Una legge necessaria ma non sufficiente. La vera questione è l'unità dell'io
Finalmente si torna a discutere di grandi questioni: il rispetto della vita, della libertà, della dignità dell'uomo, insomma della centralità della persona umana in tutti gli aspetti della vita politica, sociale, culturale.
Dall'operaio sino al politico e persino al magistrato ci s'interroga su come regolamentare alcune circostanze che hanno a che fare con il senso della vita e nelle quali si gioca drammaticamente la libertà dell'uomo.
Ma è giusto darsi delle regole che debbano essere valide per tutti? E fino a che punto è possibile, o meglio, è giusto spingersi nella regolamentazione della vita?
Sull'esistenza e soprattutto sulle questioni fondamentali l'idea di non decidere, di non prendere una posizione e di lasciarle al libero arbitrio del singolo individuo è la posizione più miserevole che un uomo possa avere perché ne sminuisce la sua stessa natura.
Se è vero che il bene dell'esistenza non può essere affidato alle carte bollate e anche vero che la legge ci deve essere e deve poter garantire, almeno in forma precauzionale, il dono grande della vita ancor prima della libertà che da essa ne scaturisce.
E' necessario, quindi, affrontare il tema del "fine vita" sino a definire una legge che sia la migliore possibile, pensata, ragionata e condivisa, ma allo stesso tempo avendo chiara la coscienza che sarà sempre imperfetta.
Perché non è un insieme di norme e leggi, sia pur necessarie e ben fatte, né una questione di coerenza ad esse, che può darci certezze e renderci felici.
La vera questione è l'unità dell'io.
Un'unità dell'io, ovvero un io che agisce e giudica tutto a partire da un unica affezione, da un'unica ragione capace di dare ad ogni singolo frammento della realtà significato a prescindere dalla nostra capacità di percepirne il valore.
Questa unità, questa possibilità di essere uomini fino in fondo, è possibile per tutti perché è incontrabile nella storia di oggi, nel volto di coloro che hanno già sperimentato che in Lui tutto consiste.
Il Direttore
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