martedì 22 dicembre 2009
domenica 13 dicembre 2009
Tende di Natale AVSI 2009/2010
Presentazione della Campagna Tende 2009-10 dal titolo "Crisi o sviluppo: la persona fa la differenza".
Lunedì 21 dicembre alle ore 18,00, nel Salone di Comunione e Liberazione di via Porto Salvo 2a
Parteciperà Rosetta Brambilla, missionaria AVSI in Brasile da oltre 30 anni, Everton Mendes e Gilberto Lima.
Lunedì 21 dicembre alle ore 18,00, nel Salone di Comunione e Liberazione di via Porto Salvo 2a
Parteciperà Rosetta Brambilla, missionaria AVSI in Brasile da oltre 30 anni, Everton Mendes e Gilberto Lima.
lunedì 7 dicembre 2009
Appuntamenti pro alluvionati
Cari amici, la tragedia del primo ottobre che ha colpito alcune vallate di Messina ha evidenziato come qualsiasi intervento ha il fiato corto. Se ne parla, quando se ne parla, per brevissimo tempo, poi i media spostano l'attenzione su altro e anche noi. I bisogni rimangono e sono tanti, perchè ancora oggi tantissime persone sono sfollate. Per fortuna ci sono delle iniziative che tendono a mantenere desta la situazione, e che nascono dal bisogno di condividere un significato ed un aiuto concreto grazie ad alcuni amici di AVSI, Centro di Solidarieta’ Dama Bianca, di Comunione e Liberazione, Caritas Diocesana e Parroci di Altolia e Scaletta. Vi allego la locandina di alcuni gesti che nei prossimi giorni si svolgeranno a favore degli alluvionati. Si è aggiunto un altro appuntamento oltre quelli segnalati nel volantino, giorno 8 alle ore 16 presso il circolo culturale Salvatore Quasimodo in S.Margherita.
Biagio Parisi
domenica 6 dicembre 2009
CRISI O SVILUPPO: LA PERSONA FA LA DIFFERENZA
AVSI lancia la Campagna delle Tende e mette al centro la persona
Il tema dello sviluppo dei popoli è legato intimamente a quello dello sviluppo di ogni singolo uomo. La persona umana per sua natura è dinamicamente protesa al proprio sviluppo. (Caritas in veritate)
La nuova Campagna Tende cade in un momento particolarmente delicato per la crisi globale che ha colpito il mondo intero e in particolare le persone più vulnerabili dei luoghi in cui la Fondazione AVSI opera.
Contemporaneamente, per AVSI (organizzazione non governativa senza fini di lucro presente in 37 Paesi del mondo con programmi di sviluppo – www.avsi.org) la crisi si ripercuote anche sulla disponibilità di risorse sia pubbliche che private. Da un lato aumentano le richieste di aiuto e dall’altro vacillano le disponibilità economiche. Per questo l’iniziativa di ogni singola persona, anche con un piccolo gesto, può fare la differenza.
Questo è sempre stato lo spirito delle Tende: un gesto nato nel parcheggio di un supermercato lombardo nei primi anni ’90 per raccogliere fondi a sostegno di AVSI in Brasile e Uganda, che si è moltiplicato nel corso degli anni. Ma sempre conservando la propria natura di gesto libero di persone desiderose di esprimere la propria innata tensione alla carità, al bene comune. Non una campagna organizzata, ma una catena di iniziative di un popolo, destinate a sostenere persone nelle situazioni più estreme. Fino ad arrivare ai 600 eventi, piccoli e grandi che in tutta Italia e anche in alcuni Paesi del mondo sono stati realizzati dai sostenitori
volontari di AVSI in prossimità del Natale.
Gesti che in questi oltre 15 anni hanno permesso di realizzare opere straordinarie in molti angoli del mondo. Gocce che formano un oceano, reale, tangibile. Gocce che contribuiscono a dare un volto umano al nostro mondo, contro il cinismo e lo scetticismo che troppe volte travolgono le nostre vite. Non è tutto inutile. Al contrario. La persona fa la differenza. Tu fai la differenza.
Questo ci ha insegnato un Bambino, nato nella grotta di Betlemme 2000 anni fa, che ha scelto di essere uomo tra gli uomini per dirci che di questo mondo, di questa vita nulla andrà perduto, perché abbiamo un Padre, un significato, per sempre.
Sostieni anche tu i progetti delle Tende:
- La Mensa e il Centro per mamme e bambini in Messico, a Oaxaca
DIJO è un’associazione messicana che lavora da oltre 15 anni nel settore educativo ed è partner di AVSI. Dal 2002 opera in una comunità molto povera con una mensa per 300 bambini e attività nutrizionali, un asilo, un doposcuola e attività con le mamme presso gli spazi del quartiere, che oggi sono minacciati da frane. Dijo ha già acquisito il terreno, occorre costruire il centro
- La Scuola secondaria per i ragazzi di Kireka in Uganda, a Kampala
Il progetto è la costruzione, all’interno dello slum di Kireka, di una scuola secondaria, che intende proseguire la proposta educativa nata dal Meeting Point International, partner ugandese di AVSI, e sviluppata nel corso degli anni dal Centro educativo Permanente, sostenuto dalle Tende dello scorso anno.
- La Banca del Riso per le famiglie degli agricoltori in Birmania, nell’Ayeyarwaddy.
Sostegno alla cooperativa di agricoltori “The Rice Bank”. Si tratta di un esempio unico di solidarietà e organizzazione interna nel panorama birmano, dove per sottrarsi alla logica degli usurai, i beni dei contadini vengono messi in comune e si prevede, con il contributo delle Tende, la costruzione di un mulino, di un magazzino e la fornitura di sementi e strumenti per la lavorazione della terra.
- Sostegno a distanza per i bambini delle scuole in Terra Santa
Le scuole francescane in Terra Santa offrono ai bambini e ragazzi palestinesi un insegnamento di qualità, una formazione alla vita e fin da piccoli l'abitudine alla convivenza tra studenti di religioni diverse, solida base per una vera pace. Con il sostegno a distanza si contribuisce alla retta scolastica (troppo alta per la maggior parte delle famiglie soprattutto cristiane), all’acquisto di libri e materiali didattici, ad attività ricreative e alla formazione degli insegnanti.
COME SOSTENERE le Tende di AVSI - indicando nella causale “Tende 2009-2010” :
- Banca Popolare di Milano - IBAN IT 61 C0558401626000000019000
- Conto corrente postale n° 522474, intestato AVSI
- Donazioni online dal sito www.avsi.org
Fondazione AVSI – via Legnone 4, 20158 Milano
comunicazione: elisabetta ponzone – 335.710.18.96 – elisabetta.ponzone@avsi.org
PER INFO: visita la sezione “Tende” sul sito http://www.avsi.org/
Fai una Tenda. Fai la differenza!
Il tema dello sviluppo dei popoli è legato intimamente a quello dello sviluppo di ogni singolo uomo. La persona umana per sua natura è dinamicamente protesa al proprio sviluppo. (Caritas in veritate)
La nuova Campagna Tende cade in un momento particolarmente delicato per la crisi globale che ha colpito il mondo intero e in particolare le persone più vulnerabili dei luoghi in cui la Fondazione AVSI opera.
Contemporaneamente, per AVSI (organizzazione non governativa senza fini di lucro presente in 37 Paesi del mondo con programmi di sviluppo – www.avsi.org) la crisi si ripercuote anche sulla disponibilità di risorse sia pubbliche che private. Da un lato aumentano le richieste di aiuto e dall’altro vacillano le disponibilità economiche. Per questo l’iniziativa di ogni singola persona, anche con un piccolo gesto, può fare la differenza.
Questo è sempre stato lo spirito delle Tende: un gesto nato nel parcheggio di un supermercato lombardo nei primi anni ’90 per raccogliere fondi a sostegno di AVSI in Brasile e Uganda, che si è moltiplicato nel corso degli anni. Ma sempre conservando la propria natura di gesto libero di persone desiderose di esprimere la propria innata tensione alla carità, al bene comune. Non una campagna organizzata, ma una catena di iniziative di un popolo, destinate a sostenere persone nelle situazioni più estreme. Fino ad arrivare ai 600 eventi, piccoli e grandi che in tutta Italia e anche in alcuni Paesi del mondo sono stati realizzati dai sostenitori
volontari di AVSI in prossimità del Natale.
Gesti che in questi oltre 15 anni hanno permesso di realizzare opere straordinarie in molti angoli del mondo. Gocce che formano un oceano, reale, tangibile. Gocce che contribuiscono a dare un volto umano al nostro mondo, contro il cinismo e lo scetticismo che troppe volte travolgono le nostre vite. Non è tutto inutile. Al contrario. La persona fa la differenza. Tu fai la differenza.
Questo ci ha insegnato un Bambino, nato nella grotta di Betlemme 2000 anni fa, che ha scelto di essere uomo tra gli uomini per dirci che di questo mondo, di questa vita nulla andrà perduto, perché abbiamo un Padre, un significato, per sempre.
Sostieni anche tu i progetti delle Tende:
- La Mensa e il Centro per mamme e bambini in Messico, a Oaxaca
DIJO è un’associazione messicana che lavora da oltre 15 anni nel settore educativo ed è partner di AVSI. Dal 2002 opera in una comunità molto povera con una mensa per 300 bambini e attività nutrizionali, un asilo, un doposcuola e attività con le mamme presso gli spazi del quartiere, che oggi sono minacciati da frane. Dijo ha già acquisito il terreno, occorre costruire il centro
- La Scuola secondaria per i ragazzi di Kireka in Uganda, a Kampala
Il progetto è la costruzione, all’interno dello slum di Kireka, di una scuola secondaria, che intende proseguire la proposta educativa nata dal Meeting Point International, partner ugandese di AVSI, e sviluppata nel corso degli anni dal Centro educativo Permanente, sostenuto dalle Tende dello scorso anno.
- La Banca del Riso per le famiglie degli agricoltori in Birmania, nell’Ayeyarwaddy.
Sostegno alla cooperativa di agricoltori “The Rice Bank”. Si tratta di un esempio unico di solidarietà e organizzazione interna nel panorama birmano, dove per sottrarsi alla logica degli usurai, i beni dei contadini vengono messi in comune e si prevede, con il contributo delle Tende, la costruzione di un mulino, di un magazzino e la fornitura di sementi e strumenti per la lavorazione della terra.
- Sostegno a distanza per i bambini delle scuole in Terra Santa
Le scuole francescane in Terra Santa offrono ai bambini e ragazzi palestinesi un insegnamento di qualità, una formazione alla vita e fin da piccoli l'abitudine alla convivenza tra studenti di religioni diverse, solida base per una vera pace. Con il sostegno a distanza si contribuisce alla retta scolastica (troppo alta per la maggior parte delle famiglie soprattutto cristiane), all’acquisto di libri e materiali didattici, ad attività ricreative e alla formazione degli insegnanti.
COME SOSTENERE le Tende di AVSI - indicando nella causale “Tende 2009-2010” :
- Banca Popolare di Milano - IBAN IT 61 C0558401626000000019000
- Conto corrente postale n° 522474, intestato AVSI
- Donazioni online dal sito www.avsi.org
Fondazione AVSI – via Legnone 4, 20158 Milano
comunicazione: elisabetta ponzone – 335.710.18.96 – elisabetta.ponzone@avsi.org
PER INFO: visita la sezione “Tende” sul sito http://www.avsi.org/
Fai una Tenda. Fai la differenza!
domenica 29 novembre 2009
SMS Solidale - 48547 fino al 15 dicembre
Fino al 15 dicembre, inviando un SMS al 48547 da tutti i telefoni cellulari personali TIM, Vodafone, Wind e 3 donerai 2 Euro alla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Potrai donare 2 Euro anche chiamando da rete fissa Telecom Italia.
Raccogliere e ridistribuire migliaia di tonnellate di alimenti, evitando sprechi e facendoli giungere a chi ha davvero bisogno, richiede un grande sforzo organizzativo e logistico. Questo si traduce in mezzi di trasporto, benzina, magazzini, macchinari per la movimentazione, celle frigorifere, tutto ciò che permette conservare gli alimenti sino alla loro consegna alle 8.000 associazioni e ed enti caritativi convenzionati che assistono 1.300.000 poveri in tutta Italia. Il tuo Sms solidale contribuisce concretamente a sostenere questo sforzo.
http://www.bancoalimentare.org/it/sms_solidale
Raccogliere e ridistribuire migliaia di tonnellate di alimenti, evitando sprechi e facendoli giungere a chi ha davvero bisogno, richiede un grande sforzo organizzativo e logistico. Questo si traduce in mezzi di trasporto, benzina, magazzini, macchinari per la movimentazione, celle frigorifere, tutto ciò che permette conservare gli alimenti sino alla loro consegna alle 8.000 associazioni e ed enti caritativi convenzionati che assistono 1.300.000 poveri in tutta Italia. Il tuo Sms solidale contribuisce concretamente a sostenere questo sforzo.
http://www.bancoalimentare.org/it/sms_solidale
Grazie per la Colletta Alimentare 2009
XIII GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE
Sabato 28 novembre 2009
“Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”
Si è svolta a Messina, come in tutta Italia, la 13ª edizione della Colletta Alimentare.
In un momento in cui “la confusione e lo smarrimento, in questo tempo di crisi, sembrano diventati lo stato d’animo più diffuso tra la gente, imbattersi però in volti lieti e grati, per la sorpresa di essere voluti bene, genera un desiderio e un interesse che trascinano fuori dal cinismo e dalla disperazione”.
La carità quindi resta segno del bisogno di bene che c’è nel cuore dell’uomo. In questo periodo di grave crisi economica, ed in una provincia particolarmente provata dai recenti eventi disastrosi, si è registrata infatti, una significativa tenuta delle donazioni in generi alimentari.
Sono stati raccolti a Messina e Provincia Kg 61.060 di alimenti con un incremento, rispetto allo scorso anno dell'1%
In città sono stati 30.213 i kg raccolti; gli stessi dell’anno precedente.
Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita dell’iniziativa: le catene dei supermercati che hanno ospitato la Colletta Alimentare, i 1500 volontari appartenenti per la maggior parte ad Enti Caritativi locali (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, movimenti, aggregazioni religiose) e le imprese commerciali che hanno messo a disposizione uomini e mezzi.
Un ringraziamento particolare va al Comando della Polizia Municipale di Messina e a Poste Italiane, che hanno offerto un rilevante supporto logistico.
Un grazie infine a tutti coloro che, facendo la spesa sabato scorso, ne hanno donato una consistente parte ai più bisognosi.
Fiduciosi della Vs. preziosa collaborazione anche per future iniziative del Banco Alimentare, porgiamo ancora i nostri più sentiti ringraziamenti.
Per continuare ad aiutare la Fondazione Banco Alimentare Onlus e contribuire alle spese di distribuzione dei prodotti raccolti si possono donare 2 euro inviando un sms al numero 48547 (rete mobile Tim, Vodafone, Wind, 3, rete fissa Telecom)
Messina, 28 Novembre 2009
Il responsabile provinciale della Colletta Alimentare Sebastiano Catalano
Sabato 28 novembre 2009
“Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”
Si è svolta a Messina, come in tutta Italia, la 13ª edizione della Colletta Alimentare.
In un momento in cui “la confusione e lo smarrimento, in questo tempo di crisi, sembrano diventati lo stato d’animo più diffuso tra la gente, imbattersi però in volti lieti e grati, per la sorpresa di essere voluti bene, genera un desiderio e un interesse che trascinano fuori dal cinismo e dalla disperazione”.
La carità quindi resta segno del bisogno di bene che c’è nel cuore dell’uomo. In questo periodo di grave crisi economica, ed in una provincia particolarmente provata dai recenti eventi disastrosi, si è registrata infatti, una significativa tenuta delle donazioni in generi alimentari.
Sono stati raccolti a Messina e Provincia Kg 61.060 di alimenti con un incremento, rispetto allo scorso anno dell'1%
In città sono stati 30.213 i kg raccolti; gli stessi dell’anno precedente.
Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita dell’iniziativa: le catene dei supermercati che hanno ospitato la Colletta Alimentare, i 1500 volontari appartenenti per la maggior parte ad Enti Caritativi locali (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, movimenti, aggregazioni religiose) e le imprese commerciali che hanno messo a disposizione uomini e mezzi.
Un ringraziamento particolare va al Comando della Polizia Municipale di Messina e a Poste Italiane, che hanno offerto un rilevante supporto logistico.
Un grazie infine a tutti coloro che, facendo la spesa sabato scorso, ne hanno donato una consistente parte ai più bisognosi.
Fiduciosi della Vs. preziosa collaborazione anche per future iniziative del Banco Alimentare, porgiamo ancora i nostri più sentiti ringraziamenti.
Per continuare ad aiutare la Fondazione Banco Alimentare Onlus e contribuire alle spese di distribuzione dei prodotti raccolti si possono donare 2 euro inviando un sms al numero 48547 (rete mobile Tim, Vodafone, Wind, 3, rete fissa Telecom)
Messina, 28 Novembre 2009
Il responsabile provinciale della Colletta Alimentare Sebastiano Catalano
martedì 24 novembre 2009
VOLTI LIETI NELLA CONFUSIONE DEL MONDO
Messina - 26 Novembre 2009 - ore 18.30
Salone degli Specchi – Palazzo dei Leoni
Salone degli Specchi – Palazzo dei Leoni
Presentazione della
XIII GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE
VOLTI LIETI NELLA CONFUSIONE DEL MONDO
Introduce Ing. Riccardo Tringali
(Centro di Solidarietà Milazzo)
Testimonianze
Dott. Leo Parisi
Amministratore della Casa Famiglia
“Casa Gina” O.A.M.I
Dott.ssa Chiara Tasso
Banco Alimentare
sabato 21 novembre 2009
La tua opera è un bene per tutti
Assemblea Generale di Compagnia delle Opere Domenica 22 novembre 2009 - Ore 10.00 Forum di Assago (MI)
Introduce e conclude: Bernhard Scholz, Presidente Compagnia delle Opere
Interventi di: Don Julián Carrón, Presidente Fraternità Comunione e Liberazione e Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà
http://www.cdo.org/
Diretta Web: Sarà possibile seguire i lavori dell'Assemblea Generale della Compagnia delle Opere, in diretta streaming su http://www.ilsussidiario.net/, a partire dalle ore 10.00 di domenica 22 novembre 2009.
Chi non conoscesse Compagnia delle Opere ha la possibilità di "incontrare" una realtà di amicizia e di gratuità che mette in comunicazione aziende, imprese, esercizi, realtà socio-economico-finanziarie, profit e non profit, favorendone l'interscambio e la condivisione di esperienze.
Introduce e conclude: Bernhard Scholz, Presidente Compagnia delle Opere
Interventi di: Don Julián Carrón, Presidente Fraternità Comunione e Liberazione e Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà
http://www.cdo.org/
Diretta Web: Sarà possibile seguire i lavori dell'Assemblea Generale della Compagnia delle Opere, in diretta streaming su http://www.ilsussidiario.net/, a partire dalle ore 10.00 di domenica 22 novembre 2009.
Chi non conoscesse Compagnia delle Opere ha la possibilità di "incontrare" una realtà di amicizia e di gratuità che mette in comunicazione aziende, imprese, esercizi, realtà socio-economico-finanziarie, profit e non profit, favorendone l'interscambio e la condivisione di esperienze.
INCONTRI DI LETTURA
INVITO A INCONTRI DI LETTURA
20 NOVEMBRE: “Il Padre, il sessantotto”
4 DICEMBRE: “Partner o causa”
18 DICEMBRE: “Diventare bambini: tornare a pensare”
Saggi contenuti in “Pensare con Freud” terzo libro della collana “Il Pensiero di Natura”
Presso: “ Caffè Galante” via Regina Elena, 17 Patti, Ore 17,30
grazie a Maria Campana
20 NOVEMBRE: “Il Padre, il sessantotto”
4 DICEMBRE: “Partner o causa”
18 DICEMBRE: “Diventare bambini: tornare a pensare”
Saggi contenuti in “Pensare con Freud” terzo libro della collana “Il Pensiero di Natura”
Presso: “ Caffè Galante” via Regina Elena, 17 Patti, Ore 17,30
grazie a Maria Campana
Biblioterapia
Sabato 28 novembre 2009 alle ore 18,00 a Milazzo presso la Sala Conferenze di Palazzo D'Amico, in Marina Garibaldi, ci sarà la presentazione del libro "Biblioterapia" di Barbara Rossi.
Presenzierà il Sindaco Lorenzo Italiano. Interverranno l'Autrice, Giovanni Utano, Francesco Alesci. Coordinatore: Carmelo Coppolino Billè.
Il titolo del libro stuzzica senz'altro la curiosità perchè fa intuire una originale possibilità di cura per chissà quali patologie.
La presenza dell'Autrice e del dr. Utano, entrambi psicoterapeuti, promette risposte esaurienti.
Presenzierà il Sindaco Lorenzo Italiano. Interverranno l'Autrice, Giovanni Utano, Francesco Alesci. Coordinatore: Carmelo Coppolino Billè.
Il titolo del libro stuzzica senz'altro la curiosità perchè fa intuire una originale possibilità di cura per chissà quali patologie.
La presenza dell'Autrice e del dr. Utano, entrambi psicoterapeuti, promette risposte esaurienti.
lunedì 16 novembre 2009
13^ Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
La Fondazione Banco Alimentare Onlus festeggia quest’anno i primi 20 anni di attività in Italia. La sua mission è la valorizzazione sociale delle eccedenze alimentari. Attraverso i 20 Banchi Alimentari, che operano quotidianamente in tutta Italia, questi prodotti vengono distribuiti gratuitamente a 8.248 Enti benefici convenzionati. Solo nel 2008 sono state raccolte e distribuite 59.358 tonnellate di alimenti che hanno raggiunto circa 1.500.000 bisognosi su tutto il territorio italiano.
Accanto a questa attività, il Banco Alimentare promuove ogni anno la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. L’anno scorso in tutta Italia, in oltre 7.000 supermercati sono state donate 8.932 tonnellate di generi alimentari, e questo grazie al generoso impegno di oltre 100.000 volontari, all’adesione delle più importanti catene della distribuzione e a 5.000.000 di italiani che, durante la giornata di sabato, hanno deciso di fare la spesa per i più poveri del nostro paese.
Nella provincia di Messina, l’anno scorso, sono stati 60.015 i kg di generi alimentari raccolti in 81 supermercati con l’impiego di circa 1400 volontari provenienti da esperienze diverse: enti caritativi, movimenti, associazioni, parrocchie, imprenditori, studenti e normali cittadini, tutti desiderosi di partecipare a questo grande gesto di carità.
Quest’anno contiamo di fare ancora meglio sapendo bene che le situazioni di bisogno sono aumentate drammaticamente nel nostro territorio dopo l’alluvione dell’1 novembre, saranno infatti 88 i supermercati presidiati dai nostri volontari.
I prodotti così raccolti, confezionati in scatole secondo la tipologia, verranno successivamente consegnati alle Associazioni caritative convenzionate, che a loro volta , li faranno pervenire ai propri assistiti.
Nella Nostra provincia entro Natale saranno circa 15.000 le persone bisognose che, attraverso i 115 Enti caritativi convenzionati con il Banco Alimentare, avranno qualcosa in più da mangiare e un volto amico da guardare.
Ecco perché anche quest’anno proponiamo il gesto della
MILAZZO:……………Giovedì 19 Novembre ore 18.00 - Paladiana - Sala Rotonda (di fronte Municipio)
SANTA TERESA RIVA.:….Venerdì 20 Novembre ore 18.30 - Palazzo della Cultura –Villa Ragno (via F. Crispi)
MESSINA:……………...Giovedì 26 Novembre ore 18.30 - Provincia Regionale - Salone degli Specchi (Piazza Antonello).
La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è resa possibile grazie alla collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini e la Società San Vincenzo De Paoli, e gode dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, del patrocinio del Segretariato Sociale della Rai e della Giornata Mondiale dell'Alimentazione.
Si ringraziano: Intesa Sanpaolo, Banca Prossima, Aurora e Unipol (UGF Assicurazioni) , Fastweb, Irge, Sky, Comieco, FNM e Poste Italiane.
Accanto a questa attività, il Banco Alimentare promuove ogni anno la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. L’anno scorso in tutta Italia, in oltre 7.000 supermercati sono state donate 8.932 tonnellate di generi alimentari, e questo grazie al generoso impegno di oltre 100.000 volontari, all’adesione delle più importanti catene della distribuzione e a 5.000.000 di italiani che, durante la giornata di sabato, hanno deciso di fare la spesa per i più poveri del nostro paese.
Nella provincia di Messina, l’anno scorso, sono stati 60.015 i kg di generi alimentari raccolti in 81 supermercati con l’impiego di circa 1400 volontari provenienti da esperienze diverse: enti caritativi, movimenti, associazioni, parrocchie, imprenditori, studenti e normali cittadini, tutti desiderosi di partecipare a questo grande gesto di carità.
Quest’anno contiamo di fare ancora meglio sapendo bene che le situazioni di bisogno sono aumentate drammaticamente nel nostro territorio dopo l’alluvione dell’1 novembre, saranno infatti 88 i supermercati presidiati dai nostri volontari.
I prodotti così raccolti, confezionati in scatole secondo la tipologia, verranno successivamente consegnati alle Associazioni caritative convenzionate, che a loro volta , li faranno pervenire ai propri assistiti.
Nella Nostra provincia entro Natale saranno circa 15.000 le persone bisognose che, attraverso i 115 Enti caritativi convenzionati con il Banco Alimentare, avranno qualcosa in più da mangiare e un volto amico da guardare.
Ecco perché anche quest’anno proponiamo il gesto della
13^ Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
Sabato 28 Novembre 2009
Nella provincia di Messina per approfondire il significato della Colletta Alimentare e presentare l’edizione 2009 si svolgeranno i seguenti incontri: MILAZZO:……………Giovedì 19 Novembre ore 18.00 - Paladiana - Sala Rotonda (di fronte Municipio)
SANTA TERESA RIVA.:….Venerdì 20 Novembre ore 18.30 - Palazzo della Cultura –Villa Ragno (via F. Crispi)
MESSINA:……………...Giovedì 26 Novembre ore 18.30 - Provincia Regionale - Salone degli Specchi (Piazza Antonello).
La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è resa possibile grazie alla collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini e la Società San Vincenzo De Paoli, e gode dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, del patrocinio del Segretariato Sociale della Rai e della Giornata Mondiale dell'Alimentazione.
Si ringraziano: Intesa Sanpaolo, Banca Prossima, Aurora e Unipol (UGF Assicurazioni) , Fastweb, Irge, Sky, Comieco, FNM e Poste Italiane.
sabato 14 novembre 2009
Una presenza irriducibile
A proposito della sentenza della Corte europea sui crocifissi.
La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo contro i crocifissi nelle aule scolastiche ha suscitato una vasta eco di proteste: giustamente quasi tutti gli italiani - l’84% secondo un sondaggio del Corriere della Sera - si sono scandalizzati della decisione.
«E voi chi dite che io sia?». Questa domanda di Gesù ai discepoli ci raggiunge dal passato e ci sfida ora.
Quel Cristo sul crocifisso non è un cimelio della pietà popolare per il quale si può nutrire, al massimo, un devoto ricordo.
Non è neppure un generico simbolo della nostra tradizione sociale e culturale.
Cristo è un uomo vivo, che ha portato nel mondo un giudizio, una esperienza nuova, che c’entra con tutto: con lo studio e il lavoro, con gli affetti e i desideri, con la vita e la morte. Un’esperienza di umanità compiuta.
I crocifissi si possono togliere, ma non si può togliere dalla realtà un uomo vivo. Tranne che lo ammazzino, come è accaduto: ma allora è più vivo di prima!
Si illudono coloro che vogliono togliere i crocifissi, se pensano di contribuire così a cancellare dallo “spazio pubblico” il cristianesimo come esperienza e giudizio: se è in loro potere - ma è ancora tutto da verificare e noi confidiamo che siano smentiti - abolire i crocifissi, non è nelle loro mani togliere dei cristiani vivi dal reale.
Ma c’è un inconveniente: che noi cristiani possiamo non essere noi stessi, dimenticando che cos’è il cristianesimo; allora difendere il crocifisso sarebbe una battaglia persa, perché quell’uomo non direbbe più nulla alla nostra vita.
La sentenza europea è una sfida per la nostra fede. Per questo non possiamo tornare con tranquillità alle cose solite, dopo avere protestato scandalizzati, evitando la questione fondamentale: crocifisso sì, crocifisso no, dov’è l’avvenimento di Cristo oggi? O, detto con le parole di Dostoevskij: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?».
Novembre 2009 Comunione e Liberazione
La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo contro i crocifissi nelle aule scolastiche ha suscitato una vasta eco di proteste: giustamente quasi tutti gli italiani - l’84% secondo un sondaggio del Corriere della Sera - si sono scandalizzati della decisione.
«E voi chi dite che io sia?». Questa domanda di Gesù ai discepoli ci raggiunge dal passato e ci sfida ora.
Quel Cristo sul crocifisso non è un cimelio della pietà popolare per il quale si può nutrire, al massimo, un devoto ricordo.
Non è neppure un generico simbolo della nostra tradizione sociale e culturale.
Cristo è un uomo vivo, che ha portato nel mondo un giudizio, una esperienza nuova, che c’entra con tutto: con lo studio e il lavoro, con gli affetti e i desideri, con la vita e la morte. Un’esperienza di umanità compiuta.
I crocifissi si possono togliere, ma non si può togliere dalla realtà un uomo vivo. Tranne che lo ammazzino, come è accaduto: ma allora è più vivo di prima!
Si illudono coloro che vogliono togliere i crocifissi, se pensano di contribuire così a cancellare dallo “spazio pubblico” il cristianesimo come esperienza e giudizio: se è in loro potere - ma è ancora tutto da verificare e noi confidiamo che siano smentiti - abolire i crocifissi, non è nelle loro mani togliere dei cristiani vivi dal reale.
Ma c’è un inconveniente: che noi cristiani possiamo non essere noi stessi, dimenticando che cos’è il cristianesimo; allora difendere il crocifisso sarebbe una battaglia persa, perché quell’uomo non direbbe più nulla alla nostra vita.
La sentenza europea è una sfida per la nostra fede. Per questo non possiamo tornare con tranquillità alle cose solite, dopo avere protestato scandalizzati, evitando la questione fondamentale: crocifisso sì, crocifisso no, dov’è l’avvenimento di Cristo oggi? O, detto con le parole di Dostoevskij: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?».
Novembre 2009 Comunione e Liberazione
domenica 8 novembre 2009
Le 10 righe della XIII Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
"La confusione e lo smarrimento, in questo tempo di crisi, sembrano diventati lo stato d'animo più diffuso tra la gente. Imbattersi, però, in volti lieti e grati, per la sorpresa di essere voluti bene, scatena un desiderio e un interesse che trascinano fuori dal cinismo e dalla disperazione. Per questo anche quest'anno proponiamo di partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, perché anche un solo gesto di carità cristiana, come condividere la spesa con i più poveri, introduce nella società un soggetto nuovo, capace di vera solidarietà e condivisione del destino dei nostri fratelli uomini".
http://www.bancoalimentare.org/colletta/giornata.php
http://www.bancoalimentare.org/colletta/giornata.php
La CROCE simbolo di Storia, Educazione e Libertà
Riportiamo il comunicato stampa della Conferenza Episcopale italiana relativo alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
La decisione della Corte di Strasburgo suscita amarezza e non poche perplessità. Fatto salvo il necessario approfondimento delle motivazioni, in base a una prima lettura, sembra possibile rilevare il sopravvento di una visione parziale e ideologica. Risulta ignorato o trascurato il molteplice significato del crocifisso, che non è solo simbolo religioso ma anche segno culturale. Non si tiene conto del fatto che, in realtà, nell’esperienza italiana l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici è in linea con il riconoscimento dei principi del cattolicesimo come “parte del patrimonio storico del popolo italiano”, ribadito dal Concordato del 1984.
In tal modo, si rischia di separare artificiosamente l’identità nazionale dalle sue matrici spirituali e culturali, mentre “non è certo espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo, l'ostilità a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione; alla presenza, in particolare, di ogni simbolo religioso nelle istituzioni pubbliche. … ” (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al 56° Convegno nazionale dei Giuristi cattolici italiani, in Iustitia, 1/2007, pp. 6-7).
Ruini: rifiutando Dio si dissolve l'uomo
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=46749
Quei muri appesi ai Crocefissi…
http://www.antoniosocci.com/2009/11/quei-muri-appesi-ai-crocefissi%e2%80%a6/
CROCIFISSO L'illusione del nulla
http://www.tracce.it/default.asp?id=376&id_n=12956
Scholz sulla sentenza contro il crocifisso nelle scuole
http://cdo.org/Home/Scholzsusentenzaanticrocifisso/tabid/2469/Default.aspx
MAURO Una sentenza contro l’Europa
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=46888
Non togliete quel crocifisso è segno del dolore umano
di Natalia Ginzburg, L'Unità, 25 marzo 1988
http://digilander.libero.it/galatrorc4/crocifisso4/19880322_ginzburg_croce_rappresent_tutt.htm
La decisione della Corte di Strasburgo suscita amarezza e non poche perplessità. Fatto salvo il necessario approfondimento delle motivazioni, in base a una prima lettura, sembra possibile rilevare il sopravvento di una visione parziale e ideologica. Risulta ignorato o trascurato il molteplice significato del crocifisso, che non è solo simbolo religioso ma anche segno culturale. Non si tiene conto del fatto che, in realtà, nell’esperienza italiana l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici è in linea con il riconoscimento dei principi del cattolicesimo come “parte del patrimonio storico del popolo italiano”, ribadito dal Concordato del 1984.
In tal modo, si rischia di separare artificiosamente l’identità nazionale dalle sue matrici spirituali e culturali, mentre “non è certo espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo, l'ostilità a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione; alla presenza, in particolare, di ogni simbolo religioso nelle istituzioni pubbliche. … ” (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al 56° Convegno nazionale dei Giuristi cattolici italiani, in Iustitia, 1/2007, pp. 6-7).
Ruini: rifiutando Dio si dissolve l'uomo
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=46749
Quei muri appesi ai Crocefissi…
http://www.antoniosocci.com/2009/11/quei-muri-appesi-ai-crocefissi%e2%80%a6/
CROCIFISSO L'illusione del nulla
http://www.tracce.it/default.asp?id=376&id_n=12956
Scholz sulla sentenza contro il crocifisso nelle scuole
http://cdo.org/Home/Scholzsusentenzaanticrocifisso/tabid/2469/Default.aspx
MAURO Una sentenza contro l’Europa
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=46888
Non togliete quel crocifisso è segno del dolore umano
di Natalia Ginzburg, L'Unità, 25 marzo 1988
http://digilander.libero.it/galatrorc4/crocifisso4/19880322_ginzburg_croce_rappresent_tutt.htm
domenica 1 novembre 2009
Incontro su “Conoscenza e Responsabilità”
"Conoscere non è un atto solo materiale,perché il conosciuto nasconde sempre qualcosa che va al di là del dato empirico. Ogni nostra conoscenza, anche la più semplice, è sempre un piccolo prodigio, perché non si spiega mai completamente con gli strumenti materiali che adoperiamo.
In ogni verità c’è più di quanto noi stessi ci saremmo aspettati. Nell’amore che riceviamo c’è sempre qualcosa che ci sorprende" In ogni conoscenza e in ogni atto d’amore l’anima dell’uomo sperimenta un “di più” che assomiglia molto a un dono ricevuto, ad un altezza a cui ci sentiamo elevati."
Benedetto XVI, Caritas in Veritate
Il Centro di Solidarietà di Milazzo organizza il 7 novembre 2009 alle ore 17.00 presso Sala Rotonda Paladiana Milazzo un incontro su “Conoscenza e Responsabilità” Testimonianze in merito all’ Enciclica “Caritas in Veritate”
Intervengono alla presentazione dell’Enciclica: Alfredo Scarfone, Consigliere di Ammin. del Gruppo RCH S.p.A. – Silea Treviso, e Gaetano Giunta, Presidente della ECOSMED Società Cooperativa a.r.l. - Messina
In ogni verità c’è più di quanto noi stessi ci saremmo aspettati. Nell’amore che riceviamo c’è sempre qualcosa che ci sorprende" In ogni conoscenza e in ogni atto d’amore l’anima dell’uomo sperimenta un “di più” che assomiglia molto a un dono ricevuto, ad un altezza a cui ci sentiamo elevati."
Benedetto XVI, Caritas in Veritate
Il Centro di Solidarietà di Milazzo organizza il 7 novembre 2009 alle ore 17.00 presso Sala Rotonda Paladiana Milazzo un incontro su “Conoscenza e Responsabilità” Testimonianze in merito all’ Enciclica “Caritas in Veritate”
Intervengono alla presentazione dell’Enciclica: Alfredo Scarfone, Consigliere di Ammin. del Gruppo RCH S.p.A. – Silea Treviso, e Gaetano Giunta, Presidente della ECOSMED Società Cooperativa a.r.l. - Messina
"PortoFranco" a Messina
Il Centro di Solidarietà "Dama Bianca" avvia PortoFranco centro gratuito di aiuto allo studio per gli studenti delle scuole superiori il martedì e il giovedì delle 15,00 alle 19,00 in Piazza Basicò n.1 is. 265 presso i locali della cooperativa Nuova Presenza
Per informazioni telefonare alla prof.ssa Laura Aliberti tel. 3498106951 o a Felice Tramaglino tel. 3404000306 email:damabiancacds@gmail.com
Per informazioni telefonare alla prof.ssa Laura Aliberti tel. 3498106951 o a Felice Tramaglino tel. 3404000306 email:damabiancacds@gmail.com
giovedì 22 ottobre 2009
Evento Culturale: Mostra su San Paolo
SULLA VIA DI DAMASCO. L’INIZIO DI UNA VITA NUOVA
In occasione dell’Anno Paolino, indetto da Benedetto XVI, molte sono state anche a Messina le manifestazioni e le iniziative svolte per celebrare i duemila anni dalla nascita di san Paolo. Consapevoli dell’importanza di questo grande “apostolo delle genti” e in funzione di una memoria sempre viva e feconda, su iniziativa dell’ Associazione culturale “Don Giuseppe Riggi”, ospitiamo nella nostra città, la mostra didattica itinerante dal titolo Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova, promossa dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Chiesa Italiana e Itaca, società editrice e di promozione culturale.
La mostra è suddivisa in due sezioni. La prima illustra i luoghi della vita di san Paolo, da Gerusalemme, dove partecipa alla lapidazione di santo Stefano, a Roma, dove subirà il martirio, attraverso un ricco e originale repertorio fotografico tratto dall’archivio fotografico dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme.
La seconda sezione si incentra sull’esperienza umana di Paolo, sulla sua nuova identità e coscienza, frutto dell’incontro con Cristo. Attraverso i testi tratti dalle lettere paoline e la rappresentazione che di lui hanno dato grandi artisti.( da Carracci a Raffaello, El Greco,.ecc.), il visitatore è portato dentro la sua straordinaria vicenda umana e la profondità del suo insegnamento.
Emerge così la statura di una delle personalità che più hanno segnato e dato forma alla civiltà occidentale. In lui il dramma dell’esistenza ha trovato una singolare consapevolezza , espressa nelle sue lettere, e un appassionato testimone, fino al martirio, della verità incontrata, in nome della quale era cordialmente aperto all’incontro e al dialogo con tutti, Conoscere e confrontarsi con il suo insegnamento e la sua testimonianza consente di affrontare i temi più profondi della vita personale e sociale. San Paolo, infatti, nel dialogo e nel confronto con la cultura giudaica ed ellenistica, ha mostrato la novità del cristianesimo e delineato una forma nuova nei rapporti tra gli uomini, indicando nella comune appartenenza a Cristo la strada della fraternità e della pace tra i popoli.
In tempi di multiculturalismo, la sua capacità di incontro e di dialogo con tutti, a partire dal fondo di verità che sapeva riconoscere e valorizzare in ciascuno, costituisce un esempio di grande attualità.
Per il suo elevato valore culturale la mostra ha ottenuto il patrocinio della Custodia di Terra Santa e della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura.
La mostra sarà allestita nel Tempio di S. Francesco di Assisi all’Immacolata di Messina e lì verrà inaugurata il 24 ottobre alle ore 18,30 con la presentazione di Don Lirio Di Marco,docente incaricato d’Esegesi del Nuovo Testamento presso la Facoltà Teologica di Sicilia in Palermo e docente invitato presso l’Istituto Teologico San Tommaso, e del prof. Luigi Giacobbe storico dell’arte Soprintendenza BB.CC.AA. Messina; resterà aperta fino al 7 Novembre secondo il seguente calendario:
Domenica 25 ottobre ore 10:00-12,30 / ore 17,45-19,15
Martedì, giovedì, sabato ore 10:00-12,30
Lunedì,mercoledì,venerdì ore 17,45-19,15
Sono previste visite guidate anche su prenotazioni. Telefonare ai seguenti numeri:
0903501134 oppure 3408531463
Sia l’ingresso che la visita guidata sono gratuiti.
Palma Milazzo Famulari
In occasione dell’Anno Paolino, indetto da Benedetto XVI, molte sono state anche a Messina le manifestazioni e le iniziative svolte per celebrare i duemila anni dalla nascita di san Paolo. Consapevoli dell’importanza di questo grande “apostolo delle genti” e in funzione di una memoria sempre viva e feconda, su iniziativa dell’ Associazione culturale “Don Giuseppe Riggi”, ospitiamo nella nostra città, la mostra didattica itinerante dal titolo Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova, promossa dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Chiesa Italiana e Itaca, società editrice e di promozione culturale.
La mostra è suddivisa in due sezioni. La prima illustra i luoghi della vita di san Paolo, da Gerusalemme, dove partecipa alla lapidazione di santo Stefano, a Roma, dove subirà il martirio, attraverso un ricco e originale repertorio fotografico tratto dall’archivio fotografico dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme.
La seconda sezione si incentra sull’esperienza umana di Paolo, sulla sua nuova identità e coscienza, frutto dell’incontro con Cristo. Attraverso i testi tratti dalle lettere paoline e la rappresentazione che di lui hanno dato grandi artisti.( da Carracci a Raffaello, El Greco,.ecc.), il visitatore è portato dentro la sua straordinaria vicenda umana e la profondità del suo insegnamento.
Emerge così la statura di una delle personalità che più hanno segnato e dato forma alla civiltà occidentale. In lui il dramma dell’esistenza ha trovato una singolare consapevolezza , espressa nelle sue lettere, e un appassionato testimone, fino al martirio, della verità incontrata, in nome della quale era cordialmente aperto all’incontro e al dialogo con tutti, Conoscere e confrontarsi con il suo insegnamento e la sua testimonianza consente di affrontare i temi più profondi della vita personale e sociale. San Paolo, infatti, nel dialogo e nel confronto con la cultura giudaica ed ellenistica, ha mostrato la novità del cristianesimo e delineato una forma nuova nei rapporti tra gli uomini, indicando nella comune appartenenza a Cristo la strada della fraternità e della pace tra i popoli.
In tempi di multiculturalismo, la sua capacità di incontro e di dialogo con tutti, a partire dal fondo di verità che sapeva riconoscere e valorizzare in ciascuno, costituisce un esempio di grande attualità.
Per il suo elevato valore culturale la mostra ha ottenuto il patrocinio della Custodia di Terra Santa e della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura.
La mostra sarà allestita nel Tempio di S. Francesco di Assisi all’Immacolata di Messina e lì verrà inaugurata il 24 ottobre alle ore 18,30 con la presentazione di Don Lirio Di Marco,docente incaricato d’Esegesi del Nuovo Testamento presso la Facoltà Teologica di Sicilia in Palermo e docente invitato presso l’Istituto Teologico San Tommaso, e del prof. Luigi Giacobbe storico dell’arte Soprintendenza BB.CC.AA. Messina; resterà aperta fino al 7 Novembre secondo il seguente calendario:
Domenica 25 ottobre ore 10:00-12,30 / ore 17,45-19,15
Martedì, giovedì, sabato ore 10:00-12,30
Lunedì,mercoledì,venerdì ore 17,45-19,15
Sono previste visite guidate anche su prenotazioni. Telefonare ai seguenti numeri:
0903501134 oppure 3408531463
Sia l’ingresso che la visita guidata sono gratuiti.
Palma Milazzo Famulari
mercoledì 14 ottobre 2009
Convegno sull'educazione
Mercoledì 21 ottobre alle ore 17,00 presso il Salone degli Specchi della Provincia Regionale di Messina si terrà un incontro dibattito sulla sfida educativa dal titolo
"Educazione. Un'emergenza?".
Interverranno Paola Bignardi, Pedagogista e curatrice del volume che sarà presentato, Maria Muscherà Dirigente Scolastico; moderatore Pietro Donato.
"Educazione. Un'emergenza?".
Interverranno Paola Bignardi, Pedagogista e curatrice del volume che sarà presentato, Maria Muscherà Dirigente Scolastico; moderatore Pietro Donato.
Dalla Psicoanalisi al Pensiero giuridico
L'Università di Messina, con la collaborazione del Centro di Solidarietà M. Kolbe di Patti, organizza un convegno dal titolo "Dalla Psicoanalisi al pensiero giuridico" a cui parteciperanno il Prof. Giacomo B. Contri ed il prof. Barcellona dell'Università di Catania, secondo il seguente calendario:
a Messina il 14 ottobre ore 17,00 presso la Facoltà di Giurisprudenza Aula S.Pugliatti,
a Patti il 15 ottobre ore 1 7,00 presso la Sala Comunale p.zza M. Sciacca.
a Messina il 14 ottobre ore 17,00 presso la Facoltà di Giurisprudenza Aula S.Pugliatti,
a Patti il 15 ottobre ore 1 7,00 presso la Sala Comunale p.zza M. Sciacca.
martedì 13 ottobre 2009
Omelia di mons. Calogero La Piana ai funerali per le vittime dell'alluvione
Carissimi, la pagina evangelica ascoltata offre alla nostra meditazione il mistero di Gesù morente sulla croce. Nella preghiera desideriamo chiedere a Dio Padre di aprire il nostro cuore e la nostra mente per riconoscere nella passione del suo Figlio quella di tutti i fratelli sofferenti e per rafforzare nella sua morte e risurrezione la speranza, nostra e di tutta l'umanità, nella pienezza di vita insieme a lui. Sulla bocca del Crocifisso un grido: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Non grido di disperazione, miei cari fratelli, ma accorata preghiera che colpisce per la sua paradossale formulazione. Da una parte, l'invocazione "Dio mio", che esprime l'intimo e personale rapporto con Dio. Un grido, dunque, non rivolto al vuoto e al nulla, ma al Padre, buono e misericordioso. D'altra parte il forte lamento che scaturisce dall'amare esperienza della sua lontananza, meglio ancora, della sua non avvertita presenza. Quel terribile "perché" ritorna spontaneo sullla bocca dei tanti crocifissi della storia per esprimere la desolazione che si avverte quando la morte, antitesi del Dio vivente, non permette di sentirne viva la presenza. "Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Il grido di Gesù è il grido dell'umanità sofferente, è il grido di questa comunità profondamente scossa dal tragico evento dell'alluvione, è il grido della popolazione dell'Abruzzo colpita dal terremoto, è il grido degli uomini provati in ogni angolo della terra da devastanti inondazioni o calamità naturali. E' il grido che scaturisce dal dolore, spesso dalla rabbia e dalla disperazione. Dinanzi a tanta sofferenza, tuttavia, è confortante, miei cari fratelli, sentire che anche il Figlio di Dio, nel momento più tragico della sua esistenza terrena, inchiodato sul legno della croce, ha chiesto al Padre il "perché" di tanto dolore, di tanto abbandono e di così grande ingiustizia che si abbateva su di lui. "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?". Grido intenso di dolore ed atto di abbandono fiducioso al Padre. Sulla croce, mentre avverte vicina la morte, un secondo grido risuona, ancora più forte e più intenso del primo, sulla bocca di Gesù: "Nelle tue mani, o Padre, consegno il mio spirito". E' il grido della speranza, della sua ferma fiducia nel riconoscersi Figlio prediletto dal Padre, da Lui amato ed accolto. Chiedo al Signore Dio che anche questo grido di fiduciosa speranza divenga il grido di coloro che nel dolore e nella prova, pur avvertendo la sensazione del fallimento e dell'abbandono a motivo della debolezza e della fragilità della carne, trovino la forza e il coraggio di abbandonarsi nelle mani di Dio, che nel suo Figlio si è fatto in tutto simile a noi e "proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova" (Eb 2, 18). Il Figlio di Dio "stese le braccia sulla croce, morendo distrusse la morte e proclamò la risurrezione" (Preg. Euc. 2). Nella sua crocifissione e morte, segno di debolezza e d'impotenza agli occhi degli uomini, si rivela la speranza e la potenza di Dio, il trionfo della vita sulla morte, dell'amore sull'odio, della misericordia di Dio sul peccato dell'uomo. È la fede del centurione romano ad attestarlo: "veramente costui era Figlio di Dio". È la nostra fede: la nostra sofferenza è stata assunta dal Figlio di Dio, la sua risurrezione sarà assunta da noi: "Siamo convinti - ci ha ricordato l'apostolo Paolo - che Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui". Carissimi fratelli, questa nostra preghiera, impreziosita dall'offerta a Dio della sofferenza che la connota, è attestazione della speranza che sostiene la nostra vita di fede fondata sulla parola di Gesù: "Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà in eterno". In questo momento di tristezza e di lutto per l'intera comunità, messinese e nazionale, ci sentiamo profondamente ed intimamente uniti con quanti sono stati direttamente coinvolti nella tragedia di questi giorni, solidali con le loro sofferenze e le loro ansie, ma anche con le loro speranze e la loro volontà di ricominciare. Uniamo la nostra voce alla loro per invocare aiuto, sostegno e vicinanza dalle Istituzioni e chiediamo a Dio, ricco di grazia e di misericordia, la beata eternità per i fratelli defunti. Tante parole sono state dette in questi luoghi e interminabili giorni. Alcune per documentare l'accaduto: la violenza del nubifragio; le esondazioni e gli smottamenti; le frane e la collina che viene giù, le case sommerse dalla valanga di fango; la dolorosa realtà di tante vite umane spezzate, l'incertezza del loro numero, il mancato ritrovamento di alcuni corpi... Tante altre parole abbiamo ascoltato sulla instabilità idrogeologica del territorio, la presenza di numerosi torrenti, la mancata opera di prevenzione, l'assenza di una manutenzione ordinaria, l'abusivismo edilizio, la mancanza cronica di fondi. Di certo soffriamo, e non poco, la carente gestione di un patrimonio unico e prezioso, questo nostro territorio, paesaggisticamente bello ed affascinante, ricco di colori e di vegetazione, di arte e di beni di ogni genere, caratterizzato da un clima gradevole e amabile; un patrimonio, il nostro territorio, troppo spesso sfregiato e deturpato, incredibilmente ed insopportabilmente violentato dal peccato dell'uomo: negligenza e noncuranza, interessi privati ed egoistici, logiche perverse e speculazioni di ogni ordine e grado. Si è anche parlato di tragedia annunziata, di stato di calamità, di strade sbriciolate ed impraticabili, di centri evacuati e di intere famiglie sfollate, di numerosi feriti, di danni economici ingenti e di fondi stanziati, di cordoglio nazionale, di funerali solenni o di Stato. Si è voluto anche, come avviene sovente in circostanze simili, polemizzare, giudicare e condannare con sufficienza e presunzione. Ciò che, tuttavia, non riusciamo a tollerare è il reiterato tentativo di strumentalizzare, per l'ennesima volta, il dramma di questa nostra terra e di questa nostra amata gente. Troppe parole sono state dette. La parola più bella che abbiamo ascoltato è quella pronunciata attraverso gesti concreti ed eroici, parola gridata silenziosamente da numerose forze umane, dal loro faticoso e massacrante lavoro, dalla loro grande generosità e dal loro coraggioso e ammirevole impegno. Parola vera e sincera, autentico urlo di un esercito di fratelli e di sorelle che ringrazio di vero cuore a nome mio personale e di tutta la popolazione, l'esercito della solidarietà che ha coinvolto e spinto, come già altre volte sperimentato, uomini e donne di buona volontà, di ogni ceto sociale e di ogni età, a portare soccorso e dare aiuto, e mostrare il volto bello dell'uomo e della sua incommensurabile dignità e nobiltà. In questi giorni sono stati ricorsati, da più parti e in diverse circostanze, i ripetuti appelli caduti nel vuoto; si è alzato con forza l'allarme di tanta gente; è risuonato vigoroso il grido di dolore di intere famiglie e comunità. Ma a parlare, oggi, è soprattutto il silenzio di questi troppi nostri fratelli e sorelle che hanno perso la vita nel tragico nubifragio. Basterà tutto questo? Cos'altro dobbiamo "sentire" ancora? Cos'altro dobbiamo ancora aspettarci perché "avvenga" una conversione, un cambiamento di rotta? Maria Santissima, la Mamma celeste, la veloce ascoltatrice, raccolga il grido di dolore e di speranza di tutti noi e porti pace e consolazione nei cuori dei familiari ed amici di quanti hanno perso la vita. Il vostro silenzio, miei cari fratelli defunti, è il grido più eloquente di ciò che tutti noi oggi osiamo sperare, chiedere e gridare ai responsabili della cosa pubblica: restituiteci la serenità, dateci la garanzia di un piano di sicurezza, fatto di opere concrete e non di carte o di parole vuote e di circostanza, perché simili tragedie non abbiano più ad accadere.
venerdì 9 ottobre 2009
Mostra su S. Paolo
L'Associazione Culturale Don Giuseppe Riggi promuove l'esposizione presso il Tempio di S.Francesco d'Assisi all'Immacolata di Messina, Viale Boccetta, della mostra "Sulla via di Damasco. L'inizio di una nuova vita". La mostra sarà inaugurata sabato 24 ottobre alle ore 18:30 con un convegno di presentazione in cui interverranno il prof. don Liborio Di Marco dell'Università Teologica S. Tommaso e il prof. Luigi Giacobbe dell'Università di Messina. La mostra resterà aperta sino al 7 novembre secondo il seguente calendario: domenica 25 ottobre dalle ore 10:00 alle 12:30 e dalle ore 17:45 alle ore 19:15; nelle settimane seguenti: martedì, giovedì e sabato dalle ore 10:00 alle ore 12:30; lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17:45 alle ore 19:15. E' previsto il servizio delle visite guidate.
sabato 3 ottobre 2009
Alluvione di messina, Dal dolore alla speranza
Dolore e sconforto: questi sono i sentimenti comuni in questi giorni di fronte alla tragedia dell’alluvione che ha spazzato via case, macchine, la vita e la storia di tanti messinesi.
Un dolore forte che riapre la ferita, sempre viva ma troppo spesso anestetizzata, che ognuno di noi ha nel cuore: la domanda di significato, di senso di tutte le cose, della nostra vita.
Quando tutto sembra dover andare come deve andare, come noi pensiamo che debba andare e per cui spendiamo ogni giorno la nostra intelligenza e le nostre energie, accade sempre che la realtà si mostri improvvisamente e inesorabilmente per quello che è: altro da noi.
La realtà è evidentemente altro da noi, talmente tanto altro da noi che di fronte a queste tragedie riusciamo solo a censurarla, respingerla, mistificarla.
L’esperienza ridotta a questa reazione immediata porta all’uomo solo confusione, sconforto e ne impedisce lo sviluppo umano.
“Non voglio che si perdano questi giorni, dobbiamo accettarli per quello che sono: giorni pieni di una grazia sconosciuta ”.
[Emmanuel Mounier Lettere sul dolore per sua figlia gravemente malata]
Non c’è vera esperienza che non implichi il Mistero e senza riconoscimento del Mistero non c’è esperienza, qualunque cosa si faccia o accada.
Senza il Mistero rintracciato dentro la realtà, questa potrebbe apparire insostenibile. Eppure ci sono uomini, i quali a partire dalla certezza di Colui che fa tutto, sono testimoni di una possibilità reale di speranza vissuta, dentro tutte le circostanze della vita, anche le più dolorose.
Ci sono questi testimoni: basta leggere il blog di Antonio Socci in questi giorni di grande dolore di fronte alla figlia a rischio di vita, per rintracciarne un esempio pubblico in questo momento.
Cosa permette di vivere così? Cos’è che rende possibile questo?
Prendere sul serio questa domanda è l’unica possibilità per noi di passare dal dolore disperato alla certezza della speranza .
Associazione Culturale Don Giuseppe Riggi
3 Ottobre 2009
http://www.antoniosocci.com/
Un dolore forte che riapre la ferita, sempre viva ma troppo spesso anestetizzata, che ognuno di noi ha nel cuore: la domanda di significato, di senso di tutte le cose, della nostra vita.
Quando tutto sembra dover andare come deve andare, come noi pensiamo che debba andare e per cui spendiamo ogni giorno la nostra intelligenza e le nostre energie, accade sempre che la realtà si mostri improvvisamente e inesorabilmente per quello che è: altro da noi.
La realtà è evidentemente altro da noi, talmente tanto altro da noi che di fronte a queste tragedie riusciamo solo a censurarla, respingerla, mistificarla.
L’esperienza ridotta a questa reazione immediata porta all’uomo solo confusione, sconforto e ne impedisce lo sviluppo umano.
“Non voglio che si perdano questi giorni, dobbiamo accettarli per quello che sono: giorni pieni di una grazia sconosciuta ”.
[Emmanuel Mounier Lettere sul dolore per sua figlia gravemente malata]
Non c’è vera esperienza che non implichi il Mistero e senza riconoscimento del Mistero non c’è esperienza, qualunque cosa si faccia o accada.
Senza il Mistero rintracciato dentro la realtà, questa potrebbe apparire insostenibile. Eppure ci sono uomini, i quali a partire dalla certezza di Colui che fa tutto, sono testimoni di una possibilità reale di speranza vissuta, dentro tutte le circostanze della vita, anche le più dolorose.
Ci sono questi testimoni: basta leggere il blog di Antonio Socci in questi giorni di grande dolore di fronte alla figlia a rischio di vita, per rintracciarne un esempio pubblico in questo momento.
Cosa permette di vivere così? Cos’è che rende possibile questo?
Prendere sul serio questa domanda è l’unica possibilità per noi di passare dal dolore disperato alla certezza della speranza .
Associazione Culturale Don Giuseppe Riggi
3 Ottobre 2009
http://www.antoniosocci.com/
domenica 27 settembre 2009
AL SERVIZIO DELLA LIBERTÀ
A partire dalla convinzione che una società è tanto più umana quanto più sa dare spazio e sostegno alle persone che vivono in uno stato di sofferenza e disagio, Fondazione per la Sussidiarietà e CDO Opere Sociali hanno creato la Scuola per Opere di Carità e la Scuola di Impresa Sociale, due strumenti formativi destinati a coloro che operano all'interno delle Organizzazioni Non Profit (ONP). Il ciclo 2009 è intitolato: "Al servizio della libertà".
SCUOLA PER OPERE DI CARITÀ
Nata nel 2004 con l'obiettivo di introdurre al metodo di lavoro che caratterizza le opere di carità, incentrato sulla condivisione del bisogno e sulla costruzione di luoghi di reale accoglienza, Scuola ha saputo valorizzare e rilanciare alcune pluriennali esperienze educative e formative campo delle opere di carità e delle imprese sociali.
SCUOLA DI IMPRESA SOCIALE
Da quest'anno, l'offerta formativa della Scuola per Opere di Carità è integrata con la Scuola di Impresa Sociale con l'obiettivo di sviluppare conoscenze specifiche organizzative e gestionali delle aziende non profit e mettere a punto modelli e competenze di management coerenti con il settore. I contenuti proposti vogliono essere una proposta di supporto e formazione "a tutto campo", in cui sono affrontate le principali tematiche di gestione attinenti al settore.
I soggetti promotori
La Fondazione per la Sussidiarietà e CDO Opere Sociali sono i promotori di questi due strumenti formativi. La Fondazione per la Sussidiarietà, presieduta da Giorgio Vittadini, è nata nel 2002 e si dedica all'approfondimento culturale e scientifico e alla diffusione di una visione della società basata sulla centralità della persona e sul principio di sussidiarietà. I suoi obiettivi sono lo studio delle tematiche sociali, politiche ed economiche, la produzione e l'offerta di percorsi di eccellenza e la promozione del dialogo con tutte le realtà interessate a uno sviluppo che rispetti il pluralismo e tenda al bene comune. http://www.sussidiarieta.net/
per maggiori informazioni http://www.cdo.it/impresasociale/Home/SCUOLAOPERECARITA2009/tabid/215/Default.aspx
SCUOLA PER OPERE DI CARITÀ
Nata nel 2004 con l'obiettivo di introdurre al metodo di lavoro che caratterizza le opere di carità, incentrato sulla condivisione del bisogno e sulla costruzione di luoghi di reale accoglienza, Scuola ha saputo valorizzare e rilanciare alcune pluriennali esperienze educative e formative campo delle opere di carità e delle imprese sociali.
SCUOLA DI IMPRESA SOCIALE
Da quest'anno, l'offerta formativa della Scuola per Opere di Carità è integrata con la Scuola di Impresa Sociale con l'obiettivo di sviluppare conoscenze specifiche organizzative e gestionali delle aziende non profit e mettere a punto modelli e competenze di management coerenti con il settore. I contenuti proposti vogliono essere una proposta di supporto e formazione "a tutto campo", in cui sono affrontate le principali tematiche di gestione attinenti al settore.
I soggetti promotori
La Fondazione per la Sussidiarietà e CDO Opere Sociali sono i promotori di questi due strumenti formativi. La Fondazione per la Sussidiarietà, presieduta da Giorgio Vittadini, è nata nel 2002 e si dedica all'approfondimento culturale e scientifico e alla diffusione di una visione della società basata sulla centralità della persona e sul principio di sussidiarietà. I suoi obiettivi sono lo studio delle tematiche sociali, politiche ed economiche, la produzione e l'offerta di percorsi di eccellenza e la promozione del dialogo con tutte le realtà interessate a uno sviluppo che rispetti il pluralismo e tenda al bene comune. http://www.sussidiarieta.net/
per maggiori informazioni http://www.cdo.it/impresasociale/Home/SCUOLAOPERECARITA2009/tabid/215/Default.aspx
martedì 15 settembre 2009
L'EDUCAZIONE E' UN INCONTRO
La Convention Scuola 09 di Diesse, dal titolo “L’educazione è un incontro” si svolgerà a Pesaro (Centro Congressi Baia Flaminia Resort) nei giorni 24 e 25 ottobre prossimi.
Insegnanti che si mettono insieme per condividere compiti e finalità del loro lavoro rappresentano una novità per la scuola, tanto più se questi insegnanti intendono l’evento associativo come un’opportunità per la loro crescita umana, culturale e professionale.
L’associazione è una risorsa anzitutto per la persona perché fa circolare esperienze, giudizi e strumenti; e per la scuola perché esprime una soggettività, un ambito di cultura, un luogo di continuo paragone grazie al quale è possibile rispondere all’attuale domanda di educazione e di istruzione dei giovani.
L’identità del docente si gioca oggi anzitutto sul piano della ripresa dei motivi ultimi della sua azione: nessuna delega in bianco ad una particolare forma di didattica può sostituire la sua decisione di uscire dalla autoreferenzialità per allacciare legami significativi, abbracciare l’intero bisogno dell’ambiente, costruire reti di rapporti.
Obiettivo della Convention Scuola 09 è quello di offrire al mondo della scuola italiana il contributo dell’associazione Diesse. Partire da fatti di educazione in atto per comprenderli, valorizzarli e incrementarli: questo è il tratto fondamentale del convegno che si articolerà in tre sezioni: i lavori in seduta plenaria, la piazza della didattica, le botteghe dell’insegnare.
Insegnanti che si mettono insieme per condividere compiti e finalità del loro lavoro rappresentano una novità per la scuola, tanto più se questi insegnanti intendono l’evento associativo come un’opportunità per la loro crescita umana, culturale e professionale.
L’associazione è una risorsa anzitutto per la persona perché fa circolare esperienze, giudizi e strumenti; e per la scuola perché esprime una soggettività, un ambito di cultura, un luogo di continuo paragone grazie al quale è possibile rispondere all’attuale domanda di educazione e di istruzione dei giovani.
L’identità del docente si gioca oggi anzitutto sul piano della ripresa dei motivi ultimi della sua azione: nessuna delega in bianco ad una particolare forma di didattica può sostituire la sua decisione di uscire dalla autoreferenzialità per allacciare legami significativi, abbracciare l’intero bisogno dell’ambiente, costruire reti di rapporti.
Obiettivo della Convention Scuola 09 è quello di offrire al mondo della scuola italiana il contributo dell’associazione Diesse. Partire da fatti di educazione in atto per comprenderli, valorizzarli e incrementarli: questo è il tratto fondamentale del convegno che si articolerà in tre sezioni: i lavori in seduta plenaria, la piazza della didattica, le botteghe dell’insegnare.
domenica 13 settembre 2009
EDITORIALE R.S.06/2009 Qualcuno cui guardare
Finite le ferie per la maggioranza di noi... si riparte ! Già, si riparte ... ma da dove ?
L'impatto con la realtà quotidiana è sempre duro. Non che le vacanze non siano realtà, ma è pur vero che nella vacanze c'è più l'illusione di essere "liberi", di poter gestire la vita come pare e soprattutto piace.
La quotidianità è invece come un muro di gomma che respinge continuamente questa nostra pretesa. Perché la realtà è evidentemente altro da noi e se non abbiamo occhi buoni per riconoscerne la bellezza e abbracciarla come dono, non possiamo fare altro che censurarla, respingerla, mistificarla.
"Gli occhi fanno quel che possono, nientemeno niente più, tutto quello che non vedono, è perché non vuoi vederlo tu". Luciano Ligabue
Certo è che i media, soprattutto i giornali, come in questi ultimi mesi, non ci aiutano ad avere questo sguardo sulla realtà, non ci aiutano a guardare la realtà come segno di altro, non ci indicano da dove ripartire. Anzi, troppo spesso ci inducono a guardare solo un aspetto della realtà o soltanto da un punto di vista.
Ad esempio ad agosto accade che, anche un avvenimento straordinariamente fuori dal comune sia raccontato dai media solo ed esclusivamente per l'aspetto politico della vicenda. E invece ad agosto, a Rimini accade che degli uomini mossi dall'incontro con l'avvenimento di Cristo nella carnalità della loro vita siano resi capaci di esprimere questo rapporto attraverso la cultura, l'arte, la musica, la testimonianza vivente ed anche la politica e siano resi capaci di incontrare chiunque abbia viva questa esigenza di significato per la propria vita.
Certamente non siamo capaci da soli di vivere e amare la realtà così com'è.
Noi abbiamo la grazia di avere incontrato qualcuno cui guardare. Qualcuno che continuamente ci insegna ad abbracciare tutta la realtà per quella che è: una carezza di una misericordia infinita. Amici, è soltanto seguendo questa corrispondenza a ciò che il nostro cuore desidera che possiamo sempre e comunque ripartire per affrontare tutta la vita da protagonisti.
Alessandro Dati
L'impatto con la realtà quotidiana è sempre duro. Non che le vacanze non siano realtà, ma è pur vero che nella vacanze c'è più l'illusione di essere "liberi", di poter gestire la vita come pare e soprattutto piace.
La quotidianità è invece come un muro di gomma che respinge continuamente questa nostra pretesa. Perché la realtà è evidentemente altro da noi e se non abbiamo occhi buoni per riconoscerne la bellezza e abbracciarla come dono, non possiamo fare altro che censurarla, respingerla, mistificarla.
"Gli occhi fanno quel che possono, nientemeno niente più, tutto quello che non vedono, è perché non vuoi vederlo tu". Luciano Ligabue
Certo è che i media, soprattutto i giornali, come in questi ultimi mesi, non ci aiutano ad avere questo sguardo sulla realtà, non ci aiutano a guardare la realtà come segno di altro, non ci indicano da dove ripartire. Anzi, troppo spesso ci inducono a guardare solo un aspetto della realtà o soltanto da un punto di vista.
Ad esempio ad agosto accade che, anche un avvenimento straordinariamente fuori dal comune sia raccontato dai media solo ed esclusivamente per l'aspetto politico della vicenda. E invece ad agosto, a Rimini accade che degli uomini mossi dall'incontro con l'avvenimento di Cristo nella carnalità della loro vita siano resi capaci di esprimere questo rapporto attraverso la cultura, l'arte, la musica, la testimonianza vivente ed anche la politica e siano resi capaci di incontrare chiunque abbia viva questa esigenza di significato per la propria vita.
Certamente non siamo capaci da soli di vivere e amare la realtà così com'è.
Noi abbiamo la grazia di avere incontrato qualcuno cui guardare. Qualcuno che continuamente ci insegna ad abbracciare tutta la realtà per quella che è: una carezza di una misericordia infinita. Amici, è soltanto seguendo questa corrispondenza a ciò che il nostro cuore desidera che possiamo sempre e comunque ripartire per affrontare tutta la vita da protagonisti.
Alessandro Dati
lunedì 31 agosto 2009
Comunicato conclusivo del XXX Meeting per l’amicizia fra i popoli
Il XXX Meeting di Rimini si è svolto nel segno della sfida contenuta nel messaggio di Benedetto XVI: «non il distacco e l’assenza di coinvolgimento sono l’ideale da rincorrere, peraltro invano, nella ricerca di una conoscenza “obiettiva”, bensì un coinvolgimento adeguato con l’oggetto».Tutti - relatori, ospiti e noi per primi - sono stati conquistati innanzitutto dallo spettacolo di quasi 4.000 volontari, che hanno pagato vitto e alloggio per potere lavorare al Meeting, segno di un desiderio di fare un’esperienza, cioè di vivere ciò che fa crescere, e di condividerla con chiunque. È un autentico “miracolo” che si ripete da trent’anni e che - a detta di tanti - è impossibile trovare altrove, frutto di un’educazione a vivere la gratuità come dimensione di ogni rapporto.Con le quasi 800.000 presenze - sempre più alto è il numero di coloro che giungono dall’estero - i padiglioni del Meeting sono stati letteralmente saturati da tanti che hanno potuto incontrare personalità internazionali e protagonisti della vita italiana, visitare le mostre e partecipare agli spettacoli in programma. Particolarmente significativi la messa in scena del Miguel Manara di Milosz, uno dei testi più cari al popolo del Meeting, e il concerto di Enzo Jannacci, genio musicale e umano.I quasi 300 relatori che hanno parlato durante la settimana hanno contribuito al realizzarsi di una conoscenza nuova della realtà e in alcuni momenti sono arrivati fino a comunicare il significato ultimo delle cose. A cominciare da don Julián Carrón: in un Meeting che ha messo a tema la conoscenza difficilmente avremmo potuto trovare un testimone migliore di San Paolo per documentare la verità del titolo scelto. Dall’altra parte, Carmine Di Martino ha mostrato la portata del tema dentro il percorso della modernità.Per sette giorni le persone hanno potuto vedere che il percorso della conoscenza non è ridestato da discorsi o spiegazioni astratte, ma dall’incontro con persone che conoscono il reale in un modo nuovo e attraente, perché carico di una promessa di verità e di bene.La settimana riminese è stata un susseguirsi di testimoni, nuovi o noti: Amparito dell’Ecuador, gli amici del Rione Sanità di Napoli e Josè Berdini di Corridonia, padre Aldo Trento del Paraguay, Marcos e Cleuza Zerbini di San Paolo del Brasile, Rose e Vicky di Kampala, i carcerati di Padova.E ancora, abbiamo ascoltato personalità del mondo culturale come Mary Ann Glendon, che ha introdotto il tema della “esperienza elementare” come radice dei diritti umani. Filosofi come Remi Brague e Fabrice Hadjadj, e premi Nobel e scienziati come John Mather, Charles Townes e Yves Coppens hanno mostrato che cosa significhi “allargare la ragione”.Il Meeting dei trent’anni si è aperto con un evento internazionale eccezionale, favorito dal ministro Frattini: l’incontro di quattro leader di altrettanti Paesi africani, che hanno dialogato di pace e sviluppo. Assolutamente imprevista è stata la testimonianza umana e politica di Tony Blair, che è arrivata fino alla confessione pubblica delle ragioni della sua conversione al cattolicesimo: la scoperta del carattere universale della Chiesa.Inoltre responsabili delle istituzioni, del governo italiano e dell’opposizione, hanno accettato di confrontarsi coi temi reali della vita di un popolo, dall’educazione al lavoro, dall’economia alla giustizia. È stato il caso di Renato Schifani, Mario Draghi e Giulio Tremonti, di Angelino Alfano, Maurizio Sacconi, Claudio Scajola, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Roberto Calderoli e Luca Zaia, di Pierluigi Bersani ed Enrico Letta. Allo stesso modo si sono confrontati esponenti dell’economia e della finanza come Corrado Passera, James Murdoch, Fabio Conti e Raffaele Bonanni.Fedele alla sua tradizione, il Meeting ha proposto momenti di ecumenismo reale con esponenti delle tradizioni ebraica, ortodossa e musulmana, animati da una sincera volontà di dialogo in vista di una convivenza pacifica nella verità e nella diversità. Particolarmente apprezzato l’intervento del cardinale di Madrid sul contributo della Chiesa alla vita sociale e quello del cardinale Caffarra sulla ragionevolezza della fede.Nell’ultimo libro di don Giussani, Qui e ora, presentato a conclusione del Meeting, si legge che «l’uomo, che agisca con un minimo di autocoscienza, agisce avendo un motivo ultimo».Per questo, il titolo del Meeting 2010, che si svolgerà a Rimini dal 22 al 28 agosto, è: «Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore».Rimini, 29 agosto 2009
mercoledì 12 agosto 2009
COMUNICATO STAMPA SULLA PILLOLA RU486
Il Vescovo di San Marino-Montefeltro Mons. Luigi Negri esprime la più viva condanna per la decisione assunta dall’Agenzia Italiana del Farmaco, AIFA, di consentire l’uso della pillola abortiva nelle strutture sanitarie del paese. Nel contempo, esprime la propria gratitudine a Sua Eccellenza Mons. Elio Sgreccia e a Sua Eccellenza il Senatore Francesco Cossiga, per i loro puntuali, rigorosi ed efficaci interventi. Questa decisione ci mostra, in modo incontrovertibile - scrive il Vescovo di San Marino-Montefeltro - quale sia la moralità “pubblica” della mentalità laicista, anticattolica e consumista, che caratterizza le “elites” ideologiche e politiche che pretendono di dominare il nostro paese. Questa, della pillola abortiva, è la moralità teorizzata e praticata da coloro che, in questi ultimi mesi, ci hanno riempito di chiacchiere sulla rilevanza pubblica di certi comportamenti privati. Secondo la più autentica tradizione della Chiesa – continua Mons. Negri - vorremmo ricordare a questi signori che mille incoerenze etiche non distruggono né il benessere, né la libertà del popolo: invece un attacco violento contro la sacralità della vita, questo sì è un evento che devasta la nostra vita sociale. Questa sciagurata decisione rende ancora più facile liberarsi da una gravidanza scomoda, come di una inutile zavorra: e questo abbassa la nostra società sotto il livello della giungla. A tutti il Vescovo ricorda la terribile e drammatica definizione che il più grande genetista del ventesimo secolo Lejeune utilizzò nei confronti della pillola abortiva: “Si tratta di un autentico pesticida umano”. Se questa è – come è – l’ora delle tenebre allora i cristiani sappiano viverla con la serena ed incrollabile fiducia che solo Cristo, che ha vinto il male dell’uomo e del mondo, può aprire di fronte all’uomo di oggi scenari di verità, di libertà e di giustizia.
Pennabilli, 1 agosto 2009 Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali Diocesi di San Marino-Montefeltro
Pennabilli, 1 agosto 2009 Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali Diocesi di San Marino-Montefeltro
lunedì 3 agosto 2009
LA CONOSCENZA E' SEMPRE UN AVVENIMENTO
«La conoscenza è sempre un avvenimento»: questo il tema che darà il titolo alla trentesima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, il più grande evento europeo, da domenica 23 agosto 2009 a sabato 29 agosto 2009 a Rimini. Lungi dal voler proporre un inaccessibile discorso per addetti ai lavori, si parlerà innanzitutto dell’uomo e del suo rapporto con il mondo. In un clima generale di preoccupante incertezza e diffusa sfiducia verso il futuro, si avverte l’urgenza di riporre al centro del dibattito la dinamica attraverso cui l’uomo conosce il reale. Per fare questo occorre capire se la conoscenza sia riducibile ad un’interpretazione arbitraria, ad una “costruzione” del soggetto, se debba essere intesa nell’esclusivo senso della – presunta “obbiettiva” – conoscenza scientifica, oppure se essa non sia piuttosto «un incontro tra una energia umana e una presenza» e dunque sempre un avvenimento, che accade in modalità e figure diverse tra loro e comporta costitutivamente un elemento irriducibile di alterità. Alain Finkielkraut afferma: «Un avvenimento è qualcosa che irrompe dall’esterno. Un qualcosa di imprevisto. È questo il metodo supremo della conoscenza. Bisogna ridare all’avvenimento la sua dimensione ontologica di nuovo inizio. È un’irruzione del nuovo che rompe gli ingranaggi, che mette in moto un processo». Alla base di ogni percorso di conoscenza, anche o soprattutto scientifica, vi è l’imbattersi in qualcosa di nuovo, che prima non era entrato nel raggio dell’esperienza o semplicemente non veniva considerato. Ciò fa sì che la conoscenza sia sempre in movimento e quindi sempre perfettibile. Ma il nuovo che irrompe e innesca o rilancia la dinamica del conoscere non è solo qualcosa, è anche – e necessariamente – qualcuno: è ciò che chiamiamo testimone. Senza la mediazione di testimoni non vi sarebbe sviluppo della conoscenza e non vi sarebbero civiltà e cultura, non vi sarebbe storia. Più radicalmente: è la testimonianza dell’altro, quando si tratta di un’umanità diversa, pienamente corrispondente alle attese costitutive dell’uomo, che rende evidente, “conoscibile”, il senso del vivere. Ragione e affettività sono profondamente unite nella dinamica della conoscenza: senza affezione, cioè senza un moto di adesione sincera e interessata verso il reale, la ragione non può conoscere. Come afferma Jean-Luc Marion, «l’amore è una parte centrale della razionalità». Gli appuntamenti del Meeting saranno l’occasione per incontrare testimoni per i quali la vita continua ad essere l’avventura di una conoscenza sempre nuova proprio perchè avvenimento.
http://www.meetingrimini.org/
http://www.meetingrimini.org/
mercoledì 15 luglio 2009
Comunicato Stampa di CL sull' Enciclica Caritas in Veritate
Siamo grati al Santo Padre che anche nella sua enciclica sociale ha riproposto l’originalità della fede e il contributo che i cristiani possono dare alla convivenza sociale e allo sviluppo. Ci sembra decisivo che all’inizio di un’enciclica dedicata al fare dell’uomo il Papa richiami tutti con grande realismo a una evidenza elementare, negando la quale ogni tentativo dell’uomo diventa ingiusto fino alla violenza: «Talvolta l’uomo moderno è erroneamente convinto di essere il solo autore di se stesso, della sua vita e della società. È questa presunzione che discende dal peccato delle origini. La sapienza della Chiesa ha sempre proposto di tenere presente il peccato originale anche nell’interpretazione dei fatti sociali e nella costruzione della società». L’esperienza anche recente, infatti, insegna che la pretesa di autosufficienza e di «eliminare il male presente nella storia solo con la propria azione ha indotto l’uomo a far coincidere la felicità e la salvezza con forme immanenti di benessere e di azione sociale».
Al contrario, la verità di noi stessi ci è prima di tutto “data”: «La verità non è prodotta da noi, ma sempre trovata o, meglio, ricevuta». Per questo il Papa afferma che «la carità nella verità è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità. In Cristo, la carità nella verità diventa il Volto della sua Persona».
Benedetto XVI ci richiama al fatto - sempre più spesso dimenticato, come l’attualità ci testimonia - che «un cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali. In questo modo non ci sarebbe più un vero e proprio posto per Dio nel mondo».
La Caritas in veritate sottolinea che la Chiesa «non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende di intromettersi nella politica», ma ha una missione da compiere: annunciare Cristo come «il primo e principale fattore di sviluppo».
Su questa strada della testimonianza ci sentiamo sfidati a verificare - dentro le vicende della vita - la portata della fede in Cristo, come Colui che ci mette nelle condizioni ottimali per affrontare la miriade di problemi di ordine economico, finanziario, sociale e politico che l’enciclica elenca.
l’ufficio stampa di CL
Milano, 8 luglio 2009.
Al contrario, la verità di noi stessi ci è prima di tutto “data”: «La verità non è prodotta da noi, ma sempre trovata o, meglio, ricevuta». Per questo il Papa afferma che «la carità nella verità è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità. In Cristo, la carità nella verità diventa il Volto della sua Persona».
Benedetto XVI ci richiama al fatto - sempre più spesso dimenticato, come l’attualità ci testimonia - che «un cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali. In questo modo non ci sarebbe più un vero e proprio posto per Dio nel mondo».
La Caritas in veritate sottolinea che la Chiesa «non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende di intromettersi nella politica», ma ha una missione da compiere: annunciare Cristo come «il primo e principale fattore di sviluppo».
Su questa strada della testimonianza ci sentiamo sfidati a verificare - dentro le vicende della vita - la portata della fede in Cristo, come Colui che ci mette nelle condizioni ottimali per affrontare la miriade di problemi di ordine economico, finanziario, sociale e politico che l’enciclica elenca.
l’ufficio stampa di CL
Milano, 8 luglio 2009.
martedì 30 giugno 2009
Una scuola che parla al futuro
Incontro sabato 4 luglio alle ore 17.00 presso la sala della Sede di CL Messina, in Via Porto Salvo per un momento di confronto e giudizio a partire dalla propria specifica esperienza.
Compagnia delle Opere, in collaborazione con le associazioni Diesse, CDO Opere Educative, Il Rischio Educativo, Disal, Consorzio Scuole Lavoro e Associazione Portofranco, ha redatto un manifesto che indica alcuni punti irrinunciabili per un miglioramento dell’offerta formativa che permetta di rispondere alla forte domanda di apprendimento.
Riconoscimento dell’autonomia statutaria delle istituzioni scolastiche, sostegno alle scuole paritarie, formazione dei dirigenti scolastici, percorso di carriera per i docenti che tenga conto di competenze e valutazione del merito, percorsi di studio più flessibili e personalizzati, valutazione della qualità dell’offerta educativa delle scuole, abolizione del valore legale del titolo di studio. Sono alcune delle proposte contenute nel manifesto di Compagnia delle Opere dal titolo “Una scuola che parla al futuro” dedicato alla scuola e all’educazione e realizzato con alcune associazioni collegate che operano in ambito scolastico: Diesse (Didattica e Innovazione Scolastica), CDO Opere Educative, Associazione culturale Il Rischio Educativo, Disal (Associazione professionale Dirigenti Scuole Autonome e Libere), Consorzio Scuole Lavoro e Associazione Portofranco. Il manifesto esprime un giudizio preciso sul quadro dell’istruzione nel nostro Paese e formula una serie di proposte operative tese al miglioramento dell’offerta formativa e alla valorizzazione di tutte le esperienze di qualità presenti nel sistema scolastico. Prima degli obiettivi e delle analisi il manifesto puntualizza l’importanza dell’educazione. “L’educazione – afferma il testo – è una risposta decisiva alle domande dell’uomo sulla situazione attuale”. Ritrovare la capacità di educare è il compito che il documento assegna non solo alla scuola, ma all’intero mondo degli adulti. Il manifesto, richiamandosi in questo modo all’Appello sulla educazione firmato nel 2001 da numerose personalità italiane, afferma che solo un popolo che si lascia educare, cioè ritrova il significato più profondo della propria identità, è in grado di dare vita a luoghi di cultura e di conoscenza. Il documento rileva che, rispetto ai problemi che l’assetto della scuola italiana presenta, riconducibili all’atavico statalismo che non ha eguali in Europa, esiste una domanda sociale di apprendimento significativo che i giovani non solo non hanno perduto, ma appunto rivolgono alla scuola affinché essa riprenda il suo ruolo. La scuola italiana, insomma, si sta muovendo e i dati Ocse-Pisa che presi nell’insieme dimostrerebbero le scarse competenze dei nostri quindicenni nelle discipline fondanti (lettura, matematica e scienze), se disaggregati rivelano che la scuola funziona, ed esprime risultati eccellenti, se il lavoro in classe è coinvolgente, se insegnanti e alunni sono motivati, se la scuola come organizzazione riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità. Quindi, a partire da testimonianze positive di scuole in azione, il documento “Una scuola che parla al futuro” enuncia 6 obiettivi: - piena autonomia degli istituti scolastici, cui è legata una piena e attuata parità scolastica; - sviluppo di una identità professionale di docenti e dirigenti; - realizzazione di percorsi di studio flessibili e personalizzati in ambito didattico; - messa in atto di ordinamenti (dalla scuola dell’infanzia a quella superiore) in linea con il principio di sussidiarietà; - valutazione esterna delle scuole; - abolizione del valore legale del titolo di studio.
Per fare tutto questo è necessario non tanto aggiungere altre spese, ma eliminare gli sprechi e, soprattutto, ampliare gli spazi di libertà di educazione nella scuola e tra le scuole. Al di là di ogni retorica pre o post elettorale, queste piste di lavoro intendono disegnare i contorni di un’azione culturale di lunga gittata che la CdO offre come spunti di riflessione e azione a tutti coloro (educatori, famiglie, imprenditori, politici, intellettuali) cui sta a cuore il domani delle nuove generazioni.
http://www.cdo.it/Portals/0/doc%20CDO/scuola_futuroWEB.pdf
Compagnia delle Opere, in collaborazione con le associazioni Diesse, CDO Opere Educative, Il Rischio Educativo, Disal, Consorzio Scuole Lavoro e Associazione Portofranco, ha redatto un manifesto che indica alcuni punti irrinunciabili per un miglioramento dell’offerta formativa che permetta di rispondere alla forte domanda di apprendimento.
Riconoscimento dell’autonomia statutaria delle istituzioni scolastiche, sostegno alle scuole paritarie, formazione dei dirigenti scolastici, percorso di carriera per i docenti che tenga conto di competenze e valutazione del merito, percorsi di studio più flessibili e personalizzati, valutazione della qualità dell’offerta educativa delle scuole, abolizione del valore legale del titolo di studio. Sono alcune delle proposte contenute nel manifesto di Compagnia delle Opere dal titolo “Una scuola che parla al futuro” dedicato alla scuola e all’educazione e realizzato con alcune associazioni collegate che operano in ambito scolastico: Diesse (Didattica e Innovazione Scolastica), CDO Opere Educative, Associazione culturale Il Rischio Educativo, Disal (Associazione professionale Dirigenti Scuole Autonome e Libere), Consorzio Scuole Lavoro e Associazione Portofranco. Il manifesto esprime un giudizio preciso sul quadro dell’istruzione nel nostro Paese e formula una serie di proposte operative tese al miglioramento dell’offerta formativa e alla valorizzazione di tutte le esperienze di qualità presenti nel sistema scolastico. Prima degli obiettivi e delle analisi il manifesto puntualizza l’importanza dell’educazione. “L’educazione – afferma il testo – è una risposta decisiva alle domande dell’uomo sulla situazione attuale”. Ritrovare la capacità di educare è il compito che il documento assegna non solo alla scuola, ma all’intero mondo degli adulti. Il manifesto, richiamandosi in questo modo all’Appello sulla educazione firmato nel 2001 da numerose personalità italiane, afferma che solo un popolo che si lascia educare, cioè ritrova il significato più profondo della propria identità, è in grado di dare vita a luoghi di cultura e di conoscenza. Il documento rileva che, rispetto ai problemi che l’assetto della scuola italiana presenta, riconducibili all’atavico statalismo che non ha eguali in Europa, esiste una domanda sociale di apprendimento significativo che i giovani non solo non hanno perduto, ma appunto rivolgono alla scuola affinché essa riprenda il suo ruolo. La scuola italiana, insomma, si sta muovendo e i dati Ocse-Pisa che presi nell’insieme dimostrerebbero le scarse competenze dei nostri quindicenni nelle discipline fondanti (lettura, matematica e scienze), se disaggregati rivelano che la scuola funziona, ed esprime risultati eccellenti, se il lavoro in classe è coinvolgente, se insegnanti e alunni sono motivati, se la scuola come organizzazione riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità. Quindi, a partire da testimonianze positive di scuole in azione, il documento “Una scuola che parla al futuro” enuncia 6 obiettivi: - piena autonomia degli istituti scolastici, cui è legata una piena e attuata parità scolastica; - sviluppo di una identità professionale di docenti e dirigenti; - realizzazione di percorsi di studio flessibili e personalizzati in ambito didattico; - messa in atto di ordinamenti (dalla scuola dell’infanzia a quella superiore) in linea con il principio di sussidiarietà; - valutazione esterna delle scuole; - abolizione del valore legale del titolo di studio.
Per fare tutto questo è necessario non tanto aggiungere altre spese, ma eliminare gli sprechi e, soprattutto, ampliare gli spazi di libertà di educazione nella scuola e tra le scuole. Al di là di ogni retorica pre o post elettorale, queste piste di lavoro intendono disegnare i contorni di un’azione culturale di lunga gittata che la CdO offre come spunti di riflessione e azione a tutti coloro (educatori, famiglie, imprenditori, politici, intellettuali) cui sta a cuore il domani delle nuove generazioni.
http://www.cdo.it/Portals/0/doc%20CDO/scuola_futuroWEB.pdf
lunedì 22 giugno 2009
Spettacolo di Beneficenza dei "Cavalieri"
26 Giugno 2009 ore 20,00
"Sala Laudamo"
Via Antonio Laudamo, Messina
Spettacolo di Beneficenza a cura dei:
CAVALIERI DELLA LETTERA
e Associazione Culturale El Barquin'o
INVITO A FESTEGGIARE
Ordinazione sacerdotale di
Don Daniele Dizione
Ordinazione diaconale di
Marco Basile
Domenica 28 giugno
ore 11:00 Messa in Cattedrale
ore 19:00 Festa
presso l'Istituto S.Domenico Savio via Lenzi - 24
Animazione
Walter Muto, Carlo Pastori e la loro Band
Comunione e Liberazione
Un nuovo inizio
L'invito formulato dall'Università di Notre Dame al Presidente Obama per pronunciare il discorso alla cerimonia di consegna dei diplomi e ricevere una laurea ad honorem ha scatenato un'ampia controversia e ha provocato reazioni fermamente contrarie tra tutti coloro che considerano questa Università come un simbolo dell'ideale di istruzione superiore cattolica. La comunità si ritrova divisa e confusa, e l'integrità della missione educativa dell'Università è messa in discussione. In una circostanza simile, sentiamo, con grande urgenza, il bisogno di comprendere le ragioni dell'esistenza di una tale istituzione.
Qual è il senso dell'educazione cristiana e - domanda ancora più fondamentale - cos'è oggi la vita cristiana? Come viviamo oggi la fede feconda che condusse un manipolo di missionari francesi, un secolo e mezzo fa, a fondare un piccolo college sulla riva del Saint Mary's Lake - dove prima non c'era nulla - con la ferma convinzione che quella scuola «sarà uno degli strumenti più potenti per fare del bene in questo Paese»? Come quel rapporto tra fede e vita quotidiana è presente come impeto per il nostro lavoro nell'università e nella società? Per noi la fede non è un codice etico né un'ideologia, ma un'esperienza: un incontro con Cristo presente qui e ora nella comunità cristiana. La fede cristiana ci da una libertà e una passione per la vita che si esprimono soprattutto sotto forma di domande di fronte alla realtà, e come inesauribile apertura all'umano. Noi non siamo definiti da categorie politiche ed etiche; la nostra vita sgorga dall'appartenenza a un fatto, a una storia iniziata e portata avanti da una Presenza eccezionale nella storia umana. Nell'arco di due millenni, quella Presenza ha ispirato innumerevoli iniziative che hanno educato uomini e donne, compresa l'Università di Notre Dame. Non possiamo limitare la nostra sete di verità e il nostro desiderio di entrare in un rapporto autentico con la realtà; noi vogliamo la certezza del suo significato nella sua totalità. Abbiamo bisogno di un luogo dove fede e ragione non siano nemiche, dove la loro unità ci proietti in un cammino di conoscenza coraggioso, aperto e libero.
Un invito in una Università cattolica - un invito a chiunque, in particolare al Presidente degli Stati Uniti d'America - dovrebbe essere un Invito a Incontrare quella storia, quel metodo di rapportarsi con la realtà e quella esperienza di vita e di libertà.
Cosa c'è in gioco allora in questa cerimonia? Molto di più di una semplice difesa di valori - anche i più sacri - o del manifestare l' "apertura" al mondo di una istituzione cattolica. In gioco c'è la nostra speranza nel futuro dell'Università e nel futuro della società. Per noi la speranza inizia dal riconoscimento che con Cristo scopriamo un nuovo modo di vivere la vita, di studiare, di fare ricerca, di coinvolgerci in politica e nell'economia, di operare nel mondo. A partire da quella Presenza, noi viviamo la speranza non come un semplice sentimento, un sogno o un progetto di potere, ma come una certezza per il futuro che scaturisce da un'esperienza che accade ora.
Con la certezza della fede che padre Sorin ebbe dopo l'incendio che rase al suolo Notre Dame nel 1879, chiediamo di poter riconoscere al termine di ogni giornata che «l'abbiamo costruita troppo piccola... così, domani, appena le pietre si saranno raffreddate, la ricostruiremo più grande e migliore che mai».
VOLANTINO DI CL
Qual è il senso dell'educazione cristiana e - domanda ancora più fondamentale - cos'è oggi la vita cristiana? Come viviamo oggi la fede feconda che condusse un manipolo di missionari francesi, un secolo e mezzo fa, a fondare un piccolo college sulla riva del Saint Mary's Lake - dove prima non c'era nulla - con la ferma convinzione che quella scuola «sarà uno degli strumenti più potenti per fare del bene in questo Paese»? Come quel rapporto tra fede e vita quotidiana è presente come impeto per il nostro lavoro nell'università e nella società? Per noi la fede non è un codice etico né un'ideologia, ma un'esperienza: un incontro con Cristo presente qui e ora nella comunità cristiana. La fede cristiana ci da una libertà e una passione per la vita che si esprimono soprattutto sotto forma di domande di fronte alla realtà, e come inesauribile apertura all'umano. Noi non siamo definiti da categorie politiche ed etiche; la nostra vita sgorga dall'appartenenza a un fatto, a una storia iniziata e portata avanti da una Presenza eccezionale nella storia umana. Nell'arco di due millenni, quella Presenza ha ispirato innumerevoli iniziative che hanno educato uomini e donne, compresa l'Università di Notre Dame. Non possiamo limitare la nostra sete di verità e il nostro desiderio di entrare in un rapporto autentico con la realtà; noi vogliamo la certezza del suo significato nella sua totalità. Abbiamo bisogno di un luogo dove fede e ragione non siano nemiche, dove la loro unità ci proietti in un cammino di conoscenza coraggioso, aperto e libero.
Un invito in una Università cattolica - un invito a chiunque, in particolare al Presidente degli Stati Uniti d'America - dovrebbe essere un Invito a Incontrare quella storia, quel metodo di rapportarsi con la realtà e quella esperienza di vita e di libertà.
Cosa c'è in gioco allora in questa cerimonia? Molto di più di una semplice difesa di valori - anche i più sacri - o del manifestare l' "apertura" al mondo di una istituzione cattolica. In gioco c'è la nostra speranza nel futuro dell'Università e nel futuro della società. Per noi la speranza inizia dal riconoscimento che con Cristo scopriamo un nuovo modo di vivere la vita, di studiare, di fare ricerca, di coinvolgerci in politica e nell'economia, di operare nel mondo. A partire da quella Presenza, noi viviamo la speranza non come un semplice sentimento, un sogno o un progetto di potere, ma come una certezza per il futuro che scaturisce da un'esperienza che accade ora.
Con la certezza della fede che padre Sorin ebbe dopo l'incendio che rase al suolo Notre Dame nel 1879, chiediamo di poter riconoscere al termine di ogni giornata che «l'abbiamo costruita troppo piccola... così, domani, appena le pietre si saranno raffreddate, la ricostruiremo più grande e migliore che mai».
VOLANTINO DI CL
lunedì 15 giugno 2009
Protagonisti della vita
Don Giussani è stato un profondo conoscitore dell’uomo. Da quando, ragazzo, ha trovato nella lettura di Leopardi una delle chiavi più espressive dell’animo umano, mai si è placata la sua ansia di incontrare e leggere il segreto dell’uomo. Il senso religioso (la sua opera più famosa, la più letta, anche se forse una delle più complesse e profonde) è innanzitutto una grande riflessione su tutte le dimensioni della vita umana.
Ma questa riflessione era per don Giussani l’esaltante “esercizio” di vita di ogni incontro. Chi ha avuto la fortuna di incontrarlo o di sentirlo parlare ha certamente percepito di essere di fronte ad un genio dell’umano, ad una intelligenza capace di penetrare le pieghe della ragione, dell’affettività, della libertà.
Un amante della vita, un amante dell’uomo e della sua opera, ecco come lo definirei. Amante dell’uomo perché innamorato di Cristo, amante di Cristo perché innamorato dell’uomo. Per lui era impossibile scindere le due cose e ogni volta che parlava dell’uno parlava, pur non nominandolo, anche dell’altro.
Don Giussani era innanzitutto un uomo segnato, colpito da un incontro avvenuto a quattordici anni, quando improvvisamente ha percepito che quel Verbo di cui parla san Giovanni nel primo capitolo del suo Vangelo, “il Verbo si è fatto carne”, voleva dire che nella nostra vita era entrata la giustizia; in un uomo, la verità; in quel volto di uomo, la bellezza. Quell’uomo portava in sé tutto quello che ogni cuore poteva desiderare. Se non tenessimo conto di questo, non comprenderemmo le ragioni profonde della sua passione per l’uomo, della sua instancabile opera di educatore, padre e maestro.
Una delle prime cose che don Giussani, mio insegnante di religione al Berchet, mi ha comunicato è stata proprio la passione di incontrare gli uomini attraverso le loro opere, attraverso i loro scritti, attraverso le loro poesie, i loro romanzi, i loro libri. Essendo appassionato lui stesso, ci ha introdotti, per esempio, alla tradizione del canto, non solo del canto importante, del canto gregoriano, del canto polifonico, di cui è stato un grande difensore e comunicatore, ma anche dei canti popolari, dei canti brasiliani come di quelli irlandesi, dei canti africani piuttosto che di quelli latino-americani, perché attraverso il canto, così come attraverso la poesia e la letteratura, egli faceva incontrare a noi ciò che aveva incontrato lui, e cioè il desiderio dell’uomo di conoscere ciò che sta dentro la vita, ciò che costituisce la profondità di ogni cosa, di ogni pensiero, di ogni respiro.
Amante della vita, è una definizione di Javhè, nell’Antico Testamento. È innanzitutto questo che mi ha fatto riconoscere in don Giussani il segno di Dio, la Sua orma. Egli è stato un amante della vita anche nei suoi aspetti più familiari: amava mangiare, amava bere, amava la conversazione, le cose belle, la montagna, il mare, i viaggi, perché in tutto ciò, appunto, vedeva un segno del destino cui la vita di tutti gli uomini è ordinata.
Questo suo amore alla vita è diventato per noi una educazione alla bellezza, una educazione a scoprire ciò che di bello c’è nel mondo e a vedere in esso una parola detta a noi. In una sinfonia di Beethoven, in una sonata di Schubert, in un tramonto particolarmente emotivo, in una traccia di luna e di stelle sul mare nella notte (sto citando delle cose di cui lui ci parlava), in una voce di bambina che dice alla mamma “Mamma tutto è grande per te. Tutto in te diventa grande” egli trovava se stesso e l’infinito. Ecco, questa è l’educazione alla bellezza che ci ha comunicato: vibrare per le cose grandi o meglio per la grandezza che sta dentro tutte le cose.
Massimo Camisasca lunedì 8 giugno 2009 ilsussidiario.net
Ma questa riflessione era per don Giussani l’esaltante “esercizio” di vita di ogni incontro. Chi ha avuto la fortuna di incontrarlo o di sentirlo parlare ha certamente percepito di essere di fronte ad un genio dell’umano, ad una intelligenza capace di penetrare le pieghe della ragione, dell’affettività, della libertà.
Un amante della vita, un amante dell’uomo e della sua opera, ecco come lo definirei. Amante dell’uomo perché innamorato di Cristo, amante di Cristo perché innamorato dell’uomo. Per lui era impossibile scindere le due cose e ogni volta che parlava dell’uno parlava, pur non nominandolo, anche dell’altro.
Don Giussani era innanzitutto un uomo segnato, colpito da un incontro avvenuto a quattordici anni, quando improvvisamente ha percepito che quel Verbo di cui parla san Giovanni nel primo capitolo del suo Vangelo, “il Verbo si è fatto carne”, voleva dire che nella nostra vita era entrata la giustizia; in un uomo, la verità; in quel volto di uomo, la bellezza. Quell’uomo portava in sé tutto quello che ogni cuore poteva desiderare. Se non tenessimo conto di questo, non comprenderemmo le ragioni profonde della sua passione per l’uomo, della sua instancabile opera di educatore, padre e maestro.
Una delle prime cose che don Giussani, mio insegnante di religione al Berchet, mi ha comunicato è stata proprio la passione di incontrare gli uomini attraverso le loro opere, attraverso i loro scritti, attraverso le loro poesie, i loro romanzi, i loro libri. Essendo appassionato lui stesso, ci ha introdotti, per esempio, alla tradizione del canto, non solo del canto importante, del canto gregoriano, del canto polifonico, di cui è stato un grande difensore e comunicatore, ma anche dei canti popolari, dei canti brasiliani come di quelli irlandesi, dei canti africani piuttosto che di quelli latino-americani, perché attraverso il canto, così come attraverso la poesia e la letteratura, egli faceva incontrare a noi ciò che aveva incontrato lui, e cioè il desiderio dell’uomo di conoscere ciò che sta dentro la vita, ciò che costituisce la profondità di ogni cosa, di ogni pensiero, di ogni respiro.
Amante della vita, è una definizione di Javhè, nell’Antico Testamento. È innanzitutto questo che mi ha fatto riconoscere in don Giussani il segno di Dio, la Sua orma. Egli è stato un amante della vita anche nei suoi aspetti più familiari: amava mangiare, amava bere, amava la conversazione, le cose belle, la montagna, il mare, i viaggi, perché in tutto ciò, appunto, vedeva un segno del destino cui la vita di tutti gli uomini è ordinata.
Questo suo amore alla vita è diventato per noi una educazione alla bellezza, una educazione a scoprire ciò che di bello c’è nel mondo e a vedere in esso una parola detta a noi. In una sinfonia di Beethoven, in una sonata di Schubert, in un tramonto particolarmente emotivo, in una traccia di luna e di stelle sul mare nella notte (sto citando delle cose di cui lui ci parlava), in una voce di bambina che dice alla mamma “Mamma tutto è grande per te. Tutto in te diventa grande” egli trovava se stesso e l’infinito. Ecco, questa è l’educazione alla bellezza che ci ha comunicato: vibrare per le cose grandi o meglio per la grandezza che sta dentro tutte le cose.
Massimo Camisasca lunedì 8 giugno 2009 ilsussidiario.net
mercoledì 3 giugno 2009
Carron: la famiglia, “bellezza da conquistare di nuovo”
La ricchezza della famiglia non si trasmette meccanicamente; al contrario, essendo una decisione morale che sfida la libertà, si tratta sempre di un nuovo inizio da riguadagnare. Lo ha detto don Julian Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, intervenendo mercoledì sera al Centro Culturale di Milano sul tema «L’esperienza della famiglia. Una bellezza da conquistare di nuovo». L’incontro, introdotto da monsignor Giovanni Balconi, responsabile diocesano dei centri culturali cattolici, si è svolto nell`ambito della Settimana della Cultura organizzata dalla diocesi di Milano e al termine di un anno in cui i diversi centri culturali hanno promosso incontri e dibattiti sul tema della famiglia.
Secondo don Carrón, malgrado la propaganda mediatica contraria, «tante persone continuano a fare una esperienza positiva della famiglia», ma allo stesso tempo «questo bene sperimentato non è riuscito a bloccare socialmente i tentativi per trasformare il matrimonio in forme diverse». Per questo è necessario ricominciare da capo: il «nuovo inizio è l’espressione più adeguata per descrivere il presente» perché «quello che era trasmesso pacificamente da una generazione a un’altra non c’è più».
Il primo passo è prendere coscienza del «mistero del proprio essere uomini», perché gli sposi sono un uomo e una donna «che decidono di camminare insieme verso il destino, verso la felicità. Come impostano il rapporto dipende dall’immagine che ciascuno ha della propria vita, della realizzazione di sé. Ciò implica una concezione dell`uomo e del suo mistero».
«Ciò che siamo - è il secondo passaggio evidenziato da don Carrón - ci viene rivelato dalla relazione con la persona amata» in quanto la sua presenza «è un bene così grande che ci fa cogliere la profondità e la vera dimensione» del desiderio di felicità, che è «un desiderio infinito» che fa superare il limite umano. Si scopre dunque «l’orizzonte di un amore più grande» di cui la persona amata è segno. Solo mantenendo la consapevolezza di questo orizzonte, ha proseguito don Carrón, si evita che «l’esperienza più bella della vita, innamorarsi, decada sino a trasformarsi in qualcosa di soffocante».
Il leader di Cl ha quindi citato il dialogo sul matrimonio tra Gesù e dei discepoli perplessi a causa delle sue parole. Ma Gesù ha risposto al loro «spavento» riguardo la verità sul matrimonio semplicemente «facendo il cristianesimo». Cioè «Egli non si è fermato ad annunciare la verità sul matrimonio, ma ha introdotto una novità nelle loro vite che ha reso possibile viverlo secondo quella verità».
E qui che si chiarisce allora – prosegue don Carrón - «il compito della comunità cristiana: favorire una esperienza del cristianesimo per la pienezza della vita di ciascuno». «Senza comunità cristiane capaci di accompagnare e sostenere gli sposi nella loro avventura, sarà difficile, se non impossibile, che essi la portino a compimento felicemente». Il che, ovviamente, non toglie che gli sposi «non possono esimersi dal lavoro di una educazione, della quale sono i protagonisti principali».
C’è un ultimo, importante passaggio, perché il bene della famiglia non è fine a se stesso. Al contrario, l’esperienza di pienezza, di felicità, di fedeltà- che sarebbe impossibile «senza l’esperienza di pienezza umana che Cristo rende possibile» - è una testimonianza per tutto il mondo, è la dimostrazione della «razionalità della fede cristiana, una realtà che corrisponde totalmente al desiderio e alle esigenze dell`uomo, anche nel matrimonio e nella famiglia».
Questo vale, ha detto Carrón citando il recente discorso di papa Benedetto XVI a Nazaret, anche per le nuove persone generate dall`amore di marito e moglie. «Nella famiglia - aveva detto il Papa – ogni persona (...) viene considerata per ciò che è in se stessa e non semplicemente come un mezzo per altri fini. Qui iniziamo a vedere qualcosa del ruolo essenziale della famiglia come primo mattone di costruzione di una società ben ordinata e accogliente».
(Riccardo Cascioli – tratto da “Avvenire” del 22/5/2009) per vedere il video
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=22094
Secondo don Carrón, malgrado la propaganda mediatica contraria, «tante persone continuano a fare una esperienza positiva della famiglia», ma allo stesso tempo «questo bene sperimentato non è riuscito a bloccare socialmente i tentativi per trasformare il matrimonio in forme diverse». Per questo è necessario ricominciare da capo: il «nuovo inizio è l’espressione più adeguata per descrivere il presente» perché «quello che era trasmesso pacificamente da una generazione a un’altra non c’è più».
Il primo passo è prendere coscienza del «mistero del proprio essere uomini», perché gli sposi sono un uomo e una donna «che decidono di camminare insieme verso il destino, verso la felicità. Come impostano il rapporto dipende dall’immagine che ciascuno ha della propria vita, della realizzazione di sé. Ciò implica una concezione dell`uomo e del suo mistero».
«Ciò che siamo - è il secondo passaggio evidenziato da don Carrón - ci viene rivelato dalla relazione con la persona amata» in quanto la sua presenza «è un bene così grande che ci fa cogliere la profondità e la vera dimensione» del desiderio di felicità, che è «un desiderio infinito» che fa superare il limite umano. Si scopre dunque «l’orizzonte di un amore più grande» di cui la persona amata è segno. Solo mantenendo la consapevolezza di questo orizzonte, ha proseguito don Carrón, si evita che «l’esperienza più bella della vita, innamorarsi, decada sino a trasformarsi in qualcosa di soffocante».
Il leader di Cl ha quindi citato il dialogo sul matrimonio tra Gesù e dei discepoli perplessi a causa delle sue parole. Ma Gesù ha risposto al loro «spavento» riguardo la verità sul matrimonio semplicemente «facendo il cristianesimo». Cioè «Egli non si è fermato ad annunciare la verità sul matrimonio, ma ha introdotto una novità nelle loro vite che ha reso possibile viverlo secondo quella verità».
E qui che si chiarisce allora – prosegue don Carrón - «il compito della comunità cristiana: favorire una esperienza del cristianesimo per la pienezza della vita di ciascuno». «Senza comunità cristiane capaci di accompagnare e sostenere gli sposi nella loro avventura, sarà difficile, se non impossibile, che essi la portino a compimento felicemente». Il che, ovviamente, non toglie che gli sposi «non possono esimersi dal lavoro di una educazione, della quale sono i protagonisti principali».
C’è un ultimo, importante passaggio, perché il bene della famiglia non è fine a se stesso. Al contrario, l’esperienza di pienezza, di felicità, di fedeltà- che sarebbe impossibile «senza l’esperienza di pienezza umana che Cristo rende possibile» - è una testimonianza per tutto il mondo, è la dimostrazione della «razionalità della fede cristiana, una realtà che corrisponde totalmente al desiderio e alle esigenze dell`uomo, anche nel matrimonio e nella famiglia».
Questo vale, ha detto Carrón citando il recente discorso di papa Benedetto XVI a Nazaret, anche per le nuove persone generate dall`amore di marito e moglie. «Nella famiglia - aveva detto il Papa – ogni persona (...) viene considerata per ciò che è in se stessa e non semplicemente come un mezzo per altri fini. Qui iniziamo a vedere qualcosa del ruolo essenziale della famiglia come primo mattone di costruzione di una società ben ordinata e accogliente».
(Riccardo Cascioli – tratto da “Avvenire” del 22/5/2009) per vedere il video
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=22094
domenica 31 maggio 2009
Invito all'incontro pubblico di presentazione del Matching 2009
Innovare, Intemazionalizzare è il tema di Matching 2009
L'elemento che caratterizza il Matching è il suo clima umano assolutamente non formale, quell'aria di amicizia che circola fra tutti gli operatori e che ti fa sentire parte di una rete di rapporti in cui la concorrenza non è più un fattore di rivalità, ma è appunto "con-concorrenza", un correre insieme verso un fine comune, un aiutarsi reciproco, un cooperare verso la reciproca crescita, un fattore di solidarietà, insomma, che toglie al mercato la sua cieca impersonalità, che è spesso anche la sua disumanità.
All'incontro di presentazione che avrà luogo presso la Camera di Commercio di Messina, venerdì 5 giugno 2009, alle ore 18.30
Interverranno:
Roberto Monteforte, Vice Presidente Compagnia delle Opere Sicilia Orientale
Salvatore Rigaglia, Responsabile Delegazione Messina CDO Sicilia Orientale
Antonello Giannangeli, Responsabile Organizzazione Matching
Ci raccontano la loro esperienza:
Sebastiano Benenati, Presidente Consorzio "Sapori del Sole"
Fortunato Novella, Amministratore Unico di "Novella Edizioni Tessili"
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA CDO Sicilia Orientale
Via Basile, 12-95124 CATANIA Tel. 095.315407 segreteria@catania.cdo.it
L'elemento che caratterizza il Matching è il suo clima umano assolutamente non formale, quell'aria di amicizia che circola fra tutti gli operatori e che ti fa sentire parte di una rete di rapporti in cui la concorrenza non è più un fattore di rivalità, ma è appunto "con-concorrenza", un correre insieme verso un fine comune, un aiutarsi reciproco, un cooperare verso la reciproca crescita, un fattore di solidarietà, insomma, che toglie al mercato la sua cieca impersonalità, che è spesso anche la sua disumanità.
All'incontro di presentazione che avrà luogo presso la Camera di Commercio di Messina, venerdì 5 giugno 2009, alle ore 18.30
Interverranno:
Roberto Monteforte, Vice Presidente Compagnia delle Opere Sicilia Orientale
Salvatore Rigaglia, Responsabile Delegazione Messina CDO Sicilia Orientale
Antonello Giannangeli, Responsabile Organizzazione Matching
Ci raccontano la loro esperienza:
Sebastiano Benenati, Presidente Consorzio "Sapori del Sole"
Fortunato Novella, Amministratore Unico di "Novella Edizioni Tessili"
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA CDO Sicilia Orientale
Via Basile, 12-95124 CATANIA Tel. 095.315407 segreteria@catania.cdo.it
lunedì 25 maggio 2009
convegno “Valori e legami: percorsi psicologici e sociali dell'affido familiare”
giovedì 28, alle ore 15, a palazzo Zanca, Salone delle Bandiere con la partecipazione del sindaco, Giuseppe Buzzanca; dell'assessore alle Politiche Sociali, Aliberti; del direttore generale dell'AUSL 5, Salvatore Furnari e del presidente del Tribunale per i minorenni, Francesco Deodato.
I lavori saranno introdotti da Daniela De Salvo, responsabile del Centro Affidi del Distretto Socio Sanitario D26-ME; moderatore sarà Lelio Bonanno, referente per l'AUSL 5 Centro Affidi Distretto D26.
Inoltre relazioneranno Giovanna Campolo, neuropsichiatra infantile su “Il legame d'attaccamento”; Roberto Zucchetti, componente Consiglio Nazionale Famiglie per l'Accoglienza su “Un figlio è per sempre”, l'esperienza di Mary e interventi.
I lavori saranno introdotti da Daniela De Salvo, responsabile del Centro Affidi del Distretto Socio Sanitario D26-ME; moderatore sarà Lelio Bonanno, referente per l'AUSL 5 Centro Affidi Distretto D26.
Inoltre relazioneranno Giovanna Campolo, neuropsichiatra infantile su “Il legame d'attaccamento”; Roberto Zucchetti, componente Consiglio Nazionale Famiglie per l'Accoglienza su “Un figlio è per sempre”, l'esperienza di Mary e interventi.
venerdì 22 maggio 2009
DOPPIARMONIA
Basilica Cattedrale di Messina
Sabato 23 maggio 2009 – ore 21
DOPPIARMONIA percorsi polifonici per doppio coro
“Allegri Inni e Salmi in lode alla Vergine”
Coro Polifonico Ouverture
diretto da Giovanni Mirabile
Ensemble Vocale Eufonia
diretto da Fabio Ciulla
All’Organo Gianfranco Nicoletti
DoppiArmonia è un progetto molto originale, concepito per offrire agli ascoltatori un repertorio inusuale se non addirittura raro a sentirsi che si integra con il luogo delle esecuzione.
L’iter-azione di due gruppi corali che si alternano oppure cantano insieme secondo la pratica del coro battente: due (o più) gruppi sono contrapposti in due (o più) parti dello spazio facendo musica insieme.
E’ una pratica accertata fin dal XVI sec. con sviluppi notevoli nel corso del tempo.
Protagonisti della manifestazione sono il Coro Polifonico OUVERTURE diretto da Giovanni Mirabile – pregevole compagine di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e l’Ensemble Vocale EUFONIA diretto da Fabio Ciulla -storica formazione corale da camera palermitana da sempre attenta alla costruzione dei propri percorsi musicali .
Questa edizione di Doppiarmonia - “Allegri Inni e Salmi in lode alla Vergine” per la Basilica Cattedrale di Messina è stata strutturata per meglio solennizzare la figura della Madonna della Lettera, di cui a breve si celebra la festa.
L’articolata movimentazione dei gruppi corali che prenderanno possesso di tutto lo spazio disponibile - al presbiterio, ai lati, al centro, al fondo, ora a 2, ora a 4 gruppi nonché in un’ unica formazione – farà sì che la connotazione simbolica che la Vergine assume venga evidenziata : come astro fulgido (Ave Maris Stella) , come colei che è la protagonista dell’annunciazione del mistero della nascita di Cristo (Magnum Mysterium, Ave Maria), colei che è rappresentata in tutto il suo magnificente fulgore (Magnificat e la sua antifona Ecce nunc tempus, Tota pulchra).
Verranno eseguite composizioni anche di Maestri di Cappella operanti a Messina (Tozzi) o a Palermo (Montalbano, Gallo, D’Elia) di rara esecuzione e di pregevole fattura nonché composizioni organistiche e letture idonee che perfezioneranno il tutto al fine di creare un coinvolgimento emotivo degli spettatori.
Sabato 23 maggio 2009 – ore 21
DOPPIARMONIA percorsi polifonici per doppio coro
“Allegri Inni e Salmi in lode alla Vergine”
Coro Polifonico Ouverture
diretto da Giovanni Mirabile
Ensemble Vocale Eufonia
diretto da Fabio Ciulla
All’Organo Gianfranco Nicoletti
DoppiArmonia è un progetto molto originale, concepito per offrire agli ascoltatori un repertorio inusuale se non addirittura raro a sentirsi che si integra con il luogo delle esecuzione.
L’iter-azione di due gruppi corali che si alternano oppure cantano insieme secondo la pratica del coro battente: due (o più) gruppi sono contrapposti in due (o più) parti dello spazio facendo musica insieme.
E’ una pratica accertata fin dal XVI sec. con sviluppi notevoli nel corso del tempo.
Protagonisti della manifestazione sono il Coro Polifonico OUVERTURE diretto da Giovanni Mirabile – pregevole compagine di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e l’Ensemble Vocale EUFONIA diretto da Fabio Ciulla -storica formazione corale da camera palermitana da sempre attenta alla costruzione dei propri percorsi musicali .
Questa edizione di Doppiarmonia - “Allegri Inni e Salmi in lode alla Vergine” per la Basilica Cattedrale di Messina è stata strutturata per meglio solennizzare la figura della Madonna della Lettera, di cui a breve si celebra la festa.
L’articolata movimentazione dei gruppi corali che prenderanno possesso di tutto lo spazio disponibile - al presbiterio, ai lati, al centro, al fondo, ora a 2, ora a 4 gruppi nonché in un’ unica formazione – farà sì che la connotazione simbolica che la Vergine assume venga evidenziata : come astro fulgido (Ave Maris Stella) , come colei che è la protagonista dell’annunciazione del mistero della nascita di Cristo (Magnum Mysterium, Ave Maria), colei che è rappresentata in tutto il suo magnificente fulgore (Magnificat e la sua antifona Ecce nunc tempus, Tota pulchra).
Verranno eseguite composizioni anche di Maestri di Cappella operanti a Messina (Tozzi) o a Palermo (Montalbano, Gallo, D’Elia) di rara esecuzione e di pregevole fattura nonché composizioni organistiche e letture idonee che perfezioneranno il tutto al fine di creare un coinvolgimento emotivo degli spettatori.
mercoledì 20 maggio 2009
ELEZIONI EUROPEE 2009
Difendere la libertà,sostenere la responsabilità
In Europa non è in gioco solo la definizione di qualche regola di mercato per superare la crisi economica, ma la possibilità stessa di un’esperienza umana fatta di libertà e di creatività personale e comune. L’80% delle leggi italiane è l’attuazione di norme decise dall’Unione europea, che sono sempre più caratterizzate dal rischio di regolamentare la vita dei cittadini limitando l’espressività della persona e dei corpi sociali. L’Europa potrà affermarsi solo riconoscendo la persona nella sua unicità irripetibile e nella sua libertà, capace di generare creatività e carità, fiducia e lavoro. Seguendo il principio di sussidiarietà l’Unione Europea deve sostenere le condizioni necessarie perché la gente possa esprimere il suo desiderio di verità, di giustizia e di bellezza, valorizzando le proprie tradizioni storiche, religiose e culturali. Più i cittadini contribuiscono a rendere la realtà sociale una dimora umana, più l’Europa diventerà uno spazio di libertà creativa, capace di instaurare un dialogo fecondo di pace e di sviluppo con tutti gli altri popoli. La tendenza ad una progressiva limitazione della libertà colpisce anche una delle realtà che con la sua presenza è fattore di speranza per tanti: la Chiesa. Perciò, difendere in Europa la libertas Ecclesiae è difendere la libertà e il futuro per tutti. L’educazione è una priorità fondamentale e chiede quindi maggiore impegno a incrementare gli investimenti per la crescita dei giovani, nella certezza che da essi dipende il futuro della società. La tutela della vita dall’inizio alla sua fine naturale e la difesa della famiglia tradizionale sono principi non negoziabili. Poche ma efficaci regole per garantire un mercato che non diventi preda di speculazioni finanziarie, una collaborazione internazionale che non cada nella trappola del protezionismo, un sistema bancario che abbia come compito il sostegno alle famiglie e alle imprese: le istituzioni politiche europee sono chiamate a favorire questi obiettivi per una ripresa dell’economia secondo il principio di sussidiarietà. Di fronte alle sfide drammatiche della vita, migliaia di persone testimoniano ogni giorno attraverso il loro impegno, le loro sofferenze e il loro lavoro, una speranza che consente di affrontare grandi difficoltà senza mortificare il desiderio di felicità. Il relativismo (per cui tutto è uguale) e il nichilismo (per cui nulla vale) vanificano, invece, la responsabilità di fronte al destino dell’uomo, rendendo grigia la nostra società. Per questo sosteniamo chi in Europa mette la politica al servizio di persone libere, responsabili e solidali, in particolare chi in questi anni ha testimoniato una diversità in atto dentro il Parlamento Europeo, avendo come punto di forza non la difesa teorica di “valori”, ma l’attenzione alle persone nella concretezza della loro umanità e delle loro opere.
Compagnia delle Opere
In Europa non è in gioco solo la definizione di qualche regola di mercato per superare la crisi economica, ma la possibilità stessa di un’esperienza umana fatta di libertà e di creatività personale e comune. L’80% delle leggi italiane è l’attuazione di norme decise dall’Unione europea, che sono sempre più caratterizzate dal rischio di regolamentare la vita dei cittadini limitando l’espressività della persona e dei corpi sociali. L’Europa potrà affermarsi solo riconoscendo la persona nella sua unicità irripetibile e nella sua libertà, capace di generare creatività e carità, fiducia e lavoro. Seguendo il principio di sussidiarietà l’Unione Europea deve sostenere le condizioni necessarie perché la gente possa esprimere il suo desiderio di verità, di giustizia e di bellezza, valorizzando le proprie tradizioni storiche, religiose e culturali. Più i cittadini contribuiscono a rendere la realtà sociale una dimora umana, più l’Europa diventerà uno spazio di libertà creativa, capace di instaurare un dialogo fecondo di pace e di sviluppo con tutti gli altri popoli. La tendenza ad una progressiva limitazione della libertà colpisce anche una delle realtà che con la sua presenza è fattore di speranza per tanti: la Chiesa. Perciò, difendere in Europa la libertas Ecclesiae è difendere la libertà e il futuro per tutti. L’educazione è una priorità fondamentale e chiede quindi maggiore impegno a incrementare gli investimenti per la crescita dei giovani, nella certezza che da essi dipende il futuro della società. La tutela della vita dall’inizio alla sua fine naturale e la difesa della famiglia tradizionale sono principi non negoziabili. Poche ma efficaci regole per garantire un mercato che non diventi preda di speculazioni finanziarie, una collaborazione internazionale che non cada nella trappola del protezionismo, un sistema bancario che abbia come compito il sostegno alle famiglie e alle imprese: le istituzioni politiche europee sono chiamate a favorire questi obiettivi per una ripresa dell’economia secondo il principio di sussidiarietà. Di fronte alle sfide drammatiche della vita, migliaia di persone testimoniano ogni giorno attraverso il loro impegno, le loro sofferenze e il loro lavoro, una speranza che consente di affrontare grandi difficoltà senza mortificare il desiderio di felicità. Il relativismo (per cui tutto è uguale) e il nichilismo (per cui nulla vale) vanificano, invece, la responsabilità di fronte al destino dell’uomo, rendendo grigia la nostra società. Per questo sosteniamo chi in Europa mette la politica al servizio di persone libere, responsabili e solidali, in particolare chi in questi anni ha testimoniato una diversità in atto dentro il Parlamento Europeo, avendo come punto di forza non la difesa teorica di “valori”, ma l’attenzione alle persone nella concretezza della loro umanità e delle loro opere.
Compagnia delle Opere
venerdì 15 maggio 2009
Percorso per insegnanti e gestori scolastici
A cura di Sussidiarietà, Diesse, Foe, Rischio Educativo
Percorso per insegnanti e gestori scolastici
EDUCARE ATTRAVERSO LA CONDIVISIONE
DI UN'ESPERIENZA DI CRESCITA
DEL PROPRIO RAPPORTO CON LA REALTÀ - IMPLICAZIONI PER UNA DIDATTICA
COME COMPARTECIPAZIONE DI RICERCA
Quarto incontro in videoconferenza
Venerdì 15 maggio 2009 alle ore 15,30 liceo "F. Maurolico"
Insegnare ad argomentare e imparare argomentando per far crescere la ragione e la libertà
Relatore: Eddo Rigotti
a seguire un momento di confronto con Renato Pistillo, Direttore di Diesse
Percorso per insegnanti e gestori scolastici
EDUCARE ATTRAVERSO LA CONDIVISIONE
DI UN'ESPERIENZA DI CRESCITA
DEL PROPRIO RAPPORTO CON LA REALTÀ - IMPLICAZIONI PER UNA DIDATTICA
COME COMPARTECIPAZIONE DI RICERCA
Quarto incontro in videoconferenza
Venerdì 15 maggio 2009 alle ore 15,30 liceo "F. Maurolico"
Insegnare ad argomentare e imparare argomentando per far crescere la ragione e la libertà
Relatore: Eddo Rigotti
a seguire un momento di confronto con Renato Pistillo, Direttore di Diesse
mercoledì 13 maggio 2009
Disagio Giovanile Nella Società Attuale
Venerdì 15 maggio 2009, si tiene alle ore 17.30 presso la Sala Comunale P.zza Mario Sciacca di Patti, un convegno sul tema "Il disagio giovanile nel contesto della società attuale". L'incontro è organizzato dal Rotary International Distretto 2110-Sicilia e Malta, e dal Club Patti-Terra del Tindari di cui è Presidente l'ing. Santi Anzà.
Relatori: Prof. Dario Caroniti, Prof. Franco Nembrini, Avv. Antonino Centorrino. Interverranno: la Dr.ssa Milena Romeo ed il Prof. Corrado Fugà. Segue dibattito.
Relatori: Prof. Dario Caroniti, Prof. Franco Nembrini, Avv. Antonino Centorrino. Interverranno: la Dr.ssa Milena Romeo ed il Prof. Corrado Fugà. Segue dibattito.
III STRAPATTI alla radio
Sabato 16 maggio alle ore 11,30 su Radio Amore fm 104.9 - 105.8 intervista in diretta alla dott.ssa Silvana Coletta, responsabile associazione amici di AVSI di Patti in occasione della III STRAPATTI passeggiata veloce di beneficenza aperta a tutti.
SI PUÒ, VERAMENTE, VIVERE COSÌ! Incontro n.2 di approfondimento a Milazzo
con il Patrocinio della Città di Milazzo, Assessorato alla Cultura
"Chi mi segue avrà la vita eterna e il centuplo quaggiù.'
Il centuplo è la riuscita vera, che inizia già in questo mondo, e si compie nell'eterno.
"Chi mi segue avrà la vita eterna e il centuplo quaggiù.'
Il centuplo è la riuscita vera, che inizia già in questo mondo, e si compie nell'eterno.
SI PUÒ, VERAMENTE, VIVERE COSÌ!
Incontro n.2 di approfondimento a Milazzo
Paladiana Sala Ovale - Marina Garibaldi, Mercoledì 20 maggio 2009 - ore 18.30
TESTIMONIANZA di don Gabriele Azzolin
(missionario della Fraternità San Carlo Borromeo a Novosibirsk - Siberia - Russia)
Paladiana Sala Ovale - Marina Garibaldi, Mercoledì 20 maggio 2009 - ore 18.30
TESTIMONIANZA di don Gabriele Azzolin
(missionario della Fraternità San Carlo Borromeo a Novosibirsk - Siberia - Russia)
venerdì 8 maggio 2009
III STRAPATTI Passeggiata Veloce di Beneficenza
Associazione Amici di Avsi e il Centro di Solidarieta' M. Kolbe di Patti in collaborazione con: Istituto comprensivo "V.Bellini", "L.Pirandello" e "L.Radice" di Patti
Organizzano la III Strapatti
Passeggiata veloce di beneficenza aperta a tutti da 0 a 90 anni
Domenica 24 maggio 2009 ore 16.30 lungomare di Patti Marina
Madrina della manifestazione Anna Rita Sidoti, campionessa mondiale di marcia
Presenta Franco Mazzone
A fine gara rinfresco per tutti e premi per i vincitori
Info e iscrizioni: 3382142564 - 3334183373
Organizzano la III Strapatti
Passeggiata veloce di beneficenza aperta a tutti da 0 a 90 anni
Domenica 24 maggio 2009 ore 16.30 lungomare di Patti Marina
Madrina della manifestazione Anna Rita Sidoti, campionessa mondiale di marcia
Presenta Franco Mazzone
A fine gara rinfresco per tutti e premi per i vincitori
Info e iscrizioni: 3382142564 - 3334183373
mercoledì 6 maggio 2009
Convegno CDO: Affrontare la crisi, rilanciare l'impresa
Di fronte alle difficoltà del momento, su cosa può poggiare una speranza per il futuro? Innanzitutto su una riconquista più profonda del senso del lavoro, del fare impresa e del costruire. Occorre, insomma, ripartire da ciò che sostiene la persona e può permettere di affrontare con maggiore libertà, creatività e responsabilità la vita sociale e le sfide del lavoro.
giorno 14/05/2009 ore 19,00, Hotel "Baia Verde" Catania (Cannizzaro)
vedi http://cdo-messina.blogspot.com/2009/05/convegno-cdo.html
giorno 14/05/2009 ore 19,00, Hotel "Baia Verde" Catania (Cannizzaro)
vedi http://cdo-messina.blogspot.com/2009/05/convegno-cdo.html
martedì 5 maggio 2009
ASSISTENZA GRATUITA ALLO STUDIO
A decorrere dal 12-05-2009 inizia un’ attività di Assistenza allo Studio, gratuita, per gli studenti delle scuole medie superiori presso i locali dell’istituto Domenico Savio, via Lenzi 24, nei giorni di Martedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 15,30 alle 19,30.
Per informazioni telefonare alla prof.ssa Laura Aliberti tel. 3498106951 o alla prof.ssa Palma Milazzo tel. 3480357473
SI SVOLGERANNO INOLTRE LEZIONI SPECIFICHE PER I MATURANDI IN PREPARAZIONE DEGLI ESAMI DI STATO.
http://cds-damabianca.blogspot.com/2009/05/assistenza-gratuita-allo-studio_63.html
email: damabiancacds@gmail.com
Per informazioni telefonare alla prof.ssa Laura Aliberti tel. 3498106951 o alla prof.ssa Palma Milazzo tel. 3480357473
SI SVOLGERANNO INOLTRE LEZIONI SPECIFICHE PER I MATURANDI IN PREPARAZIONE DEGLI ESAMI DI STATO.
http://cds-damabianca.blogspot.com/2009/05/assistenza-gratuita-allo-studio_63.html
email: damabiancacds@gmail.com
venerdì 1 maggio 2009
DALLA FEDE IL METODO
Carròn: la fede come metodo per l'esistenza
"Professore, è inutile che venga qui a insegnarci religione e a parlare di fede. Per fare scuola bisogna ragionare, e la fede non c'entra niente con la ragione, sono due rette sghembe che non s'incontrano mai". Nel 1954, appena salito in cattedra per la sua prima lezione al liceo Berchet di Milano, don Luigi Giussani era stato apostrofato così da uno studente: mica male come inizio d'anno. E dalla decisione del giovane prete brianzolo di rispondere a quella sfida è nata l'esperienza di Comunione e liberazione, che scommette tutto sulla ragionevolezza della fede. A distanza di cinquant'anni quella sfida (che Giussani aveva profeticamente intercettato in un'Italia formalmente cattolica ma già minata dall'avanzata del secolarismo) si è fatta molto più acuta. E ricomporre la separazione tra sapere e credere, è la battaglia più ardua con cui oggi la cristianità si cimenta. Oggi che le antiche sicurezze religiose sono crollate, oggi che la fede è ridotta a sentimento, a presidio morale di valori sempre meno praticati, a dimensione che nulla c'entra con la conoscenza.
Per tre giorni, da venerdì a domenica, don Juliàn Carron - guidando gli annuali esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e liberazione davanti a 26mila persone convenute a Rimini da tutta Italia e in collegamento via satellite con 63 Paesi - ha rilanciato la scommessa di Giussani: «Dalla fede il metodo» è stato il titolo della tre giorni. Di fronte alle sfide della vita - la crisi economica, la tragedia dell'Abruzzo, la vicenda di Eluana Englaro e dell'eutanasia - abbiamo tutti bisogno di incontrare una diversità umana, nella quale il cristianesimo si rende incontrabile come avvenimento, qualcosa che ri-accade oggi come risposta alla domanda di felicità che abita il cuore di ognuno. Come ha di recente detto Benedetto XVI, i cui interventi sono più volte riecheggiati in questi giorni di lavoro e di preghiera: «Nel mistero dell'incarnazione del Verbo, nel fatto che Dio si è fatto uomo come noi, sta sia il contenuto che il metodo dell'annuncio cristiano». La fedeltà a questo metodo scelto da Dio, argomenta il presidente della Fraternità di Cl, rende testimoni della novità cristiana di fronte alla crisi generata dalla frattura tra fede e ragione. E può rendere presente all'uomo di oggi - tanto apparentemente sicuro di sé nella rivendicazione della sua autonomia quanto smarrito e vittima di "un'anestesia dell'io", di una trascuratezza di sé - il volto misericordioso di Cristo. La separazione tra il sapere e il credere, tra la ragione e la fede, non è frutto soltanto di una dinamica esterna alla Chiesa. È un germe che si è insidiosamente annidato nel suo stesso corpo, e ha reso il cristianesimo sempre più estraneo alle attese dell'uomo.
Una realtà magari riconosciuta come fatto storico ma che non incide, non morde, in ultima analisi non conta. Carron dice provocatoriamente che «è come se la fede avesse una data di scadenza». Cristo diventa un soprammobile da esporre nel salotto buono dei valori, piuttosto che una presenza viva incontrabile e a tutti proponibile. Un devoto ricordo, piuttosto che una realtà che accade"qui e ora". Invece l'uomo ha bisogno di qualcosa che gli sia contemporaneo, che fondi la sua speranza. E per sperare, scrive Péguy, bisogna avere ricevuto una grande grazia.
Perché il cristianesimo continui a essere un'attrattiva vivente servono testimoni credibili, gente che seguendo Gesù renda credibile che, come recita il titolo del libro di Giussani che quest'anno guida la catechesi del Movimento, Si può vivere così. Il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, intervenuto sabato alla celebrazione eucaristica, ha rilanciato l'ammonimento di Benedetto XVI: «Il cristianesimo non può essere ridotto a una morale, cristiani si è solo se si incontra Cristo. Per questo servono testimoni che lo rendano incontrabile, e voi oggi lo siete».
Giorgio Paolucci, Avvenire 28/04/2009
"Professore, è inutile che venga qui a insegnarci religione e a parlare di fede. Per fare scuola bisogna ragionare, e la fede non c'entra niente con la ragione, sono due rette sghembe che non s'incontrano mai". Nel 1954, appena salito in cattedra per la sua prima lezione al liceo Berchet di Milano, don Luigi Giussani era stato apostrofato così da uno studente: mica male come inizio d'anno. E dalla decisione del giovane prete brianzolo di rispondere a quella sfida è nata l'esperienza di Comunione e liberazione, che scommette tutto sulla ragionevolezza della fede. A distanza di cinquant'anni quella sfida (che Giussani aveva profeticamente intercettato in un'Italia formalmente cattolica ma già minata dall'avanzata del secolarismo) si è fatta molto più acuta. E ricomporre la separazione tra sapere e credere, è la battaglia più ardua con cui oggi la cristianità si cimenta. Oggi che le antiche sicurezze religiose sono crollate, oggi che la fede è ridotta a sentimento, a presidio morale di valori sempre meno praticati, a dimensione che nulla c'entra con la conoscenza.
Per tre giorni, da venerdì a domenica, don Juliàn Carron - guidando gli annuali esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e liberazione davanti a 26mila persone convenute a Rimini da tutta Italia e in collegamento via satellite con 63 Paesi - ha rilanciato la scommessa di Giussani: «Dalla fede il metodo» è stato il titolo della tre giorni. Di fronte alle sfide della vita - la crisi economica, la tragedia dell'Abruzzo, la vicenda di Eluana Englaro e dell'eutanasia - abbiamo tutti bisogno di incontrare una diversità umana, nella quale il cristianesimo si rende incontrabile come avvenimento, qualcosa che ri-accade oggi come risposta alla domanda di felicità che abita il cuore di ognuno. Come ha di recente detto Benedetto XVI, i cui interventi sono più volte riecheggiati in questi giorni di lavoro e di preghiera: «Nel mistero dell'incarnazione del Verbo, nel fatto che Dio si è fatto uomo come noi, sta sia il contenuto che il metodo dell'annuncio cristiano». La fedeltà a questo metodo scelto da Dio, argomenta il presidente della Fraternità di Cl, rende testimoni della novità cristiana di fronte alla crisi generata dalla frattura tra fede e ragione. E può rendere presente all'uomo di oggi - tanto apparentemente sicuro di sé nella rivendicazione della sua autonomia quanto smarrito e vittima di "un'anestesia dell'io", di una trascuratezza di sé - il volto misericordioso di Cristo. La separazione tra il sapere e il credere, tra la ragione e la fede, non è frutto soltanto di una dinamica esterna alla Chiesa. È un germe che si è insidiosamente annidato nel suo stesso corpo, e ha reso il cristianesimo sempre più estraneo alle attese dell'uomo.
Una realtà magari riconosciuta come fatto storico ma che non incide, non morde, in ultima analisi non conta. Carron dice provocatoriamente che «è come se la fede avesse una data di scadenza». Cristo diventa un soprammobile da esporre nel salotto buono dei valori, piuttosto che una presenza viva incontrabile e a tutti proponibile. Un devoto ricordo, piuttosto che una realtà che accade"qui e ora". Invece l'uomo ha bisogno di qualcosa che gli sia contemporaneo, che fondi la sua speranza. E per sperare, scrive Péguy, bisogna avere ricevuto una grande grazia.
Perché il cristianesimo continui a essere un'attrattiva vivente servono testimoni credibili, gente che seguendo Gesù renda credibile che, come recita il titolo del libro di Giussani che quest'anno guida la catechesi del Movimento, Si può vivere così. Il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, intervenuto sabato alla celebrazione eucaristica, ha rilanciato l'ammonimento di Benedetto XVI: «Il cristianesimo non può essere ridotto a una morale, cristiani si è solo se si incontra Cristo. Per questo servono testimoni che lo rendano incontrabile, e voi oggi lo siete».
Giorgio Paolucci, Avvenire 28/04/2009
martedì 21 aprile 2009
EDITORIALE La pietra del sepolcro
Tracce N.4, Aprile 2009
Si corre un rischio, davanti alle ultime polemiche che hanno coinvolto Benedetto XVI, dal “caso lefevbriani” all’Aids in Africa, passando per gli articoli sulla presunta “solitudine del Papa”: l’assuefazione. Il pensare che, in fondo, siano cose già viste e quasi scontate, da incastrare nelle solite caselle: pro e contro, guelfi e ghibellini. Da una parte i “papisti”, dall’altra i “laici”, in mezzo una platea di cattolici adulti e atei teocon, a mischiare un po’ le carte. È un rischio grave. Perché impedisce di cogliere fino in fondo la natura decisiva di quello che c’è in gioco. Non permette di accorgersi, per esempio, che nell’attacco alla ragionevolezza con cui la Chiesa affronta i problemi quotidiani dell’uomo - si tratti dell’Aids o della crisi economica - sta la negazione dell’evidenza più potente che viviamo: riconoscere Cristo fa conoscere il reale, la fede allarga la ragione. Mentre nello scandalo davanti alla misericordia con cui il Papa abbraccia chi sbaglia - «gesto inequivocabile del divino» e quindi la «sfida più grande» davanti alla quale ci si possa trovare, come ha scritto don Julián Carrón su Avvenire - sta un rifiuto ostinato e terribile del fatto stesso che Cristo ha portato nel mondo: la salvezza. Ostinato, perché frutto di una ragione testardamente asfittica. E terribile, perché tenta di strappare dalla nostra esperienza la speranza. Che cosa sarebbe la vita, senza la Sua misericordia? Come faremmo ad affrontare la malattia, o i nostri errori, o la durezza della crisi? Cosa sarebbe la realtà, senza di Lui? Un peso insopportabile. Come la pietra di un sepolcro. È in quel sepolcro che irrompe la Pasqua. È quella pietra tombale che viene spazzata via per sempre dalla Resurrezione. Perché Lui c’è. Qui e ora. Contemporaneo a noi. E basta seguirlo, perché - come dice proprio Benedetto XVI in un passaggio bellissimo di un suo discorso recente - «nel mistero dell’Incarnazione sta sia il contenuto che il metodo dell’annuncio cristiano». ........
Si corre un rischio, davanti alle ultime polemiche che hanno coinvolto Benedetto XVI, dal “caso lefevbriani” all’Aids in Africa, passando per gli articoli sulla presunta “solitudine del Papa”: l’assuefazione. Il pensare che, in fondo, siano cose già viste e quasi scontate, da incastrare nelle solite caselle: pro e contro, guelfi e ghibellini. Da una parte i “papisti”, dall’altra i “laici”, in mezzo una platea di cattolici adulti e atei teocon, a mischiare un po’ le carte. È un rischio grave. Perché impedisce di cogliere fino in fondo la natura decisiva di quello che c’è in gioco. Non permette di accorgersi, per esempio, che nell’attacco alla ragionevolezza con cui la Chiesa affronta i problemi quotidiani dell’uomo - si tratti dell’Aids o della crisi economica - sta la negazione dell’evidenza più potente che viviamo: riconoscere Cristo fa conoscere il reale, la fede allarga la ragione. Mentre nello scandalo davanti alla misericordia con cui il Papa abbraccia chi sbaglia - «gesto inequivocabile del divino» e quindi la «sfida più grande» davanti alla quale ci si possa trovare, come ha scritto don Julián Carrón su Avvenire - sta un rifiuto ostinato e terribile del fatto stesso che Cristo ha portato nel mondo: la salvezza. Ostinato, perché frutto di una ragione testardamente asfittica. E terribile, perché tenta di strappare dalla nostra esperienza la speranza. Che cosa sarebbe la vita, senza la Sua misericordia? Come faremmo ad affrontare la malattia, o i nostri errori, o la durezza della crisi? Cosa sarebbe la realtà, senza di Lui? Un peso insopportabile. Come la pietra di un sepolcro. È in quel sepolcro che irrompe la Pasqua. È quella pietra tombale che viene spazzata via per sempre dalla Resurrezione. Perché Lui c’è. Qui e ora. Contemporaneo a noi. E basta seguirlo, perché - come dice proprio Benedetto XVI in un passaggio bellissimo di un suo discorso recente - «nel mistero dell’Incarnazione sta sia il contenuto che il metodo dell’annuncio cristiano». ........
Invito alla Pasqua dello Studente Universitario
Mercoledì 22 aprile alle h. 12,00 al piano terra della Biblioteca centralizzata della Facoltà di Scienze, a Papardo, si terrà la "Pasqua dello Studente" per gli tutti studenti universitari e per tutto il personale ed amici.
domenica 12 aprile 2009
BUONA PASQUA 2009
La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche il presente più faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino. La presenza di Cristo non è soltanto una realtà attesa, ma una vera presenza.
Benedetto XVI
Benedetto XVI
Noi diciamo quello che dovrebbe essere o quello che non va e non “si parte dall’affermazione che Cristo ha vinto”. Che Cristo ha vinto, che Cristo è risorto, significa che il senso della mia vita e del mondo è presente, è già presente, e il tempo è l’operazione profonda e misteriosa del suo manifestarsi.
Luigi Giussani
Luigi Giussani
venerdì 10 aprile 2009
TERREMOTO IN ABRUZZO volantino di CL
Passione dell’uomo, passione di Cristo
Ancora una volta siamo stati feriti nell’intimo del nostro essere da un evento sconvolgente. Così sconvolgente che è difficile sottrarsi alla domanda circa il suo significato, talmente supera la nostra capacità di comprensione. La questione è tanto radicale quanto scomoda. Non possiamo cercare di chiuderla in fretta, desiderando di voltare pagina quanto prima per dimenticare.
Non è ragionevole restare prigionieri di una emotività che ci soffoca, tanto meno spostare l’attenzione su eventuali responsabili. La carità sterminata, che si è documentata in questi giorni come moto spontaneo e che sarà necessaria soprattutto nei prossimi mesi quando ci sarà più bisogno di aiuto, indica che la dimenticanza non è l’unica strada.
Eppure neanche questa mossa è in grado di esaurire l’urgenza della domanda, suscitata dall’esperienza della nostra impotenza di fronte al terremoto.
Eventi come questo ci mettono davanti al mistero dell’esistenza, provocando la nostra ragione e la nostra libertà di uomini. Sprecare l’occasione di guardarlo in faccia ci lascerebbe ancora più smarriti e scettici. Ma per stare davanti al mistero dell’esistenza abbiamo bisogno di qualcosa di più della nostra pur giusta solidarietà. Da soli non possiamo.
La compagnia di Cristo - che è all’origine dell’amore all’uomo proprio del nostro popolo - si rivela ancora una volta decisiva nella nostra storia: una compagnia che dà senso alla vita e alla morte, alle vittime, ai sopravvissuti e a noi stessi, e sostiene la speranza.
L’imminenza della Pasqua acquista, allora, una nuova luce. «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?» (Rm 8,32).
Comunione e Liberazione
Aprile 2009.
Ancora una volta siamo stati feriti nell’intimo del nostro essere da un evento sconvolgente. Così sconvolgente che è difficile sottrarsi alla domanda circa il suo significato, talmente supera la nostra capacità di comprensione. La questione è tanto radicale quanto scomoda. Non possiamo cercare di chiuderla in fretta, desiderando di voltare pagina quanto prima per dimenticare.
Non è ragionevole restare prigionieri di una emotività che ci soffoca, tanto meno spostare l’attenzione su eventuali responsabili. La carità sterminata, che si è documentata in questi giorni come moto spontaneo e che sarà necessaria soprattutto nei prossimi mesi quando ci sarà più bisogno di aiuto, indica che la dimenticanza non è l’unica strada.
Eppure neanche questa mossa è in grado di esaurire l’urgenza della domanda, suscitata dall’esperienza della nostra impotenza di fronte al terremoto.
Eventi come questo ci mettono davanti al mistero dell’esistenza, provocando la nostra ragione e la nostra libertà di uomini. Sprecare l’occasione di guardarlo in faccia ci lascerebbe ancora più smarriti e scettici. Ma per stare davanti al mistero dell’esistenza abbiamo bisogno di qualcosa di più della nostra pur giusta solidarietà. Da soli non possiamo.
La compagnia di Cristo - che è all’origine dell’amore all’uomo proprio del nostro popolo - si rivela ancora una volta decisiva nella nostra storia: una compagnia che dà senso alla vita e alla morte, alle vittime, ai sopravvissuti e a noi stessi, e sostiene la speranza.
L’imminenza della Pasqua acquista, allora, una nuova luce. «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?» (Rm 8,32).
Comunione e Liberazione
Aprile 2009.
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