Il 16 e 17 ottobre s'è tenuto l'Happening di Messina. Due giorni di incontri, testimonianze e concerti per prendere sul serio la provocazione di un amico. E rimboccarsi le maniche...
Tra le città del Sud, Messina è sicuramente una di quelle che possono “vantare” maggiori problemi. Vive un presente difficile, che forse, giorno dopo giorno, sta uccidendo la speranza di un futuro diverso. Ma poi capita che negli occhi di qualcuno vediamo balenare una possibilità che non avevamo considerato e, anche in queste circostanze, può accadere qualcosa d’inaspettato, qualcosa che faccia rifiorire improvvisamente il desiderio di cambiamento. «Un imprevisto è la sola speranza», scriveva Montale. Aveva proprio ragione, se guardiamo a cosa è accaduto lo scorso fine settimana.
Stiamo parlando dell’Happening, il 16 e 17 ottobre alla Fiera Campionaria. Un appuntamento che mancava da dieci anni. Degli strani manifesti, sparsi per tutta la città, avevano questo curioso titolo: «La vittoria sulla confusione è una esperienza». Esperienza? Che razza di parola... A chiedere spiegazione agli organizzatori si rischiava di sentirsi dire: «Esperienza significa maturare un giudizio chiaro su tutto quanto accade quotidianamente».
Cosa significassero queste parole s’è visto in due giorni di musica e incontri. Dalla solidarietà al turismo come business al servizio del cuore dell’uomo, dalla passione di Walter Gatti per il rock (in un incontro supportato dalla band messinese Zua) al concerto unplugged di Alfredo Minucci.
Ma, soprattutto, s’è visto nella testimonianza degli amici di Napoli, Salvatore e Maria Assunta, che hanno messo in evidenza come il cambiamento intervenuto nelle loro vite non è stato frutto di discorsi, ma è scaturito da una provocazione che è divenuta lavoro su di sé. Nel 2006, in visita a Napoli, don Julián Carrón aveva preso spunto da una lettera di san Paolo: «La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che nessun dono di grazia più vi manca: che noi, quando ci alziamo, quando andiamo a lavorare, quando andiamo a spasso per Napoli, vedendo tutte le contraddizioni, possiamo avere nella testa e nel cuore questa frase». Da allora, Napoli non è cambiata, ma una novità ha fatto irruzione, uno sguardo, un rapporto, una trama di amicizie che ha portato con sé un modo nuovo di guardare la città.
E anche a Messina qualcosa, dopo le parole degli amici di Napoli, comincia a non essere più come prima. Si inizia a guardare la propria storia, se stessi con altri occhi. Quella provocazione può essere presa sul serio anche qui, e la sfida adesso è che questi due giorni non rimangano un nostalgico ricordo, ma abbiano un riverbero continuo per tutto il resto dell’anno. Non è scontato, ma l’entusiasmo comincia a insinuarsi fra le pieghe della lamentela. Senza essere ingenui o peccare di presunzione, può accadere anche a Messina qualcosa che è l’inizio di una novità. Questa novità è un cuore cambiato, ridestato alla speranza, che comincia ad operare nel reale in modo da introdurre un seme di cambiamento anche nella società. È un esempio concreto di sussidiarietà, di gente che, senza attendere il cambiamento solo dalle istituzioni, si mette insieme tentando di incidere nella realtà con la propria creatività, quella stessa creatività che ha mosso alcuni amici a dar vita all’Happening.
Per due giorni a Messina si è smesso di guardare solo ai problemi. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire.
da Nicola Currò http://www.tracce.it/
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