Con questo numero riparte l'avventura della Rassegna Stampa. Il Centro Culturale di Messina ha voluto fortemente proporre questo prezioso strumento di paragone e confronto all'interno del variegato mondo dell'informazione e che non ha alcun'altra pretesa se non quella di tentare di aiutare i nostri "lettori" nel formarsi un giudizio sul Fatto, non condizionato esclusivamente da quello tratto dal solo giornale che magari rubacchiando qualche minuto nelle nostre frenetiche giornate, tra una pausa caffè e una sigaretta, si sia riusciti a leggere. Ci proponiamo la realizzazione di uno strumento agile e snello che potrà essere usato in ufficio, in parrocchia, nei club e nei bar per discutere, confrontare e provocare l' io che c' è in ognuno di noi a uscire, a desiderare, a domandare e magari, chissà, ad intravedere la verità.
Per questo tentiamo un salto triplo carpiato con l'inizio di quest'avventura, proponendoci di volta in volta di esprimere un giudizio sulla realtà, specie quella a noi più prossima, che il lettore potrà sottoporre ad esame confrontandolo con la lettura di tutti quegli articoli tratti dai quotidiani più importanti a tiratura nazionale e locale che con cadenza quindicinale vi proporremo sui fatti di cronaca più significativi. Auguriamoci ed augurateci buon lavoro,
In questo primo numero vorremmo segnalarvi due articoli tratti dalla Gazzetta del Sud, rispettivamente l'editoriale di Mazzucca del 28 settembre e un semplice articolo di critica della peace teatrale " II Ponte " a firma di Pino Toscano del 2 Ottobre. Sembrerebbero due notizie distanti tra loro (una sul Caso Alitalia e l'altra una notizia culturale) ma, a nostro parere, è possibile trarvi uno strettissimo nesso che sottende una verità. Vediamo quale.
Viviamo un'epoca di grande afflizione e insicurezza, i mercati sono labili, la crisi finanziaria preoccupa il mondo intero, la crisi economica è un fatto concreto con cui oramai sempre più categorie di persone sono costretti a fare i conti. C'è insomma un generalizzato clima di preoccupazione che induce chiunque a guardare il negativo prima di tutto. Questo è il risultato di un'epoca di razionalismo, di grandi sistemi e strumenti scientifici in cui l' ideologia ha sostituito il bisogno dell'uomo , del singolo uomo. Sì l'uomo, perché l'uomo ha iscritto dentro un ultima positività, è fatto per altro, è fatto per una " positività " ineliminabile, che non gli si può impedire perlomeno di desiderare. Il piccolo operaio nell'opera teatrale "II Ponte "sa perfettamente che ragionando su criteri scientifici e statistici, potrebbe essere uno di quegli operai destinati a morire nella realizzazione di una grande opera, eppure la sua stessa natura, la stessa natura di chiunque di noi, sempre eternamente aperta e proiettata verso l'impossibile, Io porta deciso a non schivare il suo destino. Così è l'uomo vero, cerca l'impossibile dentro la realtà di ogni giorno ed ha il coraggio di essere così protagonista della storia, perché quell'impossibile diventi possibile. Così parimenti in un 'epoca di crisi, chi ha il coraggio di rischiare, di essere protagonista , può essere protagonista di un'autentica prospettiva di rilancio economico (certo non potrà esserìo mai lo Stato, dove ciò è stato provato ne conosciamo gli esiti).
Qualche giorno fa nell'offollatissima Aula Magna della Camera di Commercio di Messina, in un importante convegno organizzato dalla Compagnia delle Opere, il più coraggioso imprenditore che si sia affacciato quest'anno nella polverosa e reticente realtà messinese, il dott. Parando, ci ha raccontato la sfida da lui raccolta quando ha deciso di rilevare il noto marchio di birra che una grande multinazionale aveva deciso di chiudere, con 51 uomini, con 51 famiglie che da ieri a oggi si sarebbero trovati a vivere il dramma della disoccupazione e della povertà. Lui che quell'azienda aveva visto crescere tra le mani del padre, lui che ancora considerava l'azienda di famiglia, non si è dato una scrollatina alla spallina della giacca, no, si è lasciato dapprima interrogare dalla realtà e da quell'impulso che sentiva dentro, e non ha organizzato una riunione con i suoi commercialisti sulla fattibilità dell'operazione, no, è andato dalla mamma, sì dalla mamma a chiedere consiglio ed è partito! ha rilevato l'impresa. " Ma chi glielo fatto fare ? " II desiderio dell'impossibile . Oggi quel desiderio è una realtà possibile per lui, i 51 operai e per noi che abbiamo trovato un esempio di positività dentro la realtà da tramandare a tutti.
Auguriamogli buon lavoro e aiutiamolo. Io adesso, scusate, mi vado a bere una bella birra!
Giuseppe Scandura
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