giovedì 31 maggio 2012

IL DONO PREZIOSO DELLA FEDE


Brani dal discorso all’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana
Roma, 24 maggio 2012
Davanti alla drammatica e confusa situazione attuale, Benedetto XVI ha rivolto ai Vescovi italiani una parola che ci dà un’indicazione chiara sul percorso che ciascuno di noi può fare per vivere ogni circostanza senza cedere allo smarrimento e alla paura.
Per questo accogliamo e seguiamo il Papa pellegrino a Milano, disponibili a riconoscere che il suo magistero non è un’opinione tra le tante, ma il punto oggettivo attraverso cui la verità di Cristo ci raggiunge, ci libera, salva la nostra ragione e la nostra libertà.

Ascoltare il Concilio e farne nostre le autorevoli indicazioni, costituisce la strada per individuare le modalità con cui la Chiesa può offrire una risposta significativa alle grandi trasformazioni sociali e culturali del nostro tempo, che hanno conseguenze visibili anche sulla dimensione religiosa.
La razionalità scientifica e la cultura tecnica, infatti, non soltanto tendono ad uniformare il mondo, ma spesso travalicano i rispettivi ambiti specifici, nella pretesa di delineare il perimetro delle certezze di ragione unicamente con il criterio empirico delle proprie conquiste.
Così il potere delle capacità umane finisce per ritenersi la misura dell’agire, svincolato da ogni norma morale. Proprio in tale contesto non manca di riemergere, a volte in maniera confusa, una singolare e crescente domanda di spiritualità e di soprannaturale, segno di un’inquietudine che alberga nel cuore dell’uomo che non si apre all’orizzonte trascendente di Dio.
Questa situazione di secolarismo caratterizza soprattutto le società di antica tradizione cristiana ed erode quel tessuto culturale che, fino a un recente passato, era un riferimento unificante, capace di abbracciare l’intera esistenza umana e di scandirne i momenti più significativi, dalla nascita al passaggio alla vita eterna.
Il patrimonio spirituale e morale in cui l’Occidente affonda le sue radici e che costituisce la sua linfa vitale, oggi non è più compreso nel suo valore profondo, al punto che più non se ne coglie l’istanza di verità. Anche una terra feconda rischia così di diventare deserto inospitale e il buon seme di venire soffocato, calpestato e perduto.
Ne è un segno la diminuzione della pratica religiosa, visibile nella partecipazione alla Liturgia eucaristica e, ancora di più, al Sacramento della Penitenza. Tanti battezzati hanno smarrito identità e appartenenza: non conoscono i contenuti essenziali della fede o pensano di poterla coltivare prescindendo dalla mediazione ecclesiale. E mentre molti guardano dubbiosi alle verità insegnate dalla Chiesa, altri riducono il Regno di Dio ad alcuni grandi valori, che hanno certamente a che vedere con il Vangelo, ma che non riguardano ancora il nucleo centrale della fede cristiana.
Il Regno di Dio è dono che ci trascende. Come affermava il beato Giovanni Paolo II, «il regno non è un concetto, una dottrina, un programma soggetto a libera elaborazione, ma è innanzi tutto una persona che ha il volto e il nome di Gesù di Nazareth, immagine del Dio invisibile» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio [7 dicembre 1990], 18).
Purtroppo, è proprio Dio a restare escluso dall’orizzonte di tante persone; e quando non incontra indifferenza, chiusura o rifiuto, il discorso su Dio lo si vuole comunque relegato nell’ambito soggettivo, ridotto a un fatto intimo e privato, marginalizzato dalla coscienza pubblica.
Passa da questo abbandono, da questa mancata apertura al Trascendente, il cuore della crisi che ferisce l’Europa, che è crisi spirituale e morale: l’uomo pretende di avere un’identità compiuta semplicemente in se stesso.
In questo contesto, come possiamo corrispondere alla responsabilità che ci è stata affidata dal Signore?
Come possiamo seminare con fiducia la Parola di Dio, perché ognuno possa trovare la verità di se stesso, la propria autenticità e speranza?
Siamo consapevoli che non bastano nuovi metodi di annuncio evangelico o di azione pastorale a far sì che la proposta cristiana possa incontrare maggiore accoglienza e condivisione.
Nella preparazione del Vaticano II, l’interrogativo prevalente e a cui l’Assise conciliare intendeva dare risposta era: «Chiesa, che dici di te stessa?». Approfondendo tale domanda, i Padri conciliari furono, per così dire, ricondotti al cuore della risposta: si trattava di ripartire da Dio, celebrato, professato e testimoniato.
Esteriormente a caso, ma fondamentalmente non a caso, infatti, la prima Costituzione approvata fu quella sulla Sacra Liturgia: il culto divino orienta l’uomo verso la Città futura e restituisce a Dio il suo primato, plasma la Chiesa, incessantemente convocata dalla Parola, e mostra al mondo la fecondità dell’incontro con Dio.
A nostra volta, mentre dobbiamo coltivare uno sguardo riconoscente per la crescita del grano buono
anche in un terreno che si presenta spesso arido, avvertiamo che la nostra situazione richiede un rinnovato impulso, che punti a ciò che è essenziale della fede e della vita cristiana. In un tempo nel quale Dio è diventato per molti il grande Sconosciuto e Gesù semplicemente un grande personaggio del passato, non ci sarà rilancio dell’azione missionaria senza il rinnovamento della qualità della nostra fede e della nostra preghiera; non saremo in grado di offrire risposte adeguate senza una nuova accoglienza del dono della Grazia; non sapremo conquistare gli uomini al Vangelo se non tornando noi stessi per primi a una profonda esperienza di Dio.
Cari Fratelli, il nostro primo, vero e unico compito rimane quello di impegnare la vita per ciò che vale e permane, per ciò che è realmente affidabile, necessario e ultimo. Gli uomini vivono di Dio, di Colui che spesso inconsapevolmente o solo a tentoni ricercano per dare pieno significato all’esistenza: noi abbiamo il compito di annunciarlo, di mostrarlo, di guidare all’incontro con Lui. Ma è sempre importante ricordarci che la prima condizione per parlare di Dio è parlare con Dio, diventare sempre più uomini di Dio, nutriti da un’intensa vita di preghiera e plasmati dalla sua Grazia.
Sant’Agostino, dopo un cammino di affannosa, ma sincera ricerca della Verità era finalmente giunto a trovarla in Dio. Allora si rese conto di un aspetto singolare che riempì di stupore e di gioia il suo cuore: capì che lungo tutto il suo cammino era la Verità che lo stava cercando e che l’aveva trovato. Vorrei dire a ciascuno: lasciamoci trovare e afferrare da Dio, per aiutare ogni persona che incontriamo ad essere raggiunta dalla Verità.
È dalla relazione con Lui che nasce la nostra comunione e viene generata la comunità ecclesiale, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi per costituire l’unico Popolo di Dio.
Per questo ho voluto indire un Anno della Fede, che inizierà l’11 ottobre prossimo, per riscoprire e riaccogliere questo dono prezioso che è la fede, per conoscere in modo più profondo le verità che sono la linfa della nostra vita, per condurre l’uomo d’oggi, spesso distratto, ad un rinnovato incontro con Gesù Cristo «via, vita e verità».
In mezzo a trasformazioni che interessavano ampi strati dell’umanità, il Servo di Dio Paolo VI indicava chiaramente quale compito della Chiesa quello di «raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell’umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e col disegno della salvezza» (Esort. Ap. Evangelii nuntiandi [8 dicembre 1975], 19). (…)
Cari Confratelli, la missione antica e nuova che ci sta innanzi è quella di introdurre gli uomini e le donne del nostro tempo alla relazione con Dio, aiutarli ad aprire la mente e il cuore a quel Dio che li cerca e vuole farsi loro vicino, guidarli a comprendere che compiere la sua volontà non è un limite alla libertà, ma è essere veramente liberi, realizzare il vero bene della vita. Dio è il garante, non il concorrente, della nostra felicità, e dove entra il Vangelo – e quindi l’amicizia di Cristo – l’uomo sperimenta di essere oggetto di un amore che purifica, riscalda e rinnova, e rende capaci di amare e di servire l’uomo con amore divino.
Come evidenzia opportunamente il tema principale di questa vostra Assemblea, la nuova evangelizzazione necessita di adulti che siano «maturi nella fede e testimoni di umanità». L’attenzione al mondo degli adulti manifesta la vostra consapevolezza del ruolo decisivo di quanti sono chiamati, nei diversi ambiti di vita, ad assumere una responsabilità educativa nei confronti delle nuove generazioni. Vegliate e operate perché la comunità cristiana sappia formare persone adulte nella fede perché hanno incontrato Gesù Cristo, che è diventato il riferimento fondamentale della loro vita; persone che lo conoscono perché lo amano e lo amano perché l’hanno conosciuto; persone capaci di offrire ragioni solide e credibili di vita. In questo cammino formativo è particolarmente importante – a vent’anni dalla sua pubblicazione – il Catechismo della Chiesa Cattolica, sussidio prezioso per una conoscenza organica e completa dei contenuti della fede e per guidare all’incontro con Cristo. Anche grazie a questo strumento possa l’assenso di fede diventare criterio di intelligenza e di azione che coinvolge tutta l’esistenza.
Maggio 2012
a cura di Comunione e Liberazione

venerdì 25 maggio 2012

Scuola e libertà di scelta, valori da sostenere

Come uomini e ancor di più come genitori siamo seriamente preoccupati per la grave crisi che sta interessando il nostro Paese. Una crisi che, ancor prima che economica e politica, ha origine in quella che è stata definita come la più grande tra le emergenze: “l’emergenza educativa”. Un’emergenza, evidentemente, che ci riguarda tutti, ad ogni età, perché è attraverso l’educazione che si costruisce la persona e quindi la società.
Ultimamente si fa un gran parlare di capitale umano e di educazione, ci tocca però dover constatare, amaramente, come numerose scuole statali e paritarie abbiano chiuso i battenti o si stiano apprestando a farlo e ciò nella totale indifferenza delle istituzioni e dei media.
Rispetto a tale tendenza siamo convinti che dall’attuale crisi si possa uscire solo avendo il coraggio di destinare maggiori risorse al sistema dell’istruzione, piuttosto che far pagare alle famiglie il peso di una crisi che già le sta mettendo a dura prova.
Tale grande emergenza è ancor più evidente nella nostra regione, la Sicilia, dove, alla crisi economica in atto, si aggiunge una crisi endemica che, nel corso dei decenni, sta spingendo tutti gli indicatori economici e sociali a livelli da vero e proprio codice rosso.
Pertanto lanciamo un appello affinché coloro che in Sicilia hanno responsabilità politiche e amministrative sostengano la libertà di educazione sbloccando i fondi destinati alla Legge sul “Buono scuola” e promuovendo un sistema fiscale che non penalizzi le famiglie che decidono di iscrivere i propri figli nelle scuole pubbliche gestite da privati.
E’ evidente come solo con un adeguato sistema educativo integrato, statale-privato, sia possibile uscire dai marosi di una crisi che sta pesantemente penalizzando le famiglie.
raccolta firme: http://www.firmiamo.it/liberidiscegliere

domenica 20 maggio 2012

La grande sfida dell’educazione V appuntamento

L'Associazione Hic et Nunc propone il V appuntamento del ciclo
"La grande sfida dell'educazione. Il desiderio, il maestro, l'avventura"
che si terrà Venerdì 25 Maggio 2012 alle ore 18,30
presso Palacultura Antonello da Messina sala B
L’educazione: un’avventura per sé
Intervengono
Prof. Giuseppe Gembillo
Ordinario Storia della Filosofia, Università di Messina
dott. Marco Sermarini
Presidente Società Chestertoniana Italiana

lunedì 7 maggio 2012

La grande sfida dell’educazione IV appuntamento

L'Associazione Hic et Nunc propone il IV appuntamento del ciclo 
"La grande sfida dell'educazione. Il desiderio, il maestro, l'avventura"
che si terrà il 9 Maggio 2012 alle ore 20.30
nella Chiesa Santa Maria Alemanna di Messina dal titolo "L’adulto come maestro".
con la proiezione del film "Scoprendo Forrester" di Gus Van Sant
la storia di un giovane povero appassionato di scrittura e letteratura che incontra un vero maestro di scrittura e di vita, il quale lo sosterrà nei momenti più difficili ed umilianti durante la permanenza nel college