulte nella fede perché hanno incontrato Gesù Cristo, che è diventato il riferimento fondamentale della loro vita; persone che lo conoscono perché lo amano e lo amano perché l’hanno conosciuto; persone capaci di offrire ragioni solide e credibili di vita. In questo cammino formativo è particolarmente importante – a vent’anni dalla sua pubblicazione – il Catechismo della Chiesa Cattolica, sussidio prezioso per una conoscenza organica e completa dei contenuti della fede e per guidare all’incontro con Cristo. Anche grazie a questo strumento possa l’assenso di fede diventare criterio di intelligenza e di azione che coinvolge tutta l’esistenza.
Maggio 2012
a cura di Comunione e Liberazione

venerdì 25 maggio 2012

Scuola e libertà di scelta, valori da sostenere

Come uomini e ancor di più come genitori siamo seriamente preoccupati per la grave crisi che sta interessando il nostro Paese. Una crisi che, ancor prima che economica e politica, ha origine in quella che è stata definita come la più grande tra le emergenze: “l’emergenza educativa”. Un’emergenza, evidentemente, che ci riguarda tutti, ad ogni età, perché è attraverso l’educazione che si costruisce la persona e quindi la società.
Ultimamente si fa un gran parlare di capitale umano e di educazione, ci tocca però dover constatare, amaramente, come numerose scuole statali e paritarie abbiano chiuso i battenti o si stiano apprestando a farlo e ciò nella totale indifferenza delle istituzioni e dei media.
Rispetto a tale tendenza siamo convinti che dall’attuale crisi si possa uscire solo avendo il coraggio di destinare maggiori risorse al sistema dell’istruzione, piuttosto che far pagare alle famiglie il peso di una crisi che già le sta mettendo a dura prova.
Tale grande emergenza è ancor più evidente nella nostra regione, la Sicilia, dove, alla crisi economica in atto, si aggiunge una crisi endemica che, nel corso dei decenni, sta spingendo tutti gli indicatori economici e sociali a livelli da vero e proprio codice rosso.
Pertanto lanciamo un appello affinché coloro che in Sicilia hanno responsabilità politiche e amministrative sostengano la libertà di educazione sbloccando i fondi destinati alla Legge sul “Buono scuola” e promuovendo un sistema fiscale che non penalizzi le famiglie che decidono di iscrivere i propri figli nelle scuole pubbliche gestite da privati.
E’ evidente come solo con un adeguato sistema educativo integrato, statale-privato, sia possibile uscire dai marosi di una crisi che sta pesantemente penalizzando le famiglie.
raccolta firme: http://www.firmiamo.it/liberidiscegliere

domenica 20 maggio 2012

La grande sfida dell’educazione V appuntamento

L'Associazione Hic et Nunc propone il V appuntamento del ciclo
"La grande sfida dell'educazione. Il desiderio, il maestro, l'avventura"
che si terrà Venerdì 25 Maggio 2012 alle ore 18,30
presso Palacultura Antonello da Messina sala B
L’educazione: un’avventura per sé
Intervengono
Prof. Giuseppe Gembillo
Ordinario Storia della Filosofia, Università di Messina
dott. Marco Sermarini
Presidente Società Chestertoniana Italiana

lunedì 7 maggio 2012

La grande sfida dell’educazione IV appuntamento

L'Associazione Hic et Nunc propone il IV appuntamento del ciclo 
"La grande sfida dell'educazione. Il desiderio, il maestro, l'avventura"
che si terrà il 9 Maggio 2012 alle ore 20.30
nella Chiesa Santa Maria Alemanna di Messina dal titolo "L’adulto come maestro".
con la proiezione del film "Scoprendo Forrester" di Gus Van Sant
la storia di un giovane povero appassionato di scrittura e letteratura che incontra un vero maestro di scrittura e di vita, il quale lo sosterrà nei momenti più difficili ed umilianti durante la permanenza nel college

martedì 24 aprile 2012

La grande sfida dell'educazione III appuntamento

Incontro con l'Associazione Cometa rientra all'interno del ciclo di appuntamenti: La grande sfida dell'educazione. Il desiderio, il maestro, l'avventura.
Giovedi 26 Aprile alle ore 18,30 presso il salone del Palacultura (sala B) si terrà l'incontro, con la famiglia Cerri dell'Associazione Cometa http://www.puntocometa.org/ e con il giornalista Eduardo Abramo, che avrà per titolo l'Adulto come Maestro.
Una sorprendente storia di accoglienza ed educativa che ha cambiato il cuore di tante persone.
Dalla gratitudine, per un incontro fatto, nasce il desiderio di accoglienza e di affido di ragazzi in difficoltà. Nel tempo, nella semplicità dei gesti quotidiani e nel rispetto della storia di ognuno di loro si forma un luogo di persone stupite e trasformate: Una città nella città.
Volti di uomini, che in un continuo succedersi di circostanze e di incontri, dentro un cristianesimo incontrato e vissuto, vengono introdotti al senso della vita e da cui fiorisce la realtà di COMETA che genera opere educative che esaltano la figura dell’Adulto come Maestro.

giovedì 5 aprile 2012

BUONA PASQUA 2012

«L’imperatore si rivolse ai cristiani dicendo: “Strani uomini… ditemi voi stessi, o cristiani, abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi: che cosa avete di più caro nel cristianesimo?”. Allora si alzò in piedi lo starets Giovanni e rispose con dolcezza: “Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della Divinità». […]
Vladimir Solov’ev,Il dialogo dell’Anticristo
Volantone Pasqua 2012, Comunione Liberazione

lunedì 19 marzo 2012

La grande sfida dell’educazione II appuntamento

Il secondo appuntamento del ciclo:
La grande sfida dell’educazione. Il desiderio, il maestro, l’avventura
si svolgerà il prossimo
23 marzo alle 18.30 presso la Sala B del Palacultura Antonello da Messina.
All’incontro sul tema: “Al cuore dell’avventura educativa: il desiderio dell’uomo”, organizzato dall’Assessorato alle Politiche della Famiglia del Comune di Messina, in collaborazione con l’Associazione “Hic et Nunc” e il Centro Studi Politici “SiAmo Messina”, interverrà il dott. Vinicio Lombardi della Cooperativa Rione Sanità di Napoli.
Ogni uomo che viene al mondo, viene con il cuore abitato da grandi desideri per la cui realizzazione è fondamentale la libertà. L’impresa più seria e più grande che una persona umana possa compiere è dunque l’impresa di educare un’altra persona umana. Ma per quale motivo la persona umana ha bisogno, desidera e chiede di essere educata? Partendo da questa domanda si approfondiranno i motivi che ancor oggi, in un contesto di crisi economica e di calo del desiderio, così come evidenziato nel 44° Rapporto del Censis, ci sono persone che in contesto difficile critico come il Rione Sanità di Napoli non abdicano al loro ruolo di educatori e quindi di uomini.
L’incontro viene proposto anche come esempio concreto dei contenuti della mostra “150 anni di Sussidiarietà. Le forze cha cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo” esposta presso il foyer del Palacultura e visitabile sino al 30 marzo.

IL PERCHE' DELLA MOSTRA

“150 anni di Sussidiarietà. Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo”
La mostra, esposta per la prima volta in Italia durante l’edizione 2011 del Meeting di Rimini, è stata presentata ed inaugurata in quell’occasione dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
A Messina rimarrà esposta e visitabile presso il Palacultura
dal 17 sino al 30 marzo.
Dalle ore 10.00 - 13.00 / 17.00 - 20.00
36 pannelli e 4 filmati per documentare la storia d'Italia
Nel 150° anniversario dell'unità d’Italia, la Fondazione per la Sussidiarietà ha promosso una mostra per documentare la ricchezza di una storia fatta di opere, iniziative e realtà sociali ed economiche, frutto di energia costruttiva, inventiva, sussidiarietà e solidarietà.
Punto sorgivo di tale ricchezza è una cultura fondata sulla convinzione che ogni singolo uomo valga “più di tutto l’universo” e non sia riducibile ad alcuna organizzazione sociale e politica.
Questa concezione di uomo ha dato vita a una grande civiltà, che precede il formarsi dello Stato unitario, ricca di diversità unificanti, alla quale hanno contribuito tutti gli italiani, in diversi modi, con il loro lavoro, le loro millenarie tradizioni, il loro impegno sociale e politico, costruendo un grande Paese.
La prima parte della mostra affronta quattro periodi cruciali dal 1861 a oggi: dall’Unità alla Grande Guerra; il Fascismo e la Seconda Guerra mondiale; l’Assemblea Costituente; il boom economico e il post Sessantotto. Attraverso questo excursus viene messa in luce l’operatività sociale “sussidiaria” promossa dalle grandi tradizioni popolari (sia religiose che laiche) mediante un percorso dinamico fatto di iconografia, letteratura, stampa e cinema.
Il “miracolo” che gli italiani, alla fine del percorso descritto, avranno realizzato, pur tra le inevitabili contraddizioni e distorsioni, non sarà solo quello della promozione dell'Italia a grande potenza industriale, ma anche quello di una virtuosa collaborazione tra ceti sociali e tra i rappresentanti delle istituzioni pubbliche.
La seconda parte della mostra offrirà spunti di riflessione sull’attuale momento di stallo - ideale prima che economico e istituzionale - che sta vivendo il nostro Paese, di fronte al quale non basta richiamare l’importanza del rispetto delle regole, ma occorre scommettere sul desiderio e la capacità di ogni singola persona di costruire il bene comune. Non è possibile alcuna svolta senza un popolo che prenda coscienza di sé e del suo valore.
Anche oggi, ciò che ha qualificato il secolare sviluppo italiano - l’azione di persone educate a vivere ideali basati su una concezione non ridotta di uomo, di società, di economia - può quindi ricostituire il tessuto connettivo di un popolo fatto da persone che si mettono insieme non per andare contro qualcuno o qualcosa, ma per costruire giorno per giorno pezzi di vita nuova all’altezza dei desideri più profondi, di verità, giustizia, bellezza, felicità…
Con questo percorso, la mostra della Fondazione per la Sussidiarietà vuole offrire una riflessione sull'originalità dell'identità italiana. Un giudizio e un suggerimento per un nuovo inizio.
Associazione Culturale Don Giuseppe Riggi
Associazione Hic et Nunc

PRESENTAZIONE LIBRO


Presentazione del libro di Antonio Meli e Daniela Ziino
Come leggere la Bibbia oggi
Presso la Chiesa del SS. Salvatore (Salesiani Savio Messina)
Venerdì 23 marzo 2012 - ore 19,00
insieme al prof. mons. Giuseppe COSTA
Ordinario di Scienze Bibliche presso l'Istituto San Tommaso

mercoledì 14 marzo 2012

Mostra "150 anni di Sussidiarietà"

Dal 17 al 30 Marzo al Palacultura Antonello da Messina
Curata dalla Fondazione per la Sussidiarietà e inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della XXXII edizione del Meeting di Rimini.

Sabato 17 marzo alle ore 17,30
presso il salone del Palacultura
si terrà la presentazione della mostra "150 anni di Sussidiarietà''
Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo
tenuta dal prof. Danilo Zardin,
docente di storia moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
e componente del comitato scientifico curatore della mostra.
e dal prof. Dario Caroniti
Assessorato alle Politiche della famiglia ai Rapporti con le chiese
e alle Politiche per la sicurezza
introduce dott.ssa Anna Maria Pizzi
Presidente Cooperativa Wemotic

ingresso libero
Per informazioni e prenotazione visite guidate:
dott.ssa Chiara Tasso chiaratasso@tiscali.it
ing. Francesco Calareso fracalar@tin.it

sabato 10 marzo 2012

LA GRANDE SFIDA DELL’EDUCAZIONE


L’Italia è attraversata da una grande emergenza. Non è innanzitutto quella politica e neppure quella economica, ma qualcosa da cui dipendono anche la politica e l’economia. Si chiama “educazione” e riguarda ciascuno di noi, ad ogni età, perché attraverso l’educazione si costruisce la persona e quindi la società.
Non è solo un problema di istruzione o di avviamento al lavoro. Sta accadendo una cosa che non era mai accaduta prima: è in crisi la capacità di una generazione di adulti di educare i propri figli. Oggi - dopo anni in cui si è predicato che la libertà coincide con l’assenza di legami e di storia, che si può diventare grandi senza appartenere a niente e a nessuno, seguendo semplicemente il proprio gusto o piacere – è diventato normale pensare che tutto sia uguale, che nulla in fondo ha valore se non i soldi, il potere e la posizione sociale. Si vive come se la verità non esistesse, come se il desiderio di felicità di cui è fatto il cuore dell’uomo fosse destinato a rimanere senza risposta. È stata negata la realtà, la speranza di un significato positivo della vita, e per questo rischia di crescere una generazione di ragazzi che si sentono orfani, senza padri e senza maestri, costretti a camminare come sulle sabbie mobili, bloccati di fronte alla vita, annoiati e a volte violenti, comunque in balia delle mode e del potere.
Ma la loro noia è figlia della nostra, la loro incertezza è figlia di una cultura che ha sistematicamente demolito le condizioni e i luoghi stessi dell’educazione: la famiglia, la scuola, la Chiesa. Educare, cioè introdurre alla realtà e al suo significato, mettendo a frutto il patrimonio che viene dalla nostra tradizione culturale, è possibile e necessario, ed è una responsabilità di tutti. Occorrono maestri, e ce ne sono, che consegnino questa tradizione alla libertà dei ragazzi, che li accompagnino nell’avventura della vita, che insegnino loro a stimare ed amare se stessi e le cose.
Ultimamente si fa un gran parlare di capitale umano, di formazione permanente e di educazione. Anche noi dell’Associazione “Hic et Nunc” intendiamo farlo a partire però da una risposta concreta, praticata, possibile, viva. Nasce da questo desiderio il ciclo d’appuntamenti “La grande sfida dell’educazione”, col quale intendiamo aderire all’appello: “Se ci fosse una educazione del popolo tutti starebbero meglio”. Siamo infatti consapevoli che soprattutto oggi, in un contesto di grave crisi economica e finanziaria, l’unica possibilità di ripresa e di salvezza sta nel prendere nuovamente sul serio le esigenze costitutive dell’uomo.
Ne va del nostro futuro.
Incontri
23 marzo 2012 ore 18.30
Al cuore dell’avventura educativa: il desiderio dell’uomo
Interviene
dott. Vinicio Lombardi Responsabile Coop. Rione Sanità di Napoli
26 aprile 2012 ore 18.30
L’adulto come maestro
Intervengono
dott. Erasmo Figini, Associazione Cometa 
Eduardo Abramo, Giornalista
25 Maggio 2012 ore 18.30
L’educazione: un’avventura per sé
Intervengono
Prof. Giuseppe Gembillo Ordinario Storia della Filosofia Università di Messina
dott. Marco Sermarini Presidente Società Chestertoniana Italiana
Palacultura Antonello da Messina Sala B (1° piano)

Cineforum
13 marzo 2012 ore 20.30
Antwone Fisher
9 maggio 2012 ore 20.30
Scoprendo Forrester
8 giugno 2012 ore 20.30
Non uno di meno
Chiesa di Santa Maria Alemanna


Associazione “Hic et Nunc” – Via Duca degli Abruzzi, 19 – 98121 Messina – www.hicetnuncmessina.eu info: hicetnunc.messina@gmail.com

giovedì 23 febbraio 2012

22 febbraio 2012: chiesta l’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione di don Giussani

Il 22 febbraio 2012, al termine della Messa celebrata nel Duomo di Milano dal cardinale Angelo Scola, nel XXX anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di CL e nel VII anniversario della morte di don Luigi Giussani, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha reso noto di avere presentato all’Arcivescovo di Milano la richiesta di apertura della causa di beatificazione e di canonizzazione di don Giussani.
La richiesta è stata inoltrata il 22 febbraio 2012, giorno dell’anniversario e festa della Cattedra di San Pietro, attraverso la postulatrice nominata dal Presidente della Fraternità canonicamente costituitosi Attore di detta Causa: si tratta della professoressa Chiara Minelli, docente di Diritto canonico ed ecclesiastico nell’Università degli Studi di Brescia.
L’istanza è stata presentata all’Arcivescovo di Milano − nella cui diocesi è nato, è vissuto e ha operato don Giussani, sacerdote diocesano −, a norma della Costituzione Apostolica Divinus Perfectionis Magister, 25.I.1983, delle Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopis faciendis in causis sanctorum del 7.II.1983, nn.11-15, e dell’Instructio Sanctorum Mater, 17.V.2007, Parte II, Titolo I, art. 25 § 1 e 2, affinché l’Arcivescovo voglia disporre l’apertura dell’Inchiesta Informativa Diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità di monsignor Luigi Giussani.
Dando la notizia, don Carrón si è augurato che «la Madonna − “di speranza fontana vivace” − ci aiuti ogni giorno a diventare degni delle promesse di Cristo e della immensa grazia che nel carisma di don Giussani abbiamo ricevuto e ancora riceviamo».
l’ufficio stampa di CL
Milano, 23 febbraio 2012.

Notte della Cultura Messina presenta il romanzo “L’isola prigione”

Sabato 25 Febbraio alle ore 21.00, l'associazione "Hic et Nunc" all'interno della IV Notte della Cultura propone la presentazione del romanzo "L'isola prigione" dello scrittore Ottavio Cappellani.
L'isola Prigione è un romanzo che comincia cinico e si conclude colmo di speranza. Che parte furbo e termina ...innocente. Un romanzo la cui lettura porta a imbattersi con la coraggiosa Michela, con lo sfortunato Max, con il giovanissimo e innocente Turizieddu, con il falso cinico Gabriele e con la cavalla saggia che senza bisogno di essere guidata porta i personaggi e il lettore a destinazione.
La forza del romanzo di Cappellani sta nell’aver descritto, ancor prima che accadesse la protesta dei “forconi”, la rivolta di un’isola alle prese con l’isteria collettiva scoppiata a causa del petrolio. Rivolta che ha messo in discussione certezze che nel tempo ci siamo abituati a ritenere acquisite una volta per tutte e che, forse, tanto certe non sono.
Ecco, allora, che in un'isola improvvisamente turbata da disordini sociali, in cui tutto sembra non lasciare spazio alla speranza, Ottavio Cappellani conduce il lettore a compiere un viaggio attraverso il quale ritrovare la propria umanità.

lunedì 6 febbraio 2012

Novità in libreria DENTRO LE COSE VERSO IL MISTERO

IN VIAGGIO VERSO DIO
CON MINA, BEETHOVEN E FRANK SINATRA
GLI ALBERI, LE POESIE DI PASCOLI E IL COMMISSARIO MAIGRET
In libreria per Rizzoli
“Dentro le cose, verso il mistero” di Massimo Camisasca
Roma, febbraio 2012. “Eccomi di nuovo in viaggio”, con queste parole inizia Dentro le cose, verso il mistero (BUR Rizzoli, 8,90 euro, pp.154), il primo libro che don Massimo Camisasca pubblica per Rizzoli.
Dentro le cose, verso il mistero, in libreria in questi giorni, non è un’autobiografia, ma un viaggio interiore di un eccezionale testimone della fede, “una delle persone più affascinanti che abbia conosciuto nella mia vita” - dice Aldo Cazzullo nella prefazione al volume - “perché dice cose di una profondità definitiva e talora persino imbarazzante, con una capacità straordinaria di trattare le cose ultime come se fossero quotidiane, di tracciare pensieri astratti con una concretezza tale che sembra di poterli toccare”.
Nelle pagine di questo libro, Camisasca condivide dei tesori con il lettore. Alcuni sono tesori della cultura "alta"; altri sono come i fiori visti da una macchina in autostrada: fugaci cenni di bellezze intraviste.
È un viaggio che passa attraverso le cose della vita: le espressioni della creatività umana, la bellezza e l’armonia del creato.
Camisasca si lascia sorprendere dalla natura, dal silenzio e dagli animali, ma allo stesso modo dalla parola, dalla letteratura, dalla pittura, dalla musica e dalla filosofia.
“Tra tutte le bellezze della natura - scrive Camisasca - il mio sguardo si fissa soprattutto sugli alberi. Come mai niente è così riposante come la contemplazione di un albero? Perché in esso è una bellezza semplice, originaria”. Non a caso quindi il libro si divide in tre parti: la prima denominata radici è dedicata alla natura, alla parola, al volto e al silenzio; la seconda sono i rami della vita di Camisasca, la storia, la filosofia, l’arte e la Sacra Scrittura; e infine sono i fiori quindi la paternità, il lavoro, il dolore e l’amore.
L’uomo, secondo l’autore, nel lungo o breve viaggio della vita, non è mai solo. Sono compagni di viaggio insostituibili gli artisti, i musicisti. “C’è l’infinito, il mistero anche dentro una canzone? – si domanda l’autore -. Dico di sì, senza paura”. Nella vita di questo prete trovano posto, tra gli altri, Mina e Venditti, De Andrè e Frank Sinatra, a fianco di Beethoven, Mozart e Bach.
Anche la letteratura, da Dante a Dostoevskij, da Omero a Manzoni, da Ungaretti a Simenon, al fianco della Sacra Scrittura, è uno dei rami dell’albero della vita.
Nell’ultima parte, fiori, le grandi esperienze della vita di Camisasca. Come l’amore, il lavoro e il dolore.
Questo libro racconta che è possibile amare Dio, che è possibile vederlo attraverso la natura e attraverso le opere che i geni più dotati ci hanno lasciato nel corso dei secoli.
Massimo Camisasca
Dentro le cose, verso il mistero
La mia vita come un albero
Prefazione di Aldo Cazzullo
Edizioni Rizzoli – BUR I LIBRI DELLA SPERANZA
euro 8,90 - pp. 154
Disponibile anche in formato eBook (euro 6,99)
Per informazioni:
Sec Relazioni Pubbliche e Istituzionali - Tel. 02 624999.1 Paola Camisasca - 349 3110835 - camisasca@secrp.it
Ufficio stampa Fraternità san Carlo, Fabrizio Cavaliere - 06/6157144 - pr@sancarlo.org

sabato 4 febbraio 2012

Settimana Teologica 2012 Messina

«Lo sviluppo economico, sociale e politico ha bisogno, se vuole essere autenticamente umano, di fare spazio al principio di gratuità come espressione di fraternità» (Benedetto XVI, Caritas in veritate, 34). Questa affermazione del Papa può far da sfondo all’edizione 2012 della Settimana Teologica che l’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela ripropone quale momento alto di riflessione e interessante proposta di confronto tra fede e ragione, tra Vangelo e cultura.
La Basilica Cattedrale, luogo-simbolo di Messina, torna a farsi centro di incontro tra Chiesa e Città attorno a un tema di comune interesse e suscettibile di molteplici prospettive di lettura, così che la Settimana Teologica costituisce non soltanto un importante avvenimento ecclesiale, ma anche un apprezzato evento culturale.
Il tema scelto quest’anno, “Crisi globale e profezia della fede”, di scottante attualità, intende ridestare la fiducia in un’economia di mercato sempre più ispirata dalla giustizia sociale e dalla solidarietà e in una globalizzazione umanizzata dalla comunione.
Nei giorni 6, 7 e 8 Febbraio alle ore 18,00 nella Basilica Cattedrale di Messina avrà luogo la Settimana Teologica 2012 con il seguente programma:
Lunedì 6: solenne prolusione di S.E. Mons. Lambiasi, Vescovo di Rimini;
Martedì 7: L’economia di comunione con Luigino Bruni, docente di economia all’università di Milano Bicocca,
Mercoledì 8: Globalizzare la solidarietà, con Maurizio Aliotta, Docente di Teologia morale all'Istituto Teologico San Paolo di Catania, Vicario generale dell'Arcidiocesi di Siracusa.

venerdì 27 gennaio 2012

XII Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco

‘Dona un farmaco a chi ne ha bisogno’
XII Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco
Sabato 11 febbraio 2012
La carità ti cambia la vita

Sabato 11 febbraio, in Sicilia anche Lunedì 13, si terrà in tutta Italia la XII Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco. Recandosi nelle farmacie che espongono la locandina del Banco Farmaceutico, si potrà acquistare e donare un farmaco da banco a chi oggi vive ai limiti della sussistenza (8 milioni 272 mila persone, dati ISTAT povertà in Italia, 2010).
L'iniziativa, organizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus in collaborazione con la Compagnia delle Opere – Opere Sociali, si terrà in oltre 3500 farmacie distribuite in 85 province e in più di 1.200 comuni e, nello stesso giorno, anche in Spagna e in Portogallo.
Sabato 11 febbraio, nelle farmacie che esporranno la locandina della Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco, circa 10.000 volontari spiegheranno l’iniziativa ai cittadini. Gli stessi farmacisti, rispetto alla domanda degli enti assistiti, consiglieranno il tipo di farmaco da banco (cioè che non necessita della prescrizione medica) di cui è maggiormente avvertita la necessità. A beneficiare dell’iniziativa saranno le oltre 450.000 persone che quotidianamente vengono assistite dai 1.390 enti caritatevoli convenzionati con il Banco Farmaceutico in tutta Italia.
In 11 anni sono stati raccolti oltre 2,4 milioni di medicinali per un valore di circa 15,4 milioni di euro.
Anche dall’ultimo rapporto Censis emerge come la società italiana stia vivendo un momento drammatico, di grave crisi economica ma non solo. Una crisi che tocca tutti, poveri e ricchi, e che sembra minare alla radice le ragioni per cui val la pena continuare a sperare e a costruire: ci si sente sempre più isolati e soli di fronte ai bisogni della vita. Papa Benedetto XVI affrontando il tema della crisi ha detto: «È un'esigenza di carità e giustizia che nei momenti difficili coloro che hanno maggiori disponibilità si prendano cura di chi vive in condizioni disagiate».
L'esperienza di positività e di carità cristiana che viviamo risveglia e sostiene il nostro desiderio e ci permette di proporre a tutti la Giornata di Raccolta del Farmaco. Un gesto semplice di gratuità e condivisione che aiuta i più poveri e che ridesta chi vi partecipa.
La Fondazione Banco Farmaceutico Onlus ha lo scopo di aiutare le persone indigenti rispondendo al loro bisogno farmaceutico, attraverso la collaborazione con le realtà assistenziali che operano localmente, al fine di educare l’uomo alla condivisione e alla gratuità.
La Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco si svolge con l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio del Segretariato Sociale della RAI e della Fondazione Pubblicità Progresso.
Si ringraziano i farmacisti per il sostegno economico all’iniziativa e L’ANIFA (Associazione nazionale delle industrie farmaceutiche dell’automedicazione) che ogni anno contribuisce al successo dell’iniziativa con importanti donazioni.
Si ringraziano inoltre: i testimonial Paolo Cevoli e Claudia Penoni, Mediafriends, Sky e IGPDecaux.
Per maggiori informazioni
Ufficio Stampa: Luca Raimondi 335 7694499 – Cristina Zorzoli 320 2167747 ufficiostampa@bancofarmaceutico.org