domenica 22 febbraio 2009

IN RICORDO di don Luigi Giussani

Quella di don Luigi Giussani fu una "vita sacerdotale straordinariamente feconda". Così Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha ricordato il fondatore del movimento Comunione e liberazione nel IV anniversario della morte. "Quel giorno - ha detto il cardinale durante una Messa celebrata in Duomo - noi lo vivemmo profondamente uniti all'allora cardinale Joseph Ratzinger: fummo come illuminati dalla chiarezza limpida e affettuosa delle sue parole, dalla partecipazione commossa e umanissima del suo sguardo. Benedetto XVI questa sera, ne siamo certi, è singolarmente presente con noi nel comune suffragio e nel comune levarsi dei cuori a Cristo, nostra unica e consolantissima speranza di vita eterna".
"Oggi siamo chiamati - ha detto Tettamanzi citando don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione - a renderci più consapevoli dello scopo per cui lo Spirito ha dato un carisma a don Giussani: contribuire, insieme a tutti i battezzati, alla costruzione e al rinnovamento della Chiesa per il bene del mondo. Seguendo il suo solito metodo, Dio dà la grazia a uno, perché attraverso di lui arrivi a tutti. E noi saremmo infedeli alla natura del nostro carisma, se il dono ricevuto non fosse condiviso con tutti, dentro e fuori della Chiesa".
In queste parole Tettamanzi vede l'appartenenza a cui i membri di Cl si sentono spinti: "L'appartenenza di chi si sente per così dire 'espropriato', di chi vive il proprio carisma non solo come un 'bene per sé', ma veramente come un 'dono per gli altri', un dono alla Chiesa e al mondo. E tutto questo, ovviamente, a partire dalla comunità e dall'ambiente in cui si vive, entro un orizzonte quanto mai aperto, nel quale il medesimo Spirito riversa la molteplicità e la varietà dei suoi carismi, destinati a incontrarsi tra loro, ad arricchirsi reciprocamente e a porsi tutti, come battezzati, al servizio dell'unica missione della Chiesa".
"Sono contento e vi dico la gratitudine mia e della Chiesa ambrosiana - ha concluso l'arcivescovo - per la vostra presenza e partecipazione nella vita delle comunità cristiane e nei più diversi ambienti con una fede che è cultura e vita, pensiero ed esperienza di Cristo in noi. Preghiamo perché l'invito ad essere tutti e 'sempre più disponibili' al Signore, alla sua Chiesa, all'uomo d'oggi ci stimoli e ci sostenga ad essere 'un di più' di umanità vera, di compassione profonda verso le miserie della storia, di amore sincero e operoso per tutti. Ci sarà dato così di partecipare più intimamente a quel 'potere' di Cristo di cui ci ha parlato il Vangelo: il potere del dono di sé fino alla perdita della propria vita per la redenzione, la trasfigurazione e la gioia eterna di ogni cuore umano e del mondo intero".
Milano, 20 feb. (Apcom)

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