- Il sistema scolastico italiano ha, da tempo, urgente bisogno di essere riformato: siamo ai primi posti, tra i Paesi dell’Ocse, come spesa per l’istruzione ma ciò non incide sulla qualità. Il numero di ore di lezione degli alunni supera del 20% la media dei paesi Ocse, ma ai primi posti per la qualità dell’apprendimento vi sono Paesi dove si sta a scuola molto meno. Per questo chiediamo anche all’attuale Governo, come sempre abbiamo fatto, di abbandonare una politica centralistica, perseguita con l’accanimento delle normative, che pretendono di determinare ogni singolo aspetto della vita scolastica.
- Per rispondere alla emergenza educativa è indispensabile tenere conto della domanda di istruzione e di educazione che proviene dai giovani di oggi, e completare il percorso verso un assetto pienamente libero e pluralistico. Per questo è prioritario dare attuazione all’autonomia costituzionale prevista per le scuole, assicurando alle stesse veri organi di governo e risorse dirette. Gli altri cambiamenti verranno come diretta conseguenza: drastica riduzione di norme; livelli essenziali di apprendimento; carriere per i professionisti della scuola con effettivo riconoscimento del merito e delle prestazioni; dirigenza scolastica messa in grado di rispondere dei risultati; moderno sistema di valutazione che aiuti le scuole a migliorare.
- Una prospettiva di così ampio respiro necessita di tempi lunghi e non può essere assicurata da una singola fase di revisione degli ordinamenti o della normativa in uso. Occorre piuttosto un impegno costante per il bene comune da parte di tutte le forze sociali e politiche autenticamente riformiste. Per questo è necessario che anche i sindacati, anziché condurre battaglie di retroguardia dannose per tutti, tornino ad impegnarsi per il bene comune. Gli slogan lanciati in questi giorni e irresponsabilmente depositati sulle bocche degli studenti spinti in piazza a manifestare contro chi oggi è chiamato a governare, appaiono invece strumentali e ridicoli, tanto più perché gridati in difesa di una scuola italiana di cui tutti, in questi anni, si sono lamentati.
- Le misure prese dall’attuale Governo in realtà, non si scostano, nei principi ed in molte proposte, da quelle suggerite dal Quaderno Bianco dei ministri Padoa-Schioppa e Fioroni, nella prospettiva del vincolo di pareggio entro il 2011 richiesto all’Italia dall’Unione europea. La razionalizzazione di spesa all’interno di un sistema tanto elefantiaco quanto improduttivo è urgente e indispensabile. I provvedimenti approvati a favore di interventi per l'edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti ne costituiscono un primo significativo segnale.
- Non aderiamo allo sciopero del 30 ottobre perché non ne condividiamo le motivazioni. Non possiamo accettare le posizioni corporative di un certo sindacalismo che, guidato in particolare dalla CGIL, continua ad opporsi, per ragioni di mero potere, a qualsiasi serio tentativo di cambiamento del sistema di istruzione nazionale. L’istruzione è un bene di tutti: per questo è indispensabile che ogni seria riforma si costruisca attraverso il dialogo con le componenti reali della scuola che si esprimono anche nelle loro forme associative.
Associazione Culturale “Il Rischio Educativo”
DIESSE (Didattica e Innovazione Scolastica)
DiSAL (Dirigenti Scuole Autonome e Libere)
FOE (Federazione Opere Educative)
domenica 26 ottobre 2008
SCIOPERO SCUOLA DEL 30 OTTOBRE: ragioni per non aderire, ragioni per costruire
EDITORIALE del N.1 "La questione messinese": la questione di una reale affezione a sé
Quello che mi stupisce in questa mia città è la grande unità dei messinesi.
Un'unità nel lamentarsi, nel riconoscere lo stato di decadenza verso il quale la città è andata inesorabilmente in questi anni, nel lamentarsi di una disaffezione in primis dei politici, poi degli imprenditori e infine di noi stessi cittadini.
In questi ultimi tempi, però c'è qualcosa di diverso, nel desiderio di rinascita della quale sembrano carichi anche i nostri rappresentanti comunali, provinciali e regionali: rilevo consigli, suggerimenti, proposte e progetti per sollevare le sorti di una città allo stato di abbandono.
Qualcosa sta cambiando ?
No, o non ancora: come scrive la Gazzetta: "intanto ... è paralisi".
Se la direzione sembra quella di voler e dover risalire la china perché peggio di così sarebbe esageratamente troppo, allora, dove sta il problema ?
E come se il problema fosse sempre dipendente da altri, come se poi, alla fine, la responsabilità fosse ultimamente e sempre di chi sta in cattedra: i cittadini consegnano la responsabilità ai consiglieri, i quali "ovviamente" attendono che il sindaco ottenga i favori dalla Provincia piuttosto che dalla Regione e così verso il governo nazionale: e tutto resta sospeso nell'attesa di....
Sono convinto che Messina ha bisogno di soggetti propositivi e responsabili che sappiano rischiare la propria identità, la propria professionalità, soggetti che abbiano una reale affezione alla propria vita, alla propria terra, alla propria dignità di uomini che vivono e lavorano.
Non è possibile accettare di delegare la propria dignità di uomo, cittadino, imprenditore e persino politico ad un sistema nel quale "per essere e per fare" è necessario qualcuno che ti autorizzi a fare e, quindi, spesso ad essere.
La sfida del reale è aperta a tutti: prendere sul serio se stessi, le proprie esigenze, quelle più urgenti ed affrontare tutto da questo punto di partenza.
Solo questo può smuovere "la questione messinese" come parte integrante della questione più grande della nostra vita: una reale affezione a sé.
Il Direttore
Alessandro Dati
Un'unità nel lamentarsi, nel riconoscere lo stato di decadenza verso il quale la città è andata inesorabilmente in questi anni, nel lamentarsi di una disaffezione in primis dei politici, poi degli imprenditori e infine di noi stessi cittadini.
In questi ultimi tempi, però c'è qualcosa di diverso, nel desiderio di rinascita della quale sembrano carichi anche i nostri rappresentanti comunali, provinciali e regionali: rilevo consigli, suggerimenti, proposte e progetti per sollevare le sorti di una città allo stato di abbandono.
Qualcosa sta cambiando ?
No, o non ancora: come scrive la Gazzetta: "intanto ... è paralisi".
Se la direzione sembra quella di voler e dover risalire la china perché peggio di così sarebbe esageratamente troppo, allora, dove sta il problema ?
E come se il problema fosse sempre dipendente da altri, come se poi, alla fine, la responsabilità fosse ultimamente e sempre di chi sta in cattedra: i cittadini consegnano la responsabilità ai consiglieri, i quali "ovviamente" attendono che il sindaco ottenga i favori dalla Provincia piuttosto che dalla Regione e così verso il governo nazionale: e tutto resta sospeso nell'attesa di....
Sono convinto che Messina ha bisogno di soggetti propositivi e responsabili che sappiano rischiare la propria identità, la propria professionalità, soggetti che abbiano una reale affezione alla propria vita, alla propria terra, alla propria dignità di uomini che vivono e lavorano.
Non è possibile accettare di delegare la propria dignità di uomo, cittadino, imprenditore e persino politico ad un sistema nel quale "per essere e per fare" è necessario qualcuno che ti autorizzi a fare e, quindi, spesso ad essere.
La sfida del reale è aperta a tutti: prendere sul serio se stessi, le proprie esigenze, quelle più urgenti ed affrontare tutto da questo punto di partenza.
Solo questo può smuovere "la questione messinese" come parte integrante della questione più grande della nostra vita: una reale affezione a sé.
Il Direttore
Alessandro Dati
lunedì 13 ottobre 2008
EDITORIALE del N.0 "Una certezza che non muore mai"
La realtà quotidianamente attraverso i media ci consegna delle "certezze" su cui scommettere la nostra vita ma, sistematicamente, a un certo punto, la realtà sembra smentire se stessa e improvvisamente si mostra imprevedibile e imprevista, fino ad apparire fortemente contraddittoria.
Allora, ci si sente traditi dalla realtà ... come dargli ancora fiducia?Come avere ancora da lei fiducia? Come viverla senza l'angoscia del tradimento?
La crisi economica mondiale è diventata europea, italiana ed è arrivata sino alle nostre tasche.Di fronte alla "certezza" di riuscire ancora a mettere dei soldi da parte per costruire un futuro più sereno (???) per noi e i nostri figli, arrivano come un uragano le notizie catastrofiche della crisi finanziaria.
Come non comprendere (senza però condividere) il gesto del superbanchiere della City Londinese, che non è riuscito a star dentro il dramma di una vita improvvisamente svuotata di motivazioni e di ragioni che lo ha portato a togliersi la vita?
L'immigrazione e il problema della sicurezza e della giustizia, il caso Alitalia e il problema del lavoro e della precarietà del futuro, la politica litigiosa e i problemi reali irrisolti, la necessaria riforma della scuola e la mancanza di un reale progetto educativo, la tematica del testamento biologico e la grande questione dell'assenza di "valore" della vita dal concepimento alla morte: qui sta la sfida.
Ma, a noi uomini, costituiti da un desiderio di felicità, di speranza, di giustizia, seri fino in fondo con noi stessi, non può bastare subire la realtà che ci viene incontro, una realtà che c'è data, senza guadarla, viverla e giudicarla per quello che è: un segno di altro.
Qual è il senso ultimo della vita fino in fondo? In fondo di cosa è fatta la realtà? Per che cosa vale veramente la pena che io sia, che la realtà sia?
La cosa più grande accaduta a ognuno di noi è l'incontro con una presenza che è la risposta a questa domanda di significato che ci portiamo dentro e che dentro la quotidianità ci consegna una certezza che non muore mai.
Iniziamo quest' avventura della Rassegna Stampa augurando a tutti il riaccadere di quello che a noi è accaduto ed è all'origine di questo gesto: l'incontro con una bellezza in grado di spiegare la vita.
Alessandro Dati
Allora, ci si sente traditi dalla realtà ... come dargli ancora fiducia?Come avere ancora da lei fiducia? Come viverla senza l'angoscia del tradimento?
La crisi economica mondiale è diventata europea, italiana ed è arrivata sino alle nostre tasche.Di fronte alla "certezza" di riuscire ancora a mettere dei soldi da parte per costruire un futuro più sereno (???) per noi e i nostri figli, arrivano come un uragano le notizie catastrofiche della crisi finanziaria.
Come non comprendere (senza però condividere) il gesto del superbanchiere della City Londinese, che non è riuscito a star dentro il dramma di una vita improvvisamente svuotata di motivazioni e di ragioni che lo ha portato a togliersi la vita?
L'immigrazione e il problema della sicurezza e della giustizia, il caso Alitalia e il problema del lavoro e della precarietà del futuro, la politica litigiosa e i problemi reali irrisolti, la necessaria riforma della scuola e la mancanza di un reale progetto educativo, la tematica del testamento biologico e la grande questione dell'assenza di "valore" della vita dal concepimento alla morte: qui sta la sfida.
Ma, a noi uomini, costituiti da un desiderio di felicità, di speranza, di giustizia, seri fino in fondo con noi stessi, non può bastare subire la realtà che ci viene incontro, una realtà che c'è data, senza guadarla, viverla e giudicarla per quello che è: un segno di altro.
Qual è il senso ultimo della vita fino in fondo? In fondo di cosa è fatta la realtà? Per che cosa vale veramente la pena che io sia, che la realtà sia?
La cosa più grande accaduta a ognuno di noi è l'incontro con una presenza che è la risposta a questa domanda di significato che ci portiamo dentro e che dentro la quotidianità ci consegna una certezza che non muore mai.
Iniziamo quest' avventura della Rassegna Stampa augurando a tutti il riaccadere di quello che a noi è accaduto ed è all'origine di questo gesto: l'incontro con una bellezza in grado di spiegare la vita.
Alessandro Dati
AUGURI DI BUON LAVORO
Con questo numero riparte l'avventura della Rassegna Stampa. Il Centro Culturale di Messina ha voluto fortemente proporre questo prezioso strumento di paragone e confronto all'interno del variegato mondo dell'informazione e che non ha alcun'altra pretesa se non quella di tentare di aiutare i nostri "lettori" nel formarsi un giudizio sul Fatto, non condizionato esclusivamente da quello tratto dal solo giornale che magari rubacchiando qualche minuto nelle nostre frenetiche giornate, tra una pausa caffè e una sigaretta, si sia riusciti a leggere. Ci proponiamo la realizzazione di uno strumento agile e snello che potrà essere usato in ufficio, in parrocchia, nei club e nei bar per discutere, confrontare e provocare l' io che c' è in ognuno di noi a uscire, a desiderare, a domandare e magari, chissà, ad intravedere la verità.
Per questo tentiamo un salto triplo carpiato con l'inizio di quest'avventura, proponendoci di volta in volta di esprimere un giudizio sulla realtà, specie quella a noi più prossima, che il lettore potrà sottoporre ad esame confrontandolo con la lettura di tutti quegli articoli tratti dai quotidiani più importanti a tiratura nazionale e locale che con cadenza quindicinale vi proporremo sui fatti di cronaca più significativi. Auguriamoci ed augurateci buon lavoro,
In questo primo numero vorremmo segnalarvi due articoli tratti dalla Gazzetta del Sud, rispettivamente l'editoriale di Mazzucca del 28 settembre e un semplice articolo di critica della peace teatrale " II Ponte " a firma di Pino Toscano del 2 Ottobre. Sembrerebbero due notizie distanti tra loro (una sul Caso Alitalia e l'altra una notizia culturale) ma, a nostro parere, è possibile trarvi uno strettissimo nesso che sottende una verità. Vediamo quale.
Viviamo un'epoca di grande afflizione e insicurezza, i mercati sono labili, la crisi finanziaria preoccupa il mondo intero, la crisi economica è un fatto concreto con cui oramai sempre più categorie di persone sono costretti a fare i conti. C'è insomma un generalizzato clima di preoccupazione che induce chiunque a guardare il negativo prima di tutto. Questo è il risultato di un'epoca di razionalismo, di grandi sistemi e strumenti scientifici in cui l' ideologia ha sostituito il bisogno dell'uomo , del singolo uomo. Sì l'uomo, perché l'uomo ha iscritto dentro un ultima positività, è fatto per altro, è fatto per una " positività " ineliminabile, che non gli si può impedire perlomeno di desiderare. Il piccolo operaio nell'opera teatrale "II Ponte "sa perfettamente che ragionando su criteri scientifici e statistici, potrebbe essere uno di quegli operai destinati a morire nella realizzazione di una grande opera, eppure la sua stessa natura, la stessa natura di chiunque di noi, sempre eternamente aperta e proiettata verso l'impossibile, Io porta deciso a non schivare il suo destino. Così è l'uomo vero, cerca l'impossibile dentro la realtà di ogni giorno ed ha il coraggio di essere così protagonista della storia, perché quell'impossibile diventi possibile. Così parimenti in un 'epoca di crisi, chi ha il coraggio di rischiare, di essere protagonista , può essere protagonista di un'autentica prospettiva di rilancio economico (certo non potrà esserìo mai lo Stato, dove ciò è stato provato ne conosciamo gli esiti).
Qualche giorno fa nell'offollatissima Aula Magna della Camera di Commercio di Messina, in un importante convegno organizzato dalla Compagnia delle Opere, il più coraggioso imprenditore che si sia affacciato quest'anno nella polverosa e reticente realtà messinese, il dott. Parando, ci ha raccontato la sfida da lui raccolta quando ha deciso di rilevare il noto marchio di birra che una grande multinazionale aveva deciso di chiudere, con 51 uomini, con 51 famiglie che da ieri a oggi si sarebbero trovati a vivere il dramma della disoccupazione e della povertà. Lui che quell'azienda aveva visto crescere tra le mani del padre, lui che ancora considerava l'azienda di famiglia, non si è dato una scrollatina alla spallina della giacca, no, si è lasciato dapprima interrogare dalla realtà e da quell'impulso che sentiva dentro, e non ha organizzato una riunione con i suoi commercialisti sulla fattibilità dell'operazione, no, è andato dalla mamma, sì dalla mamma a chiedere consiglio ed è partito! ha rilevato l'impresa. " Ma chi glielo fatto fare ? " II desiderio dell'impossibile . Oggi quel desiderio è una realtà possibile per lui, i 51 operai e per noi che abbiamo trovato un esempio di positività dentro la realtà da tramandare a tutti.
Auguriamogli buon lavoro e aiutiamolo. Io adesso, scusate, mi vado a bere una bella birra!
Giuseppe Scandura
Per questo tentiamo un salto triplo carpiato con l'inizio di quest'avventura, proponendoci di volta in volta di esprimere un giudizio sulla realtà, specie quella a noi più prossima, che il lettore potrà sottoporre ad esame confrontandolo con la lettura di tutti quegli articoli tratti dai quotidiani più importanti a tiratura nazionale e locale che con cadenza quindicinale vi proporremo sui fatti di cronaca più significativi. Auguriamoci ed augurateci buon lavoro,
In questo primo numero vorremmo segnalarvi due articoli tratti dalla Gazzetta del Sud, rispettivamente l'editoriale di Mazzucca del 28 settembre e un semplice articolo di critica della peace teatrale " II Ponte " a firma di Pino Toscano del 2 Ottobre. Sembrerebbero due notizie distanti tra loro (una sul Caso Alitalia e l'altra una notizia culturale) ma, a nostro parere, è possibile trarvi uno strettissimo nesso che sottende una verità. Vediamo quale.
Viviamo un'epoca di grande afflizione e insicurezza, i mercati sono labili, la crisi finanziaria preoccupa il mondo intero, la crisi economica è un fatto concreto con cui oramai sempre più categorie di persone sono costretti a fare i conti. C'è insomma un generalizzato clima di preoccupazione che induce chiunque a guardare il negativo prima di tutto. Questo è il risultato di un'epoca di razionalismo, di grandi sistemi e strumenti scientifici in cui l' ideologia ha sostituito il bisogno dell'uomo , del singolo uomo. Sì l'uomo, perché l'uomo ha iscritto dentro un ultima positività, è fatto per altro, è fatto per una " positività " ineliminabile, che non gli si può impedire perlomeno di desiderare. Il piccolo operaio nell'opera teatrale "II Ponte "sa perfettamente che ragionando su criteri scientifici e statistici, potrebbe essere uno di quegli operai destinati a morire nella realizzazione di una grande opera, eppure la sua stessa natura, la stessa natura di chiunque di noi, sempre eternamente aperta e proiettata verso l'impossibile, Io porta deciso a non schivare il suo destino. Così è l'uomo vero, cerca l'impossibile dentro la realtà di ogni giorno ed ha il coraggio di essere così protagonista della storia, perché quell'impossibile diventi possibile. Così parimenti in un 'epoca di crisi, chi ha il coraggio di rischiare, di essere protagonista , può essere protagonista di un'autentica prospettiva di rilancio economico (certo non potrà esserìo mai lo Stato, dove ciò è stato provato ne conosciamo gli esiti).
Qualche giorno fa nell'offollatissima Aula Magna della Camera di Commercio di Messina, in un importante convegno organizzato dalla Compagnia delle Opere, il più coraggioso imprenditore che si sia affacciato quest'anno nella polverosa e reticente realtà messinese, il dott. Parando, ci ha raccontato la sfida da lui raccolta quando ha deciso di rilevare il noto marchio di birra che una grande multinazionale aveva deciso di chiudere, con 51 uomini, con 51 famiglie che da ieri a oggi si sarebbero trovati a vivere il dramma della disoccupazione e della povertà. Lui che quell'azienda aveva visto crescere tra le mani del padre, lui che ancora considerava l'azienda di famiglia, non si è dato una scrollatina alla spallina della giacca, no, si è lasciato dapprima interrogare dalla realtà e da quell'impulso che sentiva dentro, e non ha organizzato una riunione con i suoi commercialisti sulla fattibilità dell'operazione, no, è andato dalla mamma, sì dalla mamma a chiedere consiglio ed è partito! ha rilevato l'impresa. " Ma chi glielo fatto fare ? " II desiderio dell'impossibile . Oggi quel desiderio è una realtà possibile per lui, i 51 operai e per noi che abbiamo trovato un esempio di positività dentro la realtà da tramandare a tutti.
Auguriamogli buon lavoro e aiutiamolo. Io adesso, scusate, mi vado a bere una bella birra!
Giuseppe Scandura
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