Il "tema della vita" è tornato prepotentemente al centro della nostra vita e di quella del nostro paese, così come accade sempre, perché è la vita ad accadere e ad imporsi nonostante noi cerchiamo di esserne sempre ed inutilmente padroni.
Questa sfuggevolezza, questa imprevedibilità dell'esistenza spesso ci disorienta e per poterla affrontare abbiamo bisogno di "definirla": stabilire cosa è bene e cosa è male, cosa si può o si deve fare, come ci si deve o ci si può comportare.
Del resto senza regole non è neanche immaginabile una sana convivenza tra uomini anche di uno stesso paese, di una stessa lingua, di una stessa cultura e persino di una stessa famiglia. E si arriva, come in questi giorni, fino al punto di non poter più separare la politica dall'etica, le leggi dal valore della vita, le regole dall'educazione e dal rispetto nel tentativo di poter stabilire il bene ed il giusto una volta per tutte.
Ma noi, pensiamo veramente di cavarcela costruendo dottrine universali, selezionando dei valori comuni per tutti e scrivendo leggi che li impongano?
Il Valore della vita, il suo significato, la sua Verità, non si può ridurre ad una dottrina sia pur corretta e pulita perché una dottrina, sia pur corretta e pulita, non ci può interessare. Non interessa a nessuno!
Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è una certezza che renda la nostra vita realmente interessante in tutti i suoi aspetti, in tutti i suoi momenti, in tutti i suoi particolari, senza che nulla, ma proprio nulla ne resti fuori.
Ed una certezza sulla nostra esistenza non può che venir fuori dalla vita stessa, come un avvenimento imprevisto ed imprevedibile ma così corrispondente alla nostra esigenza di significato, al nostro desiderio di felicità che non resta altro che seguirne il fascino.
Questa per noi è cultura: comunicare questa speranza incontrata, come unica possibilità di una vita realmente interessante e degna di essere vissuta.
Il Direttore
Nessun commento:
Posta un commento